Cos’è il peccato contro lo Spirito Santo? / Replica di Christian Bollmeyer 00, 07-01-2004
Quelli che cercano di mentire allo Spirito Santo.
Quelli che offendono lo Spirito di Dio.
Quelli che bestemmiano contro lo Spirito di Dio.
La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.
Lo Spirito Santo può essere negato per scherzo? / Replica di Christian Bollmeyer 01, 14-02-2004
Cosa si intende con "parlare contro lo Spirito Santo"? / Replica di Christian Bollmeyer 02, 02-03-2004
(…) Infine, in questo contesto ritengo che sia molto
importante richiamare l’attenzione, per quanto ne so, anche sull’unico peccato
imperdonabile, la bestemmia contro lo Spirito Santo. Anche la superficiale
conoscenza della Chiesa cattolica, di cui però so davvero poco, porta a
risultati sconvolgenti. Anche i cattolici credono essenzialmente in Dio, come
noi. Ma considerando il gran numero di dogmi non biblici, in parte assurdi, che
vengono costruiti tutto ‘intorno’ e che devono essere creduti e praticati, ciò,
in realtà, mi ricorda molto il tipico modo di operare di Satana. Non sembra una
cosa tanto inimmaginabile, che un giorno l’Anticristo scenda in picchiata con
l’elicottero su Roma a ringraziare il Papa per essersi autonominato al ruolo
di vice e che da quel momento in poi si farà celebrare come il
‘Messia’. Ancora più opportuno sembra convincere urgentemente proprio i
cattolici, a verificare la conciliabilità delle dottrine della loro chiesa alla
luce della Scrittura. Ma questo andrebbe oltre il tema qui trattato.
Come stimolo, tuttavia, La prego, quando ne avrà l’occasione, di far ancora più
luce sull’essenza delle parole fatali in Mat 12,31 e ss. Da un lato questo
passaggio è di estrema importanza e solleva molte questioni, dall’altro si trova
davvero molto poco a proposito.
Christian Bollmeyer, Hamburg / bollmeyer@debitel.net
L’osservazione di Christian Bollmeyer, che proprio questo
passaggio biblico sia di estrema importanza per i credenti cristiani – e non
solo per loro – è naturalmente del tutto corretta. Il fatto che, d’altro canto,
su questo passaggio si trovino effettivamente solo poche dichiarazioni concrete,
può essere causato in parte proprio dalla forza esplosiva di questo passaggio,
per cui si preferisce lasciare a ciascun credente la libertà di farsi
un’opinione personale a proposito. Tuttavia, come spesso accade con
l’interpretazione di passaggi biblici complessi, questa riluttanza è dovuta
anche al fatto, che semplicemente non ci si sente pronti – per qualsiasi motivo
- a confrontarsi intensivamente con tali dichiarazioni.
Poiché finora questo argomento non è stato mai trattato esplicitamente nel forum
di discussione di Immanuel.at, e in vista della crescente e sempre più evidente
attualità di questa questione per la comunità cristiana e per ogni singolo
credente, faremo ora qui un’analisi e tenteremo un’interpretazione.
A tal proposito si osservino innanzitutto i passaggi citati insieme al loro contesto:
Ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.
Mat 12,31 «Perciò io vi dico: ogni peccato e
bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà
perdonata. 12,32 A chiunque parli contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato;
ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in
questo mondo né in quello futuro. Mat 12,31-32;
Come già indica il titolo di questo Discorso, vogliamo tentare
di chiarire la questione di cosa sia concretamente il peccato contro lo Spirito
Santo, dando un’interpretazione della seconda frase di Mat 12,32. A tal
proposito esamineremo altri passaggi biblici, ma qui iniziamo subito con le
indicazioni del Signore immediatamente prima di questa dichiarazione. Qui in
Mat 12,31 scopriamo innanzitutto, che ogni peccato può essere perdonato agli
uomini, ad eccezione della bestemmia contro lo Santo Spirito.
Vale a dire, se si fossero convertiti, quando erano ancora in vita (o forse si
sono convertiti?). Tutto ciò è reso possibile dal sacrificio di redenzione sulla
croce del Figlio di Dio. Persino a colui, che parlerà contro il Signore Gesù,
sarò offerto il perdono. Nessun peccato è così grande da non poter essere
perdonato da ciò che è successo sul Golgota, a eccezione di uno solo: il peccato
contro lo Spirito Santo.
E queste correlazioni ora gettano una luce molto particolare su questa
questione. Ma ciò che in Mat 12,32 è scritto in parole relativamente semplici:
"ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato", così semplice
non può essere. Deve essere qualcosa di incredibile, che smuove il cielo e la
terra, che scuote le fondamenta della fede e dei comandamenti di Dio. Adesso qui
diventa lampante, quanto sia in realtà estremamente importante informarsi meglio
dei retroscena di questa dichiarazione del Signore sulla base della Scrittura.
Ora nel Nuovo Testamento troviamo un resoconto, che potrebbe gettare un po’ di
luce sulla nostra questione. Si tratta di quell’avvenimento, che Luca, l’autore
del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli, ha raccontato in Atti 5,1-11:
Perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo?
Atti 5,1 Ma un uomo di nome Anania, con Saffira sua
moglie, vendette una proprietà, 5,2 e tenne per sé parte del prezzo, essendone
consapevole anche la moglie; e, un’altra parte, la consegnò, deponendola ai
piedi degli apostoli. 5,3 Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha
così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo e
trattenere parte del prezzo del podere? 5,4 Se questo non si vendeva, non
restava tuo? E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché
ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a
Dio». 5,5 Anania, udendo queste parole, cadde e spirò. E un gran timore
prese tutti quelli che udirono queste cose.
5,6 I giovani, alzatisi, ne avvolsero il corpo e, portatolo fuori, lo
seppellirono. 5,7 Circa tre ore dopo, sua moglie, non sapendo ciò che era
accaduto, entrò. 5,8 E Pietro, rivolgendosi a lei: «Dimmi», le disse, «avete
venduto il podere per tanto?» Ed ella rispose: «Sì, per tanto». 5,9 Allora
Pietro le disse: «Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del
Signore? Ecco, i piedi di quelli che hanno seppellito tuo marito sono
alla porta e porteranno via anche te». 5,10 Ed ella in quell’istante cadde ai
suoi piedi e spirò. I giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la
seppellirono accanto a suo marito. 5,11 Allora un gran timore venne su tutta la
chiesa e su tutti quelli che udivano queste cose. Atti 5, 1-11;
Da questo racconto è possibile ricavare subito maggiori
informazioni. Innanzitutto, possiamo affermare che Anania e Saffira erano
chiaramente cristiani! Dunque, non si tratta di non credenti, che qui cercavano
di ingannare Pietro, ma di membri della comunità cristiana di Gerusalemme. Come
possiamo vedere nel capitolo precedente, era comune allora, che i membri della
comunità cristiana vendessero i loro beni per aiutare altri fratelli bisognosi.
Ciò è riportato, tra gli altri, anche da Barnaba in Atti 4,32-37.
E nonostante Anania e Saffira fossero membri della comunità cristiana di
Gerusalemme e fossero sicuramente credenti, riconosciamo in loro quel fenomeno,
non del tutto sconosciuto tra i fratelli e le sorelle anche ai tempi nostri. E
precisamente l’idea, assolutamente sbagliata, che sia possibile nascondere
qualsiasi nostro pensiero a Dio e al Suo Spirito Santo. Come sappiamo per
esperienza, non esiste un solo cristiano, che in qualche modo non abbia
problemi. Come i nostri simili non credenti, anche noi credenti cristiani
possiamo avere uno "sbandamento". Alcuni ne hanno persino più di uno.
Alcuni aspirano al potere e all’influenza e li troviamo anche sempre nella
comunità cristiana a svolgere funzioni, che permettono loro di seguire questa
tendenza. Se interrogati sull’argomento, naturalmente risponderebbero indignati,
che essi hanno a cuore solo il bene dei fratelli e delle sorelle e che, del
resto, per ciò che fanno non percepiscono alcun compenso (nel caso fosse davvero
così).
Tuttavia, bisogna far notare, che esistono anche fratelli e sorelle
effettivamente impegnati, che non hanno simili ambizioni e che hanno già svolto
molte opere benedette nelle comunità cristiane. Li si riconosce soprattutto dal
fatto, che non fanno molto rumore per la loro attività e – a differenza degli
"sgobboni" – sono contenti quando vengono sgravati da qualche compito o
sollevati da qualche responsabilità.
Analogamente ad Anania e Saffira, di cui sopra, abbiamo poi quei fratelli e
quelle sorelle, che difficilmente e malvolentieri si separano dal loro denaro.
Qui non stiamo parlando di quelli che sono disoccupati e che hanno moglie e
figli a casa da sfamare, ma di persone con un buon reddito e buoni mezzi
finanziari, che preferiscono accumulare, piuttosto che condividere.
Qui stiamo parlando di avarizia e possiamo meglio riconoscere questi avari,
quando si tratta di donare denaro o di fare qualcosa senza essere retribuiti.
Ora può essere un’offerta ai fratelli e alle sorelle bisognosi, ma anche un
servizio offerto ai fratelli e alle sorelle, come, ad esempio, organizzare
attività per il tempo libero, predicare un sermone o tenere una conferenza nella
comunità cristiana.
Chi in occasione di una raccolta di denaro organizza volentieri le donazioni e
poi, casualmente, dimentica di dare il proprio contributo, chi non riesce a
organizzare le attività per il tempo libero perché costantemente impegnato per
lavoro e chi usa l’attività di predicazione in conferenze o anche in seminari
per fare tanti soldi – come molti noti predicatori americani o anche nella TOS
cristiana di Tubinga [1] – sottraendosi alla fatica di
dedicarsi a un’attività mondiale, ha qui il suo momento di sbandamento.
(Vedi anche Discorso 60: "Quando un cristiano dovrebbe
lasciare una comunità?" [non ancora disponibile in italiano. leggi in tedesco
/ leggiin inglese].)
Gli insegnanti cristiani, nella comunità cristiana, nelle scuole
bibliche o in missione o in opere di evangelizzazione, che effettivamente
svolgono tale funzione a tempo pieno, dovrebbero ricevere i mezzi finanziari, di
cui hanno certamente bisogno, dai loro promotori e non dai loro allievi. I
credenti cristiani – e solo questi dovrebbero insegnare – non devono vendere la
parola di Dio!
O la conoscenza di queste persone viene dallo Spirito Santo, allora non
dovrebbero chiedere alcun pagamento per ciò che hanno ottenuto gratuitamente –
come anche Paolo dice qui sotto agli anziani di Efeso in Atti 20,33-35 e
testimonia nella prima lettera ai Tessalonicesi. Oppure la loro dottrina non
viene dallo Spirito Santo, allora si tratta di una falsa dottrina, che non
dovrebbero assolutamente diffondere e per la quale non dovrebbero neanche
pretendere denaro.
Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me.
Atti 20,33 Non ho desiderato né l’argento, né
l’oro, né i vestiti di nessuno. 20,34 Voi stessi sapete che queste mani
hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me. 20,35 In
ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e
ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso:
"Vi è più gioia nel dare che nel ricevere"». Atti 20,33-35;
infatti è lavorando notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi, che vi abbiamo predicato il vangelo di Dio.
1Tess 2,8 Così, nel nostro grande affetto per voi,
eravamo disposti a darvi non soltanto il vangelo di Dio, ma anche le nostre
proprie vite, tanto ci eravate diventati cari. 2,9 Perché, fratelli, voi
ricordate la nostra fatica e la nostra pena; infatti è lavorando notte e
giorno per non essere di peso a nessuno di voi, che vi abbiamo predicato il
vangelo di Dio. 1Tess 2,8-9;
Questi sono solo alcuni esempi di come i credenti cristiani
possono mentire allo Spirito Santo. Altri esempi, altrettanto molto diffusi,
sono la dipendenza da alcol, le anormalità sessuali, la falsità, la dipendenza
dal pettegolezzo, la dipendenza dal gioco, l’orgoglio, etc., etc. Ma come
abbiamo visto prima, ognuno di questi peccati può assolutamente essere
perdonato, se lo si riconosce e si chiede il perdono al Signore. Ed ecco che
arriviamo al punto cruciale:
Molti fratelli e molte sorelle non vogliono riconoscere di avere dei problemi.
Ingannano se stessi, mentono ai loro simili e reprimono questi peccati
nell’angolo più nascosto della loro mente. E poi pensano, che neanche Dio possa
percepirli, commettendo quel peccato, che Pietro rimprovera ad Anania: mentire
allo Spirito Santo.
Anche Paolo affronta questo problema nella sua seconda lettera ai Corinzi:
Quelli che hanno peccato precedentemente, e non si sono ravveduti dell’impurità, della fornicazione e della dissolutezza a cui si erano dati.
2Cor 12,20 Infatti temo, quando verrò, di non
trovarvi quali vorrei, e di essere io stesso da voi trovato quale non mi
vorreste; temo che vi siano tra di voi contese, gelosie, ire, rivalità,
maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini; 12,21 e che al mio arrivo il mio
Dio abbia di nuovo a umiliarmi davanti a voi, e io debba piangere per
molti di quelli che hanno peccato precedentemente, e non si sono ravveduti
dell’impurità, della fornicazione e della dissolutezza a cui si erano dati. 2Cor 12,20-21;
Di conseguenza, è anche molto, molto importante far notare ai
fratelli e alle sorelle, che mentre riusciamo possibilmente a imbrogliare i
nostri simili – parenti, fratelli e sorelle nel Signore – ciò, tuttavia, è del
tutto impensabile con Dio! Lo Spirito di Dio conosce ogni pensiero, che abbiamo
mai potuto pensare e anche quello che penseremo.
E ciò accade a ogni singolo essere umano che abbia mai vissuto e che mai vivrà –
a prescindere che sia credente o meno. Di conseguenza, anche la sentenza di Dio
è assolutamente giusta. Nessuno potrà sottrarsi al giudizio, adducendo che c’è
stato un "malinteso". E perciò deve esserci chiaro, che non possiamo mentire a
Dio. Tuttavia, non dobbiamo neanche farlo! Mentre a volte è necessario guardarci
dai nostri simili, che ci feriscono, ci condannano o ci diffamano, in Dio
troviamo amore, grazia e perdono.
Perché quando da soli preghiamo in silenzio nella nostra camera non apriamo il
nostro cuore e confessiamo i nostri peccati al nostro Padre Celeste,
chiedendogli il perdono in nome di Gesù Cristo e che ci conduca sulla retta via?
Come può Dio, il quale è morto in Suo Figlio sulla croce proprio per questi miei
peccati, non perdonarmi e non liberarmi dalla mia colpa?
A conclusione di questo punto della discussione dobbiamo ora chiederci, se
quelle persone, che tuttora cercano di mentire allo Spirito Santo, siano
colpevoli di questo peccato contro lo Spirito Santo o meno. Nonostante Anania e
Saffira abbiano pagato con la morte il loro tentativo di mentire allo Spirito di
Dio, senza ombra di dubbio erano credenti cristiani e leggendo questo passaggio
biblico si ha l’impressione che la loro morte fosse piuttosto la loro salvezza.
Certamente furono puniti, ma non furono maledetti. Ciò è sostenuto anche in
1Cor 3,10-15.
Se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.
1Cor 3,10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata
data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce
sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; 3,11 poiché nessuno
può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.
3,12 Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro,
argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, 3,13 l’opera di ognuno sarà
messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel
giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno.
3,14 Se l’opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà
ricompensa; 3,15 se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma
egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco. 1Cor 3,10-15;
Da un lato, qui si parla di cristiani, che hanno costruito le
loro opere con "oro", "argento" o pietre preziose. Queste sono le opere, –
indipendentemente dalla modalità di costruzione, dalle dimensioni e dalla loro
valenza – che sono state costruite nello spirito della vera fede e con un cuore
sincero e credente. Questi fratelli e sorelle riceveranno la loro ricompensa.
Dall’altro lato, tuttavia, ci sono anche quei cristiani, le cui opere sono fatte
di "legno", "fieno" e "paglia". Queste sono le opere costruite per vanità, per
ostentazione o con l’idea di avere qualcosa in cambio (offerte!). Le loro opere
arderanno, come dice Paolo, ma loro stessi saranno salvi, "però come attraverso
il fuoco". E questo proprio perché la loro fede aveva il vero fondamento – Gesù
Cristo.
E ciò si potrebbe immaginare anche nel caso di Anania e Saffira e dei loro
simili: le loro motivazioni egoistiche fanno bruciare le loro opere, ma il
fondamento in Gesù Cristo li salva.
Passiamo così a un altro modo sottile, in cui lo Spirito di Dio
può essere offeso. Nei circoli teologici ci sono state – e continuano a esserci
ancora oggi – ripetute discussioni sull’infallibilità della Bibbia. Recentemente
è diventato sempre più chiaro, che il temine "infallibilità" presuppone un
soggetto attivo, mentre un libro – come lo è anche la Bibbia – è un oggetto e
non un soggetto.
Così come un CD non può cantare e la radio non può parlare, allo stesso modo
neanche la Bibbia è infallibile. La Bibbia è un messaggero di dati – sebbene di
dati molto speciali – che forniscono informazioni alle persone. Di conseguenza,
si è passati giustamente a parlare di "inerranza" della Bibbia.
I sostenitori di questo principio sono dell’opinione, che tutti i contenuti
della Bibbia siano stati ispirati, parola per parola, dallo Spirito Santo ai
singoli scribi. Di conseguenza, si parla anche dell’"ispirazione verbale" della
Sacra Scrittura. Le argomentazioni a favore e contro l’inerranza della Bibbia
riempiono volumi, se non intere biblioteche.
Un gran numero di istituti teologici internazionali include un’interpretazione
dell’inerranza della Bibbia nelle loro basi teologiche. Molte congregazioni
pretendono dai propri funzionari e per l’ordinazione al servizio sacerdotale
cristiano l’obbligo di insegnare questa dottrina dell’inerranza della Bibbia.
Al contrario, in questi circoli spesso chi dubita di questa dottrina viene
stigmatizzato come "non evangelicale". Qui riconosciamo quindi tutti i criteri,
che caratterizzano anche i dogmi cattolici, solo che qui si tratta appunto di un dogma evangelicale.
Questa dogmatizzazione piuttosto insolita nei circoli evangelicali si basa essenzialmente su due passaggi biblici.
– Il primo passaggio biblico è 2Tim 3,16-17, di
cui dobbiamo innanzitutto citare quella traduzione della Bibbia di Elberfeld (in
italiano: Nuova Riveduta), a cui si riferiscono i sostenitori dell’ispirazione
verbale:
2Tim 3,16 Ogni Scrittura è ispirata da Dio
è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, 3,17
perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. 2Tim 3,16-17;
Da questa traduzione di 2Tim 3,16: "Ogni Scrittura
(dal greco "graphe") è ispirata da Dio e utile a insegnare", ora ne
deriva, che la Bibbia intera è stata ispirata parola per parola dallo Spirito
Santo (dal greco theopneustos, lett. ‘soffiata’ da Dio, prodotta dal
soffio di Dio). Tuttavia, ciò che qui viene taciuto è il fatto che la parola
greca "graphe" in italiano significa semplicemente "scrittura", senza
alcun riferimento diretto alla Bibbia o alla Sacra Scrittura.
E se ora osserviamo attentamente questa traduzione, notiamo che qui non si parla
semplicemente di un’ispirazione della Bibbia attraverso Dio, ma che in base a
questa versione "ogni scrittura" è ispirata da Dio. Ciò significa che tutte le
opere scritte della storia del mondo, che siano state incise con lo scalpello,
redatte con la penna d’oca o scritte con una biro dei tempi moderni, sono state
ispirate dallo Spirito Santo. E questo è un po’ troppo. Semplicemente non può
essere così.
Di conseguenza, se adesso osserviamo la traduzione letterale del passaggio
originale greco (edizione Nestle-Aland),
2Tim 3,16 Ogni scrittura ispirata da Dio
e utile a insegnare.
a parte alcune differenze di traduzione poco rilevanti, la
posizione delle parole qui è completamente diversa. Qui si dice "Ogni scrittura
ispirata da Dio e utile a insegnare". E ciò adesso ha senso. Non
tutte le scritture del mondo, ma solo quelle ispirate da Dio – vale a dire
ispirate dallo Spirito Santo – sono utili a insegnare.
Questa è evidentemente una posizione biblica e qui dobbiamo esprimere il nostro
consenso. Per una migliore comprensione possiamo sostituire il termine
"scrittura" con "essere umano credente". Così la dichiarazione "Ogni essere
umano è credente e utile a insegnare" diventa un totale nonsenso. La
formulazione corretta è "Ogni essere umano credente è utile a insegnare".
Tuttavia, 2Tim 3,16-17 non dice nulla del fatto, che sia intesa esclusivamente
la Bibbia – e ancor meno tutte le parole della Bibbia. La dichiarazione si
riferisce a ogni Scrittura ispirata dallo Spirito di Dio, indipendentemente dal
fatto che sia presente nella Bibbia o meno. Risolvere il problema fondamentale
che ne risulta – cioè riconoscere quale Scrittura è ispirata dallo Spirito di
Dio e quale no – è più facile di quanto si pensi.
Ogni lettore credente, che, in base alla promessa del Signore Gesù, per questa
attività ha chiesto l’aiuto dello Spirito Santo al Padre, saprà anche
riconoscere per mezzo dello Spirito di Dio che dimora in lui, se una determinata
Scrittura è stata ispirata dallo Spirito di Dio o meno.
Quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!
Luca 11,13 Se voi, dunque, che siete malvagi,
sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà
lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» Luca 11,13;
Questa "tecnica" doveva essere sconosciuta durante lo studio
della Bibbia nelle facoltà teologiche. Perciò è difficile distinguere le parti
ispirate della Scrittura da quelle non ispirate ed è molto più semplice
postulare che siano tutte ispirate, sebbene ciò contraddice sia la Scrittura che
la logica.
Non dobbiamo presumere, di conseguenza, che lo Spirito Santo abbia controllato e
indirizzato ogni singola parola scritta della Bibbia. Dove per Dio era
necessario, sì, ma non dove i credenti erano nella posizione di gestire la
situazione da soli o quando non si trattava affatto di cose spirituali, ma di
saluti, comunicazioni, avvertimenti, lode, biasimo e altre informazioni
interpersonali (ad esempio Rom 15,1-23; 1Cor 16,19-24; 2Cor 13,11-13;
Fili 4,21-23; Col 4,7-18; 1Tess 5,23-28; 2Tim 4,9-22; etc., etc.). Tirare qui in
ballo lo Spirito Santo, significa giudicarlo in maniera sbagliata.
Questa era chiaramente anche la ragione, per cui, ad esempio in occasione della
canonizzazione del Nuovo Testamento (nella Chiesa cattolica nel 1546 nella
Sessione IV del Concilio di Trento e nella Chiesa evangelica luterana nel 1580
nella Formula di Concordia), la cosiddetta "lettera delle lacrime" di Paolo –
che egli cita in 2Cor 2,3-4 e 2Cor 7,8-9 e che ha evidentemente scritto tra le
due lettere canoniche ai Corinzi e che probabilmente aveva fatto consegnare per
mano di Tito (2Cor 7,7 e ss.) – non è stata ammessa nel canone.
o Il secondo passaggio biblico, che in questo contesto è citato come presunta
prova, è 2Piet 1,21:
2Pet 1,21 infatti nessuna profezia venne
mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di
Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo. 2Piet 1,21;
I sostenitori dell’ispirazione verbale intendono anche queste
parole come se qui fossero riferite all’intera Bibbia, per cui neanche una
singola parola della Bibbia sarebbe stata pronunciata per volontà umana, ma
unicamente attraverso Dio. Tuttavia, ciò che qui viene completamente ignorato è
il fatto, che qui Pietro non parla dell’intera Bibbia, ma soltanto della
"predizione" – cioè delle profezie, della Parola profetica contenuta nella
Scrittura. A questa parte della Sacra Scrittura si applica naturalmente
l’ispirazione verbale senza limitazioni. Tuttavia, non all’intera Bibbia e a
ogni singola parola in essa contenuta.
(Vedi anche Discorso 40: "Ci sono errori nella Bibbia?")
Questo dogma evangelicale dell’inerranza della Bibbia è stato
deciso in tutti i suoi dettagli nella cosiddetta "dichiarazione di Chicago",
nell’autunno del 1978, in occasione del vertice internazionale dei capi
evangelicali presso lo Hyatt Regency O’Hare di Chicago. Qui ora ne propongo un
estratto, relativo alla questione che stiamo trattando:
DICHIARAZIONE DI CHIKADO SULL’INERRANZA BIBLICA.
Articolo XIII:
Affermiamo che è appropriato usare l’inerranza della Bibbia
come termine teologico relativo alla completa veridicità della Scrittura.
Rifiutiamo l’opinione che sia appropriato valutare la Scrittura secondo
norme di verità ed errore che sono estranee al suo uso e al suo scopo.
Rifiutiamo inoltre l’opinione che l’inerranza sarebbe invalidata da fenomeni
biblici come la mancanza di precisione tecnica moderna, irregolarità
grammaticali o ortografiche, osservazioni descrittive della natura, riproduzione
di falsità, l’uso di iperbole o di numeri arrotondati, la disposizione del
materiale per argomento, selezioni alternative di materiale in racconti
paralleli, o l’uso di citazioni in libertà.
Dunque, ci si rifiuta di valutare la Bibbia "secondo
norme di verità ed errore, estranei al suo uso e
al suo scopo". Poiché lo stesso nostro Signore Gesù Cristo dice "Io
sono la via, la verità e la vita" ed Egli stesso
prende molto spesso la Parola anche nei Vangeli, è incontestabile, che la Bibbia
contenga anche la verità.
Queste persone dovrebbero prima leggere la Bibbia, invece di "valutarla". Allora
capirebbero, che con questa loro visione si pongono contro la volontà di Dio,
come scrive a loro Paolo nella prima lettera a Timoteo.
Dio, nostro Salvatore vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. (E dove, se non nella Bibbia?)
1Tim 2,3 Questo è buono e gradito davanti a
Dio, nostro Salvatore, 2,4 il quale vuole che tutti gli uomini
siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. 1Tim 2,3-4;
Per poter giudicare correttamente le conseguenze di queste
dichiarazioni, bisogna sapere, che nella Sacra Scrittura, accanto alla maggior
parte delle Scritture ispirate dallo Spirito di Dio agli scribi, troviamo anche
passaggi, – come ad esempio le formule di saluto all’inizio e alla fine di
alcune lettere di Paolo – che ovviamente non hanno avuto bisogno di alcuna
ispirazione per mezzo dello Spirito Santo.
Si tratta di quelle formule di saluto, che gli uomini hanno utilizzato nelle
loro lettere in tutti i periodi della storia. Pretendere di vedere qui
un’ispirazione parola per parola ad opera dello Spirito Santo, significherebbe
valutare lo Spirito di Dio in maniera del tutto errata. D’altra parte, in
diversi passaggi della Scrittura troviamo anche differenti dichiarazioni
relative allo stesso evento.
È sorprendente, ma il problema non si esaurisce qui. Chiunque abbia una Bibbia,
può prendersi la briga di andarlo a verificare. Ciò non ha nulla a che vedere
con la critica biblica, ma è una pura constatazione dei fatti! (A tal proposito
si veda anche Discorso 40: "Ci sono errori nella Bibbia?").
Nonostante ora queste differenze siano significativamente marginali e il loro
numero sia esiguo, la teoria di un’inerranza generale dell’intera
Bibbia è insostenibile. Tuttavia, se sosteniamo, che l’intera Scrittura sia
stata ispirata parola per parola dallo Spirito Santo e conseguentemente non
contenga né errore né sbaglio, allora questa dichiarazione ha come logica
conseguenza il fatto, che quegli errori, che si possono trovare nelle parti
concepite da autori umani e che ora sono chiari e lampanti per tutti, vengano
attribuiti allo Spirito Santo.
E qui chiaramente corriamo il rischio di attribuire allo Spirito Santo una
responsabilità umana dell’errore e di ignorare l’ammonimento del Signore in
Mat 12,32 e le sue conseguenze: "Ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo,
non sarà perdonato". Ed è proprio questo, ciò che noi – in quanto cristiani biblici – effettivamente non dobbiamo ignorare.
Eppure, nei circoli teologi questa conseguenza difficilmente viene compresa. Un
esempio di quanto i teologi dei tempi nostri agiscano su un piano teoretico
privo di qualsiasi logica, ci viene fornito dalla già sopracitata "dichiarazione
di Chicago sull’inerranza biblica" del 1978 (membro di lingua tedesca del
consiglio internazionale dell’inerranza biblica: prof. Samuel Külling).
Il sopracitato articolo XIII di questo documento dice:
"Rifiutiamo l’opinione che sia appropriato
valutare la Scrittura secondo norme di verità ed errore che sono estranee al suo
uso e al suo scopo."
In base a questa dichiarazione, dunque, la Scrittura non può
essere valutata in base a criteri di verità e di errore, perché estranei al suo
utilizzo e al suo scopo! Così qui, in modo molto più concreto di alcuni atei, si
fa passare la Bibbia per un libro di favole. Lo sapevano i sottoscrittori di questa dichiarazione?
E quando, dall’altro lato, nell’articolo VI dello
stesso documento si dichiara:
"Affermiamo che l’intera Scrittura, e tutte
le sue parti, fino alle parole stesse dei testi originali, furono date per
divina ispirazione."
ciò significa, in relazione al sopracitato articolo XXIII,
che la Scrittura ispirata nella sua interezza dallo Spirito Santo non può essere
valutata in base a un criterio di verità, perché l’utilizzo della verità è
estraneo allo Spirito Santo! Bisogna prima capire questo! Che idea hanno queste
persone di nostro Dio e del Suo Spirito?
Il Signore Gesù dice: "Io sono la via, la verità e la vita".
Questi teologi dicono che la verità è estranea a Dio, a questo Dio e
al Suo Spirito, che è verità assoluta in persona e non tollera nessuna forma di
falsità! E tutto questo per difendere una presunta inerranza dell’intera
Scrittura.
Allora, il fatto di non far valere neanche la riproduzione di falsità – cioè di
bugie – come motivo di limitazione di questa inerranza, è solo una logica
conseguenza.
"Rifiutiamo inoltre l’opinione che l’inerranza (della
Bibbia/Nota FH) sarebbe invalidata da fenomeni biblici comee
(…) riproduzione di falsità (…)." (Articolo XIII)
In questa frase gli autori di questa dichiarazione partono dal
presupposto, che la Bibbia contenga bugie sottoforma di "fenomeni biblici", e
che, tuttavia, queste bugie non possono mettere in questione la sua inerranza.
Si tratta di un totale capovolgimento dei principi di verità e giustizia: chi
mente ha ragione ed è senza errore.
Questa dichiarazione, secondo la quale le falsità contenute nella Scrittura non
possono annullare la sua inerranza, insieme all’affermazione di cui sopra, per
cui lo Spirito Santo ha ispirato la Scrittura nella sua interezza (articolo
VI), porta ad asserire che lo Spirito Santo proclama bugie, la cui scoperta
dovrebbe ora essere impedita qui da queste brave persone imponendo un divieto di
discussione.
Ma così questi sostenitori dell’assoluta inerranza della Bibbia nella sua
interezza esprimono in maniera esplicita esattamente ciò, che prima, più sopra,
si è dimostrata essere soltanto la conclusione logica: chi, da un lato,
attribuisce la Bibbia intera all’ispirazione verbale dello Spirito Santo e poi
però, dall’altro lato, sostiene, tuttavia, che esistono delle falsità nella
Bibbia, dichiara automaticamente che lo Spirito Santo è un bugiardo. Ciò è
incredibile e offende con certezza lo Spirito di Dio.
Se poi si osservano gli scritti di queste persone, leggiamo una gran quantità di
cose, che accettano e che rifiutano. Litigano su chi ha quale diritto di
rappresentanza esclusivo e perché. A una replica ne segue un’altra, alla quale
segue nuovamente una rettifica.
Contemporaneamente si riferiscono a tutte le "dichiarazioni" teologiche
possibili e chi non è d’accordo, viene apostrofato come teologo laico. Si litiga
di continuo, l’uno rimprovera l’altro di interpretare in maniera sbagliata le
dichiarazioni della Bibbia, senza, tuttavia, prendersi la briga di dimostrare
personalmente le sue affermazioni sulla base della Bibbia.
Allora poi si trovano articoli come il seguente:
"Il professor Samuel Külling, rettore della STH di
Basilea (Scuola universitaria indipendente di teologia), ha criticato un
volantino della CTL, scritto dal professor Heinzpeter Hempelmann (direttore
del seminario teologico della missione Liebenzeller/Nota FH), in
cui la STH di Basilea e la FTA di Gießen vengono ‘velatamente diffamati’.
Hempelmann afferma: la STH e la FTA ‘in realtà hanno solo lo scopo di copiare la
formazione dei teologi delle università tedesche (o svizzere), compresi appunto
tutti gli svantaggi, che un ordine di studi intellettuale e unilaterale comporta.’ (…)"
o anche:
"In una lettera a gli amici, il dott. Lothar Gassmann
(docente e teologo, il dott. L. Gassmann è responsabile della prospettiva
mondiale dell’A.R.F. [Gruppo di lavoro per questioni religiose / Nota
FH]) si riferisce a un articolo di IDEA (n.14./5.IV.’00/16)in cui la
sua critica ai seminari CTL era stata respinta in quanto ‘completamente campata
in aria’, affermando allo stesso tempo: ‘La fedeltà alla Bibbia della Missione
Liebenzell non sarà seconda a nessuno.’ Gassmann risponde scrivendo:
‘Quest’articolo necessita urgentemente di una rettifica, dato che qui si tratta
di una svolta, che ha implicazioni sull’intero pietismo nell’Europa di lingua
tedesca.’ (…)"
Entrambi gli estratti sono stati estrapolati dalla CTL-Dokumentation 8 [Documentazione 8 – CTL] (Chrischona-Tabor-Liebenzell).
Analogamente ai dogmi della Chiesa cattolica, anche qui si cerca di far passare
le idee e le opinioni umane, che – vedi sopra – non hanno alcuna base nella
Scrittura, come ineluttabili e le uniche giuste, vietando ogni discussione a tal
proposito. Tuttavia, queste persone non sono interessate alla verità, altrimenti
avrebbero studiato la Bibbia e avrebbero inevitabilmente constatato, che alcune
parti della Bibbia sono altrettanto poco ispirate parola per parola dallo
Spirito di Dio, quanto le loro stesse "affermazioni" personali. Nel corso della
loro carriera da teologi queste persone purtroppo si sono sempre più impegnate
nella difesa delle loro opinioni preconcette allontanandosi dallo studio della
Bibbia.
Effettivamente la Bibbia non ha bisogno di essere difesa da persone come Külling
e Gassmann. Lo stesso Dio Onnipotente è assolutamente in grado di difendere la
Sua Parola ed è anche ciò che ha sempre fatto. Fin dall’epoca in cui Gesù era in
vita, i capi teologici degli ebrei, i sadducei e i farisei discutevano
sull’esistenza della Resurrezione. I farisei erano convinti della sua esistenza,
i sadducei la contestavano. E poi questi sadducei cercarono di tendere una
trappola al Signore, facendogli una domanda a trabocchetto:
Perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio
Mar 12,18 Poi vennero a lui dei sadducei, i quali
dicono che non vi è risurrezione, e gli domandarono: 12,19 «Maestro, Mosè ci
lasciò scritto che se il fratello di uno muore e lascia la moglie senza figli,
il fratello ne prenda la moglie e dia una discendenza a suo fratello. 12,20
C’erano sette fratelli. Il primo prese moglie; morì e non lasciò figli. 12,21 Il
secondo la prese e morì senza lasciare discendenti. Così il terzo. 12,22 I sette
non lasciarono discendenti. Infine, dopo tutti loro, morì anche la donna. 12,23
Nella risurrezione, quando saranno risuscitati, di quale dei sette sarà
ella moglie? Perché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
12,24 Gesù disse loro: «Non errate voi proprio perché non conoscete le
Scritture né la potenza di Dio? 12,25 Infatti quando gli uomini
risuscitano dai morti, né prendono né danno moglie, ma sono come angeli nel
cielo. 12,26 Quanto poi ai morti e alla loro risurrezione, non avete letto nel
libro di Mosè, nel passo del pruno, come Dio gli parlò dicendo: "Io sono il Dio
d’Abraamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe"? 12,27 Egli non è Dio dei
morti, ma dei viventi. Voi errate di molto». Mar 12,18-27;
I sadducei volevano dimostrare, che se ci fosse davvero stata
una Resurrezione, ci sarebbe stato il caos, perché allora sette uomini avrebbero
litigato per una donna. Tuttavia, il Signore ha mostrato loro, che erano in
errore e non conoscevano la Scrittura, poiché le persone risorte non saranno
uomo o donna, ma esseri senza sesso.
I sadducei non avevano capito nulla, nonostante fossero scribi e quindi versati
nella Sacra Scrittura. E allo stesso modo bisogna far notare ai teologi dei
tempi nostri, che litigano per stabilire, se la Bibbia è stata ispirata dallo
Spirito di Dio nella sua interezza e parola per parola o meno, che ancora non
hanno neanche riconosciuto il vero problema.
La Bibbia non è una cosa fine a se stessa; al contrario, la Sacra Scrittura è
data agli uomini, affinché si convertano alla fede in Dio, l’Onnipotente e in
Suo Figlio Gesù Cristo. Tuttavia, nel corso dei millenni solo una parte
relativamente piccola degli uomini si è convertita alla fede in Dio. Dobbiamo
quindi dare la colpa allo Spirito Santo? Certamente no!
La ragione non è da ricercare nello Spirito Santo, ma negli uomini. Per molte
persone la Bibbia è un libro di favole, fuori moda, noioso e pieno di
dichiarazioni incomprensibili. Altri ancora ne sono entusiasti, capiscono subito
ogni parabola e leggerebbero la Bibbia giorno e notte. Ed entrambe queste
tipologie di persone leggono la stessa Bibbia, ispirata dallo Spirito Santo.
Ciò ora dimostra, che la questione, se lo Spirito Santo ha ispirato parola per
parola gli autori dei testi biblici, non è così importante e decisiva per noi
oggi. La Bibbia è stata data agli uomini da Dio e questo periodo della storia
della salvezza si è conclusa per volontà di Dio. Tuttavia, ciò che è della
massima importanza per noi oggi, è la questione, se noi quando leggiamo la
Bibbia abbiamo lo Spirito Santo. Poiché è proprio questa la differenza tra quei
teologi, che comprendono la Bibbia, e quegli altri, che non capiscono nulla.
A tal proposito nella Scrittura troviamo un paragone molto calzante. Quando il
giorno della Pentecoste i discepoli furono riempiti di Spirito Santo, iniziarono
ad annunciare la Parola di Dio in altre lingue:
Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue.
Atti 2,1 Quando il giorno della Pentecoste giunse,
tutti erano insieme nello stesso luogo. 2,2 Improvvisamente si fece dal cielo un
suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano
seduti. 2,3 Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne
posò una su ciascuno di loro. 2,4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo
e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di
esprimersi. 2,5 Or a Gerusalemme soggiornavano dei Giudei,
uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo. 2,6 Quando
avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno
li udiva parlare nella propria lingua. 2,7 E tutti stupivano e si
meravigliavano, dicendo: «Tutti questi che parlano non sono Galilei? 2,8
Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa?
2,9 Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della
Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, 2,10 della Frigia e della Panfilia,
dell’Egitto e delle parti della Libia cirenaica e pellegrini romani, 2,11 tanto
Giudei che proseliti, Cretesi e Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di
Dio nelle nostre lingue». 2,12 Tutti stupivano ed erano perplessi chiedendosi
l’uno all’altro: «Che cosa significa questo?» 2,13 Ma altri li
deridevano e dicevano: «Sono pieni di vino dolce». Atti 2,1-13;
Gli ascoltatori, che si erano raccolti e che udivano i discepoli
parlare ciascuno nella propria lingua – quella degli ascoltatori -, in base a
Atti 2,5 erano religiosi ebrei di ogni nazione. Poi, secondo Atti 2,13 c’erano
anche "altri" tra gli ascoltatori: non credenti, che non capivano una parola di
ciò che predicavano i discepoli. E li deridevano e dicevano, che i discepoli
erano ubriachi.
Da ciò risulta chiaramente, che lo Spirito Santo non solo aveva riempito i
discepoli, ma che Egli aveva avuto effetto anche sugli ascoltatori religiosi,
prima di tutto per permettere questo miracolo uditivo. E la stessa cosa succede
ora con la Sacra Scrittura. Gli autori furono riempiti di Spirito Santo e misero
per iscritto la Parola di Dio.
E tra i lettori della Bibbia ci sono ancora oggi quelli su cui ha effetto lo
Spirito Santo, chiesto a Dio, e che, di conseguenza, comprendono la Scrittura, e
quegli "altri", che non hanno lo Spirito Santo, per cui non capiscono nulla e
pensano che la Bibbia sia un libro di favole.
E qui poi diventa anche chiaro, che la disputa tra i teologi è del tutto
secondaria. In realtà è questa disputa, che è fine a se stessa e non porta a
nulla. Non fa nulla per Dio, poiché Egli sa badare a se stesso e non ha bisogno
di essere difeso da noi; ma non fa nulla neanche per le persone, poiché così il
loro problema, cioè la mancanza dello Spirito Santo, non viene né riconosciuto,
né affrontato. Bisogna perciò fare un appello a questi teologi – per quanto
siano credenti – affinché mettano finalmente una fine a questa loro insensata
disputa e insegnino alle persone ciò che è davvero necessario, cioè come possono
ricevere lo Spirito Santo.
E a tal proposito sia citata ancora una volta la dichiarazione del Signore in
Luca 11,11-13:
Quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!
Luca 11,11 E chi è quel padre fra di voi che, se il
figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia
invece un serpente? 11,12 Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione?
11,13 Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai
vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che
glielo chiedono!»
Luca 11,11-13;
Ora è del tutto corretto, che qui i figli preghino il Padre e
con qualche giustificazione si potrebbe aggiungere, che quelle persone che
leggono la Bibbia per la prima volta, non sono ancora completamente credenti e,
di conseguenza, non possono essere considerati figli di Dio. Tuttavia, come
sappiamo noi credenti cristiani, Dio non guarda l’esteriorità, ma guarda nel
cuore delle persone.
Perciò sembra non importare così tanto sapere, se ora una persona è ricca o
povera, importante o non importante, credente o non credente; l’unica cosa
importante è sapere, se il suo cuore nutre il sincero desiderio di comprendere
questo libro.
E anche se fosse solo perché, spinto dall’onestà intellettuale, per ora vuole
farsi un giudizio e avere argomenti ben fondati in un eventuale discussione e
non come molti pagani, che rilasciano dichiarazioni sulla Bibbia, senza averne
mai avuta una nelle mani in tutta la loro vita, figuriamoci se l’hanno letta!
Questa è la preghiera a Dio, la quale, anche se non espressa, viene, tuttavia,
udita da Dio. E certamente non rimarrà senza risposta. Dio ci manda lo Spirito
Santo, affinché ci guidi sulla via della comprensione. Questo è l’inizio. Ciò
che segue potrebbe riempire volumi e volumi.
Per rispondere alla questione, se simili comportamenti da parte di teologi
cristiani – in relazione all’argomento qui discusso – rappresentino
effettivamente un parlare contro lo Spirito Santo, che non può essere perdonato,
come indica il Signore in Mat 12,32, bisogna considerare, che sarebbe
sicuramente più chiaro, se qui fossero state le cattive intenzioni a macchiare
lo Spirito Santo con bugie e falsità. Ma ciò si può escludere, si spera.
Questa dichiarazione, così come l’idea di un’ispirazione verbale dell’intera
Bibbia, si basano sul consapevole o inconsapevole desiderio di proteggere la
Bibbia, la Parola di Dio. Il fatto che non si siano prese in considerazione le
ovvie conseguenze, sembra – almeno nel caso dei teologi cristiani biblici –
essere dovuto a una capacità di astrazione mancante, piuttosto che a una fede
mancante.
E così anche qui vale la dichiarazione di Paolo (citata in 1Cor 3.10-15, di cui
sopra), che noi credenti in Cristo saremo giudicati in base a ciò che abbiamo
costruito su questo fondamento, che è stato posto e che è Gesù Cristo. Ora, se
uno ha costruito con oro, argento e pietre preziose, la sua opera resisterà al
fuoco. Se ha costruito con legno, fieno e paglia, la sua opera arderà, ma egli
stesso sarà salvo, però come attraverso il fuoco.
Passiamo, infine, a quegli argomenti che riguardano la bestemmia
(presunta o reale) contro lo Spirito Santo. A tal proposito, con dichiarazioni
più o meno concrete, alcuni interpreti fedeli alla Scrittura citano la critica
della Bibbia. Da laici cosa dobbiamo intendere con critica della Bibbia? Qui non
vogliamo gettare luce sull’intero spettro della critica, ma vogliamo indicare
soltanto alcuni esempi, che ci aiutano a riconoscere il contesto e le ragioni
dell’argomento in questione.
Qui si tratta, tra l’altro, della cosiddetta "separazione delle fonti". Già nel
primo medioevo, ad esempio, circolava l’idea, che il Libro di Isaia con i suoi
66 capitoli, a causa delle sue caratteristiche linguistiche, non poteva essere
stato scritto da un unico autore. Poiché molti teologi non volevano neanche
accettare il fatto, che una persona potesse predire cose, che si sarebbero
avverate solo 150 anni più tardi, verso la fine del XVIII secolo i capitoli da 1
a 39 e da 40 a 66 sono stati attribuiti rispettivamente a un altro autore.
Alla seconda e ultima parte del libro è stato cambiato il nome in "Deuteroisaia"
(Secondo Isaia) e il periodo della sua creazione è stato postdatato
("postdatazione"). Alla fine del XIX secolo poi furono eliminati anche i
capitoli da 56 a 66 e trasformati in un "Tritoisaia" (Terzo Isaia).
A causa delle differenze di contenuto dei capitoli 1-6 e 7-12, si pensò che
anche il Libro di Daniele fosse stato scritto da due autori diversi. Inoltre, a
causa della sorprendente precisione delle profezie di Daniele nei capitoli 11 e
12, relative a eventi, alcuni dei quali distanti nei secoli futuri, questa parte
del libro è stata classificata come "vaticinia ex eventu", cioè come una
"profezia", messa per iscritto solo dopo il verificarsi degli eventi
(falsificazione). In questo modo, però, vengono negati i contenuti profetici di
questi scritti – e una volta che c’erano, avrebbero potuto negare i contenuti
della Bibbia nella sua interezza.
(Vedi anche Tabella 04: "La Rivelazione dal Libro della Verità.".)
DPoiché ci sono stati ripetuti tentativi del genere in un libro
o nell’altro del Nuovo Testamento, alcuni teologi fedeli alla Bibbia temono a
ragione una compromissione della Sacra Scrittura fino al punto in cui non
rimarrebbe più nulla in cui credere. Tuttavia, questa preoccupazione, di sicuro
giustificata, ha spinto queste persone troppo oltre.
Per mettere un freno, per così dire, a questi attacchi alla Bibbia, una volta
per tutte, avanzano l’idea, che l’intera Bibbia sia ispirata parola per parola
dallo Spirito Santo e sia, di conseguenza, infallibile. E precisamente "non solo
in tutte le questioni relative alla fede e alla vita, ma anche sotto l’aspetto
naturalistico, geografico e storico", come scrive il già succitato professor
Lothar Gassmann. E in questo modo naturalmente mostrano più che mai i loro punti
deboli ai loro avversari, che sanno certamente anche leggere la Bibbia e ne
hanno anche una a casa.
I problemi, che il lettore oggettivo della Bibbia ha con questa visione, sono
già stati analizzati dettagliatamente più sopra. Prima di affrontare quei
problemi sollevati dall’altra parte, cioè dalla critica moderna, si chiarisca
qui, che i punti di vista di entrambe le parti non hanno alcuna rilevanza per i
credenti cristiani. Chi crede davvero in Dio, crede anche all’Onnipotenza di
questo Dio.
Che Dio sarebbe, quello che non è in grado di rendere nota la Sua volontà alle
persone con qualsiasi mezzo e attraverso tutti gli autori a disposizione? Che
Dio sarebbe, quello che deve badare alle peculiarità linguistiche e che può
predire solo profezie distanti alcuni anni e non lontani nei secoli e nei
millenni futuri?
Non importa quanti autori hanno partecipato alla stesura della Bibbia, né
importa quante peculiarità linguistiche scoprirà ancora la moderna critica della
Bibbia, né quante sono le profezie che non vuole accettare perché relative a un
periodo di tempo troppo distante nel futuro, che pare il "Dio" di questi
"teologi" non è capace di predire. Ciò che vale, di conseguenza, è il fatto che
il Dio della Bibbia non ha assolutamente bisogno del gradimento dei teologi! La
Bibbia non è stata scritta per i teologi, ma per le persone che credono a questo
Dio della Bibbia.
Senza se e senza ma. E sono proprio queste persone ad avere strumenti
decisamente migliori per valutare la credibilità della Bibbia. Ed è proprio
quello Spirito Santo, che ha guidato gli autori della Bibbia e, di conseguenza,
sa molto meglio di qualsiasi teologo cosa, quando e come ha inspirato chi.
Passiamo ora a quei passaggi biblici che affrontano concretamente la bestemmia
contro Dio e quindi anche contro lo Spirito Santo.
Non si ravvidero neppure dai loro omicidi, né dalle loro magie, né dalla loro fornicazione.
Apoc 9,18 Un terzo degli uomini fu ucciso da
questi tre flagelli: dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalle bocche
dei cavalli. 9,19 Il potere dei cavalli era nella loro bocca e nelle loro code;
perché le loro code erano simili a serpenti e avevano delle teste, e con esse
ferivano.
9,20 Il resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli,
non si ravvidero dalle opere delle loro mani; non cessarono di adorare i
demòni e gli idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non
possono né vedere, né udire, né camminare. 9,21 Non si ravvidero neppure dai
loro omicidi, né dalle loro magie, né dalla loro fornicazione, né dai loro
furti. Apoc 9,18-21;
Qui sopra, in Apoc 9,18-21, ci troviamo nel Giorno del Signore,
nel Giorno dell’Ira di Dio. Si tratta specificatamente dei flagelli della sesta
tromba (2. guaio). In questo passaggio troviamo alcune dichiarazioni indirette,
alquanto criptiche. Così in Apoc 9,18 leggiamo, che un terzo degli uomini fu
ucciso da questi tre flagelli della sesta tromba.
Ciò significa, quindi, che un terzo della popolazione mondiale fu sterminato da
queste catastrofi. E nel versetto Apoc 9,20 troviamo poi la dichiarazione: "Il
resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli, non si ravvidero
dalle opere delle loro mani".
(Vedi anche Tabella 14: "La Grande Tribolazione –
cronologia degli eventi (Apoc 6-22)".)
Dunque, un terzo dell’umanità fu ucciso e tra il resto degli
uomini non si trova più neanche un singolo credente cristiano, perché altrimenti
si sarebbe ravveduto. Da un lato, ciò ci mostra che in questo preciso momento
nessun credente cristiano può trovarsi sulla terra, dall’altro conferma
l’interpretazione, che il Rapimento ha già avuto luogo molto tempo prima, al
sesto sigillo, dopo la Grande Tribolazione (4. Sigillo) e che con il settimo
sigillo ha avuto inizio il Giorno dell’Ira di Dio.
(Vedi anche Discorso 61: "La Grande Tribolazione è
identica al Giorno del SIGNORE e all’Ira di Dio?".)
E anche in occasione dei giudizi delle coppe troviamo
l’indicazione, che gli uomini non si ravvidero, che, quindi, tra la popolazione
mondiale non esistevano più credenti cristiani. Al più tardi da Apoc 16,1-2 in
poi (1. Coppa dell’Ira di Dio) sappiamo, che già in questo momento l’Anticristo
- la bestia dal mare – domina il mondo.
E un’ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che avevano il marchio della bestia.
Apoc 16,1 Allora udii dal tempio una gran voce che diceva ai sette angeli: «Andate e versate
sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio». 16,2 Il primo andò e versò la
sua coppa sulla terra; e un’ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini
che avevano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine.
Apoc 16,1-2;
E qui sotto, in Apoc 16,8-11, viene citato nuovamente, che gli
uomini non si ravvidero. Inoltre, notiamo però un’intensificazione della loro
opposizione a Dio: la bestemmia contro Dio. Gli uomini bestemmiano il nome di
Dio (Apoc 16,9), sì, bestemmiano persino lo stesso Dio.
Bestemmiarono il nome di Dio che ha il potere su questi flagelli, e non si ravvidero.
Apoc 16,8 Poi il quarto angelo versò la sua coppa
sul sole e al sole fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. 16,9 E gli
uomini furono bruciati dal gran calore; e bestemmiarono il nome di Dio
che ha il potere su questi flagelli, e non si ravvidero per dargli gloria.
16,10 Poi il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia.
Il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il
dolore, 16,11 e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei loro dolori e
delle loro ulcere, ma non si ravvidero dalle loro opere. Apoc 16, 8-11;
Infine, attraverso le dichiarazioni: "bestemmiarono il nome di
Dio che ha il poter su questi flagelli" e "bestemmiarono il Dio del cielo
a causa dei loro dolori e delle loro ulcere", si nota chiaramente, che in questo
momento gli uomini sanno esattamente da dove vengono questi flagelli: sanno che
è il Dio del cielo a riversare, nella Sua Ira, questo Suo furore su questa
umanità impenitente e idolatra.
Già precedentemente alla prima coppa dell’ira, in Apoc 15,1, ci viene
annunciato, che queste sette coppe dell’Ira di Dio saranno gli ultimi flagelli,
che Dio infliggerà sull’umanità.
Sette angeli che recavano sette flagelli, gli ultimi, perché con essi si compie l’ira di Dio.
Apoc 15,1 Poi vidi nel cielo un altro segno grande
e meraviglioso: sette angeli che recavano sette flagelli, gli ultimi, perché
con essi si compie l’ira di Dio. Apoc 15, 1;
Con queste sette coppe dell’Ira si completa, dunque, il furore
di Dio. E se ora osserviamo il passaggio relativo alla settima e ultima coppa,
notiamo che gli uomini persistettero nel loro rifiuto di Dio fino all’amara
fine.
Gli uomini bestemmiarono Dio a causa della grandine; perché era un terribile flagello.
Apoc 16,17 Poi il settimo angelo versò la
sua coppa nell’aria; e dal tempio uscì una gran voce proveniente dal
trono, che diceva: «È fatto». 16,18 E ci furono lampi, voci, tuoni e un
terremoto così forte che da quando gli uomini sono sulla terra non se n’è avuto
uno altrettanto disastroso. 16,19 La grande città si divise in tre parti, e le
città delle nazioni crollarono e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle
la coppa del vino della sua ira ardente. 16,20 Ogni isola scomparve e i monti
non furono più trovati. 16,21 E cadde dal cielo sugli uomini una
grandine enorme, con chicchi del peso di circa un talento; gli uomini
bestemmiarono Dio a causa della grandine; perché era un terribile flagello.
Apoc 16,17-21;
Ma la ripetuta indicazione "e non si ravvidero" contiene anche
un’altra informazione. Sembra che anche in quel momento ci fosse ancora la
possibilità di essere salvati attraverso la conversione e il pentimento. Dio,
dunque, sarebbe stato pronto a perdonare fino alla fine. Ma non ci fu nessuno, che volesse prendere in considerazione questa possibilità. E
questa è appunto la maledizione dell’apostasia e del rifiuto di Dio: non si può
più tornare indietro.
E ora questo pericolo lo corrono soprattutto i teologi liberali (non cristiani
biblici) qui apostrofati nella critica della Bibbia. Mentre la normale persona
non credente legge a malapena la Bibbia nella sua vita e quindi ha poca
connessione con Dio e non ha un’opinione concreta in merito – né pro né contro –
proprio queste persone che si occupano della Bibbia hanno quindi un contatto
diretto con Dio e lo Spirito Santo.
Mentre una comune persona non credente difficilmente legge la Bibbia nella sua
vita e quindi ha una scarsa relazione con Dio senza avere una concreta opinione
sulle questioni spirituali – sia a favore che contraria – proprio queste persone
che si interessano della Bibbia hanno un contatto diretto con Dio e con lo
Spirito Santo.
Chi qui nega, che i libri profetici – come ad esempio quelli di Isaia e Daniele
– siano stati ispirati dallo Spirito Santo, dimostra di non avere personalmente
mai fatto esperienza nella sua vita con lo Spirito Santo e quindi neanche con
Dio, oltre a screditare automaticamente se stesso nello svolgere un’attività
come il teologo (teologia=conoscenza di Dio). Ma ciò che è ancora peggio è che
in questo modo parla contro lo Spirito Santo e quindi deve aspettarsi quelle
conseguenze che il Signore annuncia in Mat 12,32:
Ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.
Mat 12,32 A chiunque parli contro il Figlio
dell’uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo,
non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro. Mat 12,32;
Chi qui non si ravvede e non si converte, imbocca quella via,
dalla quale non si può più fare ritorno, e trascina con sé nell’abisso tutti
quelli che lo seguono.
La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.A differenza di tutte le altre religioni di questo mondo, il cristianesimo
biblico non è una religione. È una relazione. Un rapporto o una connessione
con Dio, in quanto nostro Padre nei cieli. Ecco perché anche il nostro
Signore Gesù Cristo ci ha detto: Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Mat 23,9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro
padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.
Mat 23,9; Perciò, nel cristianesimo biblico non chiamiamo nessuno
sulla terra nostro Padre, ma l’unico e solo Onnipotente Dio nei
cieli è nostro Padre. Infatti, Dio non ha creato solo noi, ma con Adamo e
Eva, i nostri genitori arcaici, tutti gli esseri umani, ed è quindi il padre
di tutti noi. Eppure questo è ciò che pochissimi vogliono sapere. Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità. Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta,
che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità;
poiché il Padre cerca tali adoratori. 4,24 Dio è Spirito; e quelli
che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità».
Giov 4,23-24; E come ci conferma anche Paolo nella prima lettera ai
Corinzi, lo Spirito di Dio dimora in noi, se siamo figli di Dio. Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 1Cor 3,16 Non sapete che siete il
tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 3,17 Se uno
guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo;
e questo tempio siete voi. 1Cor 3,16-17; Così questa è una connessione molto simile a quella, che
anche il Figlio di Dio ebbe con il Padre durante la Sua missione sulla terra: Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Giov 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre
e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio;
ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 14,11 Credetemi:
io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle
opere stesse. Giov 14,10-11; Infine il Signore Gesù stesso ci spiega anche, che chi Lo
ama si riconoscerà dal fatto, che osserverà la Parola del Suo Signore. E
perciò il Padre lo amerà ed entrambi, Padre e Figlio, verranno da lui e
dimoreranno presso di lui. Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Giov 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò:
«Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli
rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio
l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi
non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia,
ma è del Padre che mi ha mandato. Quindi riassumiamo: Paolo ci dice sopra in 1Cor 3,16, che lo
Spirito Santo dimora presso di noi, se siamo figli di Dio. Qui sopra in
Giov 14,23 il Signore Gesù ci dice, che Padre e Figlio verranno da noi e
dimoreranno presso di noi, se amiamo il Figlio. Così nel nostro spirito abbiamo unito
Padre, Figlio e Spirito Santo! È quindi evidente che è nella natura degli esseri spirituali incorporarsi sia
nello spirito di un essere umano che in altri esseri spirituali. Nella loro forma spirituale sono
immateriali e possono fondersi l’uno nell’altro, come quando si versa sul livello materiale
un bicchiere d’acqua in un altro e i due liquidi diventano un’unica cosa (Trinità). L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo. Atti 7,48 L’Altissimo però non abita in edifici
fatti da mano d’uomo, come dice il profeta(Isaia 66:1-2): 7,49 "Il
cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi
costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo?
7,50 Non ha la mia mano creato tutte queste cose?" Atti 7,48-50; Dunque, nella fede cristiana biblica non esistono riti, liturgie, "messe",
sacerdoti, vescovi, cardinali, papi, etc. I credenti cristiani biblici
stessi sono il tempio di Dio e nel loro spirito hanno una connessione
immediata e diretta con il loro Padre Celeste. Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: "Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo." 2Cor 6,14 Non lasciatevi legare al
giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la
giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 6,15 Quale
intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un
infedele? 6,16Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Ed è anche questo spirito dei figli di Dio che vivrà dopo la
risurrezione come un essere spirituale nella dimensione eterna con il nostro
Padre nei cieli, avendo percorso la strada che nostro Signore Gesù Cristo ha
già percorso prima di noi come primizia (1Cor 15,20-28). Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto. Mat 6,5 «Quando pregate, non siate come gli
ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli
angoli delle piazze (o al "Muro del pianto"!/FH) per essere visti
dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno.
6,6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta,
rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo,
che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. 6,7 Nel pregare non usate
troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per
il gran numero delle loro parole. 6,8 Non fate dunque come loro, poiché
il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele
chiediate. Mat 6,5-8; |
Mi fa piacere trovare un nuovo, interessante e illuminante
contributo; nel frattempo ho anche riletto il Discorso 64. Solo un suggerimento:
la parola ‘bestemmia’ non è comune nell’uso linguistico odierno e, di
conseguenza, per il destinatario non è di immediata comprensione. Quindi
‘bestemmia’ deve essere più della semplice menzione della parola ‘Spirito Santo’
in un contesto scherzoso e anche derisorio. Ad esempio, tra i giuristi tedeschi,
a proposito della restituzione dei regali di fidanzamento in base al ยง 1300 del
BGB (Codice civile tedesco), circola un verso in rima, citato nelle lezioni e
che non voglio ripetere qui. Mentre considero espressioni del genere un peccato
contro lo Spirito Santo, allo stesso tempo però non ritengo ancora, che siano la
realizzazione del ‘peccato mortale’, indicato in Mat 12,31 e ss. La stessa cosa
dovrebbe valere anche per altri scherzi, in cui si menziona lo Spirito Santo.
Perciò penso, che una chiara precisazione a tal proposito può essere utile a
molti. Per ciò che riguarda me, nel corso della mia vita ho sicuramente
contristato lo Spirito Santo in diverse occasioni, addossandomi anche alcuni
peccati, ma nonostante tutto Egli è ancora presente, altrimenti difficilmente
scriverei queste cose. Credo, perciò, che prima che Dio respinga realmente e
definitivamente una persona, deve succedere qualcosa di mostruoso, che nessuna
grazia può più giustificare. Di conseguenza, ‘bestemmia’, nel senso di Mat 31,12
e ss., deve significare più di un’espressione sconsiderata, in cui per caso
compare lo Spirito Santo. Se ciò fosse vero, un chiarimento sgraverebbe coloro
che credono davvero da molti inutili rimorsi di coscienza proprio.
Christian Bollmeyer, Hamburg / bollmeyer@debitel.net
Lei ha perfettamente ragione, proprio questo importante aspetto
è stato messo troppo poco in risalto nella mia argomentazione di cui sopra.
Secondo me, la bestemmia contro lo Spirito Santo non è un peccato qualsiasi in
senso generale. Non penso sia un’azione o una mostruosità umana – in qualunque
forma ̵ che nessuna grazia potrebbe mai giustificare. Qui è in gioco molto di
più, qualcosa di molto più fondamentale.
Vorrei utilizzare qui il Suo riferimento giuridico per presentare questo
concetto in maniera più dettagliata. Se un avvocato difende il suo assistito in
tribunale, cercherà di ottenere per lui la minor pena possibile. Anche se si
tratta di un pluriomicida, cercherà di sfruttare tutte le possibilità consentite
dalla legge, affinché vengano concesse le circostanze attenuanti..
Nella maggior parte dei casi il pubblico ministero vede la posizione giuridica
dell’imputato in maniera divergente e quindi è compito del giudice interpretare
la legge in moda che giustizia sia fatta. Ecco il caso tipico: la legge è il
fondamento della sentenza ed è riconosciuta da tutte le parti.
Se ora però il difensore si colloca al di sopra della legge e insiste che i
principi giuridici fondamentali, socialmente e universalmente riconosciuti, non
valgano per lui e il suo assistito, presentando poi egli stesso leggi proprie,
che contengono norme completamente diverse rispetto a ciò che la legge consente
e vieta, allora la base comune non esisterebbe più e né il pubblico ministero,
né il giudice potrebbero accettarlo. E da ciò dipende tutto: non dalla gravità
di una qualche colpa, ma dal fatto, che con il rifiuto dello Spirito Santo è
venuta meno quella base comune, che innanzitutto permette la comunicazione con
Dio.
Così come ora alcuni accusati possono ritenere ingiusta una legge e incompetente
un giudice, allo stesso modo anche il comune non credente può fare simili
osservazioni a proposito dei comandamenti o di Dio e dello Spirito Santo. Ciò
ancora non lo condanna alla dannazione. La cosa cambia però, se è il giurista
(teologo) a premettersi cose simili.
Tuttavia, chi è dell’opinione, che le leggi in vigore siano state emanate da
criminali e che il giudice sia un corrotto, e si rifiuta di riconoscere sia le
leggi, sia il giudice, ha perso la base comune e il contatto con la società.
E così anche quelli, che parlano contro lo Spirito Santo, sostenendo che questi
non è lo Spirito di Dio, ma lo Spirito del Male e che Dio non è il Bene, ma il
Male in persona, e che non vogliono riconoscere, che la colpa è loro e che
dovrebbero ravvedersi – come ci spiega l’Apocalisse a proposito dei diversi
flagelli:
Apoc 16,10 Poi il quinto angelo versò la sua coppa
sul trono della bestia. Il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si
mordevano la lingua per il dolore, 16,11 e bestemmiarono il Dio del
cielo a causa dei loro dolori e delle loro ulcere, ma non si ravvidero
dalle loro opere. Apoc 16,10-11;
- queste persone hanno abbandonato il fondamento, sul quale
avrebbero potuto nascere grazia, misericordia e perdono.
Come si può vedere, non è che Dio non vuole perdonare. Egli non è più in grado
di perdonare. Il sistema è crollato. Queste persone si sono collocate fuori
dalla portata del perdono di Dio. È come nella parabola della caverna di
Platone, quando mi lamento di non sentire il sole sul viso e, tuttavia,
trascorro volontariamente tutto il giorno nella cantina buia.
L’esempio del sistema giudiziario è riuscito perfettamente e
sarà un valido aiuto per molti, che in un certo momento della loro vita si sono
tormentati con simili questioni. Nel mio caso posso escludere di aver nominato
deliberatamente lo Spirito Santo in un contesto blasfemo, quanto meno questi
infelici versi rimati mi avevano indignato già allora. Ma dall’altro canto, non
posso neanche escluderlo per tutta la mia vita, semplicemente perché a tal
proposito il ricordo preciso in parte mi abbandona. E poi rimane quella domanda
assolutamente angosciante "E cosa succederebbe, se?" A volte questa domanda mi
ha tormentato molto. Ora è già da molto tempo che ho maturato la convinzione,
che per macchiarsi di tale colpa non può bastare solo la parola e mi fa piacere,
che anche Lei la pensi allo stesso modo. Tutto il resto sarebbe in
contraddizione con la mia esperienza personale. Ma perché no? Dopo tutto in Mat
12,32 (Lutero 1984 [Nuova Riveduta]) si dice pur sempre:
Mat 12,32 A chiunque parli contro
il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro
lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro. (Mat 12, 32)
Nella Diodati il passaggio è il seguente:
Mat 12,32 Ed a chiunque avrà detta alcuna parola contro
al Figliuol dell’uomo, sarà perdonato; ma a niuno che l’abbia detta
contro allo Spirito Santo, sarà perdonato, né in questo secolo, né nel futuro. (Mat 12,32)
Da qui ero partito dal presupposto, che "alcuna parola" non deve
essere intesa come una singola parola, ma come un discorso diretto contro lo
Spirito Santo (al contrario di ‘su');. Se ora si applicano
le tecniche interpretative (giuridiche), la parola "contro" (qualche volta in
traduzioni in tedesco antico si trova "in opposizione a") fa dedurre, che questo
discorso deve mostrare, che la volontà è diretta (intenzionalmente) verso il
rifiuto (contro l’accettazione) di Dio. Nel diritto penale si parla di
premeditazione.
Tuttavia, questo passaggio inizia ogni volta con la congiunzione "e". Infatti,
il versetto precedente (Lutero 84) recita:
Mat 12,31 Perciò vi dico: Tutti i peccati e le
bestemmie saranno perdonati agli uomini; ma la bestemmia contro
lo Spirito non sarà perdonata.
12,32 E se qualcuno dirà una parola contro il Figlio dell’uomo,
gli sarà perdonato, ma se qualcuno parlerà contro lo Spirito Santo, non gli sarà
perdonato, né in questa età né in quella futura. (Mat 12,31-32)
Normalmente l’uso della parola "e" farebbe concludere un
giurista, che sono presenti due diverse fattispecie, che rispettivamente
prevedono la pena di morte, vale a dire la bestemmia, da un lato, e il "discorso
contro", dall’altro. Allora, però, la parola "bestemmia" dovrebbe esprimere un
concetto diverso di "parlare contro lo Spirito Santo". Intanto, in base alla
semantica del termine "bestemmia", non è così, come Lei giustamente indica e
quindi si tratta solamente della ripetizione della stessa fattispecie. Ciò
possibilmente anche perché altrimenti tutto dipenderebbe esclusivamente dal
termine "bestemmia", e poi perché questa parola è così vaga, che oggi – ammesso
che venga usata nel linguaggio corrente – può significare appunto un discorso
denigratorio "nei confronti di" qualcuno.
Ora Lei obietterà giustamente, che proprio la Bibbia non può essere valutata con
le norme giuridiche, pensate per le leggi umane. Inoltre, mi rimprovererà di
pignoleria a proposito della discussione sulla formulazione esatta delle
traduzioni tedesche della Bibbia (purtroppo non conosco il greco). Però almeno
ho sempre riflettuto molto su queste cose e mi sono posto alcune domande.
Tuttavia, dopo un po’ di tempo ho capito ora, che il significato non si desume
soltanto da questi versetti presi isolatamente, ma che bisogna considerare
piuttosto il contesto complessivo, in cui questi versetti sono collocati. Gesù
non ha inventato queste parole, anzi, le ha dette dopo che i farisei (Mat 12, 24
e ss.) lo avevano accusato di scacciare i demoni con l’aiuto di Belzebù, negando
quindi lo Spirito Santo (per mezzo del quale più tardi anche gli apostoli
scacciarono i demoni, con riferimento a Atti 16,16) e andando così contro una
migliore conoscenza, oltre ad avere attribuito le sue opere a Satana. In Mar
3,30 (Nuova Riveduta), si dice conformemente con limpida chiarezza:
Mar 3,30 – Egli parlava così perché dicevano: «Ha
uno spirito immondo». (Mar 3,30)
E in maniera splendida Lei ha reso questa questione immediatamente
chiara a tutti attraverso l’esempio del sistema giudiziario.
Christian Bollmeyer, Hamburg / bollmeyer@debitel.net
Prima di tutto, mi permetta di esprimerLe il mio apprezzamento
per il Suo profondo impegno nell’analisi relativa a questo tema. Un simile
approccio metodico al testo biblico oggi è purtroppo una rarità, nonostante
l’esperienza – e anche il Suo esempio- dimostra, che in questo modo il
significato delle espressioni bibliche può essere compreso e dimostrato in
maniera molto più efficiente.
E anche la conclusione alla quale Lei è giunto, per cui ci si deve confrontare
prima di tutto con il contesto per comprendere il significato di un passaggio
biblico, è un fatto, su cui anch’io richiamo ripetutamente l’attenzione. Di
conseguenza, non La accuso affatto di pignoleria, ma, al contrario, Le sono
grato di aver fatto notare questa mancanza nella mia argomentazione e di darmi
così l’opportunità attraverso il Suo commento di correggere questi errori.
Come nella scorsa replica, anche qui non posso che essere completamente
d’accordo con Lei. La mia argomentazione naturalmente si basa sul contesto di
Mat 12,24-28 e di Mar 3,30, altrimenti non sarei così sicuro della mia
interpretazione. Ecco qui innanzitutto questi passaggi, che ha citato anche Lei,
trascritti di seguito nella loro interezza:
«Costui non scaccia i demoni se non per l’aiuto di Belzebù, principe dei demoni».
Mat 12,22 Allora gli fu presentato un indemoniato,
cieco e muto; ed egli lo guarì, in modo che il muto parlava e vedeva. 12,23 E
tutta la folla stupiva e diceva: «Non è questi il Figlio di Davide?» 12,24 Ma i
farisei, udendo ciò, dissero: «Costui non scaccia i demoni se non per
l’aiuto di Belzebù, principe dei demoni».
12,25 Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso contro se
stesso va in rovina; e ogni città o casa divisa contro se stessa non potrà
reggere. 12,26 Se Satana scaccia Satana, egli è diviso contro se stesso; come
dunque potrà sussistere il suo regno? 12,27 E se io scaccio i demoni con l’aiuto
di Belzebù, con l’aiuto di chi li scacciano i vostri figli? Per questo, essi
stessi saranno i vostri giudici. 12,28 Ma se è con l’aiuto dello Spirito
di Dio che io scaccio i demoni, è dunque giunto fino a voi il regno di Dio.
Mat 12,22-28;
Perché dicevano: «Ha uno spirito immondo».
Mar 3,28 In verità vi dico: ai figli degli uomini
saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; 3,29
ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha perdono in
eterno, ma è reo di un peccato eterno». 3,30 Egli parlava così
perché dicevano: «Ha uno spirito immondo». Mar 3,28-30;
Nella mia interpretazione di cui sopra, le mie argomentazioni
purtroppo si sono fermate all’"Apocalisse" e ho mancato di riferirmi
esplicitamente a questi passaggi alla fine. E ciò è un problema, perché le
dichiarazioni di questi passaggi biblici in realtà rappresentano proprio la base
della mia interpretazione conclusiva. Per fortuna ora Lei non solo ha fatto
notare questo fatto, ma ha mostrato immediatamente anche i riferimenti corretti,
cosicché, penso, non siano più necessarie ulteriori spiegazioni.
Forse dovremmo, tuttavia, affrontare la questione, che Lei ha ricordato
ripetutamente sopra e che, in base alla mia esperienza, si pongono continuamente
anche molti fratelli e sorelle nel Signore: "Ho commesso questo peccato contro
lo Spirito Santo?"
Per quelle persone che si pongono questa domanda con un cuore pieno di fede e
non con una cattiva disposizione d’animo e che poi aggiungono: "Se non l’ho
fatto, allora devo recuperare immediatamente" – esistono anche queste persone
(ad esempio i satanisti) – per questi individui esiste una risposta che, secondo
me, è semplice e corretta allo stesso tempo:
Chi, in quanto credente cristiano, si pone la domanda: "Ho commesso questo
peccato contro lo Spirito Santo?" – in qualsiasi momento della sua vita – si
suppone che la sua risposta sia "no". (Altrimenti di sicuro non sarebbe più
un credente cristiano!).
E questo ora coincide in maniera piuttosto precisa con l’intuitiva opinione da
Lei espressa nella Sua prima replica, di cui sopra:
"Per ciò che riguarda me, nel corso della mia vita ho sicuramente contristato lo
Spirito Santo in diverse occasioni, addossandomi anche alcuni peccati, ma
nonostante tutto Egli è ancora presente, altrimenti difficilmente scriverei
queste cose."
[1] La Tübinger Offensive
Stadtmission eV (TOS) [Campagna di missioni urbane di Tubinga, Associazione
registrata] nacque nel 1986, all’inizio come gruppo di preghiera
sovraconfessionale formato da cristiani provenienti da diverse comunità. Solo
nel 1990 la TOS fu fondata come nuova comunità cristiana, dopo che il gruppo
aveva vissuto una forte crescita (dovuta specialmente alla scena esoterica di
Tubinga). La TOS fa parte del "movimento carismatico pentecostale".
Quando al direttore della TOS Jobst Bittner fu chiesto, se per le sue
attività chiedeva e riceveva denaro dai membri, egli rispose: "La Parola di Dio
parla chiaramente di questo principio della semina e del raccolto. E lì dove
semino, raccolgo. Questo è ciò che fa ogni contadino. E in effetti anche le
nostre esperienze sono state fenomenali".
(Da: "Hallelujah oder Amen", ["Alleluia o Amen"] – Österreichischer Rundfunk
Fernsehen (ORF) [Radio e Televisione austriaca], Hörbilder [Immagini radio], 13.
12. 2003)
Queste "esperienze fenomenali" dovevano poi anche limitarsi a incassare grosse
somme di denaro, poiché le esperienze dello Spirito di Dio qui lasciavano
piuttosto a desiderare. Ciò è dimostrato anche e specialmente
dall’interpretazione completamente errata del passaggio biblico citato.
Nella Bibbia con "semina e raccolto" naturalmente non si intende la propagazione
del patrimonio ideologico dei carismatici in cambio di somme di denaro incassate
dai creduloni. Questo passaggio biblico non va inteso in senso materiale, ma in
senso puramente spirituale. Se trasmettiamo la Parola di Dio contenuta nella
Bibbia ai nostri simili in maniera vera e sincera (la semina), allora il Signore
la farà crescere nei cuori di queste persone e la farà maturare (il raccolto). E
ciò accadrà senza doversi assoggettarsi a qualcuno, senza dover venerare
nessuno, senza dover diventare membro di qualche associazione e senza dover
obbligatoriamente pagare molto denaro a questi "fratelli".
Tuttavia, la TOS desidera incassare ancora più denaro. Sul suo sito web si trova
un appello rivolto indiscriminatamente a tutti quelli che vi capitano:
"Cerchiamo 1.000 persone, che ci sostengano con 5 euro al mese, fornendo così
una considerevole copertura finanziaria ai nostri progetti."
Non è difficile indovinare, che questi "progetti" comprendano anche i
considerevoli compensi del "personale esecutivo" della TOS, di cui fanno parte
anche Bittner e sua moglie, dato che la TOS, su propria ammissione, si finanzia
al 100% con denaro ricavato da donazioni.