Lo Stato di Israele è stato fondato con la forza utilizzando come scusa l’Olocausto? / Dichiarazione ’ M. A. Friedmann 00, 13-07-2002
La comunità ebraica ortodossa ha più bastardi di qualsiasi altra comunità? / Pubblicato da Guitl Zajden 00, 05-11-2004
L’attuale Stato di Israele non ha diritto di esistere, né biblicamente né storicamente. / M. A. Friedmann 00, 05-08-2006
Israele alla luce della Bibbia.
Il vertice del Medio Oriente ad Annapolis il 27-11-2007 / quotidiano israeliano Ha’aretz 27-11-2007
Quando gli ebrei governano il mondo. / Fratello Nathanael Kapner 00, 11-12-2012
Gaza e il mito del diritto all’esistenza di Israele.
/ Fratello Nathanael Kapner 00, 15-07-2014
Conferenza stampa sull’Olocausto: Un altro tipo di memoria. / L’autentica voce ebraica interviene 00, 27-01-2010
Neturei Karta condanna l’attacco di Israele alla flotta umanitaria.
/ Neturei Karta 00, 11-06-2010
Israele strumentalizza l’Olocausto e l’antisemitismo.
/ Prof. Moshe Zuckermann, quotidiano "KURIER", 21-10-2010
WikiLeaks rivela il vero conflitto in Medio Oriente. / Ari Shavit, quotidiano israeliano Haaretz, 03-12-2010
Discorso di apertura del rabbino capo M. A. Friedmann.
/ Conferenza Rabbinica Internazionale di Vienna, 1-7-2004
Dio non ha un figlio? Discorso 1015
/ Dichiarazione di un membro della comunità religiosa ebraica in Germania 00, 07-08-2010
Palestina: terra senza gente per gente senza terra? Discorso 462, parte 2
Moishe Arye Friedmann è il rabbino capo della comunità
ebraica ortodossa di Vienna (da non confondere con Michel Friedman,
vicepresidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania). Il trentenne
discendente da una famiglia rabbinica di lunga tradizione e nativo di New York è
padre di sei figli e gestisce la sua sinagoga a Vienna. Secondo lui, ci sono
circa 1.000 ebrei in Austria che condividono l’opinione della comunità ebraica
ortodossa.

Al culmine delle sanzioni contro l’Austria e il suo governo
nero-blu, Friedmann, insieme a capi rabbini ebrei ortodossi di tutto il mondo,
ha difeso l’Austria sul "New York Times" in un annuncio dal costo di 24.000
euro.
Come annuncia ora Friedmann, egli vuole portare in Austria per cure mediche tre
bambini palestinesi feriti nei combattimenti in Israele e gli è già stato
promesso aiuto, tra gli altri, dal presidente della "Österreichisch-Arabischen-Gesellschaft"
["Società Austriaca-Araba"], l’ex ministro degli interni del partito socialista
Karl Blecha.
Il difensore civico austriaco, Ewald Stadler (FPÖ),
durante il suo "discorso davanti al fuoco" tenutosi in occasione di una
celebrazione del solstizio il 21 giugno, ha dichiarato che nel 1945 l’Austria
era stata "presumibilmente liberata dal fascismo e dalla tirannia" delle potenze
occupanti. Questo ha causato indignazione tra un certo numero di politici dei
partiti rappresentati nel parlamento austriaco e al difensore civico Stadler è
stato chiesto di dimettersi dal suo ufficio.
Il presidente della comunità ebraica di Vienna, Ariel Muzikant e il
"Forum ebraico" hanno anche dichiarato che Stadler non era opportuno come
mediatore per le vittime del nazismo e hanno chiesto agli altri due
rappresentanti dell’ufficio del mediatore di "riconsiderare la situazione e
prendere provvedimenti".
Infine, anche il presidente federale austriaco, il dott. Thomas Klestil, si
sentì in dovere di dichiarare in modo ammonitorio che l’Austria era stata
effettivamente liberata dal fascismo e dalla dittatura nazista nel 1945. In una
lettera al presidente federale, Stadler era essenzialmente d’accordo con queste
dichiarazioni del presidente federale, ma sottolineava che, durante i 10 anni di
occupazione dell’Austria, l’Armata Rossa era colpevole di molti crimini contro
gli austriaci.
Stadler continuò dicendo che la dittatura nazista fu – giustamente – condannata,
ma i crimini dell’Armata Rossa durante l’occupazione e soprattutto la dittatura
di Stalin, durante la quale morirono milioni di persone nell’Unione Sovietica,
non furono affatto menzionati e lui – Stadler – voleva che questo fosse chiaro.
Attacco ingiustificato al difensore civico Ewald Stadler.
1) La libertà di espressione e discussione è il principio fondamentale di
una democrazia come quella austriaca. Le richieste che un politico si
dimetta a causa delle opinioni che ha espresso contraddicono questo
principio fondamentale e dovrebbero quindi essere respinte.
2) In quanto ebrei fedeli alla nostra fede, rifiutiamo qualsiasi tipo di
coinvolgimento negli affari interni dell’Austria, e invitiamo anche le altre
organizzazioni ebraiche a fare delle questioni ebraiche la loro principale
preoccupazione, e in particolare ad astenersi dal fare qualsiasi pressione
sull’Austria o sui politici austriaci. Già al momento della formazione del
nuovo governo austriaco, ci siamo uniti ai capi rabbini ortodossi di tutto
il mondo per pubblicare un annuncio sul New York Times in cui si confutava
chiaramente ogni critica all’Austria per la decisione democratica dei suoi
cittadini.
Il ritiro dell’ambasciatore israeliano, quindi, è stato a nostro avviso
incomprensibile. Per noi ebrei fedeli alla nostra fede, la presenza o
l’assenza di un ambasciatore israeliano è in realtà del tutto irrilevante.
Anche l’Austria dovrebbe perseguire i propri interessi come priorità
assoluta, senza tener conto dello status della rappresentanza diplomatica di
un singolo paese.
3) In questa questione il difensore civico Stadler ha il nostro pieno
appoggio. Nella valutazione retrospettiva della seconda guerra mondiale
domina oggi una visione unilaterale e distorta delle cose, e i gruppi
sionisti usano gli eventi di quel tempo come base per il ricatto politico e
finanziario. Questo, però, è proprio il genere di cose che incoraggia il
riemergere dell’antisemitismo. Il difensore civico Stadler è uno dei pochi politici austriaci
in grado di distinguere tra ebrei e sionisti. Proprio per questo motivo si
sta tentando di metterlo a tacere. Il imbudsman Stadler ha fatto
molto per la nostra comunità ortodossa, e da conversazioni private con lui
so che è molto consapevole del fatto che il 1945 ha portato la libertà a
molte persone, compresi tutti coloro che hanno subito persecuzioni sotto il
regime nazista. D’altra parte è anche incontestabile che per molte persone
il 1945 non ha portato la libertà – specialmente per tutti coloro che sono
stati vittime dell’Armata Rossa e dello stalinismo. Una discussione
differenziata sul concetto di liberazione è quindi possibile e utile.
Nemmeno per noi ebrei fedeli alla nostra fede il 1945 fu una vera
liberazione, perché in seguito, utilizzando l’Olocausto come
giustificazione, fu fondato lo Stato di Israele con l’uso della forza, cosa
che contraddice la volontà di Dio. Come ebrei fedeli alla nostra fede
accettiamo il destino della diaspora che Dio ci ha imposto. Ma la fondazione
dello Stato di Israele non ha danneggiato solo gli ebrei su questo piano
religioso; i mezzi e i metodi usati da Israele per assicurarsi l’esistenza
contro i palestinesi danneggiano tutti gli ebrei del mondo e incoraggiano la
rinascita dell’antisemitismo. Per gli ebrei fedeli alla loro fede è chiaro,
tuttavia, che la diaspora è il destino che Dio ci ha riservato fino alla
venuta del Messia.
La discussione sulla seconda guerra mondiale e le sue conseguenze deve
essere obiettiva e priva di emozioni. Se il difensore civico Stadler ha ora
indicato aspetti della questione che difficilmente potevano essere
menzionati finora e vittime di cui non si era mai parlato, ciò contribuisce a
rendere la discussione più obiettiva. Gli si dovrebbe quindi permettere di
continuare ad esprimere le sue opinioni. L’Austria può essere orgogliosa di
avere un tale politico.
Poiché Immanuel.at è un forum di discussione cristiano-teologica
e non politica, l’aspetto politico deve essere lasciato da parte in questo caso.
Tuttavia, la ripetuta affermazione del rabbino capo Friedmann che "uno stato
ebraico creato con le armi e con l’uso della forza contraddice la volontà di
Dio" è precisamente la visione rappresentata anche nei contributi di Immanuel.at
ed è ripetutamente sostenuta con grande impegno in questo forum di discussione.
Mentre i sostenitori dell’idea del "Raduno del 1948" ritengono che la fondazione
dello Stato di Israele nel 1948 fu l’inizio del Raduno di Israele da tutto il
mondo profetizzato nella Bibbia, è stato dimostrato più volte in Immanuel.at
sulla base della Scrittura che questa fondazione dello Stato nel 1948 non fu e
non è affatto il ritorno del popolo di Israele alla sua terra promessa da Dio,
ma piuttosto un raduno sostenuto e perseguito dai sionisti di Theodor Herzl –
cioè dalla volontà e dallo sforzo umano.
La prova tangibile di questo è il fatto che, secondo la Scrittura, la
riunificazione voluta da Dio ha diversi presupposti e anche conseguenze per
quanto riguarda il comportamento del popolo d’Israele.
Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese;
Ez 36,22 Perciò, di’ alla casa d’Israele: Così parla
il Signore, DIO: "Io agisco così, non a causa di voi, o casa d’Israele, ma per
amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni dove siete
andati. 36,23 Io santificherò il mio gran nome che è stato profanato fra le
nazioni, in mezzo alle quali voi l’avete profanato; e le nazioni conosceranno
che io sono il SIGNORE", dice il Signore, DIO, "quando io mi santificherò in
voi, sotto i loro occhi. 36,24 Io vi farò uscire dalle nazioni, vi
radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese; 36,25 vi
aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre
impurità e di tutti i vostri idoli. Ez 36,22-25;
Qui sopra, in Ez 36,23-24, per esempio, si dice che
Attraverso il Raduno di Israele, le nazioni
riconosceranno che Dio è il Signore.
Cosa hanno imparato le nazioni del mondo dal 1948, in relazione
allo sviluppo di Israele?
- Hanno imparato che non è possibile impunemente
cacciare un intero popolo – i palestinesi – dal proprio paese o internarlo nel
proprio paese in "campi profughi".
- Il mondo intero ha imparato che questo ritorno di Israele
dal 1948 non è stato un raduno da parte di Dio, ma un’occupazione fondata sulla
forza militare, che ha portato a migliaia di morti da entrambe le parti.
- Se l’affermazione dei sionisti – che purtroppo è
sostenuta anche da alcuni commentatori cristiani – fosse corretta, ovvero che
questo è il ritorno d’Israele voluto da Dio, le nazioni del mondo avrebbero
anche imparato che il Dio d’Israele è stato incapace di adempiere le sue
profezie per oltre 50 anni. Vista da questa angolazione, l’affermazione che
questa profezia si sia già compiuta è quasi blasfema.
(Vedi anche Discorso 08: "Il raduno
di Israele: già dal 1948 o non prima degli Ultimi Tempi?")
Inoltre il Signore promette in Ez 36,24 di far uscire il suo
popolo da tutte le nazioni, di radunarlo da tutti i paesi e di ricondurlo in
Israele. E nella stessa frase troviamo l’affermazione: "vi aspergerò d’acqua
pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i
vostri idoli". Questa, dunque, è un’altra delle conseguenze del Raduno promesso
da Dio: quando il Signore li avrà condotti in Israele, li purificherà da tutte
le loro impurità.
Ma se ora consideriamo il popolo d’Israele per come è oggi, esso non differisce
in alcun modo dalle nazioni pagane. Non era e non è il Signore, il loro Dio e il
nostro, che li ha guidati (Ger 16,15; 31,8; ecc.). L’Onnipotente non ha alcuna
influenza o importanza né nella politica di Israele, né nella sua economia, e
nemmeno, per certi aspetti, nella sua religione.
Molti degli ebrei in Israele oggi sono ebrei per origine, ma non per promessa.
Inoltre, una gran parte della popolazione di Israele – soprattutto la grande
massa di immigrati russi – è di fatto senza religione. Perciò sono veri anche i
passi scritturali dell’Antico Testamento che vedono la terra d’Israele abitata
da persone negli ultimi tempi, ma si lamentano del popolo di Gerusalemme che non
vuole riconoscere il Signore come loro Dio e adora gli idoli (politica,
economia, finanza, ecc.).
Inoltre, dalla distruzione di Gerusalemme e del Tempio da parte di Tito
nell’anno 70 d.C., il culto religioso conforme alla Scrittura non è stato
possibile in Israele. I sacrifici e le offerte dei pasti possono essere fatti,
secondo il codice ebraico, solo quando c’è un Tempio con un altare a
Gerusalemme, sul Monte Sion (Deut 12:13-14).
Israele è dunque "senza sacrificio" fino ad oggi, come si dice in Os 3,4.
I figli d’Israele infatti staranno per parecchio tempo senza re, senza capo, senza sacrificio.
Os 3,4 I figli d’Israele infatti staranno per
parecchio tempo senza re, senza capo, senza sacrificio e senza statua,
senza efod e senza idoli domestici. 3,5 Poi i figli d’Israele torneranno
a cercare il SIGNORE, loro Dio, e Davide, loro re, e ricorreranno
tremanti al SIGNORE e alla sua bontà, negli ultimi giorni. Os 3,4-5;
Solo dopo, cioè alla fine di questo lungo periodo, gli israeliti
torneranno a cercare il Signore loro Dio, e ricorreranno tremanti al SIGNORE e
alla sua bontà, negli ultimi giorni". E questa, ora, è chiaramente una delle
condizioni per il ritorno di Israele nella sua terra: che si converta al suo
Dio.
I figli d’Israele e i figli di Giuda torneranno insieme; cammineranno piangendo, cercheranno il SIGNORE, il loro Dio.
Ger 50,4 In quei giorni, in quel tempo», dice il
SIGNORE, «i figli d’Israele e i figli di Giuda torneranno insieme;
cammineranno piangendo, cercheranno il SIGNORE, il loro Dio. 50,5
Domanderanno qual è la via di Sion, volgeranno le loro facce in direzione
d’essa, e diranno: "Venite, unitevi al SIGNORE con un patto eterno, che non
si dimentichi più!" Ger 50,4-5;
Un indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri.
Rom 11,25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate
questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto
in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri;
11,26 e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto
(Isa 59,20; Geremia 31,33): «Il liberatore verrà da Sion.
11,27 Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro,
quando toglierò via i loro peccati». Rom 11,25-27;
Come precondizione per il Raduno e il ritorno del popolo alla
sua terra come promesso dalla Scrittura, possiamo anche trarre la conclusione
abbastanza chiara da Rom 11,25 che questo inizierà solo quando i cuori dei
gentili si saranno induriti a tal punto che non ci sarà più alcuna possibilità
che qualcuno di loro si rivolga a Dio. Solo allora gli israeliti si
convertiranno al loro Dio, e lo cercheranno (altro presupposto) tremando e
piangendo. Ma poiché – grazie al Signore – ci sono ancora molti gentili che si
convertono a Dio, e d’altra parte gli ebrei non cercano ancora il loro Dio
tremando e piangendo, è abbastanza chiaro che il tempo di queste promesse non è
ancora giunto.
Ma poiché gli israeliti sono comunque tornati nella loro terra – di loro
spontanea volontà politica e non per volere del loro Dio – e poiché, d’altra
parte, le profezie riguardanti il Raduno degli israeliti di tutto il mondo
devono, indipendentemente da questo, trovare un giorno il loro effettivo
compimento, gli ebrei in Israele – se si prendono sul serio le profezie a
riguardo – dovranno ancora una volta, per l’ultima volta, sperimentare l’orrore
e l’agonia di essere portati via e dispersi.
(Vedi anche Capitolo 02: "La
conquista e la dispersione di Gerusalemme.")
La questione relativa alla misura in cui gli ebrei in Israele
sarebbero stati risparmiati da questa nuova espulsione prevista se non fossero
tornati nella loro terra di loro iniziativa e senza che fossero riconoscibili le
circostanze profetizzate nella Scrittura, ricorda le lamentele del SIGNORE su
questo popolo (Sal 95,10-11): "È un popolo dal cuore traviato; essi non
conoscono le mie vie». Perciò giurai nella mia ira: «Non entreranno nel mio
riposo!»". (Ebr 3,10-11).
Solo dopo questa prova finale Dio li radunerà da questa nuova dispersione e li
ricondurrà alla loro terra. Gli israeliti che rimarranno sono la parte rimanente
che cercherà il loro Dio con pianto e timore. A loro appartengono tutte queste
promesse del Regno di Dio sulla terra e anche la promessa amorevole di Dio: "io
metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò
loro Dio, ed essi saranno mio popolo".
Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo.
Ger 31,31 Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, «in
cui io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda;
31,32 non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per
mano per condurli fuori dal paese d’Egitto: patto che essi violarono, sebbene io
fossi loro signore», dice il SIGNORE; 31,33 «ma questo è il patto che farò con
la casa d’Israele, dopo quei giorni», dice il SIGNORE: «io metterò la mia
legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi
saranno mio popolo. 31,34 Nessuno istruirà più il suo compagno o il proprio
fratello, dicendo: "Conoscete il SIGNORE!", poiché tutti mi conosceranno, dal
più piccolo al più grande», dice il SIGNORE. «Poiché io perdonerò la loro
iniquità, non mi ricorderò del loro peccato». Ger 31,31-34;
Io metterò il mio occhio su di loro per il bene; li ricondurrò in questo paese;
Ger 24,6 Io metterò il mio occhio su di loro
per il bene; li ricondurrò in questo paese; li
stabilirò fermamente, e non li distruggerò; li pianterò, e non li sradicherò.
24,7 Darò loro un cuore per conoscere me che sono il SIGNORE;
saranno mio popolo e io sarò loro Dio, perché si convertiranno a me con tutto il
loro cuore. Ger 24,6-7;
Essi conosceranno che io sono il SIGNORE, il loro Dio, quando, dopo averli fatti deportare fra le nazioni, li avrò raccolti nel loro paese.
Ez 39,26 Essi avranno finito di portare il loro
disonore e la pena di tutte le infedeltà che hanno
commesse contro di me, quando abiteranno al sicuro nel loro paese e non
vi sarà più nessuno che li spaventi; 39,27 quando li ricondurrò dai
popoli e li raccoglierò dai paesi dei loro nemici, e mi santificherò in loro
davanti a molte nazioni. 39,28 Essi conosceranno che io sono il SIGNORE,
il loro Dio, quando, dopo averli fatti deportare fra le nazioni, li avrò
raccolti nel loro paese e non lascerò là più nessuno di essi; 39,29
non nasconderò più loro la mia faccia, perché avrò sparso il mio Spirito sulla
casa d’Israele", dice il Signore, DIO». Ez 39,26-29;
Anche qui, in Ez 39,26.28, riconosciamo una delle conseguenze
che si vedranno nel popolo d’Israele dopo il Raduno: abiteranno con sicurezza
nella loro terra e riconosceranno che Dio è il Signore. E l’Onnipotente
effonderà il suo Spirito sulla casa d’Israele.
Come sappiamo, gli Israeliti non abitano più in sicurezza nella loro terra da
più di 50 anni e ora devono addirittura costruire un muro di protezione alto
circa 8 metri e lungo 350 km attraverso il paese, con un costo stimato di 350
milioni di dollari. E che lo Spirito di Dio sarebbe stato riversato su questo
attuale popolo d’Israele è qualcosa che nemmeno gli stessi israeliani vorrebbero
affermare.
Il segno più evidente che questo rimpatrio dal 1948 non è il Raduno promesso da
Dio è il fatto che Israele ha dovuto combattere per questa terra contro i
palestinesi fin dall’inizio e che migliaia di persone sono state uccise da
entrambe le parti in questa guerra che è già durata cinquant’anni! Questa non
può essere la volontà di Dio e questa non è la volontà di Dio, come dice la
promessa a questo proposito nell’AT, in Os 1,5-7:
Non li salverò con l’arco, con la spada, con la guerra.
Os 1,5 In quel giorno io spezzerò
l’arco d’Israele nella valle di Izreèl». 1,6 La donna concepì di nuovo e partorì
una figlia e il Signore disse a Osea: «Chiamala Lo-Ruhama [Non-amata],
perché non amerò più la casa d’Israele, non ne avrò più compassione.
1,7 Invece io amerò la casa di Giuda e saranno salvati dal Signore
loro Dio; non li salverò con l’arco, con la spada, con la guerra, né
con cavalli o cavalieri». Os 1,5-7;
Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti!.
Zac 4,6 Egli mi rispose: «Questa è la parola del
Signore a Zorobabele: Non con la potenza né con la forza, ma con il mio
spirito, dice il Signore degli eserciti! Zac 4,6;
Israele ha occupato la Palestina con la forza delle armi nel
1948 – come vediamo in contrasto con le dichiarazioni della Scrittura e la
volontà di Dio – ha espulso gli abitanti e ha fondato uno stato sionista. Nella
suddetta profezia del profeta Osea, essi sono "la casa d’Israele" sulla quale
Dio non ha più misericordia, togliendola loro del tutto.
D’altra parte, la "casa di Giuda" nominata dal profeta, sulla quale Dio avrà
misericordia e la salverà, ma non attraverso le armi e la guerra, è ben diversa.
Questi sono i fedeli ebrei ortodossi della diaspora che hanno fiducia nel loro
Dio e accettano umilmente ciò che l’Onnipotente ha previsto per loro. Non sono
andati in Israele, ma sono rimasti nella diaspora, come comanda la Scrittura.
Ritorneranno solo quando le profezie si avvereranno e il loro Messia verrà e li
ricondurrà alla loro terra. E se l’apparenza non inganna, sono anche proprio
questi ebrei fedeli nella diaspora mondiale dai cui discendenti un resto fuggirà
e tornerà al loro Dio e al suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo.
(Vedi anche Capitolo 09: "Il
ritorno del residuo d’Israele e il resto delle nazioni.")
La relativa irrilevanza di Israele nel mondo politico, che
sarebbe ancora più evidente senza l’"egida" degli Stati Uniti, è anche in
contrasto con le promesse della Scrittura relative al periodo successivo al
raduno e al ritorno voluti da Dio.
Innalzate canti di gioia per Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni.
Jer 31,7 Infatti così parla il SIGNORE: «Innalzate
canti di gioia per Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni;
fate udire le vostre lodi, e dite: "SIGNORE, salva il tuo popolo, il residuo
d’Israele!" 31,8 Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione, e
li raccolgo dalle estremità della terra; tra di loro sono il cieco
e lo zoppo, la donna incinta e quella in doglie di parto: una gran moltitudine,
che ritorna qua. Ger 31,7-8;
Secondo Ger 31,7 citato sopra, Israele, dopo il Raduno nella sua
terra (vedi anche Deut 28,1), deve essere "capo delle nazioni" – la nazione
leader sulla terra. Guardando Israele oggi e la sua politica verso gli stati
limitrofi, si può solo essere contenti che i sostenitori del "Raduno del 1948"
si sbaglino nella loro visione, altrimenti questo mondo avrebbe probabilmente un
aspetto diverso oggi.
Dal 1948 ad oggi, quindi, nessuno dei prerequisiti o degli effetti successivi
che sono stati profetizzati in relazione al raduno e al ritorno di Israele –
come la conversione di Israele al suo Dio, l’effusione dello Spirito Santo sul
popolo di Israele, l’indicazione che in questa occasione gli israeliti verranno
piangendo e cercheranno il loro Dio, la fine delle guerre, ecc., ecc. – sono
state adempiute.
Da ciò si può trarre una sola conclusione, che questo "Raduno" a partire dal
1948 non corrisponde affatto alle profezie della Scrittura. Questo rimpatrio fu
realizzato dai sionisti di Theodor Herzl, che portarono avanti questo progetto –
con molto successo. Tuttavia, il Raduno del popolo d’Israele promesso nella
Scrittura avverrà attraverso un’altra persona.
Cristo è il suo servo, per ricondurgli Giacobbe, per raccogliere intorno a lui Israele.
Isa 49,1 Isole, ascoltatemi! Popoli lontani, state
attenti! Il SIGNORE mi ha chiamato fin dal seno materno, ha pronunciato il mio
nome fin dal grembo di mia madre. 49,2 Egli ha reso la mia bocca come una spada
tagliente, mi ha nascosto nell’ombra della sua mano; ha fatto di me una freccia
appuntita, mi ha riposto nella sua faretra, 49,3 e mi ha detto: «Tu sei il mio servo,
Israele, per mezzo di te io manifesterò la mia gloria». 49,4 Ma io dicevo:
«Invano ho faticato; inutilmente e per nulla ho consumato la mia forza; ma certo,
il mio diritto è presso il SIGNORE, la mia ricompensa è presso il mio Dio».
49,5 Ora parla il SIGNORE che mi ha formato fin dal grembo materno per essere
suo servo, per ricondurgli Giacobbe, per raccogliere intorno a lui Israele;
io sono onorato agli occhi del SIGNORE, il mio Dio è la mia forza. 49,6 Egli
dice: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e
per ricondurre gli scampati d’Israele; voglio fare di te la luce delle
nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra».
Isa 49,1-6;
Il testo di Isa 49,1-6 ci dice chi ricondurrà Israele e lo
riunirà al suo Dio. È il Messia d’Israele, il Figlio di Dio e nostro Signore
Gesù Cristo, che non solo è diventato la luce dei gentili, ma diventerà anche il
redentore del popolo di Dio d’Israele in questi Ultimi Tempi. Egli farà
risorgere il tabernacolo di Davide in rovina e lo ricostruirà come era prima.
Tuttavia, quanto segue vale per gli ebrei come per noi cristiani: prima che il
loro Messia e nostro Signore Gesù Cristo venga, secondo le dichiarazioni della
Scrittura, apparirà un ingannatore che pretenderà di essere il "vero" Cristo (=
greco: Christos = unto = ebraico: Messia), cioè il "vero"
Messia. Questo Anticristo riceverà poteri miracolosi attraverso Satana e
ingannerà il mondo intero – compresi gli ebrei. Quindi è molto importante notare
che il primo "Cristo/Messia" che verrà sarà un falso Messia.
(Vedi anche Capitolo 01: "La
Settantesima Settimana" [non ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco
/ leggi in inglese])
Ora, come si può facilmente constatare sulla base di ciò che è
stato esposto finora, c’è un consenso assoluto con il punto di vista della
comunità ebraica ortodossa e del suo rabbino capo Moishe Arye Friedmann a questo
proposito. Entrambe le parti confermano che
- uno stato ebraico come Israele, costruito con potere
e armi, è contrario alla volontà di Dio
- lo Stato d’Israele, fondato nel 1948, è nato
unicamente come risultato della volontà politica e delle aspirazioni dei
sionisti
- questo "Raduno" a partire dal 1948 non corrisponde
affatto alle profezie della Sacra Scrittura.
- il vero Raduno del popolo d’Israele da tutto il mondo e il
loro ritorno alla loro terra ordinato da Dio avverrà solo alla venuta del
Messia.
E sebbene ebrei e cristiani siano caratterizzati da fondamentali
differenze di credo su molti articoli di fede – specialmente riguardo a Gesù di
Nazareth – in questo caso emergono due affermazioni identiche, del tutto
indipendenti l’una dall’altra; e la ragione di ciò è che entrambe le parti fanno
derivare la loro comprensione di questi eventi esclusivamente dalle parole non
alterate della Sacra Scrittura.
Quindi, chiunque anticipi il Raduno di Israele promesso da Dio all’anno 1948, o
non ha studiato le affermazioni pertinenti della Scrittura in modo
sufficientemente dettagliato, o sopprime tutte queste contraddizioni per non
dover dare via un elemento relativamente sorprendente – una "carta vincente" –
nell’annuncio cristiano: la "prova" che questa profezia si è adempiuta nel
nostro tempo. Un utente (W. Hink del "Christadelphian") lo ha espresso
nei seguenti termini, non molto tempo fa, in questo forum di discussione:
"Pensando di negare il ritorno del popolo
d’Israele alla sua terra come un’opera di Dio davanti agli occhi delle
generazioni che vivono dal 1948 ad oggi, si dà via la migliore carta vincente di
Dio che ci ha dato nella nostra proclamazione del Vangelo oggi. Nel riportare a
casa Israele nel nostro tempo abbiamo la prova migliore, perché tangibile, che
la Bibbia è davvero la rivelazione di Dio dei suoi propositi e quindi vera!"
(Vedi anche Discorso 29: "Viviamo
già negli Ultimi Tempi?" [non ancora disponibile in Italiano,
leggi in tedesco / leggi
in inglese])
Per noi cristiani biblici, la "carta vincente" – se di tale
carta si può parlare – e la "prova migliore, perché tangibile, che la Bibbia è
davvero la rivelazione di Dio dei suoi propositi e quindi vera " non si trova
nel 1948 e nemmeno nel Raduno del popolo d’Israele – che può forse essere la
"carta vincente" di Israele – ma duemila anni fa e sulla croce del Golgota. Lì
il nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ha compiuto il sacrificio
redentore per i peccati del mondo. Questa è la "buona notizia", questo è il
Vangelo che deve essere proclamato. E non la fondazione dello Stato di Israele
nel 1948.
Eppure, significativamente, lo stesso commentatore citato sopra e la sua
denominazione cristiana negano che Gesù Cristo fosse Dio e – nello stesso modo
in cui il sommo sacerdote Caifa fece una volta quando condannò Gesù – negano la
sua divinità. Non è quindi sorprendente che nella "proclamazione del Vangelo"
gli manchi ora l’argomento più importante – cioè che Dio è morto come uomo in
suo Figlio Gesù Cristo per salvare il mondo – e per questo ha bisogno di una
"carta vincente" alternativa.
(Vedi anche Discorso 1072: "La Trinità è solamente un agire di Dio in tre persone?" [non ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco / leggi in inglese])
Ma per tornare ora al rabbino capo Friedmann e alla comunità
religiosa ebraica ortodossa – si può vedere molto chiaramente che ci sono
importanti differenze di credo tra loro e le altre comunità religiose ebraiche.
Il rifiuto di questi ebrei ortodossi di andare in Israele li preserva dal
coinvolgimento con tutto ciò che sta avvenendo in quel paese, e quindi dal
doverne condividere la responsabilità davanti a Dio.
Non si tratta solo del livellamento in termini di fede, che sta prendendo sempre
più piede in questo paese, ma anche dello sviluppo morale, che si sta
successivamente adattando a quello del resto del mondo. Le dimissioni forzate di
Ezer Weizmann e Benjamin Netanyahu dalle due più alte cariche
di stato – quelle di presidente e primo ministro – per corruzione e concussione
non sono stati incidenti isolati. Anche il deputato e leader del partito
religioso "Shas-Party", Ariel Deri, è stato condannato in tribunale per
corruzione e frode.
La decisione di questi ebrei ortodossi – che si definiscono anche "ebrei fedeli
alla loro fede" – di accettare pazientemente il destino della diaspora che Dio
ha posto su di loro, fino alla venuta del Messia, li mette necessariamente nella
situazione promessa nelle Scritture, per cui alla venuta del Messia saranno
dispersi per il mondo. Essi soddisfano quindi il primo dei requisiti
fondamentali di questa profezia: sono ebrei, sono veri credenti e sono sparsi in
tutti i paesi e non in Israele, dove, secondo la Scrittura, l’ira di Dio si
abbatterà sugli ebrei e solo una parte restante sopravviverà.
Io mi compiacerò di voi quando vi avrò condotti fuori dai popoli e vi avrò radunati dai paesi dove sarete stati dispersi.
Ez 20,41 Io mi compiacerò di voi come di un
profumo di odore soave, quando vi avrò condotti fuori dai popoli e vi
avrò radunati dai paesi dove sarete stati dispersi; io sarò santificato
in voi davanti alle nazioni; Ez 20,41;
Io raccoglierò quelli che sono stati scacciati, e li renderò gloriosi e rinomati in tutti i paesi dove sono stati nella vergogna.
Sof 3,19 Ecco, in quel tempo io agirò contro quelli
che ti opprimono; salverò lo zoppo e raccoglierò quelli che sono stati
scacciati, e li renderò gloriosi e rinomati in tutti i paesi dove sono stati
nella vergogna. 3,20 In quel tempo io vi farò ritornare, sì, in quel
tempo vi raccoglierò; poiché vi renderò rinomati e gloriosi fra tutti i
popoli della terra, quando, sotto i vostri occhi, farò ritornare quelli che sono
in cattività», dice l’Eterno. Sof 3,19-20;
I popoli li accoglieranno e li ricondurranno nel loro paese.
Isa 14,1 Il Signore infatti avrà pietà di
Giacobbe e si sceglierà ancora Israele e li ristabilirà nel loro paese. A
loro si uniranno gli stranieri, che saranno incorporati nella casa di Giacobbe.
14,2 I popoli li accoglieranno e li ricondurranno nel loro paese e se ne
impossesserà la casa di Israele nel paese del Signore come schiavi e schiave;
così faranno prigionieri coloro che li avevano resi schiavi e domineranno i loro
avversari. Isa 14,1-2;
Le genti diranno ai Giudei: Vogliamo venire con voi, perché abbiamo compreso che Dio è con voi.
Zac 8,20
Dice il Signore degli eserciti: «Anche popoli e abitanti di numerose città si
raduneranno 8,21 e si diranno l’un l’altro: Su, andiamo a supplicare il Signore,
a trovare il Signore degli eserciti; ci vado anch’io. 8,22 Così popoli numerosi
e nazioni potenti verranno a Gerusalemme a consultare il Signore degli eserciti
e a supplicare il Signore». 8,23 Dice il Signore degli eserciti: «In quei
giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle genti afferreranno un Giudeo per
il lembo del mantello e gli diranno: Vogliamo venire con voi, perché abbiamo
compreso che Dio è con voi». Zac 8,20-23;
Essi ti ricondurranno i tuoi figli in braccio, ti riporteranno le tue figlie sulle spalle.
Isa 49,22 Così parla il Signore, DIO: «Ecco,
io alzerò la mia mano verso le nazioni, innalzerò la mia bandiera verso i popoli,
ed essi ti ricondurranno i tuoi figli in braccio, ti riporteranno le tue
figlie sulle spalle. Isa 49,22;
C’è quindi una grande probabilità, secondo la Scrittura, che
saranno soprattutto i discendenti di questi uomini e donne di questi fedeli
ebrei ortodossi di tutto il mondo ad essere effettivamente riuniti alla venuta
del Messia e restituiti alla loro terra d’Israele. A loro sono destinate tutte
le promesse che Dio ha promesso al Suo popolo. Dall’effusione dello Spirito
Santo, alla nuova alleanza eterna con il loro Dio, all’essere "capo tra le
nazioni".
il Dio fedele, che mantiene la sua bontà verso quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti.
Deut 7,9 Riconosci dunque che il SIGNORE, il tuo
Dio, è Dio: il Dio fedele, che mantiene il suo patto e la sua bontà fino
alla millesima generazione verso quelli che lo amano e osservano i suoi
comandamenti, 7,10 ma a quelli che lo odiano rende immediatamente ciò
che si meritano, e li distrugge; non rinvia, ma rende immediatamente a chi lo
odia ciò che si merita. Deut 7,8-10;
(…) France 3, d’altra parte, ha trovato un rabbino con una
kefiah – anche le scimmie portano un simile copricapo ora, ve lo immaginate?
È il rabbino Moishe Arye Friedmann della comunità ebraica ortodossa di
Vienna. Questo farà piacere a Sharon, che idolatra i rabbini ortodossi.
"A una decina di metri dall’ospedale, c’è un rabbino, Moishe Arye Friedmann,
che dichiara di essere venuto da Vienna per esprimere simpatia a Yasser
Arafat e al popolo palestinese. «Siamo in contatto con i palestinesi in
Austria da molto tempo" conferma questo uomo di 34 anni, che indossa il
tradizionale copricapo ashkenazita degli ebrei dell’est e una sciarpa con i
colori palestinesi. Spiega che è venuto insieme ad altri ebrei per
"sostenere il presidente dell’Autorità palestinese, per pregare per la sua
salute e per esprimere solidarietà con il popolo palestinese»."
So che ci sono bastardi ovunque, ma la comunità ebraica ortodossa ne ha più
di qualsiasi altra comunità;
https://www.immanuel.at/Diskurs046I.html
È un peccato che continuino a riprodursi.
(Questo contributo è stato preso dal forum di
discussione israelo-francese
https://forum.israelfr.com/discus/messages/19/9524.html?1099682277)
Il suddetto contributo di Guitl Zajden da un forum di
discussione franco-israeliano non sarebbe probabilmente degno di nota se non
rivelasse un paradosso. Il servizio citato del canale "France 3", che è
abbastanza corretto e obiettivo, è preso come un’opportunità per insultare
odiosamente un intero gruppo etnico ebraico.
Questa forma di espressione è auto-rivelatrice e ben nota ai più anziani tra noi. Anche per i nazisti gli
ebrei erano dei bastardi che dovevano essere sterminati. L’osservazione alla
fine del suddetto articolo, "È un peccato che continuino a riprodursi", si
inserisce poi senza soluzione di continuità nel gergo di questi criminali del
Terzo Reich e rivela il livello spirituale e intellettuale dell’autore.
Se le cose stanno come sembrano, allora l’autore di questo contributo non è un
neonazista ma un ebreo. Un ebreo sionista, certo, ma pur sempre un ebreo – uno
che qui descrive i suoi fratelli credenti come merde e si rammarica che continuino
a riprodursi. Anche se gli ebrei hanno ripetutamente affermato che non potranno
mai dimenticare l’Olocausto e le sofferenze che il popolo ebraico ha
attraversato in quel periodo.
Ma è evidente che nelle loro stesse file si trovano
spesso personaggi che dimostrano l’esatto contrario: ebrei che predicano l’odio
verso intere etnie di altri ebrei – che per di più sono ancora fedeli – e sono
capaci di dire che considerano un male ildiritto di questi loro fratelli e
sorelle a procreare.
E questo, dunque, è un paradosso.
La mia piena solidarietà e il mio sostegno al popolo
libanese e ai suoi combattenti della resistenza, in primo luogo allo
Hezbollah e al suo leader Sheikh Hasan Nasrallah, ha suscitato stupore e
discussioni. Vorrei quindi chiarire la questione: abbiamo a che fare, da un
lato, con uno stato la cui sovranità viene violata senza alcun motivo, così
come un movimento di resistenza sciita il cui diritto di esistere è
indiscutibile, e dall’altro, con il regime sionista, che non ha alcun
diritto di esistere, né biblicamente né storicamente, e non ha alcuna
legittimità, sia secondo il diritto internazionale che secondo i principi
della nostra religione ebraica. Preghiamo e speriamo che non passi molto
tempo prima che ci sia una vera pace in Medio Oriente, specialmente in Terra
Santa, e che finisca lo spargimento di sangue di persone innocenti, siano
esse cristiane, musulmane o ebree. Preghiamo per la pace e la giustizia in
Libano, Baghdad, Teheran e per tutta la Palestina con una Gerusalemme
liberata dal sionismo.
Moishe Arye Friedmann, rabbino capo della comunità ebraica ortodossa
antisionista di Vienna.

("Die Presse", 5 agosto 2006 https://www.diepresse.com/)
Il governo israeliano giustifica l’invasione del Libano e il
bombardamento delle città libanesi con oltre 600 civili innocenti uccisi finora
e l’espulsione di altre migliaia di famiglie dalla zona di guerra come una
reazione giustificata alla cattura di due soldati israeliani da parte delle
milizie Hezbollah l’11 luglio 2006.
Da metà luglio in poi, le bombe sono state lanciate ripetutamente anche nelle
immediate vicinanze del posto di osservazione dell’ONU (UNIFIL) in Libano,
al confine con Israele. Anche se il comandante della base ONU ha comunicato
via radio al comando militare israeliano per un totale di dieci volte di non
lanciare bombe vicino alla postazione, l’edificio è stato bombardato il 25
luglio e completamente distrutto. Nel processo, 4 ufficiali dell’ONU –
un cinese, un finlandese, un canadese e un austriaco – sono stati uccisi.
Di conseguenza, e analogamente all’approccio israeliano, Cina, Finlandia, Canada
e Austria dovrebbero ora invadere Israele, bombardare le città e uccidere civili
innocenti.
Ma né questi quattro stati né l’ONU – giustamente – pensano neanche lontanamente
a queste misure completamente eccessive. Gli stati della comunità internazionale
- compresa la Cina comunista – rifiuterebbero una tale idea per motivi morali ed
etici.
Al contrario di Israele!!
«Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchie per non udire, fino a questo giorno».
Rom 11,7 Che dunque? Quello che Israele cerca, non
lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono
stati induriti, 11,8 com’è scritto (*): «Dio ha dato
loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchie per non udire, fino
a questo giorno». 11,9 E Davide dice: «La loro mensa sia per loro una
trappola, una rete, un inciampo e una retribuzione. 11,10 Siano gli occhi loro
oscurati perché non vedano e rendi curva la loro schiena per sempre». Rom 11,7-10;
(*) Deuteronomio / 5’ Libro di Mosè / Il Libro Parole 29,3
Israele alla luce della Bibbia.Secondo l’Antico TestamentoDio non ha più alcuna compassione per la casa d’Israele
(Os 1:6). Loro non sono più il suo popolo (Os 1:9). Il Signore salverà solo la
casa di Giuda. Non con la guerra, però, ma con il suo Spirito (Os 1:7).
Soltanto nel Millennio, quando il Figlio di Dio avrà assunto il suo
dominio millenario sulla terra (Os 1:10; 2:18; Ez 34:25; Isa 2:4), il
Signore riconoscerà Israele di nuovo come il suo popolo
(Os 2:23; Ger 31:27-28). Secondo il Nuovo TestamentoÈ la volontà di Dio che noi prestiamo ascolto a suo Figlio
(Mat 17:5). Questo Figlio di Dio ci ha detto che ogni essere umano che lo
rifiuta, rifiuta anche Dio (1Gio 2:23; Luca 10:16; Giov 5:22-23, 15:23).
Il popolo d’Israele di oggi nega il Figlio di Dio e lo offende come
truffatore e bestemmiatore. Attraverso questa negazione del Figlio,
Israele ha rifiutato anche il Padre ed è dunque un popolo senza-Dio
(Giov 8:24). |
Al recente vertice sul Medio Oriente del 27 novembre 2007 ad
Annapolis, negli Stati Uniti, la parte israeliana avrebbe dovuto porsi
meglio. Come scrive il quotidiano israeliano Ha’aretz, il segretario di
stato americano Condoleezza Rice ha dovuto esercitare una grande pressione
sul presidente palestinese Mahmud Abbas per fargli ammorbidire la sua
posizione. Nella dichiarazione di Annapolis palestinesi e israeliani hanno
trovato un accordo il 27 novembre 2007 per discutere, a partire dal 12
dicembre 2007, riguardo a una soluzione a due stati, quindi della creazione
di uno stato palestinese. Un accordo è previsto per la fine del 2008.

Fuori dal vertice, gli ebrei ortodossi hanno protestato
contro il sionismo e lo Stato di Israele.
Sono cresciuto come ebreo e probabilmente una delle cose più
indimenticabili che ho sentito alla scuola del sabato era che … un giorno
… gli ebrei … avrebbero governato il mondo.
Sia che si chiamasse ‘età messianica’ … o ‘tempo di pace
mondiale’ … si riduceva tutto alla stessa cosa: i gentili
sarebbero stati sotto il dominio onnipotente dell’ebraismo moderno.
Quali sarebbero i SEGNI di questa dominazione mondiale ebraica? E da cosa è
annunciato l’inizio di questo tempo? Permettetemi di raccontarvi alcuni di
questi segni e poi vi lascerò decidere se questa "Apocalisse" è
effettivamente già arrivata oppure no.
Prima di tutto, quando vedete gli ebrei fare soldi come il fieno – come
vediamo nel caso della Federal Reserve Bank, di proprietà ebraica, che è
diventata il controllore del denaro dell’America, la prima superpotenza
mondiale – allora sapete che gli ebrei governano il mondo.
Oppure? … quando vedete una sofisticata legislazione guidata dagli ebrei
che scavalca la Costituzione degli Stati Uniti – come il collaudato NDAA
(National Defense Authorization Act), introdotto dal senatore ebreo
Carl Lewin, che autorizza l’esercito degli Stati Uniti ad arrestare i cittadini
americani senza approvazione giudiziaria; e il suo ultimo emendamento,
sponsorizzato dalla senatrice Dianne Feinstein, che dà ai militari il
diritto implicito di scavalcare la legge civile, il che è vietato dalla
Costituzione; e per finire, questo emendamento mette la vittima sotto
processo davanti a un tribunale militare in un campo di tortura stile Gitmo
(Guantánamo Bay Detention Camp) – allora sapete che gli ebrei governano il
mondo.
Quando è chiaro come il giorno che i principali mezzi di comunicazione di
massa sono di proprietà di magnati ebrei – come nel caso di CBS, ABC e NBC
(no, non sono di proprietà di "elite corporative" come Alex Jones e altri
apologeti e scialacquatori ebrei vorrebbero farci credere) – allora saprete
che il dominio ebraico è qui per restare.
Oppure, quando vedrete gruppi ebraici infiltrarsi nelle nostre scuole
pubbliche con il loro programma di libri degenerati omosessuali e sinistri
sull’Olocausto – come l’ADL ebraica [Jewish Anti-Defamation League] e
l’American Federation of Teachers (sì, in realtà anche ebrea) che hanno
approvato libri spregevoli come "Daddy’s New Roommate Frank" [La nuova donna
delle pulizie di papà Frank] (storie su famiglie gay e lesbiche), "Daddy’s
Wedding" [Il matrimonio di papà] (Papà sposa Frank), e il libro "Night"
[Notte], il libro di menzogne senza fine del sommo sacerdote dell’inganno
Elie Wiesel – allora sapete che gli ebrei hanno ottenuto una presa
indelebile sulle menti e le anime dei giovani.
E quando si vede il capitale finanziario internazionale ebraico assumere
marionette non ebree come capi di stato e governatori di banche centrali –
come possiamo vedere con la banca d’investimento ebraica Goldman Sachs con
la sua troupe della "Goldman Gang" – allora si capisce che gli ebrei
governano il mondo.
Naturalmente, niente di tutto questo significa molto per voi se il vostro
cervello è pieno di birra, antidepressivi… e la coppa del mondo di calcio.
Ma – se siete ben svegli – allora l’"era ebraica" del controllo totale di
cui abbiamo sentito parlare da bambini: oscuro… incondizionato… senza
restrizioni… (non dovrete aspettare cento anni da ora) è chiaramente
arrivata…

Fratello Nathanael Kapner è un monaco riconosciuto
dalla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR), dove è
ufficialmente conosciuto come un "poslushnik"/monaco "novizio".
Fratello Nathanael parla e scrive come un ex ebreo – ora un cristiano
ortodosso – e non per conto legale del ROCOR. Risiede nelle Montagne
Rocciose del Colorado.
Dopo otto anni di vita monastica comunitaria (1996-2005), Fratel Nathanael è
stato impegnato in una missione pubblica attraverso i suoi sforzi di
evangelizzazione di strada e come pubblicista su Internet.
Il suo impegno più recente, come presidente della Brother Nathanael
Foundation, è quello di portare una coscienza e un’influenza cristiana in
ogni sfera della vita americana.
Brother Nathanael
Foundation Una società indipendente, senza scopo di lucro,
dedicata alla promozione dei principi cristiani nella società americana.
e-mail: brothernathanaelfoundation@yahoo.com
(Vedi anche Discorso 112: "I Protocolli dei Savi di Sion – l’analisi.")
Sotto le macerie delle bombe ebraiche che esplodono nella
"prigione a cielo aperto" – conosciuta come la Striscia di Gaza – emerge una
domanda più grande:
Israele ha il "diritto di esistere"?
Il termine "diritto di esistere" non è riconosciuto da nessuna parte nel
diritto internazionale in riferimento alle nazioni.
Le persone hanno il diritto di esistere, ma le nazioni vanno e vengono.
Gli ebrei hanno negato questo diritto di esistere al popolo palestinese, a
cui hanno rubato la terra e le risorse… e ora progettano di rubare anche i
nuovi ritrovamenti di petrolio in mare aperto a Gaza.
E nessuna pressione politica al mondo impedirà a Netanyahu di farlo.
[Citazione: "Nessuna pressione internazionale ci impedirà di combattere con
tutte le nostre forze contro un’organizzazione terroristica che chiede la
nostra distruzione"].
Un momento.
Hamas ha ripetutamente chiesto un cessate il fuoco attraverso i negoziatori
egiziani.
Ma Israele non è interessato a un cessate il fuoco. Vogliono il petrolio di
Gaza.
Ora Bibsi (Netanyahu) dice che nessun altro paese tollererebbe quello che
Israele sta passando.
[Citazione: "Recentemente i terroristi di Hamas hanno sparato centinaia di
razzi contro i civili di Israele. Nessun altro paese vive sotto una tale
minaccia né la accetterebbe"].
Col cavolo. Quale paese ha mai esiliato i legittimi proprietari della sua
terra in una prigione a cielo aperto e poi li ha chiamati "minaccia"?
Israele ha appena usato il cosiddetto "rapimento" di adolescenti israeliani
per iniziare a bombardare Gaza… e Hamas, democraticamente eletto, ha il
diritto di difendere il suo popolo quando viene attaccato.
Il 14 maggio 1948 Ben Gurion e Golda Meyerson (più tardi Golda Meir) con
altri 34 occupanti "dichiararono" che gli arabi non possedevano più la loro
terra – ora sarebbe appartenuta agli ebrei.
E oggi, il cristiano sionista John Hages rende Dio complice del furto
ebraico dichiarando che gli ebrei sarebbero legittimamente proprietari della
terra palestinese.
[Citazione: "Dio ha dato la terra d’Israele ad Abramo in un’alleanza di
sangue eterna quattromila anni fa. La terra d’Israele apparteneva al popolo
ebraico allora, appartiene al popolo ebraico adesso, e apparterrà al popolo
ebraico per sempre"].
No, idiota.
Dio ha promesso la terra ad Abramo, letteralmente "alla sua discendenza"…
cioè a quelli "nati" miracolosamente come Isacco. (Rom 9:6-8).
Perché "in Isacco" disse Dio, la progenie di Abramo sarà chiamata. I
cristiani ortodossi nascono miracolosamente attraverso il battesimo.
Esaù era il discendente carnale di Abramo, ma a causa del suo cattivo
carattere perse il diritto di eredità alla terra. Così fanno gli ebrei di
oggi. Il loro cattivo carattere li squalifica.
"Beati i mansueti, perché erediteranno la terra" (Mat 5:5) dice Gesù Cristo.
Non quelli che lo hanno crocifisso.
Non vedo molta "mitezza" tra i leader di Israele, e voi?
I palestinesi sono i proprietari legali della terra d’Israele (Palestina). E
il diritto al ritorno è confermato dal diritto internazionale.
È ora di tornare all’ordine giuridico e NON continuare ad applicare intrecci
giuridici personalizzati per gli ebrei.
Fratello Nathanael Kapner è un monaco riconosciuto dalla Chiesa ortodossa
russa fuori dalla Russia (ROCOR), dove è ufficialmente conosciuto come un "poslushnik"/monaco
"novizio".

Fratello Nathanael Kapner è un monaco riconosciuto
dalla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR), dove è
ufficialmente conosciuto come un "poslushnik"/monaco "novizio".
Fratello Nathanael parla e scrive come un ex ebreo – ora un cristiano
ortodosso – e non per conto legale del ROCOR. Risiede nelle Montagne
Rocciose del Colorado.
Dopo otto anni di vita monastica comunitaria (1996-2005), Fratel Nathanael è
stato impegnato in una missione pubblica attraverso i suoi sforzi di
evangelizzazione di strada e come pubblicista su Internet.
Il suo impegno più recente, come presidente della Brother Nathanael
Foundation, è quello di portare una coscienza e un’influenza cristiana in
ogni sfera della vita americana.
Brother Nathanael
Foundation Una società indipendente, senza scopo di lucro,
dedicata alla promozione dei principi cristiani nella società americana.
e-mail: brothernathanaelfoundation@yahoo.com
Gli ebrei religiosi – sopravvissuti e vittime dell’Olocausto
– presentano la loro visione della storia per la prima volta dalla
fondazione della Repubblica Federale Tedesca e faranno notare che la
leadership dello stato sionista non ha alcun diritto di abusare delle
vittime ebree della seconda guerra mondiale per le sue strategie e
sotterfugi di potere politico o come "alibi" per l’oppressione del popolo
palestinese, soprattutto perché questo popolo non ha certamente alcuna
responsabilità per i crimini del regime di Hitler. Un appello alla giustizia
e la convinzione religiosa che Dio è in realtà anche il regolatore della
storia. Allo stesso tempo, un appello per un nuovo inizio nelle relazioni
tra ebrei e tedeschi non ebrei basato sul rispetto reciproco. Quali lezioni
trae l’ebraismo religioso dall’Olocausto? E, dove si colloca oggi l’ebraismo
osservante della Torah rispetto al genocidio dilagante del popolo
palestinese?
Di questo ne parlano:
Rabbino capo Moshe Ber Beck (USA), sopravvissuto all’Olocausto.
Rabbi Yisrael David Weiss (USA), nonni uccisi ad Auschwitz
Rabbino Ahron Cohen (Regno Unito), sopravvissuto all’Olocausto
Rabbi Jouseph Antebi (Gerusalemme, NL, Berlino), vittima della persecuzione
sionista
Reuven Cabelman (Berlino, Anversa), portavoce a Berlino di Neturei Karta
International
Organizzatore della conferenza stampa Moderatore: Christoph Hörstel (Neue
Mitte)

Video della conferenza stampa: https://ww.nkusa.org/activities/Press/20100127.cfm
(Vedi anche Discorso 101: "Il ‘movimento di Israele’ nelle comunità cristiane – Il sionismo cristiano‒evangelico.")
Dimostrazioni e proteste hanno luogo in città
internazionali come Londra, New York, Washington DC, Montreal e Gerusalemme.
Per le ultime notizie, manterremo queste pagine aggiornate sul nostro sito
web. (Inglese):
https://www.nkusa.org/activities/Press/20100603Flotilla.cfm
Neturei Karta condamne l’assaut d’Israel contre la Flottille
DISCURSO
PRONUNCIADO EL DIA 31 DE MAYO DE 2010
"L’autentico ebraismo ortodosso in tutto il mondo condanna
inequivocabilmente il massacro a sangue freddo perpetrato dalle forze di
occupazione sioniste contro attivisti innocenti, pacifici e amanti della
libertà, di animo nobile, impegnati per la pace e i diritti umanitari", ha
detto il rabbino David Feldman di Neturei Karta International. "Questo
attacco brutale ha avuto luogo in acque internazionali e contro navi che
trasportavano aiuti umanitari per i nostri fratelli, i residenti palestinesi
nella Striscia di Gaza occupata". È stato senza dubbio un atto illegale, che
vìola in modo grave i diritti umani fondamentali dati da Dio, così come la
legge e la giustizia".
Il rabbino Feldman ha continuato: "Sfortunatamente, ci si può aspettare un
simile comportamento solo dai sionisti. L’intera esistenza del loro stato è
stata costruita sull’eresia, la rapina e l’omicidio fin dall’inizio. Hanno
oppresso, ucciso ed espulso un intero popolo dalla loro terra".

I rabbini di Neturei Karta hanno partecipato
alla Gaza Freedom March a Gaza City il 27 dicembre 2009.
"Tutto questo ci addolora soprattutto perché è stato fatto
in nome di tutto il popolo ebraico e in nome della religione ebraica. La
verità è che la Torah si oppone totalmente a tutto ciò che fanno. La Torah
ci insegna la misericordia, la Torah proibisce l’omicidio e la Torah
proibisce il furto. Secondo la Torah, tutta la terra dal Giordano al Mar
Mediterraneo deve essere restituita al popolo palestinese". "Gli ebrei sono
in esilio per decreto divino, e qualsiasi tentativo di porre fine a questo
decreto dell’Onnipotente è una ribellione contro Dio. La Torah insegna che
una ribellione contro Dio non può avere successo.
"Troviamo assolutamente necessario dichiarare chiaramente che lo Stato
"Israele" non rappresenta il popolo ebraico, e certamente non la religione
ebraica. Non hanno il diritto di parlare in nostro nome, né in nome della
santa Torah. Profanano la Terra Santa con i loro abomini, massacri e
innumerevoli altre azioni che lanciano da questo Stato illegittimo. Inoltre,
l’esistenza stessa di questo Stato è illegittima poiché la sacra Torah
proibisce rigorosamente ed esplicitamente qualsiasi dominio ebraico sulla
Terra Santa. Quando il movimento sionista è sorto un secolo fa, i nostri
rabbini ci hanno tutti avvertito di non avere alcun legame con loro".

I membri di Neturei Karta si sono uniti al
Convoglio di aiuti di Viva Palestina a Gaza nel luglio 2009.
Hanno donato un camion con aiuti medici.
"I sionisti con il loro giudaismo pervertito hanno
contaminato il nome degli ebrei e della Torah in tutto il mondo. Sono i
peggiori nemici di Dio, della Torah e del fedele popolo ebraico che è stato
sempre e in ogni circostanza devoto al suo Dio. Di conseguenza, i sionisti
sono la causa essenziale dell’attuale intensificazione dell’antisemitismo
mondiale".
"Gli ebrei hanno sempre avuto ottime relazioni con i loro vicini arabi per
secoli. I secoli passati, durante i quali gli ebrei sefarditi vivevano in
comunità fiorenti in tutto il mondo arabo, sono stati un periodo d’oro tra i
nostri popoli. Chi ha messo fine a questa età dell’oro? Solo il sionismo
politico. Infatti, ancora oggi ci sono alcuni paesi arabi e musulmani dove
le comunità ebraiche vivono pacificamente in mezzo a loro. E anche i
palestinesi (di entrambi i maggiori partiti) hanno dichiarato di non avere
problemi con gli ebrei che vivono in mezzo a loro; sono solo contro il
sionismo politico".
"Desideriamo esprimere le nostre più profonde condoglianze alle famiglie
degli innocenti assassinati, così come i nostri più sentiti auguri per una
rapida guarigione a coloro che sono stati feriti dalle forze di occupazione
sioniste. Che il cielo mandi loro una completa e rapida guarigione".
"Speriamo e preghiamo per una fine pacifica e rapida dello stato sionista.
Solo allora sarà possibile per gli ebrei vivere pacificamente in Palestina
sotto un governo palestinese, proprio come hanno vissuto fino ad oggi in
altri paesi arabi".
"Che ci sia permesso di sperimentare l’adempimento della promessa dei
profeti nella rivelazione della regalità di Dio su tutto il mondo, dove
tutti i popoli Lo serviranno in unità".
Neturei Karta International
Neturei Karta International
P. O. Box 1316, Monsey, NY 10952
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Nato a Tel Aviv nel 1949, figlio di vittime polacche
dell’olocausto, attacca sempre violentemente Israele. La tesi centrale di Moshe
Zuckermann, professore di storia e filosofia, che ha appena pubblicato un nuovo
e complesso libro (Antisemit; Promediaverlag, 208 pagg., 15,90 Euro), è la
seguente: molti ebrei e la politica di Israele "strumentalizzano l’olocausto e
l’antisemitismo per ridurre i critici al silenzio".
KURIER: Lei non sta esagerando un po’?
Moshe Zuckermann: No. Vede, l’antisemitismo naturalmente esiste e deve
essere combattuto ovunque mostri la sua brutta faccia. Ciò che però intendo è
l’accusa di antisemitismo dalla quale i potenti ricavano capitale politico, col
quale vogliono respingere le critiche con violenza. Chi critica Israele non è
per questo automaticamente antisemita. Qui si è perso ogni criterio. Deve essere
possibile chiamare con il suo vero nome la barbarica politica di ingiustizia di
Israele nei confronti dei palestinesi.
Lei pensa che ciò succeda troppo poco al di fuori del mondo arabo?
Sì, criticare Israele, soprattutto in Germania, è un tabu sedimentato fin dentro
le alte sfere politiche. Specialmente la sinistra tedesca ha sviluppato una
cieca solidarietà con l’ebraismo. Intanto, gente come Michel Friedman o Henry M.
Broder (entrambi sono ebrei che condannano aspramente i critici di Israele.
Nota.) non hanno la minima idea della realtà israeliana. In questo contesto
parlo di filosemitismo, che si fonda sullo stesso risentimento e, di
conseguenza, non è altro che un antisemitismo invertito.
C’è una parte che applaude le Sue tesi, dalla quale però non vorrebbe
essere applaudito affatto. È così?
Naturalmente è così già da anni, tuttavia, l’alternativa sarebbe quella di non
dire ciò che ritengo giusto e importante. Ma non permetto a nessuno di
approfittarsi di me, né di ridurmi al silenzio.
Come vede il ruolo di Israele nel conflitto mediorientale contro i palestinesi?
IDopo 40 anni di regime di occupazione Israele si presenta tuttora come vittima.
La questione alla fine è semplice: Israele vuole esistere o non vuole capire che
sta causando la propria catastrofe? Conseguentemente esistono solo due
possibilità. O Israele restituisce i territori occupati con il pericolo di una
guerra civile, oppure no, appunto, e allora incombe una guerra territoriale che
– con nuove armi – minaccia di ridurre mezzo Medio Oriente a un cumulo di
macerie. Questa allora sarebbe la fine dello Stato di Israele e del sionismo.

(Questa intervista condotta da Walter Friedl è stata pubblicata sul
quotidiano austriaco KURIER il 21 ottobre 2010
Julian Assange è un pericoloso criminale. Questo strano uomo
dai lunghi capelli biondi e dall’espressione misantropa non è semplicemente
un cyberterrorista di un nuovo tipo. Non è semplicemente un anarchico
delirante che umilia il più grande potere sulla terra. Non è semplicemente
un megalomane disinibito che sconvolge la diplomazia moderna e mina l’ordine
mondiale. Assange è un pericoloso criminale perché ha infranto il dogma
accettato sulla comprensione del Medio Oriente nel XXI secolo.
Questo dogma affermava quanto segue: il problema principale in Medio Oriente
è il conflitto israelo-palestinese. Il problema principale del conflitto
israelo-palestinese è l’occupazione. Il problema principale dell’occupazione
sono gli insediamenti. Di conseguenza, tutto ciò che serve è fermare gli
insediamenti in modo che l’occupazione scompaia, il conflitto
israelo-palestinese sia risolto e il Medio Oriente diventi stabile.
Nell’ultimo decennio, questo dogma si è fissato ed è stato santificato. È
diventato una sorta di credo fondamentale che non può essere messo in
discussione. Questa era la verità su cui giuravano alla Casa Bianca,
all’Eliseo e al 10 di Downing Street. Questa era la verità che riportavano
nel Washington Post, Le Monde e The Guardian. Questa era la verità che
incorporava la suprema gravità morale che formava la visione del mondo delle
élite illuminate in Occidente e dirigeva la politica delle potenze
occidentali.
Poi è arrivato Assange e ha frantumato il dogma. I documenti segreti
pubblicati da WikiLeaks provarono che gli insediamenti, l’occupazione e
persino il conflitto israelo-palestinese non erano il problema principale
del Medio Oriente. Le e-mail riservate hanno dimostrato che il mondo di cui
parlavano a Washington, Parigi e Londra era un mondo immaginario. Assange ha
dimostrato che non c’era alcuna connessione tra il vero Medio Oriente e il
Medio Oriente di cui parlano il Washington Post, Le Monde e il Guardian. Ha
rivelato che l’intero mondo arabo è attualmente occupato da un solo problema
– Iran, Iran, Iran.
Non c’è dubbio – Assange è un pericoloso criminale. Ma è pericoloso non
perché ha penetrato i sistemi informatici del Pentagono, ma perché ha
rivelato la mancanza di integrità intellettuale dell’intelligence
occidentale. Assange è pericoloso non perché ha divulgato segreti di stato
su una scala senza precedenti, ma perché ha rivelato a tutti noi che il
discorso egemonico dell’Occidente è superficiale e mendace. Assange è
pericoloso non perché ha messo in imbarazzo gli alleati dell’Occidente ma
perché ha dimostrato che l’Occidente è contaminato dal politicamente
corretto che lo taglia fuori dalla realtà diplomatica. Assange ha messo uno
specchio gigante davanti a tutti noi e ha dimostrato fino a che punto siamo
stati ingannati negli ultimi decenni. Un falso dogma ci ha impedito di
guardare con logica la sfida storica che abbiamo di fronte.
Ma non confondiamo le cose. Gli insediamenti sono davvero un disastro.
L’occupazione è intollerabile. Il conflitto israelo-palestinese è
pericoloso. Ma ora che il biondo misantropo ci ha aperto gli occhi, non
dobbiamo più chiuderli. Le e-mail riservate devono essere lette e rilette
per essere comprese. Non c’è alcuna possibilità per l’attuale processo
diplomatico, dicono. Non c’è possibilità di firmare un accordo
israelo-palestinese finché il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu
Mazen) vive sotto l’ombra minacciosa del presidente iraniano Mahmoud
Ahmadinejad. Non c’è alcuna possibilità di pace regionale finché il mondo
arabo vive sotto la minaccia incessante di Teheran.
Dopo tutto, proprio come sussurrano il presidente egiziano, il re saudita e
gli emiri del Golfo, l’Iran è il cuore del problema. L’Iran è la fonte del
veleno e la fonte della costernazione. Finché l’Iran si rafforza, cerca armi
nucleari e terrorizza il Medio Oriente, non c’è possibilità di pace.
La lezione è amara. Se l’Iran sviluppa armi nucleari, la pace scomparirà. Un
Iran nucleare darà un colpo finale alla possibilità di raggiungere un
compromesso tra israeliani e arabi. Perciò la colomba della pace deve
diventare assolutamente un falco nei confronti dell’Iran. Chi cerca la pace
deve trattare con l’Iran.
È vero anche il contrario. Chiunque voglia placare Ahmadinejad sta tradendo
la pace. Chiunque abbia una visione indulgente degli Ayatollah sta
abbandonando il presidente egiziano Hosni Mubarak e Abu Mazen. È vero che
una moratoria sugli insediamenti aiuterà nella lotta contro le centrifughe.
Ma solo una tale moratoria renderà possibile lo smantellamento degli
insediamenti. Quando ci alzeremo dalle rovine del dogma, l’ordine strategico
delle cose è assolutamente chiaro: prima l’Iran.
Haaretz, 03.12.10

Ari Shavit è un corrispondente senior del quotidiano
israeliano Haaretz e un membro del comitato consultivo editoriale.
Sarebbe una specie di miracolo se Haaretz non riuscisse a
difendere il punto di vista degli Stati Uniti. Con la pubblicazione di documenti
segreti del Pentagono Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, ha fatto luce
sui retroscena della politica americana – e di quella di altre nazioni. E subito
viene bollato come "criminale", "misantropo", terrorista informatico, anarchico
delirante, megalomane e così via.
Anche prima di leggere il resto dell’articolo di Ari Shavit, possiamo dire fin
dalle prime righe che il vero misantropo non si trova a Londra ma negli uffici
di Haaretz a Gerusalemme. Evidentemente le restrizioni alla libertà di parola e
di opinione in Israele non si limitano solo al divieto dell’Agenzia Ebraica che
impedisce agli immigrati di predicare il Vangelo o di parlare di Gesù Cristo in
Israele. Ora sembra addirittura che in Israele sia considerato un reato capitale
smitizzare l’edificio di menzogne che è la politica americana.
Ma queste prime frasi ci permettono anche di riconoscere lo scopo reale di
questa parata di indignazione. Infatti lo scrittore non è affatto preoccupato
dei problemi che queste rivelazioni causano agli Stati Uniti, ma piuttosto –
cos’altro ci si può aspettare da uno scrittore israeliano? – con i problemi di
Israele e con il modo in cui tutta questa faccenda può essere sfruttata a
vantaggio di Israele. E così Julian Assange viene definito un "pericoloso
criminale", ma non perché sta rivelando segreti di stato al pubblico, ma perché
ha presumibilmente scoperto i veri retroscena del conflitto mediorientale.
E poi Ari Shavit usa lo slancio degli eventi in modo molto elegante e abile – in
maniera molto simile al discorso di Marco Antonio al popolo romano – e dirige la
pressione sempre crescente che la comunità internazionale sta esercitando su
Israele a causa della costruzione degli insediamenti a Gerusalemme sugli arabi e
infine sull’Iran. Secondo questo, la costruzione degli insediamenti è
effettivamente una "disgrazia", l’occupazione dei territori palestinesi
"intollerabile" e il conflitto israelo-palestinese "pericoloso". Ma il cuore del
problema non sono gli ebrei, che sono responsabili di tutto questo, ma gli arabi
e qui soprattutto l’Iran.
Dal punto di vista di Shavit, naturalmente non è Israele che ha reso finora
impossibile la pace con tutti questi problemi e il rifiuto di cambiare qualcosa
riguardo a essi, ma come scrive: "L’Iran è la fonte del veleno e la fonte del
panico. Finché l’Iran si rafforza, si nuclearizza e minaccia il Medio Oriente,
la pace non ha alcuna possibilità". Ari Shavit è un po’ evasivo sul fatto che
Israele, contrariamente al trattato di non proliferazione nucleare e con la
tacita approvazione dell’ONU, ha già 200 testate nucleari operative a sua
disposizione e quindi ha probabilmente costretto l’Iran ad armarsi di armi
nucleari.
Infine, il signor Shavit stabilisce una connessione causale che deve apparire
del tutto familiare a chiunque abbia seguito gli sviluppi in Medio Oriente. Egli
bilancia la costruzione da parte di Teheran di centrifughe per la produzione di
uranio per armi con la costruzione di insediamenti a Gerusalemme, e osserva: "È
vero: una moratoria sugli insediamenti aiuterà nella lotta contro le centrifughe.
Ma solo una tale moratoria sulle centrifughe renderà possibile lo smantellamento
degli insediamenti".
Questa situazione ricorda molto la dichiarazione del presidente palestinese
Mahmoud Abbas, il quale, alla domanda sul perché non sia d’accordo con la
costruzione degli insediamenti di Israele, ha risposto: "Israele sta occupando
la nostra terra e vi sta costruendo i suoi insediamenti. Se accettassimo la
costruzione degli insediamenti, ci sarebbe la pace. Ma allo stesso tempo
perderemmo la nostra terra. Quindi: solo la restituzione della nostra terra da
parte di Israele permetterebbe il nostro consenso alla costruzione degli
insediamenti".
E proprio come Shavit conclude alla fine del suo articolo: "Una volta che ci si
alza dalle macerie del dogma, l’agenda strategica è assolutamente chiara: prima
l’Iran", lo stesso vale analogamente per i palestinesi: considerando le
conseguenze da entrambe le parti, anche qui l’agenda strategica è assolutamente
chiara: prima Israele.
Signore e signori,
stimati ospiti d’onore, cari amici!
Ho il privilegio di darvi un caloroso benvenuto a questo evento, e sono lieto di
vedere così tante personalità di spicco, politici di alto livello e professori
universitari, avvocati, medici, ambasciatori, capi rabbini e rabbini riuniti qui
oggi.
I miei più calorosi ringraziamenti.
Non sono abituato a tenere discorsi in tedesco, quindi devo chiedere la vostra
comprensione. Intendo anche mantenere il mio discorso il più breve e il più
conciso possibile, dopo di che toccherà ai miei stimatissimi colleghi e ai
nostri ospiti d’onore prendere la parola.
La situazione in cui si trova oggi il giudaismo credente fedele alla Torah è
estremamente difficile, anzi praticamente insopportabile. Gli sviluppi politici
globali, specialmente nel Vicino Oriente, ci danno motivo di anticipare gravi
minacce al nostro futuro e a quello dei nostri figli. Questo è associato alle
molte bugie sul vero carattere del giudaismo che sono state propagate in tutto
il mondo e a cui molti hanno creduto. Soprattutto in Germania e in Austria molti
temi sono considerati tabù, così che chiunque sia abbastanza audace da parlarne
si espone a notevoli pericoli. Ciononostante, in questa conferenza
internazionale vorremmo mettere in chiaro queste questioni e trarre le
necessarie conclusioni, perché solo così la situazione cambierà – il che sarebbe
nell’interesse di tutti noi.
Proprio in questo momento, in occasione del centenario di Theodor Herzl,
dobbiamo affrontare alcuni punti fondamentali che riguardano le basi essenziali
della religione ebraica. Le celebrazioni nazionali qui in Austria e in altri
paesi tendono a dare l’impressione che il sionismo possa essere equiparato al
giudaismo, o almeno possa essere visto come un legittimo movimento politico del
giudaismo. In realtà è il contrario!
Prima di spiegare ulteriormente questo punto, però, dobbiamo dire che la nostra
critica non è una critica politica, ma parliamo esclusivamente dal punto di
vista della nostra religione, cioè della nostra fede. Non stiamo adducendo
ragioni politiche, ma religiose, perché ci teniamo lontani dalla politica per
una questione legata ai principi morali e religiosi.
Il punto più importante condiviso da tutti gli ebrei fedeli, e quindi da tutti i
capi rabbini e rabbini qui riuniti, è che dobbiamo sopportare il destino della
diaspora impostoci da Dio. Questa importante credenza spesso non è compresa da
molti non ebrei, ed è per questo che la sottolineo qui: da quando noi ebrei
abbiamo sopportato fedelmente il destino della diaspora impostoci da Dio,
abbiamo cercato di vivere senza problemi e conflitti come leali cittadini del
rispettivo stato in cui ci troviamo. Ogni qual volta sono sorte difficoltà e
conflitti nel corso di questi molti secoli, i nostri capi rabbini hanno cercato
di raggiungere una soluzione con le autorità attraverso la persuasione della
sottomissione e gli appelli accorati alla misericordia. E tale soluzione
pacifica è stata raggiunta nella stragrande maggioranza dei casi, senza
provocazioni o giochi di politica di potere.
I problemi crebbero e divennero più grandi solo dopo la cosiddetta
"emancipazione", quando le idee dell’illuminismo e del liberalismo trovarono la
loro strada nel giudaismo e certi circoli ebraici speravano in vantaggi
politici. Per migliaia di anni, la nostra comunità religiosa ha goduto di una
coesistenza pacifica in Germania e con il popolo tedesco, godendo della loro
ospitalità con un’ampia libertà religiosa. Anche quando la comunità sionista e
riformista cominciò a perseguitare l’ebraismo fedele, il popolo tedesco era al
nostro fianco, le autorità tedesche, quindi, diedero al mio predecessore rabbino
capo Samsan Raffael Hirsch il permesso di fondare la propria comunità religiosa
ebraica ortodossa e la dotarono di tutti i privilegi necessari.
Durante questo periodo, Theodor Herzl si recava spesso in Germania, ovunque
fosse possibile, anche presso l’imperatore, per creare uno spirito contro di noi
e per agitare contro l’ebraismo osservante della Torah. In alcuni casi ha
incontrato resistenza. Tuttavia, Theodor Herzl ha deliberatamente alimentato le
fiamme dell’antisemitismo con le sue attività, perché così facendo ha cercato di
suscitare la volontà degli ebrei europei di lottare per uno stato ebraico. Alla
fine, però, questo ha portato alla catastrofe del giudaismo. Poiché i sionisti
volevano realizzare lo stato d’Israele e promuovere l’emigrazione ebraica in
Palestina, non si sono tirati indietro nemmeno dall’incitare e provocare pogrom
in Russia – per quanto questo possa sembrare terribile, signore e signori, può
essere provato! Allo stesso modo, i sionisti hanno cercato di provocare Hitler e
il popolo tedesco attraverso appelli al boicottaggio e altre azioni politiche,
hanno accolto le leggi di Norimberga e hanno fatto di tutto per incitare
ulteriormente l’antisemitismo. La responsabilità dell’Olocausto è quindi
sostanzialmente dei sionisti.
Noi ebrei ortodossi e fedeli non abbiamo avuto il minimo contatto con queste
cose. Non abbiamo preso parte alle provocazioni contro Hitler e il Terzo Reich.
Non abbiamo preso parte agli appelli al boicottaggio e alla propaganda
internazionale. Tuttavia, siamo noi che siamo diventati le vere vittime
dell’Olocausto. Secondo la nostra convinzione di fede, l’Olocausto è
effettivamente la punizione di Dio per il popolo ebraico che si è allontanato
dalla fede attraverso il sionismo,, anche se le principali vittime di questo Olocausto
furono gli ebrei ortodossi. Per quanto sembri incredibile, è innegabilmente
vero: i nostri rabbini capi dichiararono persino ad Auschwitz che avevamo
rifiutato e combattuto il sionismo, ma troppo poco e con troppo pochi mezzi,
motivo per cui la punizione di Dio non è ingiustificata nemmeno per noi. So che
tali frasi sono difficilmente comprensibili in Europa oggi. So che tali frasi
causano incomprensione e scosse di testa tra molti europei, perché la maggior
parte degli europei non prende più sul serio la loro fede cristiana. Tuttavia,
questa è la nostra convinzione religiosa!
Dopo la guerra, tuttavia, i sionisti riuscirono persino a presentarsi come gli
unici rappresentanti legittimi dell’ebraismo. Questo è stato reso possibile
soprattutto dall’occupazione della Germania e dell’Austria. Le conseguenze sono
terribili! In nome dell’ebraismo – e noi fedeli ebrei non abbiamo davvero nulla
a che fare con esso – è stata esercitata una pressione massiccia su tutto lo
sviluppo politico ed economico della Germania per decenni. La Germania è ancora
un paese occupato, la clausola di stato nemico delle Nazioni Unite si applica
ancora alla Germania, il che significa che la Germania non è un membro paritario
dell’ONU! Un esempio dell’inconcepibile umiliazione della Germania è che un
signor Michel Friedman – che purtroppo porta il mio stesso cognome – consumatore
di cocaina e frequentatore di prostitute moralmente discutibile, ha la
possibilità di fare rimostranze morali e imporre condizioni morali al popolo
tedesco – e tutto questo in nome dell’ebraismo!
In Austria, la situazione è solo marginalmente migliore. Anche qui, un Theodor
Herzl viene presentato come una grande personalità, anche se in verità ha fatto
un danno enorme all’ebraismo perché ha cercato, contro la volontà di Dio, di
trasformare una religione puramente spirituale, puramente intellettuale in un
sistema politico di potere, un sistema di potere che, come tutti i sistemi
politici di potere, ha avversari e nemici e li combatte. I palestinesi, il
popolo della Palestina, dovevano logicamente diventare il nemico di un tale
sistema di potere sionista. Le conseguenze, la guerra, l’Intifada, gli attacchi
terroristici antiebraici e gli attacchi altrettanto terroristici dell’esercito
israeliano contro i leader palestinesi con altrettanti morti civili sono noti a
tutti noi.
Come ebrei fedeli, non accetteremo mai gli insegnamenti del dottor Theodor
Herzl. Come ebrei fedeli, siamo totalmente contrari al sionismo. Come ebrei
fedeli, vediamo il sionismo come un tradimento a Dio e alla religione ebraica.
Noi fedeli ebrei vogliamo vivere in pace tra i popoli, tra i tedeschi come tra
gli arabi, non vogliamo ricattare nessun popolo, non vogliamo mettere nessun
popolo sotto pressione politica, ma solo avere la possibilità, ovunque viviamo,
di adorare Dio in pace. Pertanto, siamo in netta opposizione alla politica di
potere sionista. Pertanto, siamo anche in netta opposizione a tutti i tentativi
delle cosiddette organizzazioni internazionali ebraiche di ricattare
politicamente o finanziariamente paesi come la Germania e l’Austria. Pertanto,
anche noi deliberatamente non interferiamo negli affari interni dei paesi in cui
viviamo.
Quando il deputato della CDU, il dottor Martin Hohmann, ha visto in tutte le
persone che si sono allontanate dalla fede i veri colpevoli del XX secolo, siano
essi bolscevichi o nazionalsocialisti, non potevamo che sostenere questa
analisi. Quando furono decise misure di boicottaggio contro l’Austria da parte
di vari stati a causa del suo governo nero-blu, dichiarammo pubblicamente di non
considerare ammissibile una tale interferenza negli affari interni di un paese e
che, a nostro avviso, il popolo austriaco aveva tutto il diritto di scegliere il
proprio governo. A quel tempo, abbiamo anche fatto una grande pubblicità sul
"New York Times" di tasca nostra, in cui i fedeli rabbini capi ebrei di tutto il
mondo hanno dato il loro sostegno a questa visione.
Spero, signore e signori, di essere riuscito a farvi capire che il sionismo di
un Theodor Herzl non ha niente a che vedere con le convinzioni di un ebraismo
veramente fedele. È ora che anche i rappresentanti ufficiali della Repubblica
d’Austria riconoscano che gli ebrei fedeli alla Torah sono rappresentati da noi
e che ci sono altri contatti per loro oltre alla cosiddetta Comunità Religiosa
Israelita.
Signore e signori, onorati ospiti, in questa introduzione ho già accennato alle
principali questioni spinose che speriamo di affrontare in questa conferenza
internazionale di rabbini. Vorrei dare un particolare benvenuto ai seguenti
oratori:
1) prima di tutto il dott. Martin Hohmann, membro del parlamento della
Repubblica Federale di Germania
2) l’avvocato costituzionale professor Hans Klesatzky di Innsbruck
3) l’ex ministro federale professor Erwin Lanc
4) il difensore civico Ewald Stadler
5) il professor Matschner
6) il consigliere federale dott. John Gudenus
7) l’avvocato dott. Johannes Hübner
Palestina: terra senza gente per gente senza
terra? Discorso 462, parte 2