Discorso 55 – Perché Dio permette le sofferenze?




Chi è responsabile del dolore degli esseri umani?

9/11: Come poté Dio ammettere una cosa così? / Intervista Anne Graham 00, 2002-07-08

Come possiamo evitare il dolore?

Come Dio esaudisce le preghiere.

Le preghiere del cristiano.

La morte di bambini innocenti.

Persone che non sono capaci di credere. / Libro Wilhelm Busch p. 123ss.

Rabbino Chaim Chofetz.

La teologia morale cattolica dopo tutto ha ragione? / Replica Benedikt Kromlechner 00, 2003-10-13

Ha senso per qualcuno prendere la pillola? / Replica Helga M. Vinagreiro 00, 2005-03-22


Un po’ di tempo fa, la badessa bavarese Assumpta del recentemente ricostruito monastero "Helfta" in Sachsen-Anhalt, in un’intervista televisiva ha formulato l’affermazione che, alla fin fine, alla domanda del perché Dio ammette il dolore nel mondo, non può essere data una risposta soddisfacente da nessun essere umano.

Ora, questo può essere vero per l’essere umano medio, che menziona Dio nella migliore delle ipotesi nel contesto di imprecazioni come "per Dio!", essendo difficilmente consapevole del fatto che qui si sta parlando di Dio il Signore. Tuttavia, per la madre superiora di un monastero che all’età dei suoi 77 anni presumibilmente parla ogni giorno con Dio da 40 anni, questa dichiarazione è piuttosto stupefacente.

La domanda così spesso posta "Perché Dio ammette il dolore?" proviene da esseri umani non credenti, che a seguito di un evento doloroso nel proprio entourage, improvvisamente vogliono porre la domanda su Dio. Ciò corrisponde però in confronto alla domanda di un alunno dopo la maturità: "Perché l’insegnante mi ha bocciato in matematica?". Questo alunno scambia evidentemente causa ed effetto e dimostra così che egli non ha difficoltà di comprensione solo in matematica.

Così come questo alunno durante l’anno scolastico avrebbe dovuto studiare intensamente matematica, questo essere umano, che qui a causa di un dolore che gli è capitato, vorrebbe accusare Dio, avrebbe dovuto già prima nella sua vita cercare Dio. Ma a quel tempo ovviamente, egli non aveva problemi, e se gli fosse stato chiesto di dedicare un solo giorno dei Mille Giorni che aveva vissuto, alla questione dell’esistenza di Dio, egli l’avrebbe ritenuta una pura perdita di tempo. Tuttavia, molti che si sono già occupati più o meno intensamente di questo tema, ritengono spesso che la Bibbia sarebbe un libro con sette sigilli e Dio "nella sua trascendenza" sarebbe inspiegabile (si veda più sopra) e non accessibile per l’essere umano.

Ma noi non abbiamo ubbidito alla sua voce.

Dan 9,14 Il SIGNORE ha vigilato su questa calamità e ce l’ha fatta venire addosso; perché il SIGNORE, il nostro Dio, è giusto in tutto quello che ha fatto, ma noi non abbiamo ubbidito alla sua voce. Dan 9,14;


Chi è responsabile del dolore degli esseri umani?

Qui ci si comporta con Dio similmente a come ci si comporta con l’allacciamento alla corrente elettrica nei nostri appartamenti: in ogni ambiente abbiamo un interruttore della luce. Tuttavia, chi si rifiuta di accendere l’interruttore, non si deve meravigliare se poi si ritrova seduto al buio. Allo stesso modo Dio è raggiungibile per ogni essere umano. Quegli esseri umani che però finora non hanno ancora mai ritenuto necessario tutto questo, non dovrebbero ora lamentarsi, se non hanno alcun contatto con Dio. Ora, qui, rendere responsabile Dio per il dolore che ha colpito loro o i loro parenti, ha perciò il destinatario sbagliato. Il colpevole non è Dio, ma i colpevoli sono loro stessi, che non si sono interessati tempestivamente a questo Dio, che avrebbe potuto proteggere loro e i loro parenti da questo dolore.

Su questo tema prende posizione anche la figlia di Billy Graham, Anne Graham, nella televisione statunitense:


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(9/11: Come poté Dio ammettere una cosa così? / Intervista Anne Graham 00, 2002-07-08)

World Trade Center New York
9/11
Fonte: AFP_Archiv/Doug_Kanter


La figlia di Billy Graham, Anne Graham, fu intervistata alla televisione, nell’"Early Show" di Jane Clayson in riferimento agli avvenimenti dell’11 settembre 2001. Vorremmo riprodurre qui in forma di estratto le sue risposte alla domanda: "Come poté Dio ammettere una cosa così?".

Anne Graham:

Io credo che sulla questione Dio sia profondamente afflitto tanto quanto lo siamo noi. Ma nel corso degli anni abbiamo invitato Dio a sparire dalle nostre scuole, dai governi e dalla nostra vita. E poiché Egli è un "gentiluomo", si è ritirato in silenzio. Come possiamo aspettare la Sua protezione e la Sua benedizione, quando vorremmo che Egli ci lasciasse soli?

Penso che si cominciò così quando Madeline Murry O’Hare (ella fu assassinata, il suo cadavere fu ritrovato di recente) si lamentava della preghiera nelle scuole e non la voleva più. E noi dicemmo OK.

Poi qualcuno ritenne che era meglio non dovere più leggere la Bibbia nelle scuole. E noi dicemmo OK. Poi non avremmo dovuto più punire i nostri figli a causa del cattivo comportamento, per non ferire le loro piccole personalità e la loro autostima. E noi dicemmo OK. Poi qualcuno disse che insegnanti e educatori non dovevano punire i bambini e le amministrazioni scolastiche approvarono, per non trovarsi in una cattiva luce o addirittura per non essere perseguite per vie legali.

Poi avrebbe dovuto essere concesso alle nostre figlie di abortire senza il consenso dei genitori. E noi dicemmo OK.

Poi alcuni membri del consiglio scolastico appoggiarono la distribuzione di preservativi ai giovani, che in fondo dovevano avere il loro divertimento. E noi dicemmo OK.

Poi fu affermato che non era importante quale tipo di vita conducevano le personalità di alto rango, finché il loro lavoro era buono e l’economia funzionava. Prima furono rappresentate donne nude sulle riviste, dopo attraverso l’industria dell’intrattenimento per la mondanità furono pubblicizzati la violenza e il sesso perverso. Fu ammessa una musica che faceva appello all’uso di droghe, all’assassinio e al satanismo. Dicemmo che una cosa simile era solo divertimento, che comunque non avrebbe dovuto essere presa seriamente da nessuno e che non avrebbe avuto conseguenze negative.

Ora, però, chiediamoci perché i nostri figli non hanno coscienza e non sanno distinguere il bene dal male. Io penso che raccogliamo ciò che abbiamo seminato.

"Caro Dio, perché non hai salvato la piccola fanciulla, che fu uccisa nella sua aula? Cordiali saluti, un alunno confuso". E la risposta: "Caro alunno confuso, nelle scuole io non sono sopportato… Cordiali saluti, Dio".

È strano con quale leggerezza gli esseri umani trattano Dio come robaccia e poi si meravigliano che il mondo va all’inferno. Strano che noi crediamo ai giornali, ma mettiamo in discussione la Bibbia. Strano che ognuno che vorrebbe andare in cielo, presuppone di non dovere credere, pensare e agire secondo la Bibbia. Strano che molti dicano: "Io credo in Dio" e poi seguano sempre Satana (che del resto ’crede’ anche lui in Dio). Strano che il grossolano, il volgare e l’osceno abbiano libero spazio, mentre nella scuola e sul luogo di lavoro la pubblica discusione su Dio venga repressa. Strano che qualcuno la domenica possa fare fuoco e fiamme per Gesù ma per il resto della settimana egli sia un cristiano invisibile.

Inoltri questo messaggio, se pensa che esso abbia un qualche valore. Ma se lei rifiuta questi ragionamenti, allora non si lamenti della cattiva condizione in cui oggi il mondo si trova.

(Questa intervista è tratta dalla rivista "Philadelphia Kreuz und Reich", Nr. 1/2003)

(Ernst Panzer info@philadelphia-verlag.com / https://www.philadelphia-verlag.com)


(Vedi anche discorso 110: "L’odio latente dei cristiani negli Stati Uniti" [non ancora disponibile in italiano. leggi in tedesco / leggi in inglese])


Come possiamo evitare il dolore?

Il fatto che con l’aiuto di Dio possiamo evitare il dolore, non potranno affermarlo soltanto cristiani credenti, ma questa promessa l’abbiamo anche in dichiarazioni evidenti e chiaramente formulate nella Bibbia:

Quello che chiederete nel mio nome, lo farò.

Giov 14,11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse. 14,12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre;

14,13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Giov 14,11-14;

Che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.

Giov 16,23 In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà. 16,24 Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa. Giov 16,23-24;

Tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete.

Mar 11,24 Perciò vi dico: tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete. Mar 11,24;

E qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti.

1Gio 3,21 Carissimi, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo fiducia davanti a Dio; 3,22 e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito. 3,23 Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato. 3,24 Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. Da questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato. 1Gio 3,21-24;


Queste promesse che Dio esaudirà per noi le nostre preghiere, non furono fornite solo nel Nuovo Testamento. Già Davide ha detto questo attraverso lo Spirito Santo nel salmo 37:

Trova la tua gioia nel SIGNORE, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore.

Sal 37,1 Di Davide. Non adirarti a causa dei malvagi; non aver invidia di quelli che agiscono perversamente; 37,2 perché presto saranno falciati come il fieno e appassiranno come l’erba verde. 37,3 Confida nel SIGNORE e fa’ il bene; abita il paese e pratica la fedeltà. 37,4 Trova la tua gioia nel SIGNORE, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore. 37,5 Riponi la tua sorte nel SIGNORE; confida in lui, ed egli agirà. 37,6 Egli farà risplendere la tua giustizia come la luce, e il tuo diritto come il sole di mezzogiorno. Sal 37, 1- 6;


Ora, però, questa promessa di Dio non vale per tutti gli esseri umani. Dai passi citati e dal loro contesto, risulta anche evidente che gli esseri umani non credenti non possono contare sull’aiuto del Signore:

Giov 14,12 Chi crede in me (Chi crede in Gesù Cristo come suo salvatore)

–  Giov 16,23 Qualsiasi cosa domanderete al Padre (Chi può chiamare Dio suo "padre" )

-  Mar 11,24 Credete che le avete ricevute (Chi crede che egli abbia ricevuto)

–  1Gio 3,22 Perché osserviamo i suoi comandamenti (Chi osserva i comandamenti di Dio)

–  Sal 37,4 Trova la tua gioia nel SIGNORE (Chi si rallegra di conoscere Dio)


Questi sono tutti criteri che possono essere soddisfatti solo attraverso la fede in Dio e in suo figlio Gesù Cristo. Tuttavia, purtroppo, vi è anche un non esiguo numero di cristiani assolutamente credenti che si lamentano di avere già vissuto spesso il dolore, senza che il Signore li abbia aiutati.

Così come, ora, si deve dire ai non credenti che essi prima devono giungere alla fede in questo Dio prima di potere pretendere che egli li protegga dal dolore, si deve parimenti mettere davanti ai loro occhi che agli occhi dei credenti citati più sopra che l’aiuto di Dio non è un negozio self-service. Se io voglio comprare un pezzo di pane e mi metto muto davanti a una panetteria e aspetto, posso probabilmente aspettare a lungo. Eppure questo è proprio il modo in cui molti cristiani, come sembra, comprendono il concetto di "preghiera". Non dicono nulla e non fanno nulla e ritengono che Dio debba alla fine intervenire in una qualche maniera. Ma non funziona così! Siamo in realtà troppo orgogliosi per portare le nostre richieste nella preghiera davanti al nostro Dio? Oppure riteniamo che Dio funzioni "schiacciando un bottone"?

Così come ci dice Giacomo, il maggiore dei fratelli del Signore, qui sotto in Gia 4,1-3, spesso, perciò, non abbiamo nulla perché non domandiamo.

Voi bramate e non avete; non avete, perché non domandate;

Gia 4,1 Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra? 4,2 Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; 4,3 domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. Gia 4, 1- 3;


Però anche se in quanto cristiani domandiamo, ma non riceviamo, dobbiamo lasciarci dire: "domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri".


Come Dio esaudisce le preghiere.

Il primissimo presupposto che Dio esaudisca le preghiere – come già accennato – è che l’essere umano sia credente. E non uno che crede in un qualche Dio, come recentemente mi ha scritto una visitatrice del sito:

"per favore, non vorrei entrare nel dettaglio ora su Allah, dio, etc. – la struttura di base è dopo tutto la stessa…e che c’è una quantità di deviazioni – sì, anche senza parole".


Nella Bibbia ci viene presentato un unico Dio nella sua trinità di Padre, Figlio e Spirito Santo, che noi dobbiamo pregare. Inoltre, nella Bibbia non c’è nulla sul fatto che dovremmo indirizzare le nostre preghiere ad una "Maria" o a un qualche "santo". Ogni preghiera, che non è rivolta direttamente al Dio della Bibbia o a suo Figlio Gesù Cristo, ha il falso indirizzo e perciò è adorazione di idoli.

A che serve l’immagine fusa? È ricoperta d’oro e d’argento, ma non c’è in lei nessuno spirito.

Aba 2,18 A che serve l’immagine scolpita, perché l’artefice la scolpisca? A che serve l’immagine fusa che insegna la menzogna, perché l’artefice confidi nel suo lavoro e fabbrichi idoli muti? 2,19 Guai a chi dice al legno: "Svègliati!" e alla pietra muta: "Àlzati!" Può questa istruire? Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento, ma non c’è in lei nessuno spirito.

2,20 Ma il SIGNORE è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in sua presenza!» Aba 2,18-20;


In Gesù Cristo Dio non ci ha inviato solo la sua "parola" (Giov 1,1), ma il Signore Gesù è anche l’"orecchio" di Dio. Egli è il solo ed unico intermediario, che esiste tra Dio e gli esseri umani. Nessuna Maria, nessun Francesco, nessun Benedetto o come gli idoli di legno e di pietra della chiesa cattolica tutti li vogliono altrimenti chiamare. Questo è anche da desumere chiaramente dalla dichiarazione del Signore in Giov 14,6.

Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Giov 14,6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Giov 14, 6;

C’è un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo.

1Tim 2,5 Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo. 1Tim 2,5


Chi non ha Gesù come intermediario, non ha alcun collegamento con Dio, e perciò non si può nemmeno aspettare che le sue preghiere vengano ascoltate o addirittura esaudite. In Gesù Cristo Dio stesso si è fatto uomo ed è venuto a noi. Se noi crediamo in lui e lo preghiamo, crediamo e preghiamo contemporaneamente Dio stesso.

Chi ha visto me, ha visto il Padre.

Giov 14,9 Gesù gli disse: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: "Mostraci il Padre"? 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. Giov 14, 9-10;

(Vedi anche discorso 107: "La trinità negata, la falsa trinità cattolica e l’autentica trinità biblica.")


Ora, come più sopra ancora ci dice Giacomo, anche la preghiera di credenti non viene poi esaudita da Dio, se "domandiamo male". Le nostre preghiere, perciò, non devono essere né egoiste né cattive. Esse non devono danneggiare nessuno e non procurare a noi stessi alcun vantaggio immeritato. E soprattutto: devono essere preghiere che vengono dai nostri cuori e riguardano la nostra esistenza o quella di altre persone.

Tuttavia, se ci atteniamo a queste condizioni, non è sempre il caso che le nostre preghiere vengano realizzate proprio come l’abbiamo immaginato. Specialmente i fratelli e le sorelle più anziani tra di noi sanno dalla loro vita che Dio spesso ha già agito molto tempo prima che glielo abbiamo domandato. Questo è anche quello che il Signore ci vuole dire in Mar 11,24 : "tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete". In questo riconosciamo che la nostra preghiera è stata esaudita. È lo Spirito Santo in noi che ci dà la sicurezza che le cose che abbiamo chiesto a Dio pregando vengono anche concesse.

Questo è il caso, se è questione per esempio dell’esito di un’operazione per i nostri cari o per noi stessi, della risoluzione di un problema familiare o professionale oppure anche dell’aiuto in una situazione di emergenza finanziaria. Se abbiamo pregato per queste cose, sappiamo che le otterremo. Tuttavia probabilmente in un tempo e in un modo che non corrisponde necessariamente a quelle idee che abbiamo domandato pregando. Possiamo però essere sicuri che questo è quel tempo e quel modo che sono i più appropriati per i nostri bisogni.

Un importante presupposto, perché Dio esaudisca le nostre preghiere, è anche il modo in cui noi le formuliamo. E qui il Signore ci ha lasciato precise istruzioni:

Non siate come gli ipocriti poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe (Chiese) per essere visti dagli uomini.

Mat 6,5 «Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. 6,6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. 6,7 Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. 6,8 Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate Mat 6, 5- 8;


Come il Signore ci dice qui, non dobbiamo pregare pubblicamente e nemmeno nelle sinagoghe (chiese), dove veniamo visti da persone. Da un lato, perciò, poiché in tal modo nella maggior parte dei casi può venire soddisfatta solo la vanità e la preghiera degenera in un esercizio artificiale retorico. Simili esercizi di prolissità ricevono la loro ricompensa dagli esseri umani e non da Dio.

Molto più importante, però, è qui la dichiarazione del Signore, che con simili preghiere pubbliche non possiamo ottenere assolutamente nulla. Anche se sostenissimo le nostre preghiere – come accade in taluni luoghi – per ore e notti. Esse sarebbero perciò infruttuose, perché là Dio non ci ascolterebbe. Dio non lo si deve trovare in edifici ecclesiastici e sulle pubbliche piazze! Dio non va nemmeno cercato nei locali di riunione delle comunità cristiane. Dio non deve essere cercato, egli è già qui. Egli è dentro di noi, nel nostro spirito, e abbiamo poi sempre la possibilità di parlargli, se nel nostro spirito ci rivolgiamo a lui nella preghiera. E questo ora è assai più possibile nell’isolamento della nostra cameretta, che non nel contesto di una qualche riunione, ovunque possa essere. Ciò è stato visto anche da Gottfried Daniel Pomacher, un predicatore revivalista dal Wuppertal, quando disse:

"Il cristianesimo non consiste nelle parole, ma nella potenza dello Spirito Santo nei credenti. Non quelli che suscitano apertamente ammirazione nei loro ascoltatori nelle preghiere con le invocazioni "Signore, Signore", ma quelli che a casa, nella loro stanzetta silenziosa e senza un solo ascoltatore, rivolgono le loro preghiere al Signore sono i veri pilastri della comunità.".


E qui, ora, deve essere mostrato anche un malinteso, che di recente, si sta diffondendo in particolare anche nei circoli cattolici. Là si parla di una "meditazione" dell’Estremo Oriente. In questo contesto lo spirito dovrebbe essere svuotato da tutti i pensieri e poi questo stato dovrebbe essere conservato il più a lungo possibile, finché si manifestano delle sorte di "apparizioni di luce" (deprivazione sensoriale).

Tutto questo non è soltanto falso, ma anche particolarmente pericoloso! In Mat 12,43-45, il Signore ci mette in guardia su ciò che accade quando lo spirito dell’essere umano viene svuotato.

Quando lo spirito immondo ritorna e trova la casa vuota, allora va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali, entrati, vi prendono dimora.

Mat 12,43 «Quando lo spirito immondo esce da un uomo, si aggira per luoghi aridi cercando riposo e non lo trova. 12,44 Allora dice: "Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito"; e quando ci arriva, la trova vuota, spazzata e adorna. 12,45 Allora va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali, entrati, vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa malvagia generazione». Mat 12,43-45;


Simili tecniche di meditazione vengono praticate anche nel movimento New Age, come si può desumere da un estratto dell’articolo "Okkulte Praktiken" ["Pratiche occulte"] del professore Reinhard Franzke:

"Queste tecniche del trance del movimento New Age dovrebbero trasportare gli esseri umani in uno stato di coscienza modificato, simile al trance, simile all’ipnosi, che apre sempre la porta ai mondi dell’aldilà e alle forze dell’aldilà, che dal punto di vista cristiano-biblico è sempre la falsa porta. Quando cerchiamo di aprire questa porta secondo la nostra volontà e nel tempo stabilito da noi, allora davanti a questa porta sta sempre il falso: non il Signore, ma l’avversario".


Tuttavia, non solo nel movimento New Age, ma anche in circoli cristianamente carismatici vengono diffuse sempre di più simili pratiche occulte e spacciate come "operato dello Spirito Santo".

Perciò, quando più sopra, in Mat 6,6, il Signore ci invita ad andare a pregare nella nostra cameretta e a chiudere la porta, allora con ciò egli non intende certamente alcuna meditazione, durante la quale sediamo con gli occhi chiusi e il cervello vuoto e aspettiamo una qualche apparizione. Ma, del tutto al contrario, egli intende che noi riempiamo il nostro spirito con tutte le nostre richieste e il nostro grazie, del quale il nostro cuore è pieno, e il nostro Padre, che è presente di nascosto, sicuramente ci ascolterà ed esaudirà.

Infatti, come qui sotto in Giov 4,23 il Signore Gesù dice, nostro Padre in cielo è Spirito ed egli vuole essere adorato in spirito e verità.

Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.

Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. 4,24 Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità». Giov 4,23-24;


Infine, vi sono però anche quelle preghiere di credenti che soddisfano tutti i presupposti precedentemente menzionati, e che eppure, tuttavia, non vengono esaudite da Dio. Un esempio a tale proposito lo troviamo nella seconda lettera di Paolo ai Corinzi:

Tre volte ho pregato il Signore.

2Cor 12,6 Pur se volessi vantarmi, non sarei un pazzo, perché direi la verità; ma me ne astengo, perché nessuno mi stimi oltre quello che mi vede essere, o sente da me. 12,7 E perché io non avessi a insuperbire per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. 12,8 Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me; 12,9 ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 2Cor 12; 6-9;


Qui Paolo scrive che gli è "stata messa una spina nella carne". Naturalmente oggi non si può più appurare cosa egli avesse precisamente inteso, ma valutando dal contesto, era – poiché egli parla di "carne" – un qualche difetto corporeo oppure una gravosa malattia. Paolo stesso sa bene perché egli deve sopportare questo dolore: egli aveva nell’annuncio del Vangelo compiuto un servizio davvero incredibile e aveva anche una grande quantità di rivelazioni, che aveva ricevuto dal Signore. E come egli stesso scrive, esisteva – sulla base della sua personalità, così pare – il pericolo che perciò egli si "insuperbisse", e dunque a causa di questi onori potesse diventare superbo e altezzoso. Perciò, ora, il Signore gli aveva dato questa "spina nella carne", affinché attraverso di essa egli si ricordasse che sono il Signore e lo Spirito Santo che lo guidano e lo conducono – e che dunque non è per suo proprio merito.

Ora, sebbene Paolo avesse già "tre volte pregato il Signore", affinché egli lo liberasse da questa malattia, la sua preghiera non fu esaudita dal Signore. Anzi, ancora di più, il Signore gli ha fatto sapere che egli deve sopportare in futuro questa sofferenza. E poiché il Signore gli disse "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza", questa sofferenza era visibilmente il male minore a confronto con l’evitato pericolo del compiacimento di sé.

Da qui comprendiamo che anche alcuni delle nostre sofferenze possono essere voluti da Dio, per contenere altre espressioni del nostro carattere e del nostro comportamento. Non vantiamoci dunque delle nostre opere, ma delle nostre debolezze e confidiamo nella grazia del Signore, che la sua forza giunga a compimento nella nostra debolezza.


Le preghiere del cristiano.

Dalle dichiarazioni esposte qui sopra, si può comprendere che noi in quanto cristiani abbiamo una responsabilità per noi e per i nostri prossimi (nel senso letterale del termine), e dobbiamo formulare le nostre richieste nella preghiera. Una forma di preghiera che si riferisce al "mondo" – come viene volentieri praticata nella chiesa cattolica – non deve essere con ciò giustificata. A prescindere dal fatto che queste preghiere vengono indirizzate per lo più alla "Madre di Dio" e dunque hanno in ogni caso il falso destinatario, esse possono anche non avere alcun effetto, come mostrano i secoli passati.

(Vedi anche discorso 52: "L’opera di Maria può essere efficace per evitare le profezie della Bibbia relative agli Ultimi Tempi?")


Sarebbe una presunzione pregare Dio per esseri umani, con i quali non abbiamo ancora nemmeno parlato. Se noi preghiamo per gli esseri umani, per il Terzo Mondo, per i paesi poveri, etc., non sappiamo quanti delinquenti, senza Dio e atei si trovano tra questi esseri umani, per i quali chiederemmo poi a Dio la sua benedizione.

Ma questo è proprio il modo dei cristiani solo di nome, che non vogliono affaticarsi a conoscere i problemi degli altri esseri umani e poi accogliere i loro destini e i loro bisogni nella loro preghiera. Con il loro minimo sforzo e possibilmente con un grande effetto sul mondo esterno, essi vogliono per così dire "a pioggia", distribuire con beneficio dell’umanità anonima, qualcosa di cui non possono assolutamente disporre, ossia la benedizione di Dio. Qui non è importante il singolo essere umano, ma la cerimonia verso l’esterno il più possibile di grande effetto dal punto di vista ottico ed acustico. Qui troviamo dispute su chi, durante la messa, è autorizzato a dire cosa e come, chi è il primo che ha il permesso di declamare il suo pronunciamento nella chiesa e cosa la congregazione si suppone dica in risposta ad esso, e così via. Conosciamo questo genere di cose dalle messe cattoliche – ma non solo.

Il cristiano non dovrebbe dunque – con eccezione della preghiera per la conversione alla fede giusta – pregare per esseri umani che non ha mai visto personalmente e dei quali perciò gli sono ignote anche le condizioni di vita più intime. Se è volontà di Dio che si debba pregare per questi esseri umani, egli raccomanderà vivamente questa preghiera ad un credente che vive negli immediati dintorni di questi esseri umani e che perciò sa dove essi sono spiritualmente e materialmente mancanti e di cosa essi hanno bisogno. Tuttavia, se questi esseri umani sono dei peccatori impenitenti, che Dio ha abbandonato alla loro indole perversa, con la nostra preghiera superficiale per loro metteremmo in discussione la giustizia di Dio e diventeremmo noi stessi colpevoli.

In quanto cristiani, però – di nuovo con l’eccezione della preghiera per la conversione, se non si tratta di credenti – , non dovremmo pregare nemmeno per esseri umani che volutamente ci rifiutano. Infatti, o la causa del loro rifiuto dipende da noi, allora Dio non esaudirà le nostre preghiere, finché non siamo andati da loro e con loro ci siamo riconciliati. Oppure, la colpa dipende chiaramente dall’altro ed egli per parte sua non è pronto a riconciliarsi con noi. Allora, al contrario, egli è in una condizione spirituale nella quale le nostre preghiere non sarebbero di molto aiuto per lui e noi dovremmo affidare questo compito piuttosto ad altri fratelli e sorelle.

Infine, dovremmo anche considerare che così come non si può giungere alla fede in rappresentanza di qualcun altro, poiché questa decisione può essere presa solo del tutto personalmente nella vita di ogni essere umano, non è possibile ottenere la remissione dei peccati per un altro – per quanto questi possa essere vicino. La confessione dei peccati e la richiesta di remissione dei peccati è un processo che può essere portato davanti a Dio solo del tutto personalmente da ogni essere umano e ottenuto da Dio.

Perciò, le nostre preghiere dovrebbero concentrarsi su quegli esseri umani che conosciamo personalmente e le cui necessità e preoccupazioni ci sono note dai discorsi con loro, cosicché nella nostra preghiera possiamo portarli davanti a Dio. Chi fa questo, ha sicuramente forme di preghiera che necessitano una mezzora o più tempo per essere esposte al Signore. E questo naturalmente ogni giorno nella nostra cameretta silenziosa e non solo la domenica nella chiesa o nella comunità.

E qui, ora, possiamo scorgere anche una caratteristica di coloro tra di noi che in realtà si preoccupano per i fratelli e le sorelle presso il Signore e pregano per loro. Così come un giardiniere visiterà quotidiamente le sue piante dopo averle piantate e sorveglierà il loro sviluppo, per potere riconoscere e soddisfare tempestivamente eventuali necessità, come più acqua o protezione dalla luce diretta del sole, anche un orante si interesserà continuamente degli esseri umani della sua preghiera e si informerà delle loro condizioni, per potere riconoscere da un lato, fino a che punto il Signore ha esaudito le sue preghiere o se sono intervenuti per esempio ulteriori peggioramenti, che nella sua preghiera devono essere accolti di nuovo.

Perciò, dovremmo distinguere se qualcuno – come oggi è normale – solo ci chiede: "Ciao, come va?" e poi aspetta a malapena la risposta per uscirsene con le proprie più attuali esperienze o se egli si informa più dettagliatamente da noi, se e come veniamo a capo dei nostri problemi. Egli infatti potrebbe essere qualcuno che sta dalla nostra parte davanti a Dio.


La morte di bambini innocenti.

Uno dei più famosi argomenti che viene presentato sempre di nuovo sul tema: "Perché Dio ammette il dolore", è la domanda:

"Possiamo comprendere che già gli adulti devono sopportare il dolore, ma perché però bambini innocenti che non hanno fatto nulla di male a nessun essere umano, muoiono, e Dio ammette questo?"


Ora, tuttavia, dobbiamo distinguere qui tra quei bambini che sono morti di una morte naturale – e dunque a seguito di una disfunzione pre- o postnatale nella madre o nel bambino (aborto spontaneo, bambino nato morto, parto prematuro) o di una malattia in età infantile – da un alto e dall’altro tutti quei bambini che furono uccisi. O in un incidente, nella guerra o per altre ragioni. Ed ora è già accaduto che quelle donne che hanno gettato nella discussione la domanda posta qui sopra con veemenza, avevano già abortito un bambino. Ora, se questo fu anche un infanticidio e a partire da quale momento dopo la fecondazione si può parlare di ciò, continua ad essere sempre molto discusso e non si deve continuare a spiegarlo qui nel dettaglio.

Tuttavia, che anche qui la chiesa cattolica abbia una grossa colpa, è innegabile. Fu la chiesa che ha condannato la contraccezione e ha vietato per i suoi membri l’utilizzo di preservativi e successivamente della "pillola". Non abbiamo nemmeno una singola dichiarazione nella Bibbia che debba indicare che il rapporto sessuale della coppia di sposi sia concesso esclusivamente per la procreazione della prole. Anzi, del tutto al contrario, anche la creazione si serve della contraccezione, ammettendo nei giorni non fertili della donna un rapporto sessuale, ma non una procreazione.

E se dunque nella teologia morale cattolica è consentito l’intelligente impiego di questo lasso di tempo di infertilità (metodo Ogino-Knaus), per la condanna di altri metodi anticoncezionali intelligenti e non invasivi, mancano del tutto semplicemente gli argomenti. Proprio nella nostra epoca attuale, nella quale in vaste parti del mondo – in particolare però in Africa – ogni giorno centinaia di bambini devono morire, perché cattolici (e musulmani) per motivi religiosi non utilizzano preservativi, e questi bambini con la nascita vengono infettati dall’AIDS dalla loro madre, questo tema non ha più soltanto un’importanza preventiva dal punto di vista della politica demografica, ma sempre più anche dal punto di vista della salute.

Inoltre qui si deve negare alla chiesa cattolica qualsivoglia competenza. Non solo i loro autorevoli rappresentanti non si attengono alla Bibbia e inventano divieti secondo una propria umana discrezione (infallibilità dei papi, un’unica chiesa che organizza la salvezza, comunione senza vino per i credenti, etc.), ma essi, anche a causa della norma del celibato per i sacerdoti da loro inventato, non possono dimostrare di possedere nessun genere di esperienza di questo ambito della vita umana, che spesso per gli esseri umani è molto problematico. Questi titolari di ufficio cattolici non hanno perciò né il diritto né la capacità di dare disposizioni ai loro credenti su quell’ambito della vita che essi stessi non hanno mai conosciuto.

Ora, il risultato di simili norme avulse dalla realtà è innegabile – dopo secoli di messa a tacere e di segretezza. Attraverso il divieto di prendersi le donne, i sacerdoti cattolici si sono avvicinati agli uomini – e cosa ancora peggiore, ai bambini. Negli USA solo in questi giorni un sacerdote cattolico fu condannato da una corte, dopo che fu dimostrato che egli era colpevole di più di 100 abusi sessuali su bambini. Il suo vescovo superiore sapeva da anni e ha sempre solo trasferito l’uomo in un’altra parrocchia, invece di buttarlo fuori e di denunciarlo. Qui però vengono "buttate fuori" quelle persone che mettono in dubbio l’infallibilità del papa, come il noto teologo cattolico Hans Küng.

E perciò, colpisce una crudele ironia della storia, che ora è precisamente la chiesa cattolica che finalmente si è degnamente espressa contro l’omosessualità, mentre tutte le altre chiese cristiane si chiudono nel silenzio o addirittura – come le chiese evangeliche – mettono in atto una "benedizione" delle coppie omosessuali.

Così come la norma contronatura del celibato per i sacerdoti, ora anche il divieto della contraccezione porta gli esseri umani in conflitti di coscienza e conduce in casi estremi nel primo caso all’abuso sessuale sui bambini, e nell’ultimo caso all’"infanticidio" per mezzo del procurato aborto (1000 in ogni giorno lavorativo solo in Germania). E anche se il procurato aborto non fosse da giudicare come infanticidio ma solo come un piccolo intervento chirurgico, proprio queste donne – che diventano sempre più numerose – non hanno dal punto di vista morale del tutto semplicemente il diritto di chiedere qui (si veda più sopra) perché Dio ammette che bambini innocenti muoiano.

Anzi, dal punto di vista cristiano dobbiamo porci la seguente domanda: cosa accade a questi bambini dopo la loro morte? Poiché qui la Scrittura non fa nessuna distinzione dagli altri esseri umani, dobbiamo partire dal presupposto che tutti gli esseri umani – bambini (di qualunque età) o adulti – torneranno in vita con il loro spirito nella Risurrezione Universale alla fine del mondo. Al posto del loro corpo fisico putrefatto, essi ricevono un corpo spirituale e compariranno nel momento del Giudizio Universale. Quei morti che furono risvegliati già con il Rapimento, naturalmente non sono più inclusi qui.

(Vedi anche capitolo 062: "Il Ritorno del Signore – 2ª Parte: Il Rapimento.".)


Con questo Giudizio Universale, poi, questi esseri umani vengono giudicati, per quello che essi hanno compiuto durante la loro vita terrena, ossia in base alle loro opere, come afferma Apoc 20,11-13:

I morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.

Apoc 20,11 Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva so. pra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. 20,12 E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. 20,13 Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Apoc 20,11-13;

Il giorno del giusto giudizio di Dio. Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere.

Rom 2,5 Tu, invece, con la tua ostinazione e con l’impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d’ira per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio. 2,6 Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: 2,7 vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; 2,8 ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all’ingiustizia. 2,9 Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e poi sul Greco; 2,10 ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo prima e poi al Greco; Rom 2, 5-10;

(Vedi anche capitolo 13: "Il Giudizio Universale".)


Ora, questi testi indicano che tutti gli esseri umani che durante la loro vita furono di indole litigiosa, che non ubbidirono alla verità, ma all’ingiustizia, e che hanno compiuto il male, vengono condannati alla dannazione nel tribunale di Dio secondo queste loro opere.

Ora, se applichiamo questi criteri ai bambini che qui devono essere giudicati, comprendiamoo che proprio a questi piccoli bambinelli innocenti non si può accollare nemmeno uno dei crimini qui designati. La conseguenza di ciò è tuttavia che tutti i bambini morti qui sulla terra, almeno fino a quell’età in cui essi sarebbero stati in grado di compiere il male consapevolmennte, sono salvati ed hanno per così dire un "biglietto gratuito" nell’eternità di Dio. Ciò ci viene confermato anche dal Signore con la sua indicazione in Mat 19,14:

Lasciate i bambini, non impedite che vengano da me, perché il regno dei cieli è per chi assomiglia a loro.

Mat 19,13 Allora gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. 19,14 Ma Gesù disse: «Lasciate i bambini, non impedite che vengano da me, perché il regno dei cieli è per chi assomiglia a loro». 19,15 E, imposte loro le mani, se ne andò via di là. Mat 19,13-15;


Tuttavia, il fatto che poi i bambini uccisi, nella Risurrezione, si troveranno a confronto, in quanto esseri umani adulti, con i loro assassini (chiunque essi possano essere), sarà per questi ultimi – purché durante la loro vita non abbiamo fatto ricorso al sacrificio del riscatto di nostro Signore per la remissione dei loro peccati – l’inizio del pianto e dello stridore di denti.

Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti.

Mat 13,47 «Il regno dei cieli è anche simile a una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci; 13,48 quando è piena, i pescatori la traggono a riva, poi si mettono a sedere e raccolgono il buono in vasi, e buttano via quello che non vale nulla.

13,49 Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti 13,50 e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. 13,51 Avete capito tutte queste cose?» Essi risposero: «Sì». 13,52 Allora disse loro: «Per questo, ogni scriba che diventa un discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie». Mat 13,47-52;


E così potrebbe anche sopraggiungere il caso che una madre credente, che ha perso la figlia da piccola per una malattia e poi ha allevato un figlio maschio sano e salvo, che poi però ha rinnegato la fede, nella Risurrezione verrà probabilmente separata da suo figlio, mentre potrà prendere la sua figliolina con sé nell’eternità di Dio. Vediamo dunque che nella realtà di Dio, spesso, morte significa vita e vita morte.

Ciò vale del resto anche sotto un altro aspetto. La domanda citata più sopra, che molto induce all’amore per i bambini e per gli esseri umani: "perché bambini innocenti che non hanno fatto nulla di male a nessun essere umano, muoiono, e Dio ammette questo?", mostra assai chiaramente la miopia dell’idea portata con ciò ad espressione. Anche Hitler e Stalin furono una volta "bambini innocenti che non hanno fatto nulla di male (ancora) a nessun essere umano". Tuttavia, se entrambi questi bambini fossero morti ancora in età infantile, quasi 70 milioni di esseri umani sarebbero rimasti in vita. [1]

In relazione all’argomentazione sopraccitata sulla "morte di bambini innocenti", si deve sempre ascoltare la dichiarazione: "Non posso credere a un Dio così". Ora, questa frase insinua che questo essere umano si sarebbe fatto molti, molti pensieri su Dio e dopo la ponderazione di tutti i pro e contro, sarebbe giunto alla cognizione finale che egli non può credere a questo Dio.

In realtà, nella maggioranza dei casi naturalmente tutto ha un aspetto diverso. Non è il potere che rende impossibile a questo essere umano il credere, ma la volontà. Nella sua vita ha riflettuto pochissimo su Dio. Finora gli è sempre andata bene e non ha ancora visto alcuna necessità di confrontarsi con esso. E la questione dei bambini innocenti gli giunge ora a proposito, per provare all’esterno – ed anche a se stesso – che per prima cosa Dio non esiste assolutamente e se eppure esiste, è un Dio al quale non vale la pena di credere. E così egli può di nuovo appoggiarsi comodamente al suo ateismo.

Così vede la questione anche il pastore Wilhelm Busch nel suo libro, "Jesus, unser Schicksal" ["Gesù, il nostro destino"], dal quale in conclusione deve essere citato un piccolo estratto – anche se qui preferirei volentieri citare l’intero libro con le sue 237 pagine, ma temo che poi avrei serie difficoltà con la casa editrice:


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(Persone che non sono capaci di credere. / Libro Wilhelm Busch p. 123ss.*))

(…) Il secondo gruppo è costituito da coloro che dicono: "Io non sono capace di credere!", ma che però in realtà, se fossero del tutto sinceri, dovrebbero ammettere: "Io non voglio assolutamente credere!". Infatti, se essi giungessero alla fede, tutta la loro vita dovrebbe essere cambiata. E loro questo non lo vorrebbero. Sanno che non va tutto bene nella loro vita. Tuttavia, se fossero figli di Dio, allora dovrebbero venire alla luce. No, non lo vogliono. E poi forse sarebbero considerati stupidi dai loro colleghi. E cosa direbbero i parenti, se improvvisamente diventassero cristiani? No, allora meglio lasciar perdere! Allora quando incontrate qualcuno che dice: "Io non sono capace di credere", allora osservatelo attentamente e vedete, se in realtà non avrebbe dovuto dire: "Io non voglio assolutamente credere!".

Nella Bibbia vi è una storia sconvolgente. C'è il Figlio di Dio, il Signore Gesù, seduto sul monte degli ulivi. Davanti a lui sullo sfondo c'è la città di Gerusalemme, che riflette magnificamente lo splendore del sole. E là dall’altra parte si eleva il monte del tempio, dove vi era lo splendido tempio, del quale addirittura gli infedeli dissero che sarebbe proprio un edificio che dovrebbe essere annoverato tra le meraviglie del mondo. Tutto questo si trovava davanti a lui. Ma improvvisamente i suoi discepoli vedono con orrore che il volto di Gesù è solcato da lacrime. Essi lo guardano sorpresi e in modo interrogativo. E allora il Signore Gesù erompe con le seguenti parole: "Gerusalemme, Gerusalemme, quanto spesso ho voluto riunire i tuoi figli come una gallina i suoi pulcini sotto le sue ali, e voi non avete voluto. Ora state sotto il giudizio di Dio. La vostra città vi verrà lasciata desolata" (liberamente tratto da Mat 23,37-38). Queste sono tra le parole più sconvolgenti della Bibbia: "E voi non avete voluto!". Gli abitanti di Gerusalemme dissero anche: "Noi non siamo capaci di credere!" – ma essi non volevano credere.

Vedete: chi non vuole credere, non ne ha nemmeno bisogno! Posso dirvi una cosa? Nella chiesa vi è ogni sorta di costrizione. Nel regno di Dio vi è soltanto la totale libera volontà. Chi vuole vivere senza Dio, può farlo! Dio si offre a noi. Ma noi possiamo rifiutarlo. Volete vivere senza Dio? Potete farlo! Volete vivere senza la pace con Dio? Potete farlo! Volete vivere senza preghiera? Potete farlo! Volete vivere senza la Bibbia? Potete farlo! Volete violare i comandamenti di Dio? Potete farlo! Volete profanare le domeniche, commettere atti impuri, bere, mentire, rubare? Potete farlo! Chi non vuole questo Salvatore, che Dio ha inviato per salvare i peccatori, può rifiutarlo. Chi vuole andare all’inferno, può farlo.   

Con Dio non vi è alcuna costrizione. Ma sia chiaro, che poi dovete accettare le conseguenze. Dio attraverso Gesù vi offre la remissione dei peccati e la pace. Potete dire: "Non ne ho bisogno! Non mi serve!". Allora potete vivere come vi pare. Ma poi non credete che negli ultimi 5 minuti della vostra vita – nel momento della morte – riuscirete ad afferrare, ciò che Dio vi ha offerto per tutta la vita. Potete rifiutare l’offerta di pace di Dio in Gesù, allora però dovete vivere per l’eternità senza la pace con Dio. E questo è l’inferno.

L’inferno è il luogo in cui ci si è veramente e definitivamente sbarazzati di Dio. Là non verrete più invitati. Là nulla più vi chiamerà. Forse qui vi viene voglia di pregare, ma non sapete più come si fa. Forse qui vi viene voglia di invocare il nome di Gesù, ma non ve lo ricordate più. Non dovete accettare questo messaggio. Potete evitare di convertirvi in Gesù. Ma sia chiaro, che in tal modo state scegliendo l’inferno! Avete la totale libertà!

"E voi non avete voluto", dice Gesù agli abitanti di Gerusalemme. Egli non li ha costretti. Ma ciò che essi scelsero, fu orribile! (Mat 23,37-38).

0

Wilhelm  Busch (1897-1966) fu pastore per i giovani in Essen, evangelista, predicatore, scrittore ed autore.

*) Questo estratto e l’immagine sono tratti dal libro "Jesus unser Schicksal" ["Gesù, il nostro destino"], di W. Busch, Schriftenmissions-Verlag Gladbeck/Westfalen ISBN 3-7958-0364-0



(Vedi anche discorso 24: "La divinità di Gesù Cristo e la potenza della fede." [non ancora disponibile in italiano. leggi in tedesco / leggi in inglese])


Rabbino Chaim Chofetz

Rabbi Chaim Chofetz


Rabbi Chaim Chofetz



Un giorno, un visitatore venne dal rabbino Chaim Chofetz per chiedergli un consiglio. Quando l’uomo vide che l’appartamento era costituito da un’unica minuscola stanza, nella quale si trovavano solo un lettino, un tavolo con la sedia e una serie di libri, chiese al rabbino stupito: "Maestro, dove ha i suoi mobili e le suppellettili domestiche?" 

"Lei ha mobili e suppellettili domestiche con sé?", replicò il rabbino.

"Io?" chiese il visitatore esterrefatto. "Ma io qui sono solo in visita. Io sono di passaggio!"

"Anch’io", disse il rabbino Chofetz.

--- o ---

Se allora qualcuno avesse chiesto al rabbino Chofetz perché Dio ammette che piccoli bambini innocenti debbano morire di malattia, di fame o a causa della guerra, egli avrebbe sicuramente detto: "Non preoccuparti, li rivedrai sicuramente. Siamo tutti solo di passaggio!".

Così come il Figlio di Dio è andato avanti su questo cammino per primo (1Cor 15,20), anche tutti gli esseri umani di questo mondo un giorno risorgeranno dai morti (1Cor 15,21-22) e staranno al cospetto di questo Figlio di Dio in quanto loro giudice. E poi tutti questi piccoli bambinelli verranno giudicati innocenti e per primi verrà loro dato il benvenuto da Dio nel suo regno eterno.

Noi, invece, verremo giudicati successivamente, se durante la nostra vita abbiamo scelto la fede nel Figlio di Dio (Giov 11,25-26). Chi ha fatto questo, seguirà questi primi santi nella vita eterna presso Dio (Mat 25,34). A colui che non ha abbracciato questa decisione, il Signore dirà "Io non ti conosco!" (Mat 25,41). E questo essere umano trascorrerà la sua esistenza eterna nelle più esterne tenebre con pianto e stridore di denti, perché egli nella sua vita ha trascurato di abbracciare questa più semplice e più importante decisione. Ora, egli per i tempi eterni non avrà più alcuna possibilità di cambiare qualcosa in questa situazione.

E purtroppo anche il rabbino Chaim Chofetz condividerà questo destino, poiché egli – come tutti gli ebrei religiosi da duemila anni (Giov 8,24) – ha definito questo Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, un truffatore e un bestemmiatore e addirittura la vista della croce per un ebreo è un disgusto: "I crocifissi sono un’offesa per gli ebrei. La croce è contro la religione ebraica e la vista della croce per un ebreo è vietata" (Israel Meir Lau, rabbino capo di Israele dal 1993 al 2003).

E sebbene simili divieti nella chiesa cattolica inoltre non vengono presi seriamente  (Cancellazione del secondo comandamento dai dieci comandamenti di Dio), il Papa, durante la sua visita ai due rabbini capi di Israele, vi si è strettamente attenuto. Il Padre ipocrita ha vergognosamente nascosto la croce di Cristo sulla sua collana nella sua fascia, per risparmiare ai due rabbini capi questa vista "disgustosa".

pope 1   pope 2   pope
Papa Francesco nascose la croce davanti ai rabbini capi ?

Mat 10,32 Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli.
10,33 Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli.

1Gio 2,23 Chiunque nega il Figlio, non ha neppure il Padre; chi riconosce pubblicamente il Figlio, ha anche il Padre.


Dunque chi nasconde la croce di Cristo, è un folle ateo!



(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(La teologia morale cattolica dopo tutto ha ragione? / Replica Benedikt Kromlechner 00, 2003-10-13)

Sostanzialmente sono d’accordo con la sua argomentazione in relazione alla chiesa cattolica. Tuttavia, con il suo sostegno della contraccezione, poi, lei perde di nuovo tutta la mia simpatia.

Non ha pensato che come minimo la "pillola" – anche se è "un intervento non invasivo", come lei ritiene – usa determinati mezzi chimici per influenzare talune funzioni del corpo della donna, e perciò è altrettanto "invasivo" – e come giustamente dice la teologia morale cattolica – dovrebbe essere rifiutata dal punto di vista religioso.

Benedikt Kromlechner B.Kromlechner@aol.com




Più sopra, nelle prime pagine di questo discorso 55: "Perché Dio permette le sofferenze?", ho espresso l’opinione che il divieto della contraccezione mediante i preservativi o la "pillola" per i credenti cattolici tra l’altro dunque non è comprensibile perché la teologia morale cattolica accetta il "metodo Ogino-Knaus" e perciò per altri metodi non invasivi, come appunto il preservativo e la "pillola", mancano gli argomenti. Proprio nella nostra epoca attuale, nella quale in vaste parti del mondo – ma in particolare in Africa – ogni giorno centinaia di bambini devono morire, perché i cattolici (e musulmani) per motivi religiosi non utilizzano preservativi e questi bambini vengono infettati dall’AIDS dalla madre, questo tema non ha più soltanto un’importanza preventiva dal punto di vista della politica demografica, ma sempre più anche dal punto di vista della salute.

Ora, come l’autore del commento qui sopra scrive completamente a ragione, attraverso l’assunzione della "pillola", determinate funzioni dell’organismo nel corpo femminile vengono influenzate: :

Dopo l’ovulazione all’inizio dei giorni fertili, nelle ovaie viene prodotto progesterone, un ormone che attraverso la sua presenza impedisce la maturazione di ulteriori ovuli (doppia fecondazione/gemelli biovulari) e una nuova ovulazione. Se l’uovo non è stato fecondato, dopo circa 28 giorni di ciclo, viene eliminato insieme all’endometrio, con la mestruazione. Il progestinico contenuto nella "pillola" – un ormone sostituivo di questo progesterone proprio del corpo prodotto artificialmente e meglio tollerabile – agisce bene come questo, ma evita tuttavia attraverso la sua presenza la primissima ovulazione. Ora, poiché non è presente nessun uovo maturo e non è nemmeno possibile un’ulteriore ovulazione, non può dunque avere luogo nessuna fecondazione. .

Perciò, a proposito di questo metodo, non si può assolutamente parlare di un "intervento invasivo", poiché ciò risulta vero solo per trattamenti chirurgici o altri trattamenti (mininvasivi) – come per esempio l’agopntura. Il rifiuto di questo metodo di contraccezione che ne deriva dovrebbe perciò di conseguenza condannare per motivi religiosi anche ogni altro trattamento con farmaci, come nel caso di cefalea, iperacidità dello stomaco, etc.

Si pone dunque la domanda contraria, se la teologia morale cattolica ha riflettuto correttamente su questi nessi o se, come nel caso del celibato per i sacerdoti, il rifiuto del vino per le persone della chiesa durante la comunione o il divieto per le donne di rivestire funzioni consacrate nella chiesa, abbiamo teoricamente qui un caso di decisioni autoritarie e avulse dalla realtà, senza alcuna conoscenza e riferimento alla realtà.

Anche e proprio in quando cristiano biblico si può prendere atto della dichiarazione del cardinale di Colonia Meissner:

"Un’ordinazione di donne è un’assurdità simile al desiderio di uomini di potere generare dei figli",


solo con meraviglia e incomprensione. Al contrario in Giov 12,1-3 si dice di nostro Signore Gesù:

Allora Maria, presa una libbra d’olio profumato, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli.

Giov 12,1 Gesù dunque, sei giorni prima della Pasqua, andò a Betania dov’era Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 12,2 Qui gli offrirono una cena; Marta serviva e Lazzaro era uno di quelli che erano a tavola con lui. 12,3 Allora Maria, presa una libbra d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu piena del profumo dell’olio. Giov 12, 1- 3;


Se dunque nostro Signore e Dio si fece ungere i piedi da una donna e alla fine se li fece asciugare con i suoi capelli, lo stesso Papa a Roma – tanto meno il cardinale a Colonia – non deve mettere in discussione il servizio delle donne a nostro Signore e al suo popolo di Dio.

Tuttavia, probabilmente la dichiarazione del cardinale ha un contesto completamente diverso. Il cardinale austriaco Hans Hermann Groer fu accusato nel 1995 da uno dei suoi ex allievi, di avere abusato sessualmente di lui e di altri fanciulli per anni. Groer si è scusato e si è dimesso. Durante il funerale di Groer, il cardinale Meissner di Colonia tenne un discorso, nel quale egli annunciò: "Il cardinale Groer ebbe il privilegio di seguire il Signore nella via crucis, come Simone di Cirene".

A prescindere dal fatto che il Signore non avrebbe permesso a nessun profanatore di fanciulli di seguirlo nella via crucis, questo paragone – come quello menzionato più sopra sul "desiderio di uomini di generare dei figli" – è di un cattivo gusto così incredibile, da lasciarci l’impressione che il cardinale Meissner debba soffrire di un deficit morale ed etico.

(Vedi anche discorso 59: "Cosa dice veramente la Bibbia riferendosi alla posizione della donna nella Chiesa/comunità?" [non ancora disponibile in italiano. leggi in tedesco / leggi in inglese])


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(Ha senso per qualcuno prendere la pillola? / Replica Helga M. Vinagreiro 00, 2005-03-22)

Non credo che per qualcuno abbia senso, prendere la pillola assolutamente o per un periodo di 25-30 anni e la ritengo estremamente invasiva. Secondo la mia opinione si deve cominciare a informare i bambini e i giovani ovunque nel mondo e ad insegnare loro a trattare correttamente con la loro sessualità. Mi è incomprensibile che l’essere umano che deve imparare a mangiare correttamente e ad andare al gabinetto si prenda così poco tempo e metta così poco sforzo nell’informare i suoi figli sull’uso o l’abuso molto responsabili delle pratiche sessuali, sull’astinenza e sulla sublimazione. A questo appartiene anche l’esercizio della sessualità solo nello spazio protetto di un matrimonio voluto da Dio. Io credo anche che la pillola non solo sia nociva per il corpo, ma attraverso l’utilizzo sconsiderato già in anni molto giovanili (agli scolaretti la pillola viene prescritta da certi sedicenti "medici") abbia assai contribuito agli attuali rapporti allentati con la sessualità. Inoltre, essa probabilmente "protegge" da un bebè, ma sicuramente non dall’AIDS.

Helga Maria Vinagreiro HelgaVinagreiro@tele2.at



DCon la maggior parte delle argomentazioni nella replica qui sopra sono naturalmente del tutto d’accordo. Il mio problema principale non è nemmeno di difendere la pillola in quanto tale, ma di svelare le false argomentazioni della teologia morale cattolica. Secondo le più recenti dichiarazioni, nel mondo vi sono più di un miliardo di cattolici. E qui un paio di uomini provenienti dal clero cattolico, che in vista dei loro "articoli di associazione" sono solo capaci di conoscere la sessualità sulla base del sentito dire, hanno la sfrontatezza di stabilire la legge per un miliardo di persone sugli ambiti più intimi della vita. Questa procedura sarebbe poi giustificata se avessimo una qualunque indicazione sul fatto che la contraccezione secondo la Scrittura è vietata in sé. Ma, al contrario, nella Bibbia abbiamo la descrizione di un coitus interruptus e il fatto naturale dei giorni non fertili della donna, che per volere di Dio rendono possibile un rapporto sessuale senza concepimento (metodo Ogino-Knaus).

Sull’affermazione che la pillola sia un metodo "estremamente invasivo", si tenga qui ancora una volta presente quanto segue: "invasivo" è in questo contesto un termine tecnico e si riferisce a un intervento medico, un trattamento o un esame con ferimento della superficie del corpo esterna o interna. Così, per esempio, l’ultrasuono è un metodo di indagine non invasivo, mentre l’esame del catetere cardiaco è un metodo invasivo. L’operazione con gabbia toracica aperta è un intervento invasivo, mentre l’agopuntura è un intervento mini-invasivo. Nel caso della contraccezione le diverse possibilità di una barriera meccanica o appunto la pillola sono metodi non invasivi, mentre la sterilizzazione o la chiusura della bocca dell’utero (cucitura della bocca dell’utero) sono interventi invasivi.

La dichiarazione nel commento menzionato più sopra: "[La pillola] probabilmente ’protegge’ da un bebè, ma sicuramente non dall’AIDS" è un modo di pensare un po’ ridotto. Naturalmente l’uso della pillola nel rapporto sessuale non può proteggere dall’AIDS. Tuttavia – come si è già menzionato più sopra – ogni anno nel mondo nascono centinaia di migliaia di bambini che con la nascita si infettano con l’AIDS attraverso il sangue della madre. Queste centinaia di migliaia di bambini innocenti malati di AIDS possono essere del tutto chiaramente evitati mediante l’utilizzazione della pillola.

Con la restante argomentazione si deve del tutto e completamente concordare. In particolare l’accenno al fatto che qui si chiede ai genitori di adempiere il loro obbligo e di informare i loro figli su una pratica responsabile della sessualità, è un’esigenza che viene espressa troppo poco. Tuttavia ciò presupporrebbe che i genitori sappiano come si ha un rapporto responsabile con la sessualità. E questo, purtroppo, vale per sempre meno famiglie.



[1]

o  Esseri umani assassinati da Stalin e Hitler:

Negli anni 1932/33, Stalin ha tagliato ai suoi connazionali nell’Ucraina per motivi politici ogni approvvigionamento di viveri e ha reso loro impossibile una fuga mediante la sorveglianza militare in tutto il paese. In totale allora dovettero

- morire di fame miseramente 7 milioni di ucraini nel loro proprio territorio.


Nella Seconda Guerra mondiale iniziata da Hitler con l’aggressione alla Polonia nel 1939, in totale sono

- stati ammazzati 25 milioni di soldati
- 30 milioni di civili da tutte le 61 nazioni interessate.

Degli esseri umani che i nazisti a partire dal 1941 hanno fatto sparire nei campi di concentramento

- furono uccisi 6 milioni di ebrei e altri internati.


I milioni di esseri umani che il terzo assassino di massa del XX secolo, Mao Tse Tung, fece assassinare durante il suo dominio non sono qui ancora assolutamente presi in considerazione.