Discorso 79 – I fratelli e le sorelle di Gesù – Maria era la "sempre vergine"?




La dottrina della chiesa cattolica sulla Vergine Maria. / Catechismo, Libreria Editrice Vaticana 2003

Tabella – L’altra Maria e i suoi figli.

La visione evangelica della Madre del Signore. / Lexikon zur Bibel [Dizionario enciclopedico della Bibbia], Fritz Rienecker 1974.

Tabella – Maria, la madre del Signore e i suoi figli.

Tabella – Le donne intorno a Gesù.

Tabella – I soprannomi dei dodici apostoli.


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(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(La dottrina della chiesa cattolica sulla Vergine Maria. / Catechismo, Libreria Editrice Vaticana 2003 )

Un’approfondita comprensione della propria fede nella maternità vergine di Maria ha condotto la chiesa [cattolica] ad affermare chiaramente che Maria è rimasta sempre vergine, anche con la nascita del Figlio di Dio incarnato. Con la sua nascita, il Figlio "non ha ridotta la verginità immacolata [di Maria], bensì l’ha santificata". La liturgia della chiesa [cattolica] venera Maria come la "semprevergine".

Talvolta si obietta che nella Scrittura si parla di fratelli e sorelle di Gesù. La chiesa [cattolica] ha interpretato questi passaggi sempre nell’accezione che non si tratti di altri figli della Vergine Maria. Giacomo e Giuseppe, che vengono indicati come "fratelli di Gesù" (Mat 13,55), sono in realtà i figli di una Maria, discepola di Gesù, che significativamente viene chiamata "l’altra Maria" (Mat 28,1). Secondo un modo di esprimersi ben noto del Vecchio Testamento, si tratta di parenti stretti di Gesù.

(Katechismus der katholischen Kirche, Die Jungfräulichkeit Marias [Catechismo della chiesa cattolica, La verginità di Maria], pag. 158, Libreria Editrice Vaticana 2003)



Gli autori del catechismo cattolico partono quindi dal presupposto che quei testi della Bibbia che parlano di fratelli e sorelle di Gesù non siano riferiti a fratelli di sangue del Signore, bensì ai figli di una discepola di Gesù che veniva chiamata l’"altra Maria". Per verificare la correttezza interpretativa di questa ipotesi vogliamo individuare e identificare questa altra Maria nella Scrittura. Per prima cosa vediamo i passaggi summenzionati nel loro contesto:

I fratelli e le sorelle di Gesù a Nazareth.

Mat 13,55 Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 13,56 E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?» Mat 13,55-56;

Dopo il sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria andarono a vedere il sepolcro.

Mat 28,1 Dopo il sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria andarono a vedere il sepolcro. 28,2 Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. Mat 28, 1- 2;


Il testo precedente in Mat 28,1 mostra le due donne, Maria Maddalena e l’altra Maria, presso il sepolcro vuoto. Subito prima in Mat 27,61, Matteo cita di nuovo l’altra Maria. Questa volta si tratta della narrazione della deposizione nel sepolcro da parte di Giuseppe di Arimatea, presso il quale erano presenti anche le due donne.

Maria Maddalena e l’altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro.

Mat 27,57 Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. 27;58 Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato. 27,59 Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, 27,60 e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l’apertura del sepolcro, se ne andò. 27,61 Maria Maddalena e l’altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro. Mat 27,57-61;


La conclusione a cui giunge la dottrina cattolica espressa nel commento precedente, per cui questa altra Maria aveva due figli, ovvero Giacomo e Giuseppe, si basa invece sulla terza affermazione di Matteo a tal riguardo, di nuovo immediatamente prima del testo precedente, in Mat 27,56.

Tra di loro erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

Mat 27,54 Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio». 27,55 C’erano là molte donne che guardavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; 27,56 tra di loro erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. Mat 27,54-56;


Qui siamo dopo la morte del Signore sulla croce e anche qui erano presenti Maria Maddalena e l’altra Maria che guardavano da lontano insieme alla madre dei figli di Zebedeo e a molte altre donne. E qui Matteo esplicita che questa Maria, che nel prosieguo chiama solo più "l’altra Maria", è la madre di Giacomo e di Giuseppe. Questo viene confermato espressamente anche nei passaggi paralleli di Marco.

Maria madre di Giacomo il minore e di Iose.

Mar 15,40 Vi erano pure delle donne che guardavano da lontano. Tra di loro vi erano anche Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo il minore e di Iose, e Salome, 15,41 che lo seguivano e lo servivano da quando egli era in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. Mar 15,40-41;

Maria, madre di Iose.

Mar 15,42 Essendo già sera (poiché era la Preparazione, cioè la vigilia del sabato), 15,43 venne Giuseppe d’Arimatea, illustre membro del Consiglio, il quale aspettava anch’egli il regno di Dio; e, fattosi coraggio, si presentò a Pilato e domandò il corpo di Gesù. 15,44 Pilato si meravigliò che fosse già morto; e dopo aver chiamato il centurione, gli domandò se Gesù era morto da molto tempo; 15,45 avutane conferma dal centurione, diede il corpo a Giuseppe. 15,46 Questi comprò un lenzuolo e, tratto Gesù giù dalla croce, lo avvolse nel panno, lo pose in una tomba scavata nella roccia; poi rotolò una pietra contro l’apertura del sepolcro. 15,47 E Maria Maddalena e Maria, madre di Iose, stavano a guardare il luogo dov’era stato messo. Mar 15,42-47;


Qui veniamo a sapere anche che Giacomo, uno dei figli dell’altra Maria, era soprannominato "il minore". Il fatto che il secondo figlio venga chiamato Iose anziché Giuseppe è una peculiarità di Marco e ricorre in totale per tre volte in questo Vangelo. Se confrontiamo ora Mat 27, 54-56 più sopra con il passo di Mar 15,40, riconosciamo un’altra particolarità: la madre dei figli di Zebedeo – come la chiama Matteo in Mat 27,56 – qui in Marco viene chiamata per nome, "Salome".

Lo ritroviamo anche in seguito, in Mar 16,1, dove – come per Mat 27,56 – vengono menzionate di nuovo Maria Maddalena e (l’altra) Maria, la madre di Giacomo (e di Iose/Giuseppe). Mentre Matteo menziona la terza come la madre dei figli di Zebedeo, senza citarne il nome, Marco la chiama per nome, Salome, sia in Mar 15,40 che in Mar 16,1 qui di seguito:

Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi.

Mar 16,1 Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù. Mar 16,1;


(Vedi anche la tabella alla fine del documento: "Le donne intorno a Gesù.")

UE infine nel Vangelo di Giovanni riceviamo un’ulteriore informazione su quest’altra Maria. In Giov 19,25-27 si riferisce la morte del Signore sulla croce, come anche sopra in Mat 27,56 e Mar 15,40. Come Matteo e Marco, anche Giovanni conferma la presenza di Maria Maddalena, oltre a quella della madre di Gesù. Ma mentre Matteo chiama l’altra Maria "Maria, madre di Giacomo e Giuseppe" e Marco "Maria, madre di Iose", Giovanni la chiama "Maria di Cleopa".

Sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena

Giov 19,25 Presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena. 19,26 Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» 19,27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua. Giov 19,25-27;


Il fatto che qui Giovanni – a differenza degli altri evangelisti - nomini anche la madre del Signore, è dovuto probabilmente al fatto che egli stava presso la croce insieme a lei, ovvero a distanza di conversazione (Giov 19,26), mentre le altre donne guardavano "da lontano" (Mat 27,55; Mar 15,40). Ma Giovanni parla anche della "sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena" e con questo intende la sorella della madre del Signore. Tuttavia, anche tra gli esegeti non vi è accordo se questa sia un’identificazione unica oppure se si tratti di due donne: la sorella della madre del Signore e Maria di Cleopa.

Sulla base dei testi paralleli, alcuni ritengono che in questo passo sia Matteo che Marco nominino Salome, la madre dello stesso Giovanni, che questi non voleva citare per nome per motivi di riserbo e che quindi cita solo come sorella della madre del Signore. I sostenitori di questa posizione argomentano plausibilmente che altrimenti nella famiglia di Maria avrebbero dovuto esserci due sorelle con lo stesso nome, il che è piuttosto improbabile.

L’altra posizione sottolinea come proprio i casi di omonimia siano noti in tutto il NT e proprio per questo vi siano anche molti soprannomi. Anche nell’affermazione: "la sorella di sua madre, Maria di Cleopa" non viene vista alcuna indicazione al fatto che non possa trattarsi della stessa persona. 1) Pertanto ritengono che si tratti di Maria di Cleopa che doveva essere la sorella della madre del Signore. E se si tiene a mente quest’ultima interpretazione, i figli di questa Maria, ovvero Giacomo e Iose/Giuseppe, sarebbero cugini del Signore, e ad un’osservazione superficiale se ne potrebbe dedurre l’interpretazione sostenuta dagli autori cattolici citati all’inizio.

Così abbiamo ora identificato piuttosto chiaramente l’altra Maria: era una fedele discepola di Gesù, e come Maria Maddalena stava presso la croce alla morte del Signore ed era sempre presente durante la deposizione da parte di Giuseppe di Arimatea, la Risurrezione e presso il sepolcro vuoto. Probabilmente era la sorella della madre del Signore e aveva due figli: Giacomo, detto anche il minore, e Iose/Giuseppe. Ed era la moglie di Cleopa. Dunque, mentre siamo ben informati sulla madre, sui figli abbiamo ancora ben poche indicazioni.

Una circostanza che potrebbe aiutarci in questo caso è il fatto che questa Maria - fatta eccezione per Giovanni – viene sempre identificata con i suoi figli. Questo naturalmente ci aiuta in primo luogo a distinguerla da Maria, la madre del Signore. Ma proprio per garantire questa distinzione, anche i figli devono aver avuto un certo grado di notorietà nella chiesa di Gerusalemme. Pertanto ci si potrebbe aspettare che i figli vengano citati anche in altri passi del NT. E se osserviamo i dodici apostoli del Signore, ne troviamo due col nome Giacomo. Uno è il figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, mentre l’altro viene chiamato "Giacomo d’Alfeo".

Giacomo d’Alfeo e Taddeo.

Mat 10,2 I nomi dei dodici apostoli sono questi: il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; 10,3 Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d’Alfeo e Taddeo; 10,4 Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, quello stesso che poi lo tradì. Mat 10,2-4;

Mar 3,16 Costituì dunque i dodici, cioè: Simone, al quale mise nome Pietro; 3,17 Giacomo, figlio di Zebedeo e Giovanni, fratello di Giacomo, ai quali pose nome Boanerges, che vuol dire figli del tuono; 3,18 Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo 3,19 e Giuda Iscariot, quello che poi lo tradì. Mar 3,16-19;


La possibilità che questo Giacomo sia dunque figlio dell’altra Maria pare destinata a fallire per il fatto che viene definito figlio di Alfeo, mentre il marito dell’altra Maria viene chiamato Cleopa. Questa contraddizione viene però spiegata dal teologo e pastore evangelico Fritz Rienecker nell’esaustivo Lexikon zur Bibel [Dizionario enciclopedico della Bibbia], dove scrive:

"Cleopa è ... una forma greca del nome aramaico Chalpai, che può essere reso anche con Alfeo. Cleopa quindi sarebbe identico ad Alfeo, il padre dell’apostolo Giacomo".
(Fritz Rienecker, teologo, autore e pastore evangelico, Lexikon zur Bibel [Dizionario enciclopedico della Bibbia] 1974, pag. 779)


In questo modo avremmo un legame tra l’apostolo Giacomo, figlio di Alfeo, e l’altra Maria, moglie di Cleopa/Alfeo. Tra i dodici apostoli troviamo però un altro apostolo che sembra essere imparentato con l’altra Maria. Come per Pietro e suo fratello Andrea o Giacomo, figli di Zebedeo, e suo fratello Giovanni, nell’elenco degli apostoli qui sopra in Matteo e in Marco viene sempre annoverato insieme a Giacomo, figlio di Alfeo, anche un "Taddeo".

Se dunque consultiamo l’elenco in Luca e negli Atti degli Apostoli, vediamo che questo apostolo non viene chiamato Taddeo, bensì "Giuda, figlio di Giacomo". Qui si nota come Taddeo – chiaramente per distinguerlo da Giuda Iscariota – era solo un soprannome di Giuda, figlio di Giacomo e pertanto è chiaro che entrambi, il padre Giacomo (e il figlio dell’altra Maria) e suo figlio Giuda, erano tra i dodici apostoli. Negli scritti più antichi questo Giuda aveva persino un terzo soprannome: in Mat 10,3 viene chiamato "Giacomo d’Alfeo e Taddeo".

Giuda, figlio di Giacomo.

Luca 6,13 Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: 6,14 Simone, che chiamò anche Pietro, e suo fratello Andrea; Giacomo e Giovanni; Filippo e Bartolomeo; 6,15 Matteo e Tommaso; Giacomo, figlio d’Alfeo, e Simone, chiamato Zelota; 6,16 Giuda, figlio di Giacomo, e Giuda Iscariota, che divenne traditore. Luca 6,13-16;

Giuda di Giacomo.

Atti 1,13 Quando furono entrati, salirono nella sala di sopra dove di consueto si trattenevano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d’Alfeo e Simone lo Zelota, e Giuda di Giacomo. 1,14 Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui. Atti 1,13-14;


Infine sarebbe assolutamente possibile che tra gli apostoli ci fosse anche un altro figlio di questa famiglia. L’apostolo Matteo, che sopra in Mat 10,3 viene chiamato con il soprannome "il pubblicano", si chiamava in realtà Levi, come veniamo a sapere dalla sua chiamata in Mar 2,14 e Luca 5,27.

La chiamata di Levi, il pubblicano.

Luca 5,27 Dopo queste cose, egli uscì e notò un pubblicano, di nome Levi, che sedeva al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». 5,28 Ed egli, lasciata ogni cosa, si alzò e si mise a seguirlo. 5,29 Levi gli preparò un grande banchetto in casa sua; e una gran folla di pubblicani e di altre persone erano a tavola con loro. 5,30 I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai discepoli di Gesù: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?» 5,31 Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, bensì i malati. 5,32 Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento». Luca 5,27-32;

Levi, il pubblicano, figlio d’Alfeo.

Mar 2,13 Gesù uscì di nuovo verso il mare; e tutta la gente andava da lui, ed egli insegnava loro. 2,14 E, passando, vide Levi, figlio d’Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, lo seguì. 2,15 Mentre Gesù era a tavola in casa di lui, molti pubblicani e peccatori erano anch’essi a tavola con lui e con i suoi discepoli; poiché ce n’erano molti che lo seguivano. 2,16 Gli scribi che erano tra i farisei, vedutolo mangiare con i pubblicani e con i peccatori, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangia con i pubblicani e i peccatori2,17 Gesù, udito questo, disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori». Mar 2,13-17;


E poi sopra anche Marco si riferisce a lui in Mar 2,14 come uno dei figli di Alfeo. Pertanto si può ritenere assolutamente che anche al padre dell’apostolo Matteo sarebbe stato dato un soprannome per distinguerlo, se non fosse stato identico ad Alfeo, padre dell’apostolo Giacomo. Dato che così non è, si conferma l’ipotesi che si tratti dello stesso Alfeo e che quindi gli apostoli Giacomo e Matteo (Levi) fossero suoi figli.

(Vedi anche la tabella alla fine del documento: "I soprannomi dei dodici apostoli.")

Per concludere l’argomento dell’altra Maria e della sua famiglia, ecco una panoramica delle relazioni individuate sotto forma di tabella.



L’altra Maria e i suoi figli.


Maria, la madre di

(Mar 15:40.47; Mar 16:1; Mat 27:56; Luca 24:10.12;)


Maria, moglie di Cleopa (Alfeo)

(Giov 19:25;)


Gli aoistoli

(Mat 10:3; Mar 3:18; Luca 6:15-16; Atti 1:13;)


Giacomo (il minore)

Iose (Giuseppe)











la fratella della madre del Signore




The other Mary

Mat 27:61; Mat 28:1;









James,
son of Alphaeus

Judas (Thaddaeus),
son
of James




Levi (Matthew),
son of Alphaeus




Sulla base di quest’analisi è stato possibile quanto meno far un po’ più di chiarezza sul contesto di Maria, moglie di Cleopa/Alfeo, distinguendolo da quello di Maria, madre del Signore. Tuttavia, questo non dimostra ancora che Gesù non avesse fratelli e sorelle. Al contrario, tramite questa distinzione è possibile solo concentrarsi su quelle persone che erano effettivamente i figli di Maria e fratelli del Signore, ed escludere coloro che devono essere identificati come figli di Alfeo e dell’altra Maria.

L’argomentazione cattolica citata all’inizio parte dal presupposto che quei testi della Bibbia che parlano di fratelli e sorelle di Gesù, non riguardano Maria, la madre del Signore, ma sono semplicemente parenti stretti. Per poter verificare quest’ipotesi osserviamo alcuni di questi passi:

«Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti».

Mqt 12,46 Mentre Gesù parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli che, fermatisi di fuori, cercavano di parlargli. 12,47 E uno gli disse: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti». 12,48 Ma egli rispose a colui che gli parlava: «Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?» 12,49 E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 12,50 Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre». Mat 12,46-50;

I fratelli e le sorelle di Gesù a Nazareth.

Mat 13,55 Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 13,56 E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?»Mat 13,55-56;


L’indicazione che – similmente all’ebraico – anche il termine greco utilizzato qui per fratello (adelphos) possa indicare sia fratello che parente stretto è perfettamente corretta. Per altro conosciamo questo uso specifico del termine "fratello" anche in tedesco e pure in italiano: anche noi diciamo "per me era come un fratello" oppure "è un fratello in Cristo", senza con ciò intendere effettivamente fratelli o sorelle di sangue. E proprio come in tedesco e in italiano è possibile riconoscere dal contesto della frase che non si tratta effettivamente di fratelli di sangue, anche in greco il contesto fornisce informazioni sul grado effettivo di parentela esistente.

Tuttavia, nel catechismo cattolico si dà l’impressione che in greco non esistesse un termine equivalente per "parenti" e che pertanto gli autori dovessero utilizzare obbligatoriamente il termine "fratelli" per designare i parenti stretti. Ma non è così. La parola "syngeneis" in greco indica proprio i parenti stretti, quelli che il catechismo cattolico vuole attribuire a "fratelli". Un buon esempio al riguardo lo troviamo in Luca 21,16:

Genitori, fratelli e parenti.

Luca 21,16 Voi sarete traditi perfino da genitori, fratelli, parenti e amici; faranno morire parecchi di voi;; Luca 21,16;


Qui abbiamo i termini "genitori" (greco: geneis), "fratelli" (greco: adelphos) e "parenti" (greco: syngeneis). E questo termine syngeneis (parenti) non è un caso isolato, ma viene utilizzato relativamente spesso nel NT, ad es. in Luca 1,36; 1,58; 2,44; 14,12; Atti 10,24; Rom 16,7.11.21 ecc. ecc. Pertanto non sussiste alcun motivo per ritenere che gli evangelisti in Mat 12,47 e Mar 3,32 con la frase:

"Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano"

abbiano semplicemente scelto i termini "fratelli" e "sorelle" in mancanza di un termine greco specifico per "parenti". 

In base al suddetto criterio del contesto della frase, cioè alla precedente citazione della madre e all’esplicita specificazione "i tuoi fratelli e le tue sorelle", risulta evidente che si tratti effettivamente dei fratelli e delle sorelle di sangue del Signore, i figli e le figlie di sua madre Maria. Proprio le parole del Signore più sopra in Mat 12,50 "Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre" perderebbero di forza se non fossero stati effettivamente i suoi fratelli e sorelle di sangue. Tuttavia, si pone la domanda se questi fratelli possano coincidere con Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda, i figli di Maria citati in Mat 13,55. Il noto teologo, autore e pastore evangelico Fritz Rienecker dà una risposta chiaramente affermativa a questa domanda.



(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(La visione evangelica della Madre del Signore. / Lexikon zur Bibel [Dizionario enciclopedico della Bibbia], Fritz Rienecker 1974 )

Sin dall’inizio ci sono state differenze di opinione in merito alla questione su chi si dovesse intendere a questo riguardo con fratelli e sorelle. La chiesa romana ha sempre insegnato che Maria è rimasta vergine per tutta la vita e che i fratelli e sorelle citati nel NT erano in realtà dei parenti. Per il resto si ritiene in generale, a ragione, che questi fratelli e sorelle siano figli di Giuseppe e Maria, nati dopo la nascita di Gesù. Vengono citati come fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda. Da principio non credevano nella missione divina di Gesù (Giov 7,5), ma dopo la Risurrezione le cose sono cambiate. Gesù è apparso a Giacomo (1Cor 15,7). I fratelli del Signore erano con Maria nella cerchia degli apostoli (Atti 1,14). Giacomo ha assunto la guida della chiesa di Gerusalemme quando gli apostoli hanno abbandonato la città (Atti 12,17; 15,13). Egli è l’autore della lettera di Giacomo (Gia 1,1), Giuda è l’autore della lettera di Giuda (Giuda 1). Di Giuseppe (in alcuni testi detto anche Iose o Ioses, cfr. Mar 15,47) e Simone non si sa altro.

(Fritz Rienecker, teologo e pastore evangelico, Lexikon zur Bibel [Dizionario enciclopedico della Bibbia] 1974, pag. 148)



Vi sono fondamentalmente tre motivi per cui viene fatta sempre confusione tra i figli di Maria, madre del Signore, e quelli dell’altra Maria, moglie di Cleopa/Alfeo. Da un lato il fatto che portino lo stesso nome conduce alcuni lettori superficiali alla conclusione errata che si tratti della stessa persona. Dall’altro, entrambe le donne hanno figli di nome Giacomo e Giuseppe, e spesso anche Giuda, il fratello del Signore, viene confuso con l’apostolo Giuda, figlio di Giacomo e nipote della moglie di Cleopa/Alfeo, che in Mat 10,3 e Mar 3,18 non viene chiamato Giuda bensì Taddeo, creando così ancora più confusione.

Molte traduzioni – ovviamente nell’errata convinzione che si tratti dell’autore della lettera di Giuda – arrivano persino a tradurre Luca 6,16 con "fratello di Giacomo" (ad es. Elberfelder, King James, Darby), anziché con la dicitura corretta di "figlio di Giacomo" (come Lutero, Herder, Bibbia del Giubileo, NAS, RSV), come si può leggere anche in Atti 1,13. E ciò nonostante in questo punto il testo originale greco non contenga da nessuna parte la denominazione "fratello" (greco: adelphos) e pertanto secondo l’interpretazione greca qui si deve tradurre effettivamente con "figlio di Giacomo".

Infine, anche il commento di Paolo in Gal 1,19 che afferma di non aver visto nessun altro degli apostoli a parte Giacomo, il fratello del Signore, conduce a conclusioni errate.

Non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore.

Gal 1,18 Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni; 1,19 e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore. Gal 1,18-19;


L’affermazione di Paolo che non ha visto "nessun altro degli apostoli" tranne Giacomo, sembra indicare che questo Giacomo, fratello del Signore, era un apostolo e dovrebbe quindi essere possibile individuarlo nelle ripetute elencazioni dei dodici apostoli nel NT. Se osserviamo i nomi dei dodici apostoli ne troviamo due con il nome Giacomo.

I dodici apostoli.

Mat 10,2 I nomi dei dodici apostoli sono questi: il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; 10,3 Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d’Alfeo e Taddeo; 10,4 Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, quello stesso che poi lo tradì. Mat 10, 2- 4;

Mar 3,16 Costituì dunque i dodici, cioè: Simone, al quale mise nome Pietro; 3,17 Giacomo, figlio di Zebedeo e Giovanni, fratello di Giacomo, ai quali pose nome Boanerges, che vuol dire figli del tuono; 3,18 Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo 3,19 e Giuda Iscariot, quello che poi lo tradì. Mar 3,16-19;

Luca 6,13 Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: 6,14 Simone, che chiamò anche Pietro, e suo fratello Andrea; Giacomo e Giovanni; Filippo e Bartolomeo; 6,15 Matteo e Tommaso; Giacomo, figlio d’Alfeo, e Simone, chiamato Zelota; 6,16 Giuda, figlio di Giacomo, e Giuda Iscariota, che divenne traditore. Luca 6,13-16;


Il primo Giacomo è fratello dell’apostolo Giovanni ed entrambi sono figli di Zebedeo e di sua moglie Salome e quindi non può essere fratello del Signore. Il secondo Giacomo lo troviamo identificato già in precedenza come figlio di Maria, moglie di Cleopa/Alfeo, pertanto per lui vale lo stesso criterio e anche lui deve essere scartato. Tra i dodici apostoli non c’è quindi nessuno che si chiama Giacomo che potrebbe essere il fratello del Signore. Dato che l’elenco dei nomi dei dodici apostoli ricorre più volte nel NT e si può quindi escludere che sia incompleto o sbagliato, è da verificare l’affermazione di Paolo in Gal 1,19 secondo la quale il Giacomo che ha visto era un apostolo.

L’espressione greca apostolos per apostolo significa in sostanza inviato, messaggero e questo titolo è stato riservato dal Signore ai dodici discepoli eletti. Tuttavia, anche Paolo chiama se stesso più volte "apostolo di Cristo" e anche Barnaba, che ha collaborato strettamente con i dodici apostoli senza tuttavia essere uno di loro, viene definito "apostolo" da Paolo in 1Cor 1,1. È dunque ovvio che proprio Paolo, che chiaramente aveva adottato il termine "apostolo" in senso più ampio e l’aveva utilizzato anche al di fuori del gruppo dei dodici, aveva visto in Giacomo un apostolo che, proprio come lui, non faceva parte dei dodici.

In questo modo sappiamo quindi che il Giacomo citato da Paolo in Gal 1,19 non era uno dei dodici apostoli, ma non si può negare che fosse comunque un fratello del Signore senza distorcere le parole di Paolo. Per avere ulteriori dettagli dobbiamo provare a riprendere le fila del discorso partendo dalla fine. A differenza dei figli di Maria, moglie di Cleopa/Alfeo, nel NT abbiamo alcuni passi che attestano chiaramente come i figli di Maria, madre del Signore, all’inizio dell’attività del Signore non credessero in lui e addirittura ne avessero preso le distanze.

Il primo è la testimonianza in Mar 3,20-21 e 3,31-35. Era stato riferito alla famiglia del Signore che egli predicava il regno di Dio in mezzo ad una grande folla.

I suoi parenti, udito ciò, vennero per prenderlo, perché dicevano: «È fuori di sé».

Mar 3,20 Poi entrò in una casa e la folla si radunò di nuovo, così che egli e i suoi non potevano neppure mangiare. 3,21 I suoi parenti, udito ciò, vennero per prenderlo, perché dicevano: «È fuori di sé». Mar 3,20-21;


Quando sua madre, i suoi fratelli e sorelle sentono ciò, non lo difendono in alcun modo, bensì si schierano immediatamente dalla parte dei calunniatori e vanno subito a prenderlo per portarlo a casa.

«Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano».

Mar 3,31 Giunsero sua madre e i suoi fratelli; e, fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare. 3,32 Una folla gli stava seduta intorno, quando gli fu detto: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano». 3,33 Egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?» 3,34 Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 3,35 Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre». Mar 3,31-35;


Una conferma di questa posizione della famiglia del Signore nei suoi confronti la troviamo anche in Giovanni. Egli afferma esplicitamente:

Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui.

Giov 7,3 Perciò i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qua e va’ in Giudea, affinché i tuoi discepoli vedano anch’essi le opere che tu fai. 7,4 Poiché nessuno agisce in segreto, quando cerca di essere riconosciuto pubblicamente. Se tu fai queste cose, manifèstati al mondo». 7,5 Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui. Giov 7,3-5;


Da queste affermazioni possiamo dedurre senza dubbio che la madre del Signore aveva sicuramente altri figli e pertanto il Signore aveva fratelli e sorelle di sangue, che però non hanno risposto alla sua chiamata e – almeno fino a questo momento – non erano credenti. E così si avverano anche le parole che il Signore ha pronunciato nella sua patria, Nazaret, alla folla e sicuramente anche ai suoi fratelli:

«Nessun profeta è disprezzato se non nella sua patria, fra i suoi parenti e in casa sua».

Mar 6,3 Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?» E si scandalizzavano a causa di lui. 6,4 Ma Gesù diceva loro: «Nessun profeta è disprezzato se non nella sua patria, fra i suoi parenti e in casa sua». 6,5 E non vi poté fare alcuna opera potente, ad eccezione di pochi malati a cui impose le mani e li guarì. 6,6 E si meravigliava della loro incredulità. Mar 6,3-6;


Il cambiamento – almeno per Giacomo, fratello del Signore, che anche Paolo aveva incontrato molti anni dopo a Gerusalemme – è avvenuto evidentemente solo dopo la morte e la Risurrezione del Signore. Paolo ne parla nella sua prima lettera ai Corinzi:

Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli.

1Cor 15,3 Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; 15,4 che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; 15,5 che apparve a Cefa, poi ai dodici. 15,6 Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. 15,7 Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; 15,8 e, ultimo di tutti, apparve anche a me, come all’aborto; 15,9 perché io sono il minimo degli apostoli, e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio. 1Cor 15,3-9;


Dunque dopo la Risurrezione il Signore è apparso ai dodici apostoli e poi a Giacomo, e ciò ha provocato la conversione alla fede di Giacomo, come è avvenuto anche per lo stesso Paolo (a proposito, qui viene confermata anche la nostra ipotesi precedente, ovvero che Paolo fa distinzione tra i dodici e gli altri apostoli). Come dimostrato in molti scritti, in seguito Giacomo è diventato uno degli uomini più in vista nella chiesa di Gerusalemme. Nel concilio apostolico di Gerusalemme è stato colui che ha dovuto prendere la decisione finale nella disputa tra i giudeocristiani, che predicavano la circoncisione, e Paolo e Barnaba, che non la ritenevano necessaria. Dopo che gli apostoli e gli anziani avevano ascoltato le argomentazioni di entrambe le parti e nonostante il chiaro discorso di Pietro, evidentemente non sapevano bene cosa decidere e Giacomo ha preso la parola.

Quando ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: Fratelli, ascoltatemi.

Atti 15,13 Quando ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: 15,14 «Fratelli, ascoltatemi: Simone ha riferito come Dio all’inizio ha voluto scegliersi tra gli stranieri un popolo consacrato al suo nome. 15,15 E con ciò si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: 15,16 "Dopo queste cose ritornerò e ricostruirò la tenda di Davide, che è caduta; e restaurerò le sue rovine, e la rimetterò in piedi, 15,17 affinché il rimanente degli uomini e tutte le nazioni, su cui è invocato il mio nome, cerchino il Signore, dice il Signore che fa queste cose, 15,18 a lui note fin dall’eternità". 15,19 Perciò io ritengo che non si debba turbare gli stranieri che si convertono a Dio; 15,20 ma che si scriva loro di astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agli idoli, dalla fornicazione, dagli animali soffocati, e dal sangue. 15,21 Perché Mosè fin dalle antiche generazioni ha in ogni città chi lo predica nelle sinagoghe dove viene letto ogni sabato». Atti 15,13-21;


L’approccio di Giacomo qui presentato è stato confermato anche dagli apostoli e dagli anziani, che hanno dato incarico a Paolo e ad alcuni fratelli di predicare nelle altre chiese solo i precetti introdotti da Giacomo e non più la circoncisione. Anche in seguito, quando Paolo giunge con i fratelli a Gerusalemme e viene poi fatto prigioniero dai Romani, si reca prima da Giacomo e tutti gli anziani li raggiungono.

Il giorno seguente, Paolo si recò con noi da Giacomo; e vi si trovarono tutti gli anziani.

Atti 21,18 Il giorno seguente, Paolo si recò con noi da Giacomo; e vi si trovarono tutti gli anziani. 21,19 Dopo averli salutati, Paolo si mise a raccontare dettagliatamente quello che Dio aveva fatto tra i pagani, per mezzo del suo servizio. 21,20 Ed essi, dopo averlo ascoltato, glorificavano Dio. Poi, dissero a Paolo: «Fratello, tu vedi quante migliaia di Giudei hanno creduto; e tutti sono zelanti per la legge. Atti 21,18-20;


Quando l’altro Giacomo, il figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, viene decapitato da Erode, anche Pietro viene catturato. Quando Pietro riesce a fuggire dalla prigione grazie a un miracolo, prima della sua fuga incarica alcuni fratelli di far sapere queste cose a Giacomo e ai fratelli a Gerusalemme.

Fate sapere queste cose a Giacomo e ai fratelli.

Atti 12,17 Ma egli, con la mano, fece loro cenno di tacere e raccontò in che modo il Signore lo aveva fatto uscire dal carcere. Poi disse: «Fate sapere queste cose a Giacomo e ai fratelli». Quindi uscì e se ne andò in un altro luogo. Atti 12,17;


Come già riportato in precedenza, nella lettera al Galati Paolo racconta che tre anni dopo la sua conversione sulla via di Damasco era tornato a Gerusalemme per conoscere Pietro. In quell’occasione aveva visto per la prima volta anche Giacomo, il fratello del Signore.

Non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore.

Gal 1,18 Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni; 1,19 e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore. 1,20 Ora, riguardo a ciò che vi scrivo, ecco, vi dichiaro, davanti a Dio, che non mento. Gal 1,18-20;


Fu solo quattordici anni dopo torna di nuovo a Gerusalemme e viene pienamente riconosciuto dagli apostoli. Quindi Paolo conferma che Giacomo, insieme a Pietro e Giovanni, figli di Zebedeo, erano considerati colonne della chiesa di Gerusalemme (vedi anche Gal 2,12).

Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne.

Gal 2,9 riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi; Gal 2,9;


Tutte queste affermazioni confermano che Giacomo – il fratello del Signore, come conferma Paolo sopra in Gal 1,19 – a quel tempo era alla guida della chiesa di Gerusalemme. Pertanto doveva essere anche l’autore della lettera di Giacomo, come suo fratello Giuda doveva essere l’autore della lettera di Giuda (Giuda 1,1). Degli altri due fratelli del Signore, Giuseppe e Simone, non si sa altro.

Tuttavia, in Atti 1,14 apprendiamo che, dopo l’ascensione del Signore, la madre di Gesù con i suoi fratelli insieme agli apostoli e ad alcune donne – tra cui sicuramente anche Maria Maddalena, Maria di Cleopa/Alfeo e Salome, moglie di Zebedeo – perseveravano nella preghiera.

Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui.

Atti 1,13 Quando furono entrati, salirono nella sala di sopra dove di consueto si trattenevano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d’Alfeo e Simone lo Zelota, e Giuda di Giacomo. 1,14 Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui. Atti 1,13-14;


Pertanto il commento sopracitato di Fritz Rienecker può essere sottoscritto in pieno. Per concludere quindi l’argomento di Maria, madre del Signore e dei suoi fratelli e sorelle, ecco una panoramica della relazioni individuate sotto forma di tabella.



Maria, la madre del Signore e i suoi figli.


Mat 13:55; Mar 6:13
Maria, la madre di Gesù
e i suoi fratelli



Gal 1:18

Giacomo


Gia 1:1
L’autore della
lettera di Giacomo



Giuda 1:1
L’autore della
lettera di Giuda



Giacomo

Iose/Ioses/Giuseppe
Simone
Giuda



Mat 12:46; Mar 3:31;
Luca 8:19; Giov 7:3-6
Incredulità dei fratelli

Giov 2:12; Atti 1:14
La madre di Gesù
e i suoi fratelli





Giacomo,
fratello del Signore






1Cor 16:7
Il Signore appare
a Giacomo


Gal 2:9; Atti 12:17;
Atti 15:13; 21:18
Giacomo, colonna della
chiesa di Gerusalemme




Giacomo, ,
servo di Dio 





















Giuda,
fratello di Giacomo















Le donne intorno a Gesù.



Unzione
di Betania
I veri
parenti
Incredulità
a Nazareth
Morte sulla
croce
Deposizione Al sepolcro
vuoto
Apparizione
di Gesù
C H I S C R I T T I

Maria, la madre di Gesù









Mat 12:47
Mar 3:32



Mat 13:55
Mar 6:3



Giov 19:25



















Maria Maddalena























Mat 27:56
Mar 15:40

Giov 19:25


Mat 27:61
Mar 15:47

Giov 19:25


Mat 28:1
Mar 16:1
Luca 24:10
Giov 20:1



Mar 16:9

Giov 20:18


Maria, madre di Giacomo e di Giuseppe

   l’altra Maria, una discepola
   la moglie di Cleopa (Alfeo?)
   (sorella di Maria, madre di Gesù?)























Mat 27:56
Mar 15:40

Giov 19:25



Mat 27:61
Mar 15:40




Mar 16:1
Mat 28:1

Luca 24:10









Salome, madre dei figli di Zebedeo

   (sorella di Maria, madre di Gesù?)

















 Mar 15:40
Mar 15:40
Giov 19:25








Mar 6:1








Maria di Betania


Giov 12:3






















I soprannomi dei dodici apostoli.



Matteo
10:2-4
Marco
3:16-19
Luca
6:13-16
Atti
1:13-14

Simone
Andrea
Giacomo
Giovanni
Filippo
Tommaso
Bartolomeo
Levi, figlio di Adelfo
Giacomo
Simone
Giuda
(Giuda)


Pietro
fratello di Simone
figlio di Zebedeo
fratello di Giacomo
-
-
-
Matteo, il pubblicano
figlio di Alfeo
il Cananeo (Zelota)
Lebbeo, Taddeo
l’Iscariota


Pietro
-
figlio di Zebedeo
fratello di Giacomo
-
-
-
Matteo
figlio di Alfeo
il Cananeo (Zelota)
Taddeo
Iscariota


Pietro
fratello di Simone
-
-
-
-
-
Matteo
figlio di Alfeo
lo Zelota
figlio di Giacomo
Iscariota


Pietro
-
-
-
-
-
-
Matteo
figlio di Alfe
lo Zelota
figlio di Giacomo
/





1) Nota:
Dato che questa discussione sul testo in Giov 19,25 non è più significativa per il nostro tema, vorrei solo far presente un dettaglio che probabilmente offrirà anche al lettore l’occasione di formulare un proprio giudizio sull’interpretazione di questa frase.

Ecco ancora una volta il testo di questo verso per riportarlo alla mente:

Giov 19,25 Presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena.


È importante notare come l’originale greco sia quasi identico:

"sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria, la Maddalena"

Leggendo ora il testo senza pregiudizi, si ha la sensazione – nonostante tutte le argomentazioni contrarie – che le prime due parti della frase siano legate tra loro e che la ‘Maria di Cleopa’ sia effettivamente la sorella della madre di Gesù.

Il motivo di ciò, che viene percepito piuttosto inconsapevolmente, è il seguente: all’inizio dell’elencazione, dopo la prima persona, ‘sua madre’, prima di citare la ‘sorella di sua madre’, Giovanni aggiunge una ‘e’. E così anche prima di nominare Maria Maddalena.

Invece, prima di nominare ‘Maria di Cleopa’, manca questa ‘e’ di separazione. E questa particolarità tiene unite le due parti della frase e fa sì che appaiano concatenate. E questo – come sembra – non solo per noi oggi, ma anche allora per Giovanni. Per questo egli ha scritto proprio così. Perché ‘Maria di Cleopa’ era la sorella della madre di Gesù.