Tabella – La Grande Tribolazione – cronologia degli eventi.
La Bibbia è una "lettera" di Dio agli uomini. Sì, è esattamente
così: Dio vuole inviarci un messaggio nella maggior parte dei libri della
Bibbia. Ma mentre Dio trasmette il Suo messaggio attraverso le menti degli
autori biblici credenti, questi pensieri di Dio sono molto spesso mischiati ai
pensieri di queste persone.
Di conseguenza, troppo spesso ci sono incomprensioni, consapevoli o meno.
Inoltre, il fatto che la Bibbia sia scritta in lingue antiche, come l’aramaico,
l’ebraico e il greco, e debba essere tradotta nelle nostre lingue moderne è
un’altra, fra l’altro la principale, fonte di errore.
D’altra parte, molti esegeti, docenti della Bibbia, predicatori e guide di
comunità religiose oggi sono ansiosi di portare la Bibbia "libro per libro" ai
loro ascoltatori e lettori. Ad esempio, in una di queste comunità evangeliche
questo equivale a dire: "Leggeremo un libro della Bibbia ogni mese così che alla
fine avremo letto l’intera Bibbia".
Ciò che viene trascurato è il fatto sopra menzionato: nella Bibbia i pensieri di
Dio si intrecciano ai pensieri dei profeti e degli scrittori dei libri. Perché
la Bibbia non è "la parola di Dio" nella sua interezza, ma contiene
la parola di Dio. E in parte anche la "parola" dei profeti e degli autori.
E così ora rimane da spiegare che questi fratelli nelle comunità, nella migliore
delle intenzioni, dopo 3-4 anni hanno probabilmente letto l’intera Bibbia, ma
compreso poco di quanto hanno letto e ancora meno trattenuto a memoria.
Ma dal momento che qualsiasi critica positiva dovrebbe sempre anche suggerire
una soluzione, approfondiamo e analizziamo il problema. Cominciamo con un
esempio che illustra l’errore di questo approccio, comune negli ambienti
cristiani di tutto il mondo.
Diamo appunto un’occhiata ai cosiddetti "Testimoni di Geova". Il loro metodo per
ottenere un qualche tipo di "competenza biblica" consiste nel memorizzare
riferimenti biblici. Brillano in ogni circolo biblico perché sono in grado di
recitare, su indicazione, passaggi biblici che trattano di questo argomento.
E questo spesso inganna sul fatto che abbiano una scarsa idea del contesto di
questi passi biblici. Sebbene sappiano dove reperire molte affermazioni nella Bibbia,
sono tuttavia meno informati sul significato di queste stesse affermazioni, sia
individualmente che in termini più generali.
Il vero problema con questo approccio, però, non è la millantata conoscenza
biblica di questi fratelli, ma l’interpretazione errata di molti testi biblici
che risulta da questa presunta capacità. E questa è anche la fonte di molte
false dottrine nelle comunità cristiane.
Ecco un esempio pratico che mostra quali segreti profondi
possono emergere grazie a un’esegesi attenta e più ampia e come
un’interpretazione superficiale interessata a conseguire risultati veloci nel
testo può falsificare il testo e quindi rendere impossibile la comprensione
effettiva di questo messaggio.
Riguarda l’interpretazione dei quattro "esseri viventi", che sia Giovanni nella
sua Apocalisse (Apoc 4,2-8) sia Ezechiele in due diverse visioni (Ez 1,2-11 ed
Ez 10,14-15) hanno visto e che da un lato dimostrano l’autenticità delle
affermazioni, dall’altro anche l’assoluta realtà degli eventi.
Per una migliore comprensione ecco questi versetti della Bibbia:
Un trono era posto nel cielo e sul trono c’era uno
seduto.
Apoc 4,2 Subito fui rapito dallo Spirito. Ed ecco,
un trono era posto nel cielo e sul trono c’era uno seduto. 4,3
Colui che stava seduto era simile nell’aspetto alla pietra di diaspro e di
sardonico; e intorno al trono c’era un arcobaleno che, a vederlo, era simile
allo smeraldo. 4,4 Attorno al trono c’erano ventiquattro troni su cui
stavano seduti ventiquattro anziani vestiti di vesti bianche e con
corone d’oro sul capo. 4,5 Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni. Davanti al
trono c’erano sette lampade accese, che sono i sette spiriti di Dio. Apoc 4, 2- 5;
Poiché tutti gli interpreti seri concordano sul fatto che quello
seduto sul trono sia Dio Onnipotente, possiamo subito procedere e concentrarci
sull’aspetto di Dio. E non su quell’apparenza descritta in precedenza da
Giovanni, nel versetto Apoc 4,3, ma sulla figura di Dio, che può essere dedotta
solo indirettamente in questo testo.
Il fatto che si parli di un trono qui e che qualcuno fosse seduto su di esso
implica che questo qualcuno avesse forma umana, altrimenti non sarebbe stato in
grado di soddisfare i requisiti fisici per sedersi e Giovanni difficilmente lo
avrebbe descritto come "seduto".
Questo trono e la figura che vi si poteva vedere assisa sono stati descritti
anche descritti dal profeta Ezechiele. Aveva la sua visione sul fiume Chebar,
nella terra dei Caldei.
E su questa specie di trono appariva come la figura di un
uomo.
Ez 1,22 Sopra le teste degli esseri
viventi c’era come una volta d’un bagliore come di cristallo di ammirevole
splendore, e si estendeva su in alto, sopra le loro teste. 1,23 Sotto
la volta le loro ali erano diritte, l’una verso l’altra; ciascuno ne aveva due
che coprivano il corpo. 1,24 Quando camminavano, io sentivo il rumore delle loro
ali, come il rumore delle grandi acque, come la voce dell’Onnipotente: un rumore
di gran tumulto, come il rumore di un accampamento; quando si fermavano,
abbassavano le loro ali;
1,25 si udiva un rumore che veniva dall’alto, dalla volta che era sopra le loro
teste.
1,26 Al di sopra della volta che era sopra le loro teste, c’era
come una pietra di zaffiro, che pareva un trono; e su questa specie di
trono appariva come la figura di un uomo, che vi stava seduto sopra, su in alto.
Ez 1,22-26;
E contrariamente a Giovanni, Ezechiele parla molto chiaramente
in Ez 1,26: colui che era seduto sul trono aveva un aspetto umano. E conferma
immediatamente in Ez 1,28 che questa era "la gloria del Signore".
Era un’apparizione dell’immagine della gloria del
SIGNORE.
Ez 1,27 Vidi pure come un bagliore di metallo,
come del fuoco, che lo circondava tutto intorno dalla sembianza dei suoi fianchi
in su; e dalla sembianza dei suoi fianchi in giù vidi come del fuoco, come uno
splendore tutto attorno a lui. 1,28 Qual è l’aspetto dell’arco che è
nella nuvola in un giorno di pioggia, tal era l’aspetto di quello splendore che
lo circondava. Era un’apparizione dell’immagine della gloria del SIGNORE.
A quella vista caddi sulla mia faccia, e udii la voce di uno che
parlava. Ez 1,27-28;
Quindi Dio ha l’aspetto di un essere umano. È sorprendente? In
realtà no, perché in Gen 1,26-27 leggiamo espressamente che Dio ha creato l’uomo
a sua immagine e somiglianza.
Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra
somiglianza.
Gen 1,26 Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a
nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio
sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e
su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 1,27 Dio creò l’uomo a sua
immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Gen 1,26-27;
E se l’uomo viene creato secondo l’"immagine", cioè la forma di
Dio, allora, viceversa, Dio deve anche avere una forma simile all’uomo. Anche se
Dio nella sua onnipotenza e onniscienza, ovvero nelle sue qualità spirituali,
non è affatto paragonabile all’uomo, pure possiamo immaginare la sua forma
simile alla nostra.
I capelli del suo capo erano simili a lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono, che aveva ruote di fuoco ardente.
Dan 7,9 Io continuai a guardare e vidi collocare
dei troni, e un vegliardo sedersi. La sua veste era bianca come la neve e
i capelli del suo capo erano simili a lana pura; fiamme di fuoco erano
il suo trono, che aveva ruote di fuoco ardente. 7,10 Un fiume di fuoco
scaturiva e scendeva dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano, diecimila
miriadi gli stavano davanti. Si tenne il giudizio e i libri furono aperti.
Dan 7,9-10;
Anche Giovanni, in una visione summenzionata, in Apoc 4,2-5, ha
visto il trono di Dio che Daniele vede e descrive qui in Dan 7,9. E anche
Ezechiele riporta di anche questo trono, che ha visto due volte, una volta in
Ez 1, 1-28 sul fiume Chebar e poi in Ez 10, 1-22 a Gerusalemme, e descrive i
quattro cherubini, i quattro esseri viventi, che reggono il trono sopra le loro
teste e le quattro ruote che stavano loro accanto, come segue:
Le creature viventi correvano in tutte le direzioni, simili al fulmine.
Ez 1,10 Quanto all’aspetto delle loro facce,
essi
avevano tutti una faccia d’uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra,
tutti e quattro una faccia di bue a sinistra, e tutti e quattro una faccia
d’aquila. 1,11 Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore;
ognuno aveva due ali che s’univano a quelle dell’altro, e due che coprivano loro
il corpo. 1,12 Camminavano ognuno diritto davanti a sé; andavano dove lo Spirito
li faceva andare, e, camminando, non si voltavano. 1,13 L’aspetto di quegli
esseri viventi era come di carboni incandescenti, come di fiaccole; quel fuoco
circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco scintillante, e dal fuoco
uscivano dei lampi. 1,14 Le creature viventi correvano in tutte le
direzioni, simili al fulmine.
1,15 Mentre guardavo gli esseri viventi, ecco una ruota in terra, presso
ciascuno di essi, verso le loro quattro facce. 1,16 L’aspetto delle ruote era
come il bagliore del crisolito; tutte e quattro si somigliavano; il loro aspetto
e la loro struttura erano come se una ruota fosse in mezzo a un’altra ruota.
1,17 Quando si movevano, andavano tutte e quattro dal proprio lato, e, andando,
non si voltavano. Ez 1,10-17;
Come dimostra il contesto, questi quattro cherubini avevano
quattro volti. Ezechiele descrive qui, in Ez 1,10, sul fiume Chebar, come
segue: "Ognuno dei quattro aveva fattezze d’uomo; poi fattezze di leone a
destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d’aquila.".
Nel suo secondo incontro a Gerusalemme, tuttavia, corregge questa descrizione
(Ez 10,14; 10,20; 10,22) e afferma che la terza sembianza non era quella di un
toro, ma di un cherubino. E su ogni lato una ruota.
(Vedi anche excursus 11: "Il
Trono di Dio")
(Vedi anche tabella 15: "Il
Trono di Dio e quel ch’è attorno.")
Ora interessante è la descrizione delle ruote, sopra in Ez
1,16:
"come se una ruota fosse in mezzo a un’altra ruota"
Di per sé, questa descrizione potrebbe portare a molte
speculazioni e lo fa effettivamente in molte interpretazioni. Anche il verso
successivo, in Ez 1,17:
"Quando si movevano, andavano tutte e quattro dal
proprio lato, e, andando, non si voltavano."
è di per sé piuttosto enigmatico. Solo quando si considerano
entrambi i versetti insieme – e quindi anche un terzo versetto – emerge
un’interpretazione completamente sensata. Quando si dice che questi quattro
esseri "andavano tutte e quattro dal proprio lato", significa che
si muovevano solo ad angolo retto. O in linea retta: in avanti o indietro
oppure lateralmente: a sinistra o a destra. Essi conoscono solo una modalità
di movimento in linea retta di movimento senza estensioni diagonali né curve. Pertanto,
quando una determinata meta non può essere raggiunta direttamente in avanti,
all’indietro, a destra o a sinistra, si spostano in un percorso a zigzag
– un tratto dritto in avanti, poi di nuovo lateralmente, fino ad arrivare
alla destinazione desiderata.
A questo inconsueto modo di spostarsi può essere ricondotta anche la singolare
costruzione delle ruote. Il loro aspetto è descritto in Ez 1,16: "L’aspetto
delle ruote (…) il loro aspetto e la loro struttura erano come se una ruota
fosse in mezzo a un’altra ruota". Ciò non significa che una ruota più piccola
fosse inserita parallelamente in una ruota più grande, poiché nel versetto Ez
1,18 sono menzionato "cerchi alti", che coprirebbero questa seconda ruota e la
renderebbero irriconoscibile.
La descrizione "una ruota in mezzo all’altra ruota" significa ovviamente una
sorta di "ruota a croce". Si può pensare a questa tipologia di ruota come a due
ruote o cerchi di dimensioni approssimativamente uguali, che si intrecciano ad
angolo retto, come se stessero descrivendo la circonferenza di una sfera
immaginaria. Con queste ruote, ci si può sempre muovere solo nella direzione
estesa di ciascuna ruota cerchiata, sia in linea retta che lateralmente, senza
descrivere curve.
Queste ruote erano "in terra, presso ciascuno di essi", e non si trovano perciò
su nessun asse, ma stanno libere accanto ai quattro esseri viventi e seguono
questi cherubini, che a loro volta sono nuovamente guidati dallo Spirito di Dio.
Si può quindi concludere che il trono di Dio non è una costruzione
materiale-meccanica, ma un essere spiritual-biologico guidato dallo Spirito di
Dio.
Tenendo presente questa interpretazione, diamo un’occhiata a un versetto
precedente, Ez 1,14, che ha già portato generazioni di esegeti alle conclusioni
più spregiudicate. Lì vi si dice:
" Le creature viventi correvano in tutte le direzioni,
simili al fulmine"
Ecco le interpretazioni di una presunta navicella spaziale
"extraterrestre" con propulsione a razzo, in un’interpretazione biblica
effettivamente piuttosto amatoriale come Erich von Däniken e
Shirley McLaine, sulla spiegazione più seria:
"Ad ogni movimento lampeggiavano come un fulmine.
Ezechiele non ha abbastanza parole per descrivere il mondo radioso,
soprannaturale-divino". (Gerhard Meier in "Il profeta
Ezechiele" – WStB).
fino a interpretazioni completamente astratte e distorte come:
"I carboni ardenti furono colpiti dal fuoco, che
oscillava avanti e indietro tra le creature. Questa sembra una premonizione del
messaggio di Ezechiele sul giudizio ardente di Dio su Giuda ". (J. F. Walfoord
in "Il Vecchio Testamento – spiegato e interpretato"
Ricordando l’interpretazione che abbiamo enucleato in
precedenza, relativamente alle ruote ad angolo retto e ai cherubini e
considerando che questo veicolo, grazie alla presenza del Signore nella sua
gloria, si trova nel trono sopra i cherubini per Ezechiele, quando lo vide
arrivare nella pianura del fiume Chebar proveniente da nord, come " un vento
tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco folgorante e uno splendore intorno a
essa" (Ez 1,4), che gli ricordava la vista "come un bagliore di metallo, come
del fuoco, che lo circondava tutto intorno." (Ez 1,27), è facile intuire che fu
semplicemente il movimento del veicolo a zig-zag a lasciare l’impressione: "Le
creature viventi correvano in tutte le direzioni, simili al fulmine." (Ez
1,14).
Ora, ovviamente, l’uno o l’altro lettore si chiederà perché il trono di Dio
dovrebbe avere proprio questo complicato metodo di locomozione. Ma se ricordiamo
che il nostro Dio è un Dio giusto, persino un Dio assolutamente giusto, allora
si può certamente trovare una spiegazione: Dio si muove spiritualmente e
fisicamente allo stesso modo. Si sposta così come agisce: in linea retta.
Quando ci rendiamo conto che il nostro Dio è l’assoluta giustizia incarnata, che
non può tollerare in nessun caso le ingiustizie e le deviazioni dalla retta via,
nemmeno il minimo, questo pensiero si concilia con il modo peculiare, sempre
diretto di spostare il trono di Dio:
Dio non percorre cammini traverse né prende vie tortuose.
Nemmeno quando trasferisce la propria persona.
L’Eterno è giusto in tutte le sue vie e benigno in tutte le sue opere.
Sal 145,17 L’Eterno è giusto in tutte le
sue vie e benigno in tutte le sue opere. 145,18 L’Eterno è presso a
tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano in verità. 145,19
Egli adempie il desiderio di quelli che lo temono, ode il loro grido, e li
salva. Sal 145,17-19;
Magnificate il nostro Dio! Poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è giusto e retto.
Deut 32,3 poiché io proclamerò il nome del SIGNORE.
Magnificate il nostro Dio! 32,4 Egli è la rocca, l’opera sua è perfetta,
poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è
giusto e retto. Deu 32, 3- 4;
Il SIGNORE è buono e giusto; perciò insegnerà la via ai peccatori.
Sal 25,8 Il SIGNORE è buono e giusto;
perciò insegnerà la via ai peccatori. 25,9 Guiderà gli umili nella
giustizia, insegnerà agli umili la sua via. 25,10 Tutti i sentieri del SIGNORE
sono bontà e verità per quelli che osservano il suo patto e le sue
testimonianze. Sal 25, 8-10;
La via del colpevole è tortuosa, ma l’innocente opera con rettitudine.
Spr 21,8 La via del colpevole è tortuosa,
ma l’innocente opera con rettitudine. Pro 21, 8;
La via del giusto è diritta; tu rendi perfettamente piano
il sentiero del giusto.
Isa 26,7 La via del giusto è diritta; tu
rendi perfettamente piano il sentiero del giusto. Isa 26, 7;
Il nostro Dio, è giusto in tutto quello che ha fatto.
Dan 9,14 Il SIGNORE ha vigilato su questa calamità
e ce l’ha fatta venire addosso; perché il SIGNORE, il nostro Dio, è
giusto in tutto quello che ha fatto, ma noi non abbiamo ubbidito alla
sua voce. Dan 9,14;
Poiché le vie del SIGNORE sono rette.
Os 14,9 Chi è saggio ponga mente a queste cose! Chi
è intelligente le riconosca! Poiché le vie del SIGNORE sono rette;
i giusti cammineranno per esse, ma i trasgressori vi cadranno. Os 14,10;
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.
Mat 3,3 Di lui parlò infatti il profeta Isaia
quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via del
Signore, raddrizzate i suoi sentieri"». Mat 3,3;
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.
Luc 3,4 4 come sta scritto nel libro delle parole
del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via
del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. 3,5 Ogni valle sarà colmata e
ogni monte e ogni colle sarà spianato; le vie tortuose saranno fatte
diritte e quelle accidentate saranno appianate; 3,6 e ogni creatura
vedrà la salvezza di Dio" Luc 3, 4- 6;
Giuste e veritiere sono le tue vie, o Re delle nazioni.
Apoc 15,3 e cantavano il cantico di Mosè, servo di
Dio, e il cantico dell’Agnello, dicendo: «Grandi e meravigliose sono le tue
opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veritiere sono le tue vie, o
Re delle nazioni. Apoc 15, 3;
Mentre Dio nella Sua onnipotenza e onniscienza difficilmente può
a stento essere compreso da noi umani, riconosciamo nella sua giustizia un cenno
della sua natura: nel Suo giudizio vale solo la retta via. Sì è sì, no è no.
Qualsiasi deviazione porta a una condanna. È quindi impossibile per l’uomo
ottenere giustizia da Dio con le proprie azioni. Non abbiamo nulla da oppore
alla giustizia di Dio se non la grazia di Dio in Suo Figlio Gesù Cristo e nel
Suo sacrificio di riscatto compiuto sulla Croce per noi peccatori.
Riconosciamo anche qui l’errata valutazione di tutte le false religioni, in cui
si pensa di poter compiacere Dio costruendo un tempio, una cattedrale, una
chiesa, una cappella o offrendo altre "donazioni" più o meno preziose. Questo
mondo è il sgabello dei piedi di Dio, cosa potrebbe opporre l’uomo?
L’unica cosa che piace al nostro Dio è la fede in suo Figlio e il rispetto dei
suoi comandamenti.
Anche per i "quattro esseri viventi" descritti in Daniele,
Ezechiele e Giovanni nell’Apocalisse, ci sono diverse interpretazioni fra gli
esegeti. Prima di tutto, tuttavia, vogliamo analizzare questi testi per vedere
con i nostri occhi che cosa si intende con queste affermazioni.
Dopo aver già analizzato il testo di Apoc 4,1-5, Giovanni continua in Apoc 4,6-8
la descrizione della sua visione con i "quattro esseri viventi".
Intorno al trono, quattro creature viventi, piene di
occhi davanti e di dietro.
Apoc 4,6 Davanti al trono inoltre c’era come un
mare di vetro, simile al cristallo; in mezzo al trono e intorno al
trono, quattro creature viventi, piene di occhi davanti e di dietro.
4,7 La prima creatura vivente era simile a un leone, la seconda
simile a un vitello, la terza aveva la faccia come d’un
uomo e la quarta era simile a un’aquila mentre vola.
4,8 E le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali, ed erano
coperte di occhi tutt’intorno e di dentro, e non cessavano mai di
ripetere giorno e notte: «Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente,
che era, che è, e che viene». Apoc 4, 6- 8;
L’interpretazione convenzionale legge questi quattro esseri
viventi sin da Ireneo (170 d.C.) come simboli per gli evangelisti del Nuovo
Testamento, cioè Matteo = uomo, Marco = aquila, Luca = toro e Giovanni = leone.
Tuttavia, l’ordine di assegnazione può variare da esegeta a esegeta.
Altri interpreti vedono di nuovo i quattro esseri come simboli degli attributi
di Dio, con il toro che rappresenta il "sacrificio di Dio", l’aquila la "visione
divina", il leone la "maestà di Dio" e l’uomo la "condiscendenza di Dio in suo
Figlio". Questi esegeti che vedono in questi esseri la "natura tutta ispirata",
indicano le "quattro classi di natura animata": umani, animali domestici (tori),
animali selvatici (leoni) e uccelli (aquile).
Nel simbolismo di questo testo non manca neppure la completa astrazione.
Pertanto, alcuni interpretano l’intera immagine come una metafora della creatura
sospirante, le ali sono un’espressione dell’ardente tensione di chi è incatenato
verso una maggiore libertà, il richiamo del giorno e della notte del verso 4,8
sono la tormentata irrequietezza. Ma sta anche seriamente cercando di rilevare
in questa immagine la prova dei segni astrologici dello zodiaco (toro, leone
...).
Come si può vedere, ci sono molti tentativi di spiegare questo testo piuttosto
complesso. Tuttavia, proprio una scrittura così difficile non dovrebbe essere
spiegata con un’autointerpretazione, quanto piuttosto per mezzo di argomenti e
analisi scritturali, poiché tutti gli altri tentativi porterebbero
inevitabilmente al nirvana esegetico.
Se ora cerchiamo un riferimento nella Scrittura a questi quattro esseri viventi,
lo troviamo di nuovo in modo molto chiaro in Ezechiele. Tuttavia, mentre
Giovanni descrive solo i volti di questi quattro esseri, anche qui Ezechiele ci
dice qualcosa sulla sua forma: "Avevano aspetto umano" (Ez 1,5). Quindi sia Dio
(Ez 1,26) che i quattro esseri avevano forma umana.
La forma di quattro esseri viventi.
Ez 1,2 Il quinto giorno del mese (era il quinto
anno della deportazione del re Ioiachin), 1,3 la parola del SIGNORE fu rivolta
al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, presso il fiume
Chebar; in quel luogo la mano del SIGNORE fu sopra di lui. 1,4 Io guardai, ed
ecco venire dal settentrione un vento tempestoso, una grossa nuvola con un fuoco
folgorante e uno splendore intorno a essa; nel centro vi era come un bagliore di
metallo in mezzo al fuoco. 1,5 Nel centro appariva la forma di quattro
esseri viventi; e questo era l’aspetto loro: avevano aspetto umano. 1,6
Ognuno di essi aveva quattro facce e quattro ali. 1,7 I loro piedi erano diritti,
e la pianta dei loro piedi era come la pianta del piede di un vitello; e brillavano
come il bagliore del bronzo lucente. Ez 1, 2- 7;
Tuttavia, nel descrivere i volti di questi quattro esseri,
queste due narrazioni differiscono. Mentre Giovanni riconosce un viso singolo e
distinto in ciascuno dei quattro esseri, Ezechiele osserva gli stessi quattro
volti su ciascuna di queste quattro figure.
Quanto all’aspetto delle loro facce.
Ez 1,8 Avevano mani d’uomo sotto le ali, ai loro
quattro lati; tutti e quattro avevano le loro facce e le loro ali. 18;9
Le loro ali si univano l’una all’altra; camminando, non si voltavano;
ognuno camminava diritto davanti a sé. 18;10 Quanto all’aspetto delle
loro facce, essi avevano tutti una faccia d’uomo,
tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro
una faccia di bue a sinistra, e tutti e quattro una faccia
d’aquila.
18;11 Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore;
ognuno aveva due ali che s’univano a quelle dell’altro, e due che coprivano loro
il corpo. Ez 1, 8-11;
A giudicare da questa descrizione, Ezechiele vide questi quattro esseri in piedi in una
formazione quadrata, uno ad ogni angolo del quadrato. Ognuno di loro aveva
quattro ali, di cui due erano dispiegate e e sfioravano quelle dei due esseri
viventi vicini, sui quattro lati del corpo – dietro e lateralmente oppure
davanti e lateralmente – e formavano così i lati del quadrato. Le altre due ali
coprivano il lato corrispondente del corpo, come descritto in Eze. 1,23.
L’affermazione contenuta in Ez 1,22, "Sopra le teste degli esseri viventi c’era
come una volta d’un bagliore come di cristallo di ammirevole splendore, e si
estendeva su in alto, sopra le loro teste.", viene collegata da alcuni
interpreti alla ‘volta celeste’ e alcuni esegeti vedono poi, nei quattro esseri
viventi, quelle forze che sostengono i cieli alle quattro estremità della terra.
Ad un esame più attento, tuttavia, è facile comprendere che questa "volta" è
solo una replica della volta celeste (così recita anche il testo letteralmente)
e le dimensioni del quadrato formato dai quattro esseri e le loro ali spiegate
sono circa 5 per 5 metri (1Re 6,24-25).
Ora, mentre Ezechiele descrive le facce sui quattro lati della testa di ciascuno
di questi esseri, deve aver assunto una posizione alla destra davanti a quella
formazione. Quindi possiamo supporre che il volto umano si trovasse a destra
rispetto alla sua prospettiva, ma che, visto dai quattro esseri, fosse rivolto
in avanti. Ezechiele vide quindi dalla sua posizione la testa del leone a destra
del volto umano, la testa del toro in opposta posizione, sul lato sinistro e
dietro l’aquila.
Mentre in Ezechiele ciascuno di questi quattro esseri aveva queste quattro
facce, anche Giovanni vede questi quattro esseri, ma ognuno ha solo una di
queste facce. Inoltre, in Giovanni non troviamo alcuna indicazione delle
posizioni dei quattro esseri. Probabilmente non è sbagliato supporre che,
analogamente a Ezechiele, dal punto di vista di chi osserva davanti al trono, il
volto umano si potesse vedere di fronte al trono, mentre la testa d’aquila sulla
parte posteriore, la testa di toro a sinistra e la testa del leone sul lato
destro del trono
La ricostruzione del posizionamento di queste quattro creature in Giovanni può
sembrare a prima vista relativamente poco importante, ma come vedremo tra poco,
può aiutarci con l’interpretazione. Sebbene i volti dei quattro esseri, fatta
salva la natura a quattro volti di Ezechiele, siano descritti come simili in
entrambi i profeti, c’è ancora una differenza significativa nell’ulteriore
analisi.
Ezechiele ebbe due visioni di questi quattro esseri viventi. Una sul fiume
Chebar, citato in precedenza in Ez 1,1-28, e l’altro a Gerusalemme, riportato
in Ez 10,1-22. E anche in questa visione descrive i quattro esseri e i loro
volti.
La prima faccia era una faccia di cherubino;
Ez 10,14 Ogni cherubino aveva quattro facce: la
prima faccia era una faccia di cherubino; la seconda faccia,
una faccia d’uomo; la terza, una faccia di leone; la quarta,
una faccia d’aquila. 10,15 I cherubini si alzarono.
Erano gli stessi esseri viventi che avevo visti presso il fiume Chebar.
Ez 10,14-15;
E qui si nota che la descrizione è identica a Ez 1,10, ad
eccezione della faccia di toro. Sebbene Ezechiele confermi che questo era lo
stesso veicolo – lo chiama "essere vivente" – che vide anche sul fiume Chebar,
qui la faccia di toro è sostituita dalla "faccia di un cherubino". Poiché
possiamo escludere in questo passo errori di trasmissione o traduzione, sembra
che Ezechiele abbia sbagliato.
Non sarebbe sorprendente, considerando i tanti eventi incredibili: potrebbe
essere che non abbia prestato attenzione ad alcuni dettagli. L’unica domanda ora
è quale di queste due narrazioni è corretta. Ed ecco un altro messaggio della
visione di Gerusalemme che può aiutarci.
Riconobbi che erano cherubini.
Ez 10,20 Erano gli stessi esseri viventi che avevo
visti sotto il Dio d’Israele presso il fiume Chebar; riconobbi che erano
cherubini. 10;21 Ognuno di essi aveva quattro facce, ognuno quattro
ali; sotto le loro ali appariva la forma di mani d’uomo. 10;22 Quanto
all’aspetto delle loro facce, erano le facce che avevo viste presso il fiume
Chebar; erano le stesse sembianze, i medesimi cherubini. Ognuno andava
diritto davanti a sé. Ez 10,20-22;
Anche qui Ezechiele afferma che era la stessa apparizione che si
era manifestata sul fiume Chebar. In particolare, conferma che la "forma dei
loro volti" è identica a quella della visione in quel momento. Cioè, le
facce stesse non sono state cambiate, ma il profeta si è appena reso conto che
nella sua descrizione della prima visione ha erroneamente ravveduto una faccia di
toro, piuttosto che quella di un cherubino. Da ciò è la descrizione della seconda,
la visione di Gerusalemme, che è esatta.
Che questo sia il caso, è confermato da altri dettagli della visione di
Gerusalemme. Come detto sopra, in Ez 10,20, Ezechiele ha riconosciuto solo
questa seconda volta che i quattro esseri viventi stessi sono cherubini. E
sembra che questo riconoscimento non fosse basato su alcun segno esterno, ma sul
semplice fatto che il Signore lo invita in Ez 10,2 e 10,6 di andare a "lo
spazio sotto il cherubino" o "lo spazio tra i cherubini "per identificare quegli
esseri come cherubini. A partire da questo punto, Ezechiele sapeva che si
trattava di cherubini.
Va’ fra le ruote sotto i cherubini, rièmpiti le mani di
carboni ardenti tolti in mezzo ai cherubini.
Ez 10,1 Io guardai, ed ecco, sulla distesa sopra
il capo dei cherubini, c’era come una pietra di zaffiro; si vedeva come una
specie di trono che stava sopra di loro. 10,2 Il SIGNORE parlò all’uomo vestito
di lino, e disse: «Va’ fra le ruote sotto i cherubini, rièmpiti le mani
di carboni ardenti tolti in mezzo ai cherubini, e spargili sulla
città». Ed egli vi andò in mia presenza.
10,3 I cherubini stavano al lato destro della casa, quando l’uomo entrò là; la
nuvola riempì il cortile interno. 10,4 La gloria del SIGNORE si alzò
sopra i cherubini, movendosi verso la soglia della casa; la casa fu
riempita della nuvola; il cortile fu ricolmo dello splendore della gloria del
SIGNORE. 10,5 Il rumore delle ali dei cherubini si udì fino al cortile esterno,
simile alla voce del Dio onnipotente quand’egli parla. 10,6 Quando il SIGNORE
ebbe dato all’uomo vestito di lino l’ordine di prendere del fuoco in
mezzo alle ruote che sono tra i cherubini, quegli venne a fermarsi
presso una delle ruote. 10,7 Uno dei cherubini stese la mano fra gli altri
cherubini verso il fuoco che era in mezzo ai cherubini, ne prese e lo mise nelle
mani dell’uomo vestito di lino, che lo ricevette, e uscì. 10,8 Vidi che i
cherubini avevano una forma di mano d’uomo sotto le ali. Ez 10, 1- 8;
E mentre riferiva in Ez 1,18 delle ruote che erano "piene di
occhi tutt’intorno", estende anche questa descrizione in Ez 10,12 ai quattro
cherubini di cui scrive che tutto il loro corpo, il dorso, le mani, le ali e le
ruote erano pieni di occhi tutt’intorno."Questa è quindi, dopo le due correzioni
"esseri – cherubini" e "faccia da toro – faccia da cherubino", la terza
correzione, che Ezechiele apporta sulla base della seconda visione.
(Vedi anche tabella 15: "Il
Trono di Dio e quel ch’è attorno".)
Nella domanda per noi rilevante, possiamo quindi supporre che la
quarta faccia di cherubino non fosse una faccia di toro, ma la faccia di un
cherubino. Con questa consapevolezza, torniamo ora alla rivelazione e proviamo a
usare i testi in questione per ottenere una panoramica della posizione o del
compito a cui pervengono questi quattro esseri nel contesto di questa visione.
L’agnello e le quattro creature viventi.
Apoc 6,1 Poi, quando l’Agnello aprì uno dei sette
sigilli, vidi e udii una delle quattro creature viventi, che diceva con voce
come di tuono: «Vieni». 6,2 Guardai e vidi un cavallo bianco. Colui che lo
cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli venne fuori da
vincitore, e per vincere.
6,3 Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii la seconda creatura
vivente che diceva: «Vieni». 6,4 E venne fuori un altro cavallo, rosso; e a
colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinché gli
uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada.
6,5 Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, udii la terza creatura vivente
che diceva: «Vieni». Guardai e vidi un cavallo nero; e colui che lo cavalcava
aveva una bilancia in mano. 6,6 E udii come una voce in mezzo alle quattro
creature viventi, che diceva: «Una misura di frumento per un denaro e tre misure
d’orzo per un denaro, ma non danneggiare né l’olio né il vino».
6,7 Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce della quarta
creatura vivente che diceva: «Vieni». Apoc 6, 1- 7;
Le creature viventi rendono gloria, onore e grazie a
colui che siede sul trono.
Apoc 4,9 Ogni volta che queste creature
viventi rendono gloria, onore e grazie a colui che siede sul trono, e
che vive nei secoli dei secoli, 4,10 i ventiquattro anziani si
prostrano davanti a colui che siede sul trono e adorano colui che vive nei
secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: 4,11 «Tu
sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza:
perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed
esistono». Apoc 4, 9-11;
Essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al
trono e adorarono Dio.
Apoc 7,11 E tutti gli angeli erano
in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro
creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e
adorarono Dio. Apoc 7,11;
Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono, davanti
alle quattro creature viventi e agli anziani.
Apoc 14,3 Essi cantavano un cantico nuovo
davanti al trono, davanti alle quattro creature viventi e agli anziani.
Nessuno poteva imparare il cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono
stati riscattati dalla terra. Apoc 14, 3;
Una delle quattro creature viventi diede ai sette angeli
sette coppe d’oro.
Apoc 15,6 e i sette angeli che recavano i sette
flagelli uscirono dal tempio. Erano vestiti di lino puro e splendente e avevano
cinture d’oro intorno al petto. 15,7 Una delle quattro creature viventi
diede ai sette angeli sette coppe d’oro piene dell’ira di Dio, il quale
vive nei secoli dei secoli. Apoc 15, 6- 7;
E le quattro creature viventi si prostrarono, adorarono
Dio.
Apoc 19,4 Allora i ventiquattro anziani e
le quattro creature viventi si prostrarono, adorarono Dio che siede sul
trono, e dissero: «Amen! Alleluia!» Apoc 19, 4;
Questo sguardo a ritroso sulla rivelazione ci mostra una volta
che anche Giovanni aveva visivamente gli stessi problemi di riconoscimento di
Ezechiele: non riusciva a identificare le quattro figure come cherubini e le
chiama "esseri viventi", e vede una faccia di toro nella quarta.
Quindi, poiché qui anche Giovanni vede una faccia di toro, sorge spontano
chiedersi quanto poco il volto di un cherubino assomigli a una faccia di toro,
né a quella di un giovane toro / vitello, come Giovanni ha specificato in Apoc
4,7, quindi senza corna e con un ovale del viso ancora meno pronunciato.
D’altra parte, tuttavia, questa confusione non è sorprendente, poiché vede anche
questa immagine per la prima volta. Inoltre, la radice della parola "cherubino"
deriva dall’assiro e significa "toro alato". E, elemento essenziale, nella prima
visione di Ezechiele, egli descrive le gambe e gli zoccoli di queste quattro
creature viventi in Ez 1,7: " I loro piedi erano diritti, e la pianta dei loro
piedi era come la pianta del piede di un vitello;"
Quindi sembra che la figura di un cherubino, o almeno gli zoccoli e il viso,
debba avere una certa somiglianza con un vitello. Quindi in Giovanni possiamo
integrare la descrizione come in Ezechiele, interpretando questi quattro esseri
come cherubini e la faccia del quarto cherubino come il volto di un cherubino.
I testi precedentemente indicati, in particolare Apoc 19,4, ci mostrano anche
che i quattro esseri sono chiaramente servitori di Dio. Sono, dopo l’Agnello e
prima dei ventiquattro Anziani e degli Angeli, i più vicini al trono, ma
indiscutibile hanno un funzione di servizio. E qui, alla luce di questa nuova
conoscenza, ovvero che la quarta figura non avesse un volto di toro, ma un volto
cherubico, si offre una nuova interpretazione.
Tra i quattro essere abbiamo a che fare con quattro cherubini che hanno una
combinazione di quattro volti diversi: un cherubino, un essere umano, un leone e
un’aquila. A un esame più attento, si può concludere che questi potrebbero
effettivamente essere "rappresentanti" simbolici di tutte le creature di Dio. I
criteri per scegliere solo queste quattro facce possono essere spiegati come
segue:
Cherubini: sono i rappresentanti del mondo angelico e quindi
esseri della dimensione celeste. Sono immortali e quindi non richiedono
riproduzione, sono senza sesso (Luca 10,34-36;).
Essere umano: lui appartiene alle creature biologiche di questa
terra. La capacità di sviluppare la ragione lo collega agli angeli. Con le altre
creature terrene condivide la mortalità e la necessità di riprodursi per
preservare la specie.
Leone: Sebbene i mammiferi non siano dotati di raziocinio,
prendono comunque una posizione preferita tra le creature biologiche, perché,
come gli esseri umani, nutrono la loro prole nel primissimo stadio di vita con
la produzione di latte del corpo, quindi possono allattare. Oltre ai mammiferi
terrestri includono fra gli altri anche balene e delfini.
Aquila: al nutrito gruppo di animali ovipari appartengono per
es. rettili, pesci, insetti e vermi.
In questa interpretazione, basata sui criteri della capacità spirituale e della
conservazione della specie, il cherubino rappresenterebbe perciò il mondo
angelico, l’essere umano l’umanità, il leone i mammiferi e l’aquila tutti quegli
animali che si riproducono per deposizione delle uova e così l’intera creazione
vivente sarebbe rappresentata in questi quattro cherubini in quanto più vicini
servitori del Creatore.
Se questa interpretazione è corretta, troviamo qui un sistema di esseri viventi,
come l’uomo solamente millenni dopo (da Ezechiele!) ha riconosciuto nel suo
"sistema naturale di animali", e anche in quel caso solo in modo incompleto
(solo per le creature terrene). Le moderne suddivisioni pertinenti, la moderna
nomenclatura zoologica, sono basate su Carl von Linné (1707-1778,
Systema Naturae) e distinguono sei classi animali: mammiferi, uccelli, anfibi
(compresi i rettili), pesci, insetti e vermi. Queste sono le stesse categorie
che appaiono anche sopra, dove i criteri distintivi sembrano essere molto più
chiari e quindi più completi.
Per quanto riguarda i molti occhi sui cherubini e sulle ruote "tutt’intorno"
(Ez 1,18; 10,12; Apoc 4,6-8), si deve essere contraddire con l’interpretazione
di alcuni esegeti, con la formulazione nel versetto Apoc 4,8 : "E i quattro
esseri viventi (…) sono tutt’intorno e interiormente pieni di occhi ..."
laddove l’esterno e l’interno (sotto la pelle) significava i corpi di questi
quattro esseri.
Il "tutto intorno" deriva dal versetto 4,6 dove si intende "intorno al trono",
che indica il lato di questi corpi visibile dall’esterno del trono, mentre
"interno" si riferisce al lato dei quattro esseri rivolto verso il trono e verso
Dio.
Per il significato di questi occhi ci sono prove sufficienti nella Scrittura,
quindi non c’è bisogno di interpretazione in questo caso. Nell’introduzione
all’Apocalisse, in Apoc 1,4, Giovanni saluta le sette chiese dicendo "Pace da
colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che sono davanti al suo
trono".
ll fatto che questi "sette spiriti" siano chiamati in connessione con Dio
Signore e che anche a loro siano richiesti grazia e pace, chiarisce che quando
si parla di questi sette spiriti può trattarsi solo dello Spirito di Dio, dello
Spirito Santo.
Grazia a voi e pace da colui che è, che era e che viene,
dai sette spiriti che sono davanti al suo trono.
Apoc 1,4 Giovanni, alle sette chiese che sono in
Asia: grazia a voi e pace da colui che è, che era e che viene, dai sette
spiriti che sono davanti al suo trono 1,5 e da Gesù Cristo, il
testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A
lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, 1,6 che
ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la
gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. Apoc 1, 4- 6;
Mentre questi sette spiriti sono stati menzionati sopra, in Apoc
1,4, sono anche presentati fisicamente in basso, in Apoc 4,5. Queste sono le
sette torce di fuoco che bruciano davanti al trono di Dio.
Sette lampade accese, che sono i sette spiriti di Dio.
Apoc 4,5 Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni.
Davanti al trono c’erano sette lampade accese, che sono i sette spiriti
di Dio.. Apoc 4, 5;
Quindi, davanti al trono di Dio, lo Spirito Santo ha la forma di
sette torce ardenti di fuoco. Il profeta Zaccaria in Zac 3,9 racconta di una
pietra in cui il Signore ha inciso sette occhi come segno che un giorno
rimuoverà la colpa di Israele (effusione dello Spirito Santo su Israele).
(Vedi anche capitolo10: "Il
Millennio".)
Sopra un’unica pietra stanno sette occhi; ecco, io vi
inciderò quello che deve esservi inciso", dice il SIGNORE.
Zac 3,9 Infatti, guardate la pietra che io ho
posta davanti a Giosuè; sopra un’unica pietra stanno sette occhi; ecco,
io vi inciderò quello che deve esservi inciso", dice il SIGNORE degli
eserciti, "e toglierò via l’iniquità di questo paese in un solo giorno. 3,10 In
quel giorno", dice il SIGNORE degli eserciti, "voi vi inviterete gli uni gli
altri sotto la vite e sotto il fico"». Zac 3, 9-10;
Quei sette là, gli occhi del SIGNORE che percorrono tutta la terra.
Zac 4,Chi potrebbe infatti disprezzare il giorno
delle piccole cose, quando quei sette là, gli occhi del SIGNORE che
percorrono tutta la terra, vedono con gioia il piombino in mano a
Zorobabele?» Zac 4,10;
Questi sette sono gli occhi del Signore, che vagano per la terra
e quindi anche una rappresentazione dello Spirito Santo. E così vede Giovanni,
quando in Apoc 5,6 vide "l’agnello stare come ucciso", quell’Agnello, il Signore
Gesù Cristo, con sette corna e sette occhi.
E sette occhi che sono i sette spiriti di Dio, mandati
per tutta la terra.
Apoc 5,6 Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro
creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava
essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che sono i
sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra. Apoc 5, 6;
Ancora una volta, questi sette occhi sono indicati come "i sette
spiriti di Dio inviati su tutta la terra" e sono quindi inequivocabilmente da
intendere come la presenza dello Spirito Santo di Dio nel Figlio. Da tutte
queste indicazioni si può finalmente dedurre che in Ez 1,18; 10,12 e Apoc 4,6-8
devono anche essere considerati manifestazioni dello Spirito Santo nei quattro
cherubini.
Dopotutto, la domanda sul perché questi quattro esseri hanno un solo volto in
ciascuno di Giovanni, mentre in Ezechiele ne hanno quattro, potrebbe avere a che
fare con il loro compito. In Ezechiele il loro compito in quanto "mezzo di
trasporto" dell’Onnipotente risponde a una natura piuttosto dinamica e richiede
un approccio comune a tutti e quattro.
Cosa sarebbe più utile che condividere la mente e le facoltà percettive di ogni
individuo e assegnarle equamente a quattro zampe? Così si verificherebbe un
coordinamento in un modo che non può essere superato. Nel caso di Giovanni,
d’altra parte, il loro ministero sembra essere la custodia del trono e la lode
di Dio. Per tali compiti piuttosto statici un tale impegno potrebbe non essere
necessario.
E ora, dopo aver cercato di interpretare questi testi con attenzione e
fedelmente, ecco un breve estratto da un’interpretazione di queste visioni sulla
piattaforma Internet "Bibelwissen.ch".
Questi sono i cosiddetti cherubini. Sono esseri celesti
che vivono alla presenza di Dio e svolgono sempre un ruolo nel descrivere
la gloria di Dio. Giovanni ha visto gli stessi esseri nella sua
rivelazione (Apoc 4). Che aspetto hanno?
▪ Hanno la forma di un essere umano, che è descritta esattamente (V5b)
▪ Ogni
essere ha quattro volti (V6)
▪ Ognuno aveva quattro ali, che erano allungate verso l’alto e con le quali si toccavano reciprocamente (V6.9-11)
▪ I loro occhi erano rivolti in avanti. Seguivano la guida dello spirito (V12)
▪ Correvano
molto velocemente avanti e indietro (V14)
La descrizione dei loro volti è molto interessante (V10):
▪ Frontale: volto di un essere umano
▪ A sinistra:
volto di toro
▪ Dietro: volto di aquila
I Cherubini in Apoc 4 hanno le stesse facce, ma ognuno con
6 ali e occhi tutti intorno. Sono impegnati giorno e notte ad adorare Dio
sul suo trono (V8-9). Nell’ebraismo dopo l’esilio e successivamente nella
comunità cristiana vi si è letta come una descrizione dell’onnipresenza di
Dio. In questo simbolismo, molti vedono le quattro rivelazioni della
persona di Gesù Cristo così come si riflettono nei quattro Vangeli:
|
Figura |
Vangelo |
Significato |
Importanza |
|
Leone |
Matteo |
Cristo come re di Israele | Il rifiuto del re |
|
Toro |
Marco |
Cristo come servo di Dio |
Il lavoratore – molte azioni |
|
Essere umano |
Luca |
Cristo come uomo |
Dettagli biografici – nascita |
|
Aquila |
Giovanni |
Cristo come figlio di Dio |
Colui che viene dal cielo |
Ogni Vangelo sottolinea un punto chiave della persona di Cristo.
Ecco perché le relazioni sono diverse e non andrebbero armonizzate. Dobbiamo
leggere i Vangeli come la rivelazione della gloria di Gesù Cristo!
Das Buch Hesekiel
[Il testo di Ezechiele ]
/ Ewald Keck
Come si può vedere, anche se l’autore summenzionato aderisce
all’interpretazione obsoleta associando i "quattro esseri viventi" ai quattro
evangelisti, cambia poi leggermente la sua interpretazione quando dice:
Matteo = essere umano, Marco =
aquila, Luca = toro e Giovanni =
leone (interpretazione di Ireneo)
oppure
Matteo = essere umano, Marco =
leone, Luca = toro e Giovanni
= aquila (interpretazione di Girolamo)
La sua interpretazione vede
Matteo = leone, Marco = toro, Luca =
essere umano e
Giovanni = aquila (interpretazione di Keck)
Come i suoi predecessori negli ultimi cento anni, quindi anche
questo autore non ha affrontato questi testi in maniera un po’ più dettagliata e
riconosciuto quelle affermazioni che ci rivelano che Dio nelle sue visioni date
all’uomo, non vuole portare l’attenzione su un qualche scrittore biblico, ma
piuttosto farci sapere che è il creatore di tutti gli esseri viventi e che
questa creazione Gli dovrebbe essere soggetta.
Ma proprio ai nostri giorni, la credenza nel Dio della Bibbia si trova a
malapena. Che si tratti di ateismo o di religioni idolatre, in cui la creazione
è venerata al posto del Creatore e che includono la Chiesa cattolica, in cui
sono adorate le persone ("Maria" o il culto della morte con i "santi" defunti),
l’umanità ha in gran parte rinunciato al suo Creatore.
Questo ci conduce ora ad un altro aspetto che è nascosto nei passaggi biblici
sopra citati. Il nostro Dio non è solo il Dio del principio, è anche il Dio
della fine. E così nell’ultimo libro della Bibbia, nell’Apocalisse di Giovanni,
rileviamo non solo riferimenti alla creazione, rappresentati dai "quattro esseri
viventi" e dal trono di Dio, ma anche alle conseguenze del disprezzo del
Creatore per la sua creazione.
Quei "quattro esseri viventi", che rappresentano l’intera creazione davanti a
Dio, sono anche quelli che, al momento della loro presentazione, nel testo sopra
in Apoc 4,2-8, innanzitutto danno gloria e grazie al Creatore di tutte le cose:
Perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà
furono create ed esistono.
Apoc 4,9 Ogni volta che queste
creature viventi rendono gloria, onore e grazie a colui che siede sul trono,
e che vive nei secoli dei secoli, 4,10 i ventiquattro anziani si prostrano
davanti a colui che siede sul trono e adorano colui che vive nei secoli dei
secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: 4,11 «Tu sei degno, o
Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza:
perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono». Apoc 4,9-11;
Ma poi, immediatamente dopo nel capitolo successivo, viene
presentato il famoso libro con i sette sigilli nella mano di Dio, e con ciò
siamo già nel tempo della fine. Intendiamoci: non alla fine del mondo, in mezzo
c’è ancora il millennio, i mille anni del regno di nostro Signore Gesù Cristo
sulla terra.
Qui, tuttavia, è il momento della fine del dominio mondiale umano perché questo
libro, che Dio tiene nella mano destra, contiene quelle profezie ben note dei
quattro cavalieri apocalittici che governeranno la prima parte dei tempi finali.
Questo è il tempo della Grande Tribolazione, cui segue la seconda parte, il
"Giorno del Signore".
Ma per ora in questa visione di Giovanni (Apoc 5,1-5) si solleva la domanda: chi
può aprire questo libro con le funeste rivelazioni escatologiche e quindi
mettere in moto il corso degli eventi. Secondo il racconto di Giovanni, in tutta
la creazione, il cielo, la terra e persino sotto la terra (il regno dei morti?),
non c’era nessuno che avesse questa qualifica.
E poi vediamo due dichiarazioni importanti, forse i due messaggi più importanti
di tutta la Bibbia. La prima affermazione è la risposta a questa domanda
summenzionata. Solo uno è degno di aprire il libro e quindi esprimere un
giudizio su tutta l’umanità: l’uomo che ha dato la vita per salvarli (Apoc 5,8-10).
Naturalmente, si potrebbe qui sostenere che questa è una vita sola, mentre
miliardi di persone nell’intera umanità sono persi a causa della loro
incredulità e trascorreranno l’eternità all’inferno. Ma Gesù Cristo non è solo
"un essere umano". È il Figlio di Dio, e solo Egli, con la sua morte volontaria,
poteva espiare per noi uomini davanti a Dio.
Ma, soprattutto, non esiste un singolo individuo sulla terra né nel regno dei
morti (coloro che sono morti prima della morte di Gesù, Gesù ha proclamato il
Vangelo dopo la sua morte, nel regno dei morti) – a cui non avrebbero potuto
essere rimessi i peccati (tranne uno) e che avrebbe potuto essere salvato dalla
dannazione.
Sarebbe sbagliato, tuttavia, credere nel ragionamento degli ebrei, che trovano
ragione della propria colpa nella morte del loro Messia affermando di aver così
"salvato il mondo". Ciò significherebbe definire vittime gli autori. Quegli
ebrei che giungono alla fede in Gesù Cristo, come tutti gli altri credenti in
Gesù, saranno salvati dal perdono dei loro peccati. Ciò significherebbe definire
vittime le colpevole.
Quegli ebrei che non credono in Gesù, e questa è la stragrande maggioranza da
duemila anni, sono, come tutti gli ateisti e idolatri, destinati alla condanna
nel Giudizio Universale. Perché non possono portare sacrifici nella loro
religione mosaica per il perdono dei loro peccati, perché l’altare fu distrutto
nel Tempio di Gerusalemme, dove solo un tale sacrificio sarebbe stato accettato
da Dio. D’altra parte rifiutano l’offerta di Dio, ovvero la possibilità di
ricevere il perdono dei peccati grazie alla fede in Suo figlio. (Giov 8, 24).
La seconda deduzione che possiamo ottenere da questi testi è il fatto biblico
che duemila anni fa sulla terra, nella relazione tra uomo e Dio, si è verificato
un cambio di paradigma:
o Dopo la morte di suo figlio da parte
degli ebrei, Dio non vuole più sacrifici, nemmeno sacrifici di animali. La morte
di suo figlio è stata un sacrificio per tutti.
o Se qualcuno vuole il perdono dei peccati, deve anche credere a
questo sacrificio vicario del Figlio di Dio per i suoi peccati e farne confessione.
La legge e i profeti (la religione mosaica) hanno durato fino a Giovanni;
Luca 16,16 La legge e i profeti hanno durato fino a
Giovanni; da quel tempo è annunciata la buona notizia del regno di Dio, e
ciascuno vi entra a forza. Luca 16,16;
Questo è anche accompagnato da un cambiamento di potere. Dio ha
dato tutto il potere in cielo e in terra a suo figlio.
Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la
potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode.
Apoc 5,11 E vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle
creature viventi e agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e
migliaia di migliaia. 5,12 Essi dicevano a gran voce: «Degno è
l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la
sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode». 5,13 E tutte le
creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le
cose che sono in essi, udii che dicevano: «A colui che siede sul trono, e
all’Agnello, siano la lode, l’onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei
secoli». Apoc 5,11-13;
E anche Gesù lo conferma, dopo la sua risurrezione, quando
appare agli undici discepoli:
Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra..
Mat 28,16 Quanto agli undici discepoli, essi
andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. 28,17 E, vedutolo,
l’adorarono; alcuni però dubitarono. 28,18 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro,
dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra.
28,19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 28,20 insegnando loro a osservare
tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i
giorni, sino alla fine dell’età presente». Mat 28,16-20;
E l’inizio del capitolo successivo dell’Apocalisse, il Capitolo
6, è anche l’inizio della Settantesima Settimana e delle giudizi dei sigilli .
Il Figlio di Dio apre il primo sigillo e uno dei quattro esseri viventi, che
rappresenta la Creazione, chiama il primo cavaliere apocalittico sul cavallo
bianco: "Vieni".
Ciò che di solito non viene spiegato qui è il fatto che sono solo queste quattro
creature viventi che causano le calamità dei giudizi dei sigilli. Uno avrebbe
preferito aspettarsi che Dio stesso avesse portato queste punizioni
sull’umanità. Ci sono però due ragioni per questo approccio di Dio.
Innanzitutto, non è la fine degli Ultimi Tempi. I giudizi di Dio devono ancora
venire, ma solo nella seconda parte, nel Giorno del Signore.
La seconda ragione per cui questi "esseri viventi" danno qui il comando è
proprio la loro capacità di stare davanti a Dio come rappresentanti di tutta la
creazione. Proprio come Dio ha dato l’autorizzazione a Suo Figlio ad aprire i
sigilli, perché Egli stesso era un essere umano che ha imparato a conoscere e
giudicare gli alti e bassi della vita di un uomo, anche questi quattro esseri
viventi sono identici a questa creazione e idonei a decidere se questa creazione
è colpevole o meno. E decidono che l’umanità sia colpevole.
Finora alcune spiegazioni su questi quattro esseri viventi, la loro
posizione e le loro azioni. Per motivi di chiarezza e comprensione, di seguito è
riportata una tabella di tutti gli eventi menzionati nell’Apocalisse di
Giovanni. Soprattutto si può vedere qui con molta precisione la distinzione tra
la Grande Tribolazione con il Rapimento in seguito e il "Giorno del Signore" o
il "Giorno dell’ira di Dio", come viene chiamato anche questo periodo.
| Il principio delle doglie di parto: La tribolazione di quei giorni - 1º sigillo: l'uomo del peccato / 6º sigillo: il ritorno del Signore, rapimento | |||||||
| < 1º sigillo > (Apoc 6:1-2;) cavallo bianco, cavaliere: aveva un arco, gli fu data una corona, uscì come vincitore e per vincere |
< 2º sigillo > (Apoc 6:3-;4) cavallo rosso, che toglie la pace della terra, affinché gli uomini si uccidessero e gli fu data una grande spada |
< 3º sigillo > (Apoc 6:5-6;) cavallo nero, una bilancia in mano, frumento e orzo costoso, non danneggia né l'olio né il vino |
< 4º sigillo > (Apoc 6:7-8;) cavallo giallastro, la Morte dietro era l'Ades, potestà su1/4 della terra, morte con spada, fame e fiere |
< 5º sigillo > (Apoc 6:9-11;) sotto l'altare alle anime dei martiri si fa giustizia, fu data veste bianca, riposeranno finché sono uccisi i fratelli |
< 6º sigillo > (Apoc 6:12-17;) grande terremoto, il sole nero, la luna come sangue, le stelle caddero, il cielo si ritirò, montagne e sole smosse |
6a sig |
< 7º sigillo > (Apoc 8:1-6;) silenzio nel cielo per ca. mezz'ora, profumi all'altare, 7 angeli che avevano 7 trombe, voci, tuoni, lampi |
| Il giorno del SIGNORE: Le due testimoni di Dio profetizzeranno 1260 giorni con vestiti di sacco. (?) | |||||||
| < 1ª tromba> (Apoc 8:7;) grandine fuoco e sangue 1/3 della terra fu arsa 1/3 degli alberi furono bruciati ogni erba verde fu arsa |
< 2ª tromba > (Apoc 8:8-9;) gran montagna nel mare 1/3 del mare sangue 1/3 creature nel mare morì 1/3 delle navi perì |
< 3ª tromba > (Apoc 8:10-11;) stella dal cielo una torcia 1/3 dei fiumi assenzio 1/3 delle acque assenzio e molti uomini morirono |
< 4ª tromba > (Apoc 8:12-13;) il sole, la luna, le stelle, 1/3 parte si oscura 1/3 parte del giorno e la 1/3 parte della notte, buio |
< 5ª tromba/ 1º guaio > (Apoc 9:1-12;) stella dell'abisso dal cielo il sole oscurato dal fumo locuste nuocciono uomini senza sigillo di Dio 5 mesi |
< 6ª tromba/ 2º guaio > (Apoc 9:13-21;) gli angeli sul fiume Eufrate fuoco e fumo e zolfo 1/3 degli uomini uccisi il resto non si ravvidero |
6a trb |
< 7ª tromba/ 3º guaio > (Apoc 11:15-19;) Il regno del mondo è di Dio l'ira dee Dio è giunta, e il tempo di giudicare i morti terremoto voci, tuoni, lampi |
| Il giorno dell'ira di Dio: Il dominio dell'Anticristo demoniaco / il morto dei 2 testimoni / le nazioni calpesteranno Gerusalemme | < 7ª tromba > | ||||||
| < 1ª coppa> (Apoc 16:1-2;) sulla terra: un'ulcera maligna agli uomini che avevano il marchio della bestia |
< 2ª coppa > (Apoc 16:3;) nel mare: sangue come di morto ogni essere vivente che si trovava nel mare morì |
< 3ª coppa > (Apoc 16:4-7;) nei fiumi e nelle fonti acque diventarono sangue. hanno sparso sangue dei pro- feti fu dato loro a bere sangue |
< 4ª coppa > (Apoc 16:8-9;) sul sole: bruciato sugli uomini, che bestemmiarono il nome di Dio e non si ravvidero |
< 5ª coppa > (Apoc 16:10-11;) sul trono della bestia: il regno divenne tenebroso gli uomini avevano dolore ma non si ravvidero |
< 6ª coppa > (Apoc 16:12;) sul gran fiume Eufrate: e l'acqua ne fu prosciugata affinché fosse preparata la via ai re dal levante. |
6a cop |
< 7ª coppa > (Apoc 16:17-21;) nell'aria: voci, tuoni, lampi terremoto così grande come mai, isole e monti non furono trovati |
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7a cop =================== |
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| L'Anticristo risvegliato: morto dei due testimoni | |||||||
| 6a sigillo Dopo il 6º sigillo (Apoc 7:1-17;) Non danneggiate la terra, il mare, gli alberi, finché i 144.000 sono segnati in fronte. Quelli della gran tribolazione hanno vesti bianche davanti al trono l'Agnello li guiderà alle acque della vita, e Dio asciugherà ogni lacrima |
6a tromba Dopo la 6ª tromba (Apoc 10:1-11; 11:1-14;) Un altro angelo potente in una nuvola: con 7. tromba si compie il mistero di Dio non ci sarà più indugio. Giovanni divora il libretto. La bestia ucciderà i due testimoni. Gran terremoto la decima parte di Gerusalemme cadde |
7a tromba dopo la 7ª tromba (Apoc 12:1-18;) (Apoc 13:1-18;) (Apoc 14:1-20;) (Apoc 15:1-8;) La donna e il dragone. Satana e i suoi angeli furono gettato sulla terra. Alla bestia dal mare le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli. L'Anticristo e il falso profeta: il regno delle due bestie. l'Agnello che stava in piedi sul monte Sion, e i sui 144.000 segnati 3 angeli: l'evangelo, giudizio, caduta di Babilonia, i morti che muoiono nel Signore. L'inizio del giudizio: il Figlio d'uomo miete la terra I vincitori sulla bestia, sua immagine e sul suo nome cantavano il cantico di Mosè I sette angeli con le sette coppe dell'ira di Dio Nessuno poteva entrare nel tempio finché fossero compiute le sette piaghe. |
6a coppa Dopo la 6ª coppa (Apoc 16:13-16;) Satana, Anticristo e falso profeta mandano tre spiriti immondi simili a rane perché sono spiriti di demoni che fanno dei segni e si recano dai re di tutto il mondo per radunarli per la battaglia del gran giorno dell'Iddio a Harmaghedon |
7a coppa
Dopo la 7ª coppa (Apoc 17:1-18; 18:1-24;) La caduta di Babilonia (Apoc 19:1-21; 20:1-15;) Battaglia di Harmaghedon Anticristo profeta stagno
Giudizio, 1 Risurrezione
Satana nell'abisso. Ultima Guerra Giudizio Universale (Apoc 21:1-27; 22:1-21;) La Nuova Creazione |
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