Quando il credente riceve lo
Spirito Santo? / Presa di posizione della guida TUGA 00, 10-05-2001
Il ricevimento dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo e il
peccato.
La contristazione dello Spirito
Santo.
I discepoli di Atti 19,1-7 non sono
cristiani? / Commento anonimo 30-06-2003
Lo Spirito Santo è permanente nel
credente? / Commento di B. Bollmeyer 00, 12-07-2005
Lo spirito della verità sarà con voi
per l’eternità. / Replica di B. Bollmeyer 01, 25-07-2005
La Trinità negata, la falsa Trinità
cattolica e la vera Trinità biblica. Discorso 107
Al momento della sua conversione ogni credente riceve lo Spirito
Santo nella Sua pienezza (Atti 2,38; Efes 1,13). Chi non ha lo Spirito Santo,
non è un Figlio di Dio (Rom 8,9). Non esistono due classi di credenti,
nonostante esistano cristiani nella carne e cristiani nello Spirito. (…)
La pienezza dello Spirito:
Qui nel testo originario si trovano due parole diverse che hanno anche un
significato diverso. La prima parola per "pieno di Spirito Santo" è
pimplemi (Luca 1,15, Giovanni 1,41, Elisabetta; 1,67, Zaccaria;
Atti 2,3, Pentecoste 4,8, Pietro 4,31, i credenti; 9,17 Paolo 13,9
Paolo). Si riferisce a un’autorizzazione speciale per un determinato scopo
concessa da Dio a singoli cristiani attraverso lo Spirito Santo. Questo tipo di
"pienezza dello spirito" è limitata nel tempo, ma può anche essere ripetuta.
La seconda parola per "pieno di Spirito Santo" è pleres (Luca 4,1, Gesù;
Atti 6,3, il diacono; 6,5; 7,55, Stefano; 11,24 Barnaba; 13,52 i
discepoli; Efes 5,18 esortazione ai credenti). Questo tipo di pienezza dello
spirito è uno stato permanente a cui i cristiani dovrebbero aspirare
consapevolmente (Efes 5,18). Tuttavia, ciò succede attraverso una vita
consacrata (Efes 4,5), i cui segni sono l’obbedienza e la frutta, non i doni
spirituali (Galati 5,22).
(Estratto dal punto di vista sul movimento carismatico da parte della guida
della comunità della chiesa libera evangelica di Tulpengasse, Vienna
[TUGA]
https://www.tuga.or.at/)
Il qui commentato punto di vista della guida della comunità di
Tulpengasse di Vienna sui movimenti carismatici è senza dubbio proprio una
necessità nella comunità di oggi. I fratelli e le sorelle devono essere
informati sulle possibili valutazioni errate, e forse persino messi in guardia
dai pericoli che la fede cristiana biblica corre in queste denominazioni.
Nonostante questo chiarimento di conseguenza sia da accogliere con favore e
anche il contenuto sia essenzialmente da apprezzare, purtroppo proprio
l’estratto del punto di vista citato qui sopra contiene alcuni passaggi che
potrebbero lasciare un’impronta problematica – se non addirittura pericolosa –
ad alcuni fratelli e sorelle.
Da un lato qui l’autore postula due tipi di pienezza dello
Spirito – uno permanente e uno transitorio – nonostante immediatamente prima
dichiari: "…Non esistono due classi di credenti". Ma anche la dichiarazione
"Al momento della sua conversione ogni credente riceve lo Spirito Santo nella
Sua pienezza" deve essere verificata in base alla Scrittura. Prendiamo ad
esempio i primi cristiani – i discepoli del Signore. Qui solitamente il
"miracolo della Pentecoste" viene citato come quell’evento in cui tutti i dodici
discepoli furono riempiti di Spirito Santo.
Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti furono riempiti di Spirito Santo.
Atti 2,1 Quando il giorno della Pentecoste
giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. 2,2 Improvvisamente si fece
dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa
dov’essi erano seduti. 2,3 Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si
dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. 2,4 Tutti furono riempiti di
Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava
loro di esprimersi. 2,5 Or a Gerusalemme soggiornavano dei Giudei, uomini
religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo. Atti 2,1-5;
Ora questo momento evidentemente non è quello della loro
conversione, che certamente è avvenuta anni prima,
quando il Signore era ancora in vita. Tuttavia, c’è un altro passaggio biblico,
relativamente poco conosciuto, che dimostra che i discepoli furono riempiti di
Spirito Santo già molto tempo prima – e precisamente attraverso il Signore Gesù
stesso:
Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo.
Giov 20,19 La sera di quello stesso giorno, che era
il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si
trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a
loro, e disse: «Pace a voi!» 20,20 E, detto questo, mostrò loro le mani e il
costato. I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono. 20,21
Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato,
anch’io mando voi».
20,22 Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo.
20,23 A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete,
saranno ritenuti». Giov 20,19-23;
Fu immediatamente dopo il Suo ritorno dal Padre sulla terra,
quando il Signore apparve per la prima volta ai discepoli, e qui soffiò sui
discepoli e disse: "Ricevete lo Spirito Santo". Questo è stato, dunque, il
momento in cui i discepoli furono effettivamente riempiti di Spirito Santo per
la prima volta.
Tuttavia, anche in questo caso naturalmente non si trattava del momento della
loro conversione. Anche qui si erano convertiti già da anni. E di conseguenza,
dal momento della loro conversione fino a questo istante, evidentemente
non avevano uno Spirito Santo permanente, altrimenti qui il
Signore non avrebbe dovuto soffiarlo su di loro.
Con questo possiamo concludere che la dichiarazione dell’autore di cui sopra:
"Al momento della sua conversione ogni credente riceve lo Spirito Santo nella
Sua pienezza" non è conforme alla Scrittura. Ma la cosa peggiore è che questa
interpretazione insinua un certo automatismo: "Una volta convertito, ho
automaticamente lo Spirito Santo".
E a ciò si lega una certa percezione elitaria di sé di alcuni fratelli e
sorelle, che di conseguenza ci conduce alla dichiarazione successiva: "Chi
non ha lo Spirito Santo, non è un Figlio di Dio". In
questo modo, però, a ogni credente che non ha ancora fatto esperienza dello
Spirito Santo nella sua vita, viene negata la sua fede e il suo personale
rapporto con Dio.
Ciò spesso ha come ulteriore conseguenza il tentativo di alcuni fratelli e
sorelle di colmare questo presunto difetto attraverso finte "manifestazioni"
dello Spirito Santo, il che li spinge direttamente nella direzione da cui
l’autore vuole effettivamente metterli in guardia con il suo punto di vista:
verso i movimenti carismatici.
E di conseguenza è molto importante qui richiamare l’attenzione sul fatto che
con la falsa affermazione: "Chi non ha lo Spirito Santo, non è un Figlio di Dio"
va confutata anche l’argomentazione di cui sopra. Poiché se i discepoli avessero
ricevuto lo Spirito Santo solo dopo la Risurrezione del Signore,
naturalmente prima erano – finché erano con il Signore e fino alla Sua morte
- senza Spirito Santo permanente.. E in base al senso della dichiarazione
dell’autore di cui sopra ciò significherebbe che i discepoli del Signore per
tutti questi anni non sarebbero stati Figli di Dio, non sarebbero stati, dunque,
veri credenti. E per chi conosce i Vangeli, ciò è sicuramente inconcepibile.
Nella sua rappresentazione della "pienezza dello Spirito" l’autore sviluppa poi
la teoria dei due diversi stati del credente in relazione all’immanenza dello
Spirito Santo. Da un lato cita una pienezza dello Spirito "limitata nel tempo",
che però può anche essere ripetuta, e dall’altro parla di una pienezza dello
Spirito come "stato permanente". E per restare all’esempio di cui sopra dobbiamo
chiederci quale tipo di pienezza dello Spirito fosse la discesa dello Spirito
Santo sui discepoli attraverso il Signore dopo la Sua Risurrezione.
In base alla concomitante dichiarazione del Signore: "Come il Padre mi ha
mandato, anch’io mando voi", deve essere quella pienezza dello Spirito che
l’autore descrive come uno "stato permanente". Ma se i discepoli fossero stati
benedetti con la pienezza dello Spirito permanente, ci si chiederebbe d’altra
parte perché i discepoli dovessero nuovamente ricevere lo Spirito Santo per la
Pentecoste.
Una situazione molto simile riguarda Paolo e Barnaba. Nell’estratto riportato
sopra l’autore cita Atti 13,52 come prova del fatto che i discepoli fossero
pieni di Spirito Santo (permanente). Ma come abbiamo appena visto più sopra, non
si trattava di Atti 13,52, ma dell’evento di Pentecoste in Atti 2,4, e ancora
prima della discesa dello Spirito Santo attraverso il Signore in Giov 20,22.
E il fatto che Atti 13,52 non riguardi affatto i 12 discepoli ma unicamente
Paolo e Barnaba che annunciavano la Parola di Dio in Antiochia di Pisidia
(Atti 13,14) si capisce dal contesto di questo passaggio:
Paolo e Barnaba erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
Atti 13,50 Ma i Giudei istigarono le donne pie e
ragguardevoli e i notabili della città, scatenando una persecuzione contro
Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro territorio. 13,51 Allora
essi, scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio, 13,52
mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo. Atti 13,50-52;
In questa occasione Paolo e Barnaba furono, dunque, riempiti di
Spirito Santo. Ma ora proprio di Barnaba si dice che già molto tempo prima, cioè
quando partì verso Tarso a cercare Saulo, già allora era pieno di Spirito Santo.
Barnaba era un uomo buono, pieno di Spirito Santo e partì verso Tarso, a cercare Saulo.
Atti 11,22 La notizia giunse alle orecchie della
chiesa che era in Gerusalemme, la quale mandò Barnaba fino ad Antiochia.
11,23 Quand’egli giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò, e li esortò tutti
ad attenersi al Signore con cuore risoluto, 11,24 perché egli era un uomo
buono, pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla molto numerosa fu
aggiunta al Signore. 11,25 Poi Barnaba partì verso Tarso, a cercare Saulo; e,
dopo averlo trovato, lo condusse ad Antiochia. Atti 11,22-25;
E di conseguenza anche qui ci si chiede perché Barnaba, che già
era pieno di Spirito Santo, abbia ricevuto lo Spirito Santo per la seconda volta
in Antiochia. E anche Paolo non ricevette per la prima volta lo Spirito Santo
solamente in quest’occasione in Antiochia di Pisidia (di cui sopra, Atti 13,52),
ma, com’è universalmente noto, quando era ancora come Saulo sulla via di Damasco
e il Signore gli mandò Anania:
«Fratello Saulo, il Signore ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo».
Atti 9,15 Ma il Signore gli disse: «Va’, perché
egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai
re, e ai figli d’Israele; 9,16 perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per
il mio nome». 9,17 Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani
e disse: «Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada
per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito
di Spirito Santo». 9,18 In quell’istante gli caddero dagli occhi come delle
squame, e ricuperò la vista; poi, alzatosi, fu battezzato. Atti 9,15-18;
Questo passaggio in Atti 9,17 di cui sopra, in cui Paolo per la
prima volta è riempito di Spirito Santo a Damasco, viene però nuovamente citato
dall’autore di cui sopra come prova di una pienezza dello Spirito "limitata nel
tempo", il che non solo lo mette in contraddizione con il contesto rappresentato
a questo proposito – Saulo divenne Paolo e fu mandato dal Signore per la
conversione delle nazioni – ma in questo momento nega a Paolo anche la pienezza
dello Spirito permanente.
Di conseguenza sarebbe molto utile se, in base alla Scrittura, si riuscisse a
rispondere alla domanda relativa a quando effettivamente il devoto cristiano
riceve lo Spirito Santo. I passaggi biblici Atti 2,38 e Efes 1,13, citati
dall’autore come prova, parlano del fatto che ciò succede dopo
la conversione, ma lì non viene menzionato nessun momento più preciso. Potrebbe
essere successo immediatamente o anche più tardi.
E voi riceverete il dono dello Spirito Santo.
Atti 2,38 E Pietro a loro: «Ravvedetevi e ciascuno
di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri
peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. 2,39
Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono
lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà». Atti 2,38-39;
In Cristo avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato.
Efes 1,13 In lui voi pure, dopo aver
ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo
creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era
stato promesso. Efes 1,13;
Inoltre, nella Scrittura troviamo ancora un ulteriore modo in
cui l’essere umano può ricevere lo Spirito Santo:
Perché sarà grande davanti al Signore, e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre.
Luca 1,13 Ma l’angelo gli disse: «Non temere,
Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti
partorirà un figlio, e gli porrai nome Giovanni. 1,14 Tu ne avrai gioia ed
esultanza, e molti si rallegreranno per la sua nascita. 1,15 Perché sarà
grande davanti al Signore. Non berrà né vino né bevande alcoliche, e sarà pieno
di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre; Luca 1,13-15;
Si tratta di Giovanni Battista, di cui l’angelo qui dice che era
pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre. Tuttavia, questa potrebbe
essere stata una situazione eccezionale.
Un altro buon esempio si trova ancora negli Atti degli apostoli. In Atti 8,14-17
viene riferito che "la Samaria aveva accolto la Parola di Dio". Ciò significa
che nel territorio della Samaria le persone si erano convertite alla fede nel
Signore Gesù. E di conseguenza non si erano soltanto convertite, ma erano anche
già state battezzate, come si dice in Atti 8,16.
E nella stessa frase viene confermato anche che lo Spirito Santo non era ancora
disceso su di loro. Qui è di nuovo del tutto evidente che l’affermazione
dell’autore citato di cui sopra: "Senza Spirito Santo non c’è conversione"
rinuncia a qualsiasi fondamento biblico.
Quindi imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo.
Atti 8,14 Allora gli apostoli, che erano a
Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio,
mandarono da loro Pietro e Giovanni. 8,15 Essi andarono e pregarono per loro
affinché ricevessero lo Spirito Santo; 8,16 infatti non era ancora disceso su
alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù.
8,17 Quindi imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo.
Atti 8,14-17;
Questi credenti in Samaria furono "battezzati nel nome del
Signore Gesù", ma non avevano lo Spirito Santo. Proprio questa affermazione è –
tra l’altro – anche una prova inconfutabile che il cristiano non riceve lo
Spirito Santo al battesimo!
E poi qui sopra viene riferito che gli apostoli Pietro e Giovanni furono mandati
appositamente da Gerusalemme in Samaria, affinché lì i fratelli e le sorelle
ricevessero lo Spirito Santo attraverso la preghiera e l’imposizione delle mani.
Da ciò possiamo dedurre due cose:
1. Il credente non riceve automaticamente
lo Spirito Santo, né dopo la sua conversione, né dopo il battesimo.
2. Un modo per ricevere lo Spirito Santo è attraverso la
preghiera e l’imposizione delle mani da parte di fratelli e sorelle fedeli.
Abbiamo anche imparato a conoscere questo modo di procedere già
in Atti 9,17 di cui sopra, quando il Signore mandò Anania da Paolo, il quale poi
ricevette lo Spirito Santo anche con l’imposizione delle mani.
Troviamo un’ulteriore indicazione in Atti 10,44:
Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola.
Atti 10,42 E ci ha comandato di annunciare al
popolo e di testimoniare che egli è colui che è stato da Dio costituito giudice
dei vivi e dei morti. 10,43 Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede
in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome».
10,44 Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che
ascoltavano la Parola. 10,45 E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti
con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche
agli stranieri, 10,46 perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare
Dio. 10,47 Allora Pietro disse: «C’è forse qualcuno che possa negare l’acqua e
impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come
noi?» 10,48 E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Allora
essi lo pregarono di rimanere alcuni giorni con loro. Atti 10,42-48;
Qui non si tratta – come si potrebbe supporre – di non credenti
che sono stati convertiti per la prima volta attraverso la predica di Pietro.
Queste persone erano parenti e amici stretti del centurione Cornelio di Cesarea,
della "coorte detta italica", riuniti nella sua casa per ascoltare la predica di
Pietro. E il fatto che Pietro fosse apparso proprio lì non è un caso.
Questo centurione Cornelio, di cui si dice che era un uomo giusto e timorato di
Dio, così come anche la sua casa era pia e devota, quattro giorni prima aveva
implorato Dio nella sua preghiera di concedergli la conoscenza. E il Signore
stesso in una visione ha ordinato a Pietro, che dimorava nelle vicinanze, di
recarsi da Cornelio. E nonostante a Pietro, in quanto ebreo, costasse molto
mettere piede nella casa di questo centurione romano, vi si recò e predicò la
Parola del Cristo risorto.
E anche qui possiamo rilevare due informazioni:
1. Anche la predica è un mezzo per causare la discesa dello
Spirito Santo, visto che anche qui i non battezzati hanno ricevuto lo Spirito
Santo, e
2. poiché questa predica di Pietro era la risposta del
Signore alla preghiera di Cornelio, anche la preghiera a Dio è da vedere come
una delle possibilità di ricevere il dono dello Spirito Santo.
Nel testo seguente, tratto da Atti 19,1-7, ci viene descritto un
avvenimento che Paolo visse a Efeso.
E, avendo Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro.
Atti 19,1 Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, dopo
aver attraversato le regioni superiori del paese, giunse a Efeso; e vi trovò
alcuni discepoli, 19,2 ai quali disse: «Riceveste lo Spirito Santo quando
credeste?» Gli risposero: «Non abbiamo neppure sentito dire che ci sia lo
Spirito Santo». 19,3 Egli disse loro: «Con quale battesimo siete dunque stati
battezzati?» Essi risposero: «Con il battesimo di Giovanni». 19,4 Paolo disse:
«Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo di
credere in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù». 19,5 Udito questo,
furono battezzati nel nome del Signore Gesù;
19,6 e, avendo Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro
ed essi parlavano in lingue e profetizzavano. 19,7 Erano in tutto circa dodici
uomini. Atti 19;1-7;
Come recita il versetto Atti 19,1, a Efeso Paolo aveva trovato
alcuni discepoli. E qui si potrebbe avere l’impressione che questi 12 uomini non
avessero ricevuto lo Spirito Santo perché erano stati battezzati con il
battesimo sbagliato. Non erano stati battezzati infatti nel nome del Signore
Gesù, ma con il battesimo di Giovanni. Tuttavia, come abbiamo potuto determinare
ripetutamente sopra, anche i credenti non battezzati hanno sempre ricevuto lo
Spirito Santo. Questa, dunque, non può essere la causa.
Ma quale era ora il motivo per cui questi uomini non avevano ancora ricevuto lo
Spirito Santo? Il versetto Atti 19,2 ci dà la risposta giusta: " – Non abbiamo
neppure sentito dire che ci sia lo Spirito Santo". Dunque, non sapevano nulla
dello Spirito Santo. Ma anche il solo sapere dello Spirito Santo non è ancora
sufficiente per riceverlo. Come si capisce da tutti gli esempi precedenti, è il
desiderio e la preghiera del credente a Dio di ricevere lo Spirito Santo.
Vediamo quindi che tutte le altre condizioni, come la conversione, il battesimo,
la preghiera dei fratelli e delle sorelle, l’imposizione delle mani o anche la
predica, possono causare effettivamente la benedizione del dono dello Spirito
Santo solo quando il singolo credente stesso nel suo cuore prega il Signore di
ricevere lo Spirito Santo. Questo è il presupposto assoluto per il ricevimento
dello Spirito Santo. Ed è anche ciò che il Signore Gesù ci ha promesso:
Quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!
Luca 11,11 E chi è quel padre fra di voi che, se il
figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia
invece un serpente? 11,12 Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione?
11,13 Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri
figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo
chiedono!» Luca 11,11-13;
EC’è un ulteriore equivoco molto diffuso, vale a dire che il
credente che ha già ricevuto lo Spirito Santo non commetta più peccati. Anche
qui riconosciamo la totale sopravvalutazione dell’essere umano, che deriva dal
confondere causa ed effetto.
Indubbiamente è giusto che il credente in cui dimora lo Spirito Santo debba
essere peccato non perdonato. Tuttavia, non è certamente perché questa persona
ha ricevuto lo Spirito Santo che è senza peccato, ma, al contrario, ha potuto
ricevere lo Spirito Santo solo perché in quel momento era senza peccato non
perdonato. Tuttavia, così come Dio non tollera il peccato, allo stesso modo
anche lo Spirito Santo lascerà immediatamente la persona in cui ha preso dimora
se questa dovesse commettere peccati.
A tal proposito, un buon esempio dell’Antico Testamento è il re Davide. In Mar
12,35-37 il Signore Gesù cita una dichiarazione del Salmo 110 redatto da Davide
e conferma che quest’ultimo aveva fatto questa dichiarazione nello Spirito
Santo:
Davide stesso disse per lo Spirito Santo: "Il SIGNORE ha detto al mio Signore: ’Siedi alla mia destra’".
Mar 12,35 Gesù, mentre insegnava nel tempio, disse:
«Come mai gli scribi dicono che il Cristo è Figlio di Davide? 12,36
Davide stesso disse per lo Spirito Santo: "Il SIGNORE ha detto al mio Signore:
’Siedi alla mia destra, finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi
piedi’". 12,37 Davide stesso lo chiama Signore; dunque come può essere suo
figlio?» E una gran folla lo ascoltava con piacere. Mar 12,35-37;
DLo Spirito Santo, dunque, in questo momento si è manifestato in
Davide. Tuttavia, che si tratti solo di un’apparizione temporanea ci viene
mostrata dal fatto che Davide si era addossato una grande colpa a causa della
sua relazione amorosa con Betsabea, moglie dell’ittita Uria, e ciò non sarebbe
assolutamente potuto succedere con lo Spirito Santo insito in lui. La
conclusione: "una volta ricevuto, lo Spirito Santo è per sempre", è, di
conseguenza, sbagliata e da respingere.
Anche il passaggio biblico citato dall’autore in Efes 1,13 e seguenti mostra
molto chiaramente che anche coloro che hanno ricevuto il sigillo dello Spirito
Santo corrono continuamente il pericolo di cedere alle tentazioni.
In Cristo avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo.
Efes 1,13 In lui voi pure, dopo aver ascoltato la
parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto
in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato
promesso. Efes 1,13;
In questa introduzione alla sua Lettera agli efesini, Paolo
conferma loro di avere già ricevuto il sigillo dello Spirito Santo. Qui egli non
cita un momento preciso, ma dice solamente "e avendo creduto in lui".
E ora, però, li esorta nella parte conclusiva:
Non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri
Efes 4,17 Questo dunque io dico e attesto nel
Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei
loro pensieri. Efes 4,17;
Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità.
Efes 4,25 Perciò, bandita la menzogna, ognuno
dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri.
Efes 4,25;
Adiratevi e non peccate; e non fate posto al diavolo.
Efes 4,26 Adiratevi e non peccate; il sole
non tramonti sopra la vostra ira 4,27 e non fate posto al diavolo.
Efes 4,26-27;
Chi rubava non rubi più.
Efes 4,28 Chi rubava non rubi più, ma si
affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia
qualcosa da dare a colui che è nel bisogno Efes 4,28;
Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca.
Efes 4,29 Nessuna cattiva parola esca dalla
vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il
bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta. Efes 4,29;
Ora possiamo partire dal presupposto che qui Paolo non abbia
espresso esortazioni inutili. Dunque, esisteva – ed esiste – effettivamente il
reale e assoluto pericolo che i credenti potessero cedere a tutte queste
tentazioni citate qui da Paolo. E ciò – come conferma il versetto Efes 1,13 di
cui sopra – nonostante fossero stati suggellati con lo Spirito Santo. Ciò viene
anche confermato nuovamente da Paolo alla fine di questo paragrafo qui sotto in
Efes 4,30:
Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati.
Efes 4,30 Non rattristate lo Spirito Santo di
Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.
Efes 4,30;
E ora qui ci si chiede cosa succede con il credente che
rattrista lo Spirito Santo.
(Vedi anche Discorso 64: "Cos’è
il peccato contro lo Spirito Santo?")
Nell’Antico Testamento, in relazione alla ritrosia di Israele,
troviamo un’indicazione molto concreta sulle conseguenze che comporta la
contristazione dello Spirito Santo.
Ma essi furono ribelli, contristarono il suo spirito santo.
Isa 63,8 Egli aveva detto: «Certo, essi sono il mio
popolo, i figli che non m’inganneranno». Fu il loro Salvatore 63,9 in tutte le
loro angosce. Non fu un inviato, né un angelo ma lui stesso a salvarli; nel suo
amore e nella sua benevolenza egli li redense; se li prese sulle spalle e li
portò tutti i giorni del passato;
63,10 ma essi furono ribelli, contristarono il suo spirito santo; perciò
egli si mutò in loro nemico, ed egli stesso combatté contro di loro.
Isa 63,8-10;
Come dice Isa 63,10, a causa della loro ritrosia alla fine Dio
si mutò da loro amico in loro nemico ed egli stesso combatté contro di loro. Ma
anche nel Nuovo Testamento agli Israeliti viene costantemente ricordato di
opporre sempre resistenza allo Spirito Santo. Così, ad esempio, in Atti 7,51:
Voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi.
Atti 7,51 Gente di collo duro e incirconcisa di
cuore e d’orecchi, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo; come
fecero i vostri padri, così fate anche voi. Atti 7,51;
Tuttavia, è necessario osservare che queste dichiarazioni qui
non si riferiscono a una contristazione passeggera dello Spirito Santo, ma, come
dice il versetto Atti 7,51 di cui sopra: "Voi opponete sempre
resistenza allo Spirito Santo", a una resistenza continuativa e permanente allo
Spirito Santo. E come sappiamo, Israele fino ad oggi non si è pentito di questo
comportamento, anzi ha continuato a persistere allora come adesso.
Si tratta, dunque – come mostra anche il seguente passaggio biblico tratto dalla
Lettera agli ebrei – della negazione assoluta dello Spirito Santo.
Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo.
Ebr 6,4 Infatti quelli che sono stati una volta
illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello
Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del
mondo futuro, 6,6 e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al
ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo
espongono a infamia. Ebr 6,4-6;
Se, quindi, colui che è stato fatto partecipe dello Spirito
Santo cade poi però dalla fede, è impossibile ricondurlo di nuovo al
ravvedimento. Di conseguenza, dobbiamo distinguere se colui che ha ricevuto lo
Spirito Santo poi è caduto dalla fede o se ha solo peccato, si è pentito e ha
chiesto il perdono al Signore.
La ragione di ciò è evidente: se chi ha conosciuto lo Spirito Santo cade poi
tuttavia dalla fede, ha così pronunciato una bestemmia contro lo Spirito Santo,
un peccato, che – come dice Mat 12,31, di cui sotto – non può essere perdonato.
Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.
Mat 12,31 «Perciò io vi dico: ogni peccato e
bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà
perdonata. 12,32 A chiunque parli contro il Figlio dell’uomo, sarà
perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato
né in questo mondo né in quello futuro. Mat 12,31-32;
A coloro che hanno sì peccato, ma che continuano a rimanere
nella fede, il Signore dice in Mat 12,31 di cui sopra che ogni peccato – persino
la bestemmia contro il Signore Gesù stesso – può essere perdonato, purché ci si
penta e si implori il perdono del Signore.
Infine, è ancora necessario indicare che il punto di vista citato all’inizio
contiene in sé una contraddizione. Quando in riferimento ai due tipi di pienezza
dello Spirito postulati l’autore scrive dell’uno:
"Questo tipo di pienezza dello Spirito è uno stato
permanente"
allora la sua definizione contraddice il secondo tipo di
pienezza della Spirito di questa dichiarazione. Poiché di questa seconda
pienezza dello Spirito egli scrive che è:
" – un’autorizzazione speciale per un determinato
scopo concessa da Dio a singoli cristiani attraverso lo Spirito Santo – "
Se, dunque, il cristiano possiede il primo tipo – permanente –
di pienezza dello Spirito, non ha bisogno di alcuna ulteriore e supplementare
pienezza dello Spirito. A meno che, con questo primo tipo, non si sia ricevuto
lo Spirito Santo nella Sua pienezza, ma solamente una parte di esso. Ma ciò è in
contraddizione con la dichiarazione dello stesso autore:
"Al momento della sua conversione ogni credente
riceve lo Spirito Santo nella Sua pienezza."
Di conseguenza, sulla base dell’analisi di cui sopra fondata
sulla Scrittura, possiamo trarre la seguente conclusione:
Ogni credente riceve lo Spirito Santo
quando prega Dio per questo.
Né prima né dopo. Se questa preghiera avviene in occasione della
conversione, allora il credente riceverà per la prima volta lo Spirito Santo in
occasione della conversione. Se questa preghiera – in qualsiasi momento ciò
accada – viene espressa dopo, il credente riceve lo Spirito Santo dopo.
Qualsiasi azione di accompagnamento, come l’imposizione delle mani, la preghiera
dei fratelli e delle sorelle, la predica etc. è assolutamente utile e
desiderabile, perché noi esseri umani abbiamo sempre bisogno di qualcosa di
visibile per poter accettare meglio l’opera invisibile del nostro Dio. Tuttavia
dobbiamo essere consapevoli che non sono queste azioni da parte di estranei e
neanche queste speciali "manifestazioni" a stabilire il nostro rapporto con Dio.
Così come noi in ambito umano per le questioni importanti ci rivolgiamo
personalmente ai nostri simili e non attraverso "messaggeri" qualsiasi, allo
stesso modo dobbiamo stabilire il nostro contatto con Dio in modo del tutto
personale e senza intermediari.
(Vedi anche Discorso 76: "Il
discernimento degli spiriti." [non ancora disponibile in Italiano, leggi in
tedesco / leggi in inglese])
Ed è così anche nella nostra vita quotidiana, quando a causa del
peccato abbiamo contristato lo Spirito Santo, che ci ha abbandonato. Anche qui,
dopo aver confessato i nostri peccati e chiesto sinceramente perdono, dobbiamo
pregare il nostro Padre nei cieli affinché ci mandi nuovamente il consolatore.
Riassumendo possiamo dunque stabilire che tanto più è importante
e necessario informare i credenti dei retroscena e dei contesti dei movimenti
carismatici, quanto più dobbiamo stare attenti a verificare le nostre
dichiarazioni sulla base della Scrittura, al fine di dare la possibilità anche
ai fratelli e alle sorelle di controllare e giudicare queste indicazioni. Se non
lo facessimo, le nostre argomentazioni perderebbero velocemente di peso e
desteremmo facilmente il sospetto di non essere oggettivi
Un visitatore che non ha reso pubblico il suo commento e il cui
nome, di conseguenza, non può essere citato, suppone tra l’altro che i discepoli
di Atti 19,1-7 non fossero ancora cristiani.
Proprio di questa domanda si interessa anche Werner de Boor nella sua
interpretazione della Storia degli apostoli:
A Efeso egli (Paolo, Nota di FH) trova "alcuni
discepoli", cioè alcuni "cristiani". (…) Da dove venivano? E come li "ha
trovati" Paolo? Di ciò non veniamo a sapere niente. Tuttavia, con Luca siamo
abituati a questo e dobbiamo accontentarci di venire a conoscenza di fatti che
non ci vengono spiegati in maniera più dettagliata. Ciò vale anche per il
sorprendente sguardo che ci viene offerto sulla condizione interiore di queste
persone. Sono "cristiani", ma Paolo nota prontamente di non corrispondere al
loro cristianesimo. A loro mancano le caratteristiche della vita di fede.
Nota di de Boor: (…) Ma chi si colloca nella vera
opera pastorale, nota ancora oggi abbastanza spesso nella conversazione e nella
preghiera collettiva questa mancanza molto strana e deve porre la stessa domanda
di Paolo allora: "Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?"
(…) Paolo pone loro una domanda chiara: "Riceveste lo
Spirito Santo quando credeste?" Ancora una volta è chiaro che si tratta
di "cristiani". Queste persone "hanno creduto", ciò nel Nuovo
Testamento significa evidentemente "hanno creduto a Gesù come il Messia". Ma la
profonda mancanza di questa fede in Gesù diventa evidente in maniera del tutto
diversa rispetto ad Apollo. (…) Non sapevano niente del vero Vangelo, della
sofferenza salvifica del Messia Gesù, della realizzazione già concessa della
salvezza messianica e della discesa della Spirito Santo, ma si erano
accontentati del battesimo di Giovanni e della loro attesa degli Ultimi Tempi.
Ciò è nella loro risposta alla domanda precisa di Paolo: "Non abbiamo neppure
sentito dire che ci sia lo Spirito Santo (o che lo Spirito Santo sia già qui)."
Nota di de Boor: Anche da parte nostra dovremmo
chiederlo con molta più chiarezza e decisione ai cristiani che incontriamo e in
cui avvertiamo delle mancanze. Che aiuto potrebbero ricavarne! Non ci deve
scoraggiare il fatto che domande del genere siano ritenute "presuntuose". Anche
oggi c’è molta "fede in Gesù", che deve essere riconosciuta come "fede" e che,
tuttavia, è una fede del tutto insufficiente, perché ancora non vede affatto
colui in cui crede nella sua vera dimensione e nella sua piena capacità di
donare. Qui dobbiamo mostrare, come fece Paolo con queste persone, che Gesù ha
molto di più in serbo per noi.
(…) È una cosa grande quando le persone vengono da un
"cristianesimo" umile e limitato e passano all’’autentica verità e alla pienezza
della vita in Cristo. In tutti i tempi e particolarmente nel nostro presente è
importante in modo determinante sapere che essere veri cristiani è ricevere lo
Spirito Santo e vivere nello Spirito Santo. A quanti ‘battezzati’ deve essere
incisa nel cuore la domanda: "Riceveste lo Spirito Santo?"
(Estratto dal libro "La storia degli apostoli – spiegazione di Werner de Boor"
(WStB) R. Brockhaus Verlag, Wuppertal. )
ESi tratta proprio del fatto che qui molti vogliono vedere un
certo "automatismo":
Se sei convertito, allora hai
(automaticamente) lo Spirito Santo.
Secondo me – e come cerco di documentare attraverso Luca 11,13 e
altri passaggi biblici – non è possibile. Chi nella sua vita non ha mai pregato
Dio per lo Spirito Santo, semplicemente non Lo ha. Come ci mostra Paolo in
Atti 19,1-7, questa persona può assolutamente essere un buon cristiano – ma
appunto senza avere insito in sé lo Spirito Santo!
La differenza tra i credenti dell’AT e quelli del NT, che viene citata anche
come motivazione del presunto "automatismo", non può basarsi sul fatto che i
credenti dell’Antico Testamento non hanno conosciuto lo Spirito Santo. A tal
proposito la Scrittura è piena di dichiarazioni che provano il contrario:
Davide stesso disse per lo Spirito Santo: "Il SIGNORE ha detto al mio Signore: ’Siedi alla mia destra’".
Mar 12,35 Gesù, mentre insegnava nel tempio, disse:
«Come mai gli scribi dicono che il Cristo è Figlio di Davide? 12,36
Davide stesso disse per lo Spirito Santo: "Il SIGNORE ha detto al mio Signore:
’Siedi alla mia destra, finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi
piedi’". 12,37 Davide stesso lo chiama Signore; dunque come può essere suo
figlio?» E una gran folla lo ascoltava con piacere. Mar 12,35-37;
Colui che mediante lo Spirito Santo ha detto per bocca del tuo servo Davide, nostro padre.
Atti 4,24 Udito ciò, essi alzarono concordi la voce
a Dio, e dissero: «Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo, la terra, il
mare e tutte le cose che sono in essi;
4,25 colui che mediante lo Spirito Santo ha detto per bocca del tuo servo
Davide, nostro padre: "Perché questo tumulto fra le nazioni, e i popoli
meditano cose vane? Atti 4,24-25;
Lo Spirito Santo era sopra di lui.
Luca 2,25 Vi era in Gerusalemme un uomo di nome
Simeone; quest’uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione
d’Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui; 2,26 e gli era stato
rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo
del Signore. Luca 2,25-26;
E sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre.
Luca 1,13 Ma l’angelo gli disse: «Non temere,
Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti
partorirà un figlio, e gli porrai nome Giovanni. 1,14 Tu ne avrai gioia ed
esultanza, e molti si rallegreranno per la sua nascita.
1,15 Perché sarà grande davanti al Signore. Non berrà né vino né bevande
alcoliche, e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre;
Luca 1,13-15;
Quella differenza che effettivamente c’è, è il fatto che i
credenti dell’Antico Testamento non esercitavano un’influenza attiva sul
ricevimento dello Spirito Santo. Egli discendeva "su" di loro in base alla
necessità e alla volontà di Dio.
Di contro, noi credenti del Nuovo Testamento – come ci dice il Signore Gesù in
Luca 11,13 – abbiamo la grazia e il privilegio di poter pregare il nostro Padre
celeste per la benedizione dello Spirito Santo.
Quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!
Luca 11,11 E chi è quel padre fra di voi che, se il
figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia
invece un serpente? 11,12 Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione?
11,13 Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri
figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo
chiedono!» Luca 11,11-13;
Se questa preghiera viene espressa da un cuore sincero,
sicuramente Dio la esaudirà. Tuttavia, il credente deve anche esprimerla! Così
come la richiesta di perdono al nostro Padre celeste può avere successo solo se
la esprimiamo nella nostra preghiera quotidiana, così anche la preghiera per
ricevere lo Spirito Santo acquista efficacia solo se è portata davanti a Dio.
Tuttavia, tutti quelli che pensano che lo Spirito Santo ci sia in qualche modo
come "extra" si sbagliano! Così come quelli che pensano che lo Spirito Santo sia
qualcosa con cui inscenare "drammi" estatici per farsi notare (Pentecostali,
Gruppi Carismatici, etc.). Proprio le domande sullo Spirito Santo dobbiamo
esaminare con particolare precisione e rispetto, dato che il Signore Gesù ci ha
già detto:
Ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Luca 12,10 E chiunque parlerà contro il Figlio
dell’uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo,
non sarà perdonato. Luca 12,10;
Ma adesso passiamo ai passaggi biblici. Efes 1,13-14: "In lui
voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra
salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo
che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena
redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria."
Efes 4,30: "Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati
suggellati per il giorno della redenzione!"
Per me questi passaggi significano che il giorno della conversione Dio ci ha
fatto un "segno di bruciatura" (lo so, l’espressione non si adatta bene, ma non
mi viene niente di meglio in mente) come segno di proprietà, cioè ci ha dato lo
Spirito Santo. Ora so anche che lo Spirito Santo ha anche altri compiti, ma uno
è appunto anche il pegno e il sigillo. Nel versetto 30 veniamo esortati a non
contristare lo Spirito Santo. Lutero traduce 1Tess 5,19 con: "Non spegnete lo
Spirito." Evidentemente siamo nella posizione (o abbiamo la responsabilità) di
influenzare la sfera d’azione dello Spirito Santo. Ma non conosco nessun
passaggio che ci dica che lo Spirito Santo ci abbandoni nuovamente. Se esistono
simili dichiarazioni nella Scrittura, soprattutto nel Nuovo Testamento, La prego
di dirmelo, perché allora dovrei rivedere le mie conoscenze.
Ora, seguendo il mio ragionamento: se lo Spirito Santo fosse permanente in noi,
dovrebbe venire con noi all’inferno, quando perdiamo la nostra salvezza, e
questo è assurdo!
Brunhilde Bollmeyer
brunhilde.bollmeyer@gmx.de
La Sua interpretazione di Efes 1,13-14 mi piace molto e il Suo
ragionamento conclusivo è affascinante. Tra l’altro, è proprio questo
ragionamento che mi fa giungere alla conclusione opposta: se lo Spirito Santo
fosse in noi, malgrado la malvagità dell’essere umano (tutti sono
fondamentalmente malvagi), non potrebbe sostenere tutte le sue azioni.
Così, ad esempio, Davide ci dice spesso nella Scrittura di aver parlato nello
Spirito Santo e, di conseguenza, doveva avere lo Spirito Santo insito in sé.
Tuttavia, quando nella battaglia fece mettere al fronte Uria (2Sam,11), affinché
venisse ucciso e Davide potesse avere per sé la moglie Betsabea, con la quale
aveva tradito Uria, era impossibile che lo Spirito Santo fosse insito in lui.
Dunque, doveva averlo abbandonato. Più tardi poi ci viene riferito che Davide
aveva nuovamente lo Spirito Santo, e nel Millennio Dio risveglierà di nuovo
Davide affinché sia ancora una volta re di Israele. Anche qui si dimostra che in
base alla Scrittura lo Spirito Santo non è permanente nell’essere umano, ma
reagisce secondo la volontà e l’azione di ogni credente.
Per quanto riguarda la Sua domanda conclusiva:
"Ma non conosco nessun passaggio che ci dica che lo Spirito Santo ci abbandoni
nuovamente. Se esistono simili dichiarazioni nella Scrittura, soprattutto nel
Nuovo Testamento, La prego di dirmelo, perché allora dovrei rivedere le mie
conoscenze".
posso citarLe Ebr 6,4-6 dal Nuovo Testamento:
Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo.
Ebr 6,4 Infatti quelli che sono stati una volta
illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello
Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del
mondo futuro, 6,6 e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al
ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo
espongono a infamia. Ebr 6,4-6;
Questi credenti, dunque, avevano lo Spirito Santo e poi sono
caduti. Di conseguenza, se lo Spirito Santo fosse insito in loro in modo
permanente, questi – come Lei formula correttamente sopra – dovrebbe andare
all’inferno con loro. E qui naturalmente siamo d’accordo che ciò sarebbe
assurdo.
Quindi, l’unica alternativa possibile è che lo Spirito Santo abbia abbandonato
questi credenti.
Grazie per il riferimento a Ebr 6,4 e segg. La dichiarazione mi
crea delle difficoltà nella mia argomentazione. Con questo passaggio vengono
sollevate molte domande, ad esempio, come dovrei intendere Giov 14,15-17: "Se
voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli
vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della
verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi
lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi"?
Brunhilde Bollmeyer
brunhilde.bollmeyer@gmx.de
Queste dichiarazioni del Signore in riferimento al ricevimento
dello Spirito Santo sono effettivamente molto interessanti e vale la pena
analizzarle più approfonditamente. Poiché uno dei problemi nell’interpretazione
della Scrittura è la versione ridotta dei passaggi biblici, per cui spesso
vengono citate promesse delle cui premesse, tuttavia, non si tiene conto,
vogliamo includere qui nelle nostre riflessioni anche il contesto di questo
passaggio.
«Se uno mi ama, osserverà le me comandamenti e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.
Giov 14,18 Non vi lascerò orfani; tornerò da voi.
14,19 Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io
vivo e voi vivrete. 14,20 In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre
mio, e voi in me e io in voi. 14,21 Chi ha i miei comandamenti e li
osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e
mi manifesterò a lui». 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore,
come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli rispose: «Se
uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da
lui e dimoreremo presso di lui. 14,24
Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è
mia, ma è del Padre che mi ha mandato. Giov 14,18-24;
Nella continuazione del passaggio biblico citato dalla signora
Bollmeyer, riconosciamo qui sopra le circostanze più precise e le premesse in
base alle quali questo "Spirito della verità" – vale a dire lo Spirito Santo – è
dato. In Giov 14,23-24 il Signore dice: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola;
e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui." La
premessa, dunque, è che noi amiamo il Signore Gesù e osserviamo la Sua parola,
allora anche il Padre ci amerà. E poi più avanti si dice che entrambi – Padre e
Figlio – verranno da noi e dimoreranno presso di noi. E ora questo "dimorare"
non è altro che l’essere insiti in noi del Padre e del Figlio attraverso lo
Spirito Santo – vale a dire la Trinità. Questo, dunque, vale per tutti i
credenti che amano il Signore e osservano la Sua parola.
E infine poi si dice:
«Chi non mi ama non osserva le mie parole.»
Si tratta quindi della negazione della prima parte della
dichiarazione di cui sopra. E lì dove questa premessa viene a mancare, non vale
naturalmente neanche la conseguenza, cioè la promessa dello Spirito Santo di
dimorare in noi. Ciò significa che i credenti possono contare sulla
manifestazione dello Spirito Santo in loro solo se e fino a quando amano il
Signore e osservano le Sue parole.
Alcuni versetti prima, tuttavia, abbiamo quel testo che anche la signora
Bollmeyer cita nella sua replica e che a prima vista e considerato di per sé
potrebbe assolutamente dare l’impressione da lei esternata, ovvero che lo
Spirito Santo dimori permanentemente ("in eterno") in noi.
Il Padre vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre.
Giov 14,15 «Se voi mi amate, osserverete i miei
comandamenti; 14,16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro
consolatore, perché stia con voi per sempre, 14,17 lo Spirito della verità,
che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo
conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Giov 14,15-17;
Ma proprio se vogliamo osservare le parole del Signore, dobbiamo
leggere il testo con precisione per comprendere con esattezza anche il
significato di queste parole. E qui comprendiamo sia in Giov 14,16, che in
Giov 14,17 che il Signore parla del fatto che lo Spirito Santo dimorerà
con noi e rimarrà in noi. Anche il testo greco indica
qui con la parola
para qualcosa "accanto" o "vicino a" qualcuno. Ne risulta la
spiegazione per cui il Signore non parla del fatto che lo Spirito Santo dimorerà
in noi in eterno – cioè in modo permanente – ma che sarà in eterno con,
accanto a, vicino a noi. E Giovanni parla esattamente di questo
concetto anche nell’Apocalisse, dove vede lo Spirito di Dio come i sette occhi
dell’agnello.
I sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra.
Apoc 5,6 Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro
creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava
essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che sono i sette
spiriti di Dio, mandati per tutta la terra. Apoc 5,6;
Da ciò possiamo comprendere che lo Spirito Santo di Dio sia
mandato per tutta la terra affinché sia vicino a ogni essere umano. Ma ciò non
significa che dimori anche in ogni essere umano. Questo lo dice soltanto
l’indicazione conclusiva in Giov 14,17 "e sarà in voi", mentre qui il Signore,
però, si riferisce nuovamente a quelle premesse nominate in Giov 14,23 a
proposito del dimorare dello Spirito Santo: "Se uno mi ama, osserverà la mia
parola".
Ora da ciò comprendiamo nuovamente che lo Spirito Santo sia certamente qui con
noi sulla terra, tuttavia la Sua azione in noi dipende se amiamo il Signore e
osserviamo le Sue parole. Se lo facciamo, allora il nostro più grande desiderio
sarà che il Signore sia in noi e noi in Lui. E allora il Padre ci manderà il Suo
Spirito e Padre, Figlio e Spirito Santo dimoreranno in noi.
Chi non ama il Signore, non osserverà le Sue parole e lo Spirito non discenderà
in lui. E ciò non vale soltanto per i senza Dio e i non credenti, ma anche per
quelli che una volta hanno avuto questo amore per il Signore e quindi lo Spirito
Santo, e da cui poi sono caduti. Questo ce lo dice l’autore della Lettera agli
ebrei di cui sopra in Ebr 6,4-6, e ce lo conferma anche lo stesso Signore Gesù
nell’Apocalisse di Giovanni, nella Lettera alla chiesa di Efeso:
Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore.
Apoc 2,1 «All’angelo della chiesa di Efeso scrivi:
Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in
mezzo ai sette candelabri d’oro: 2,2 "Io conosco le tue opere, la tua fatica, la
tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli
che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. 2,3 So
che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei
stancato. 2,4 Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo
amore. 2,5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le
opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimoverò il
tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. Apoc 2,1-5;
Come si vede, la formula è effettivamente molto allettante: "una
volta ricevuto, lo Spirito Santo è per sempre", ed è, dunque, una fantasticheria
di alcuni fratelli e sorelle che non è giustificata in base alla Scrittura.
Purtroppo nella vita di fede non esistono simili garanzie. Per tutta la nostra
vita dobbiamo stare attenti a non abbandonare questo amore per il Signore,
affinché ogni minaccia che il Signore rivolge alla Chiesa di Efeso non diventi
una realtà anche per noi.
La conversione e la fede nel nostro Signore Gesù Cristo, così come
l’accettazione del Suo sacrificio di redenzione per i nostri peccati, è una
decisone molto personale di ogni individuo che deve avvenire assolutamente per
libera scelta e senza costrizioni. Una costrizione esercitata da Dio sarebbe
contro la rettitudine, la dignità e la maestà dell’Onnipotente.
Ma osserviamo questo mondo: vediamo da qualche parte una costrizione di Dio?
Succede l’esatto contrario. Proprio perché Dio non costringe nessuno a
percorrere un certo percorso, ma lascia la decisione all’individuo, il mondo va
incontro al caos. E poiché il Signore nostro Dio non costringerebbe nessuno a
decidersi per lui se questi non volesse, non costringerebbe neanche nessuno a
rimanere con Lui contro la sua volontà.
Ma anche una conversione e una fede estorte da "missionari" qualsiasi – come ad
esempio nella cattolicizzazione degli indios sudamericani ad opera dei
conquistadores spagnoli e portoghesi – è nulla davanti a Dio e conduce solamente
le persone da un’oscurità a un’oscurità ancora più grande. È certamente
possibile mettere a disposizione informazioni, avvertimenti e indicazioni,
tuttavia in questa questione ogni individuo deve prendere le proprie decisioni
da solo e con convinzione personale.
Se tu non avverti l’empio e il giusto, essi moriranno per la loro iniquità; ma io domanderò conto del loro sangue alla tua mano.
Ez 3,18 Quando io dirò all’empio: "Certo
morirai!" se tu non l’avverti, e non parli per avvertire quell’empio di
abbandonare la sua via malvagia, e salvargli così la vita, quell’empio morirà
per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano.
3,19 Ma, se tu avverti l’empio, ed egli non si ritira dalla sua empietà e dalla
sua via malvagia, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te
stesso.
3,20 Quando un giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l’iniquità, se
io gli pongo davanti una qualche occasione di caduta, egli morirà, perché tu
non l’avrai avvertito; morirà per il suo peccato, e le cose giuste che avrà
fatte non saranno più ricordate; ma io domanderò conto del suo sangue alla
tua mano. 3,21 Però, se tu avverti quel giusto perché non pecchi, e non
pecca, egli certamente vivrà, perché è stato avvertito, e tu avrai salvato te
stesso». Ez 3,18-21;
Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.
Mar 16,15 E disse loro: «Andate per tutto il
mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. 16,16 Chi avrà creduto e sarà
stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato.
Mar 16,15-16;
E poiché adesso è così, niente e nessuno può distoglierci da
questa decisione e rapirci così dalla mano del nostro Dio (Giov 10,28-29), se
non nuovamente solo noi stessi. Di conseguenza, ogni credente, così come ha
preso questa decisione volontariamente, altrettanto volontariamente può
annullarla nuovamente e cadere dalla fede. Ed è per questo che non dobbiamo
avere paura di eserciti satanici qualsiasi e non dobbiamo liberare le nostre
città dalla loro presenza con glossolalie e "battaglie religiose", come viene
praticato in alcune denominazioni, ma dobbiamo fare attenzione alla nostra
volontà personale. Tuttavia, se amiamo il Signore e osserviamo le Sue parole,
Dio uno e trino dimorerà personalmente in noi e rafforzerà il nostro amore con
il Suo, cosicché vogliamo restare per libera scelta e pieni di fede nella Sua
mano.
«Se uno mi ama, osserverà la
mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di
lui.»
(Vedi anche Discorso 114: "La
battaglia contro un mondo invisibile per un’Europa su base cristiana?" [non
ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco /
leggi in inglese])
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È un fatto che davanti a Dio tutti gli esseri umani siano
peccatori, come scrive anche Paolo in Rom 3,12: "Non c’è nessuno che pratichi la
bontà, no, neppure uno." E ora ciò non si riferisce solamente ai senza Dio, che
vivono nell’oscurità, accumulando peccato dopo peccato, ma anche ai credenti,
che certamente camminano nella luce, ma soccombono a una o all’ altra
tentazione.
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