Il libro "The Road to Hell" [La
strada per l’inferno], di David Pawson.
Il Signore viene solo alla Prima Risurrezione? / Libro di David Pawson. S 149f.
Tabella – Sequenza e durata degli eventi negli Ultimi Tempi.
Com’è la vita nel Regno Millenario?
Nel Regno dei Morti il Signore ha predicato
solo alla generazione del diluvio? / Libro di David Pawson. p. 189ss
David Pawson (nato nel 1930) è considerato da molti
come il più grande insegnante della Bibbia in Gran Bretagna dopo Charles H.
Spurgeon un secolo fa. Dopo più di 50 anni di insegnamento della Bibbia, la
reputazione personale e l’integrità di David Pawson non sono state toccate
dallo scandalo. Ma a causa della sua convinzione di sostenere l’insegnamento
biblico anche quando è in conflitto con la tradizione (della chiesa)
ricevuta, raramente non è controverso. In generale, però, è rispettato sia
per la sua integrità che per la sua convinzione, anche da coloro che non
sono d’accordo con lui. (…)
Pawson, che proveniva da una famiglia metodista, esercitò la sua maggiore
influenza come pastore del Millmead Center, una chiesa battista a Guildford,
Surrey. Dopo essere stato chiamato a un ministero di predicazione più ampio,
Pawson lasciò Millmead nel 1979 per dedicarsi all’insegnamento della Bibbia
in un ministero itinerante in tutto il mondo, che rimane ancora oggi la sua
occupazione principale. Parla frequentemente nel Regno Unito, anche se i
suoi impegni lo hanno portato in molte altre parti del mondo, in particolare
in Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Paesi Bassi, Israele, Sud-Est
asiatico e Stati Uniti.
David Pawson vive attualmente con sua moglie Enid a Basingstoke, Hampshire,
nell’Inghilterra meridionale. Anche se ormai anziano, è ancora molto
occupato come oratore e ha eventi annuali in Europa e alla Festa dei
Tabernacoli in Israele, dove i suoi discorsi sono stati molto apprezzati.
Parla anche su invito in varie sedi in Gran Bretagna. (Wikipedia-David
Pawson)
Questo libro è davvero eccellente soprattutto sotto il profilo
pastorale. Ai lettori viene spiegato il contesto biblico del tema, per metterli
nella condizione di valutare autonomamente la propria situazione personale ed
eventualmente trarre le necessarie conseguenze. Ed è quindi lo stesso concetto
che viene perseguito qui su Immanuel.at. Sulla base del principio fondato sulla
Scrittura per cui il corretto insegnamento è il requisito per la vera fede, ogni
interpretazione viene documentata con i passi corrispondenti della Scrittura, in
modo da consentire un confronto e una verifica diretti di quanto affermato.
Forse si può rapportare questo modo di procedere alle famose parole sugli aiuti
allo sviluppo per il terzo mondo: "Da’ loro un pesce e li sfamerai per un
giorno. Insegna loro a pescare e li nutrirai per tutta la vita". Lo stesso vale
per la pastorale: "Predica agli uomini che sono peccatori perduti e instillerai
il timore nelle loro anime per breve tempo. Insegna loro il rapporto della
Bibbia con la realtà e le conseguenze degli eventi degli Ultimi Tempi ed essi
riconosceranno da soli la propria situazione disperata e il proprio bisogno di
salvezza".
Tuttavia, noi esegeti corriamo sempre il rischio di tralasciare questa o
quell’altra correlazione, oppure di interpretare in modo errato a causa di
conoscenze basilari errate. Sebbene quindi le interpretazioni nel libro di David
Pawson siano per lo più conformi alle interpretazioni sostenute qui su
Immanuel.at, ci sono tuttavia alcuni passi di questo tipo che, in ragione del
loro possibile impatto su un ulteriore studio della Scrittura da parte del
lettore, devono essere segnalati e commentati qui di seguito.
Se prendiamo Apocalisse 20,4-6 come oro colato, allora
sembrerebbe che la Risurrezione dei giusti avvenga con il Ritorno del
Signore, e questo a sua volta mille anni prima della Risurrezione Universale
e del Giudizio Universale. (…) Dove si colloca dunque Matteo 25? Prima o
dopo questi "mille anni"? Perché questo passaggio descrive molto chiaramente
il Giudizio Universale, e tuttavia avviene "… quando verrà il Figlio
dell’Uomo"? Le "pecore" appartengono alla "prima"
Risurrezione e i "capri" alla "seconda", e tuttavia
entrambi qui ricevono insieme il proprio giudizio.
È davvero un enigma, tuttavia forse è possibile risolverlo se si comprende
l’"abbreviazione profetica" propria della Bibbia, questa compressione del
futuro che riunisce eventi futuri molto distanti tra loro in un solo quadro
per richiamare con fermezza ad una decisione morale che deve essere presa
nel presente.
(Estratto dal libro "The Road to Hell" ["La via che porta
all’inferno"] (p. 149) di David Pawson, Librairie Chrétienne [Libreria
Cristiana] CARREFOUR Nyon
È fin troppo chiaro qui che D. Pawson ha problemi con la
collocazione di questi eventi degli Ultimi Tempi. Tuttavia egli mescola il
Risveglio dai morti in Cristo durante il Ritorno del Signore con la Prima
Risurrezione dei martiri subito prima del Regno Millenario, e il Giudizio di
Premio durante questa Prima Risurrezione nuovamente con il Giudizio Universale
alla fine del mondo.
Ma vediamo una cosa per volta: le affermazioni sulla Prima Risurrezione le
troviamo nella Bibbia in Apoc 20,4:
Le anime delle martiri tornarono in vita. Questa è la prima risurrezione.
Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si
misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano
stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola
di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua
immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e
sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni.
20,5 Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero
trascorsi. Questa è la prima risurrezione. 20, 6 Beato e santo è colui
che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte
seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille
anni. Apoc 20,4-6;
Proprio nella prima frase Giovanni esplicita qui che si tratta
delle anime di coloro che sono stati "decapitati" per la propria fede, dunque i
martiri. Durante la "Risurrezione dei giusti durante il Ritorno del Signore",
come D. Pawson definisce il Risveglio e il Rapimento, vengono tuttavia
risvegliati in Cristo anche tutti i morti di morte naturale e rapiti insieme ai
fedeli in vita (1Tess 4,16-17). Qui in Apoc 20,4 non leggiamo nulla di tutto
ciò. E queste anime dei decapitati qui non vengono nemmeno risvegliate,
rivestite da un corpo incorruttibile e rapite nel cielo, come precisa Paolo più
avanti in 1Cor 15,52-53, ma al contrario essi sono già in cielo, regneranno
"in vita", dunque di nuovo fisicamente e sulla terra come sacerdoti e re.
Le anime di questi martiri che sono stati decapitati per la testimonianza di
Gesù e per la parola di Dio, li ritroviamo già più avanti nell’Apocalisse, in
Apoc 6,9-11. Ma come ci spiega lì il testo, in quel momento il loro numero non è
ancora completo, poiché, come ci viene detto, ad essi si aggiungeranno ancora
altri martiri.
Quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa.
Apoc 6,9 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo,
vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola
di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. 6,10 Essi gridarono a
gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare
giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?»
6,11 E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si
riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro
compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.
Apoc 6,9-11;
E questi "compagni (…), che dovevano essere uccisi come loro",
li possiamo individuare in Apoc 13,15 dove l’Anticristo demoniaco nei 42 mesi
dei suo regno farà uccidere tutti coloro – e naturalmente tutti
i cristiani professanti – che non adoreranno la sua immagine. Pertanto sarebbe
anche assolutamente sorprendente se, secondo l’opinione di D. Pawson qui, al
momento della Prima Risurrezione in Apoc 20,4 ci fossero ancora cristiani
professanti sulla terra che potrebbero essere rapiti in vita durante un presunto
Ritorno del Signore (vedere più avanti in 1Tess 4,17).
Inoltre i credenti sarebbero stati sottoposti a tutte le piaghe nel Giorno
dell’ira di Dio (Apoc 16,1-21), nonostante Paolo in 1Tess 5,9 rassicuri: "Dio
infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro
Signore Gesù Cristo". Anche il Ritorno del Signore qui durante la Prima
Risurrezione si verificherebbe solo dopo la sua apparizione per la Battaglia di
Harmagedon e la vittoria sull’Anticristo e sul suo falso profeta (Apoc 19) e di
conseguenza non sarebbe la sua seconda bensì terza venuta ecc. ecc.
Tuttavia il Ritorno del Signore è facilmente collocabile dal punto di vista
temporale nell’Apocalisse. Quei segni che il Signore ha profetizzato qui sotto
in Mat 24,29-31 sul suo Ritorno per il Risveglio e il Rapimento degli eletti, li
troviamo confermati quasi letteralmente proprio alla fine del testo citato sopra
sui martiri, in Apoc 6,12-14 – e da nessun’altra parte nella Scrittura.
Il sole si oscurerà e la luna non darà il suo chiarore, le stelle cadranno dal cielo.
Mat 24,29 »Ora, subito dopo la tribolazione di quei
giorni, il sole si oscurerà e la luna non darà il suo chiarore, le stelle
cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. 24,30 E allora
apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’ uomo; etutte le nazioni della
terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’ uomo venire sulle nuvole del
cielo con potenza e grande gloria. 24,31Ed egli manderà i suoi angeli con un
potente suono di tromba, ed essi raccoglieranno i suoi eletti dai quattro venti,
da una estremità dei cieli all’ altra. Mat 24,29-31;
Il sole divenne nero, la luna divenne come sangue; e le stelle del cielo caddero sulla terra.
Apoc 6,12 Poi vidi quando egli aperse il sesto sigillo;
ed ecco, si fece un grande terremoto, e il sole divenne nero come un sacco di
crine, e la luna divenne come sangue; 6,13 e le stelle del cielo caddero
sulla terra, come quando il fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi
fichi acerbi. 6,14 Quindi il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola,
ed ogni montagna ed isola fu smossa dal suo luogo. Apoc 6,12-14;
Sebbene anche in alcuni passaggi del Vecchio Testamento si
ritrovino profezie sull’oscuramento del sole e della luna, non ci sono altri
passi nella Scrittura in cui avviene questa correlazione tra le stelle che
cadono dal cielo sulla terra e le forze che sconvolgono il cielo, ovvero del suo
ritirarsi come una pergamena che si arrotola.
(Vedi anche Capitolo 12: "La Risurrezione." /
Risveglio e Risurrezione, La Prima Risurrezione.)
Dell’effettivo Ritorno del Signore e del Risveglio e Rapimento
profetizza anche Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi e in quella ai
Tessalonicesi:
il Signore stesso scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo;
1Tess 4,15 Poiché questo vi diciamo mediante la
parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del
Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; 4,16 perché il
Signore stesso, con un ordine, con voce d’ arcangelo e con la tromba di
Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo;
4,17 poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro,
sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’ aria; e così saremo sempre con il
Signore. 1Tess 4,15-17;
I morti svegliassero incorruttibili, e noi saremo trasformati.
1Cor 15,50 Ora io dico questo, fratelli, che carne
e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi che si decompongono
possono ereditare l’ incorruttibilità. 15,51 Ecco, io vi dico un mistero: non
tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, 15,52 in un momento, in un batter d’
occhio, al suono dell’ ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti
svegliassero incorruttibili, e noi saremo trasformati. 15,53 Infatti bisogna
che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta
immortalità. 15,54 Quando poi questo corruttibile avrà rivestito
incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà
adempiuta la parola che è scritta: «La morte è stata sommersa nella vittoria».
15,55 «O morte, dov’ è la tua vittoria? O morte, dov’ è il tuo dardo?»
1Cor 15,50-55;
(Vedi anche Capitolo 062: "Il Ritorno del Signore" / Il Rapimento.)
Come si può vedere, la commistione tra questi due eventi degli
Ultimi Tempi – Ritorno del Signore e Prima Risurrezione – non solo porta con sé
i problemi che D. Pawson tenta di spiegare sopra con la congettura di una
"abbreviazione profetica", ma porta gradualmente e inevitabilmente a una falsa
conclusione dopo l’altra, fino a diventare un’interpretazione che pone più
interrogativi di quelli che non sia in grado di sciogliere. Ed è interessante
constatare che tutti questi problemi vengono generati solo dall’inosservanza di
una sola parola – ovvero "decapitati" in Apoc 20,4.
Ma se secondo D. Pawson non sono i martiri che ritornano in vita in Apoc 20,4,
bensì tutta la comunità cristiana, allora anche l’affermazione in Apoc 20,6:
"saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni" non
può essere riferita ai martiri, bensì deve naturalmente riferirsi a tutta la
comunità cristiana. A parte il fatto che si avrebbero centinaia di milioni, se
non miliardi di re nel Millennio, probabilmente più re che sudditi, si deruba la
comunità cristiana del suo privilegio annunciato nella Scrittura di essere già
in cielo presso il Signore durante il Regno Millenario.
(Vedi anche Diskurs 38: "Cosa possono aspettarsi
cristiani ed ebrei dal Ritorno del Signore?")
Ma il motivo di un’interpretazione di questo tipo – e per il
fatto che venga ignorata la parola "decapitati" in Apoc 20,4 –
spesso risiede proprio in quest’ultima frase in Apoc 20,6. Lì si parla di
"re" e di "regnare", e molti esegeti vedono la comunità cristiana
nel Millennio, della quale essi stessi fanno parte – umiltà cristiana o meno
– preferibilmente regnante come re in terra piuttosto che a servire come servi
di Dio in cielo. Così scrive poi anche D. Pawson:
"Chi ha ‘resistito’ per lui (Cristo, nota) nei tempi
precedenti, ’regnerà’ insieme a lui". (…) Il popolo di Dio, che è stato
oppresso per così tanto tempo dai governi del mondo, instaurerà il governo del
mondo! (…) Coloro così "benedetti" saranno sia sacerdoti che re. Tramiti e
anche monarchi sulla terra. (p. 207ss)"
AA parte l’opinione di per sé dubbia che il governare sulla
terra – sia in vita o dopo la resurrezione nel Millennio – sia un obiettivo auspicabile per i
cristiani biblici, dobbiamo porci qui la seria questione se tutti i credenti
della comunità cristiana di tutti i tempi – ovvero anche noi cristiani in vita
adesso – che non hanno dovuto lasciare la propria vita per la propria fede,
possano generalmente ascriversi un posto, durante la Prima Risurrezione, tra i
martiri uccisi e come sacerdoti e re nel Regno Millenario.
Poiché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato».
Luca 14,11 Poiché
chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato».
Luca 14,11;
Sequenza e durata degli eventi negli Ultimi TempiUn tentativo di classificazione. |
Durata |
|
Sequenza di eventi (Riferimenti) |
Riferimenti |
Tempo |
La Grande Tribolazione (Dan 9:27) La tribolazione di quei giorni (Mat 24:29) L’inizio delle doglie di parto (Mat 24:6-8) 1º sigillo: Il primo, l’Anticristo umano (Apoc 6:1-2) |
Dan 9:27
|
}
|
Anche sulle condizioni di vita nel Regno Millenario, in ampie
parti della comunità cristiana c’è la convinzione che regnerà uno "stato
paradisiaco" sulla terra. Tuttavia qui D. Pawson sostanzialmente ha di certo
riconosciuto la vera realtà biblica. Egli scrive:
"La speranza incrollabile dell’umanità in un’"epoca
d’oro" diventerà finalmente realtà. Sì, il paradiso sarà finalmente
riconquistato. Una vita così idilliaca sarebbe sicuramente il paradiso in terra
e potrebbe durare in eterno.
Tuttavia l’apparenza spesso inganna. Un governo ideale e condizioni ambientali
ideali possono forse soddisfare il desiderio umano di pace e benessere, ma non
cambiare l’essenza umana. Se una dittatura del benessere porta così buoni
frutti, le persone magari ne sono soddisfatte fino a quando non viene offerta
loro la possibilità di liberarsi da tale autorità. Quando il diavolo sarà
liberato alla fine del Millennio e potrà influenzare di nuovo le questioni
umane, egli sarà ancora capace di seminare odio nelle persone e nei luoghi che
vengono associati a Dio. (p. 208)"
Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il Satana, lo legò per mille anni, dopo i quali dovrà essere sciolto per un po’ di tempo.
Apoc 20,1 Poi vidi scendere dal cielo un
angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. 20,2 Egli
afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per
mille anni, 20,3 e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui
perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni;
dopo i quali dovrà essere sciolto per un po’ di tempo. Apoc 20,1-3;
Uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog.
Apoc 20,7 Quando i mille anni saranno trascorsi,
Satana sarà sciolto dalla sua prigione 20,8 e uscirà per sedurre le nazioni
che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia:
il loro numero è come la sabbia del mare. Apoc 20,7-8;
Sono questi i passaggi qui sopra a cui fa riferimento D. Pawson,
e si vede come questo cambiamento spirituale di così tante persone alla fine del
Millennio non possa essere avvenuto in così poco tempo. E dato che non si può
supporre che Satana dopo il suo rilascio dalla prigione avesse ancora secoli di
tempo per indurre un tale mutamento, resta solo la certezza che molte persone
già nel Millennio, di fronte al Dio vivente sulla terra, non siano pronte a
riconoscere questo Dio, ma che gli volgano le spalle e attendano il "liberatore"
satanico. Lo confermano anche i seguenti passaggi che si riferiscono al Regno
Millenario:
Ma, se non danno ascolto, io sradicherò quella nazione; la sradicherò e la distruggerò», dice il SIGNORE.
Ger 12,16 Se imparano diligentemente le vie del mio
popolo e giurano per il mio nome dicendo: "Il SIGNORE vive", come hanno
insegnato al mio popolo a giurare per Baal, saranno saldamente stabiliti in mezzo
al mio popolo. 21,17 Ma, se non danno ascolto, io sradicherò quella nazione;
la sradicherò e la distruggerò», dice il SIGNORE. Ger 12,16-17;
Se qualche famiglia della terra non salirà a Gerusalemme per adorare il Re, l’Eterno degli eserciti, su di essa non cadrà alcuna pioggia.
Zac 14,16 E avverrà che ogni sopravvissuto di
tutte le nazioni venute contro Gerusalemme salirà di anno in anno ad adorare il
Re, l’Eterno degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne. 14,17 E
avverrà che, se qualche famiglia della terra non salirà a Gerusalemme per
adorare il Re, l’Eterno degli eserciti, su di essa non cadrà alcuna pioggia.
14,18 Se la famiglia d’Egitto non salirà e non verrà, neppure su di essa cadrà
la pioggia, ma cadrà la stessa piaga con cui l’Eterno colpirà le nazioni che non
saliranno a celebrare la festa delle Capanne. 14,19 Questa sarà la punizione
dell’Egitto, e la punizione di tutte le nazioni che non saliranno a celebrare la
festa delle Capanne. Zac 14,16-19;
E il regno che non ti serviranno periranno, e quelle nazioni saranno interamente distrutte.
Isa 60,12 Poiché la nazione e il regno che non ti
serviranno periranno, e quelle nazioni saranno interamente distrutte.
Isa 60,12;
Specialmente queste affermazioni, come tra l’altro nel testo qui
sopra in Isa 60, mostrano inoltre che tutte le profezie della Scrittura che
promettono condizioni di vita straordinariamente benedette nel Millennio, ovvero
l’"epoca d’oro", non si riferiscono a tutto il mondo, come spesso si suppone,
bensì esclusivamente a Israele e ai suoi dintorni geografici (circa fino
all’odierno Iraq).
Le tenebre coprono la terra e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su di te sorge il SIGNORE e la sua gloria appare su di te.
Isa 60,1 «Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è
giunta, e la gloria del SIGNORE è spuntata sopra di te! 60,2 Infatti, ecco,
le tenebre coprono la terra e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su
di te sorge il SIGNORE e la sua gloria appare su di te. 60,3 Le nazioni
cammineranno alla tua luce, i re allo splendore della tua aurora. 60,4 Alza gli
occhi e guàrdati attorno; tutti si radunano e vengono da te; i tuoi
figli giungono da lontano, arrivano le tue figlie, portate in braccio.
60,5 Allora guarderai e sarai raggiante, il tuo cuore palpiterà forte e si
allargherà, poiché l’abbondanza del mare si volgerà verso di te, la ricchezza
delle nazioni verrà da te. Isa 60,1-5;
E da questi testi si evince anche piuttosto chiaramente chi sarà
effettivamente il popolo di Dio sulla terra nel Regno Millenario: è Sion, ovvero
Israele, i cui figli giungono da lontano e le cui figlie arrivano portate in
braccio, e Giacobbe sarà il capo delle nazioni.
Innalzate canti di gioia per Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni.
Ger 31,7 Infatti così parla il SIGNORE: «Innalzate
canti di gioia per Giacobbe, prorompete in grida, per il capo delle nazioni;
fate udire le vostre lodi, e dite: "SIGNORE, salva il tuo popolo, il residuo
d’Israele!" 31,8 Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione,
e li raccolgo dalle estremità della terra; tra di loro sono il cieco e
lo zoppo, la donna incinta e quella in doglie di parto: una gran moltitudine,
che ritorna qua. 31,9 Vengono piangenti e imploranti; li guido, li conduco ai torrenti,
per una via diritta dove non inciamperanno; perché sono diventato un padre
per Israele, ed Efraim è il mio primogenito. 31,10 Voi nazioni, ascoltate
la parola del SIGNORE, e proclamatela alle isole lontane; dite: "Colui che
ha disperso Israele lo raccoglie, lo custodisce come fa il pastore con il suo gregge".
Ger 31,7-10;
(Vedi anche Discorso 63: "Le condizioni di vita
nel Regno Millenario.")
Dall’affermazione di D. Pawson citata in apertura si può
tuttavia individuare un’altra correlazione problematica. In tale affermazione
egli mette in relazione il Giudizio citato in Apoc 20,4 e il Giudizio
Universale, e scrive:
"Se prendiamo Apocalisse 20 come oro colato, allora
sembrerebbe che la Risurrezione dei giusti avvenga con il Ritorno del Signore, e
questo a sua volta mille anni prima della Risurrezione Universale e del Giudizio
Universale. (…) Dove si colloca dunque Matteo 25? Prima o dopo questi "mille
anni"? Perché questo passaggio descrive molto chiaramente il Giudizio
Universale, e tuttavia avviene "… quando verrà il Figlio dell’Uomo"? Le
"pecore" appartengono alla "prima" Risurrezione e i "capri"
alla "seconda", e tuttavia entrambi qui ricevono insieme il proprio giudizio.
(p. 149)"
Da un lato non si riconosce qui che il Giudizio in Apoc 20,4 non
è il Giudizio Universale, bensì il Giudizio di Premio per i credenti, e qui sono
i martiri che dopo torneranno in vita e regneranno sulla terra.
Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo.
2Cor 5,10 Noi tutti infatti dobbiamo
comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la
retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male. 2Cor 5,10;
Se l’opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa.
1Cor 3,11 perché nessuno può porre altro
fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo. 3,12 Ora,
se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose,
legno, fieno, stoppia, 3,13 l’opera di ciascuno sarà manifestata, perché
il Giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco
proverà quale sia l’opera di ciascuno. 3,14 Se l’opera che uno ha edificato
sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, 3,15 ma se la sua
opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come
attraverso il fuoco. 1Cor 3,11-15;
A causa di questa incomprensione però, emerge ancora una volta
la difficoltà per cui qui, a quanto pare, una parte del Giudizio Universale
sarebbe da collocare prima del Millennio, e una seconda parte ⏻ il Giudizio
Universale vero e proprio (Giudizio Universale, Apoc 20,11-15) ⏻ dopo il
Millennio.
Per risolvere dunque questo problema, D. Pawson ipotizza una separazione del
Giudizio Universale: i credenti ("pecore") vengono giudicati prima del
Millennio, e i non credenti ("capri") dopo. Che questo sia in netto contrasto
con Mat 25,31-32 qui sotto, dove entrambi i gruppi vengono giudicati
assolutamente nello stesso momento, egli ne è pienamente consapevole: "Dove si
colloca dunque Matteo 25?" Eppure subito dopo giunge alla successiva falsa
conclusione e questa discrepanza viene motivata con la "compressione del futuro"
nella Bibbia (si veda la citazione all’inizio).
E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri.
Mat 25,31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua
gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
25,32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli
uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. Mat 25,31-32;
Nella nuova nascita, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria.
Mat 19,28 E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità che nella
nuova nascita, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della
sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici troni
a giudicare le dodici tribù d’Israele. Mat 19,28;
(Vedi anche Capitolo 13: "Il Giudizio Universale.")
Un’ulteriore inconciliabilità tra una divisione in due parti del
Giudizio Universale e la collocazione della seconda parte, dopo il Millennio,
esclusivamente per i "capri" (infedeli), D. Pawson non l’ha nemmeno citata:
durante i mille anni del Millennio naturalmente moriranno anche delle persone
(Isa 65,18-20), sia buone che cattive. Ma se il Giudizio Universale è riservato
solo ai cattivi, quando e dove sarebbero quindi giudicati i giusti del
Millennio?
Il più giovane morirà a cento anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto.
Isa 65,18 poiché si godrà e si gioirà sempre di
quello che sto per creare, e farò di Gerusalemme una gioia, del suo popolo
un gaudio. 65,19 Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio
popolo. Non si udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia. 65,20
Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi
giorni non giunga alla pienezza; poiché il più giovane morirà a cento anni e chi
non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto. Isa 65,18-20;
(Vedi anche Capitolo 10: "Il Millennio.")
La risposta di Gesù alla domanda sulla sua permanenza e
sulle sue attività tra la sua morte e la sua Risurrezione la troviamo forse
in una lettera che Pietro ha scritto molti anni dopo e che contiene
informazioni straordinarie. (…)
Se si osserva questo passaggio (1Piet 3,17-4,6) semplicemente e
così com’è, sembrerebbe che Gesù sia andato da coloro che erano già morti
(per questo quindi nell’"Ades"), per predicare loro il Vangelo! Ma non solo;
i suoi ascoltatori erano proprio la generazione che al tempo di Noè era
annegata nel diluvio.
(Estratto dal libro "The Road to Hell" ["La via che porta all’inferno"] (p.
189ss) di David Pawson, Librairie Chrétienne [Libreria Cristiana] CARREFOUR
Nyon)
Cristo reso vivente quanto allo spirito e in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere.
1Piet 3,18 Anche Cristo ha sofferto una volta per i
peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto
alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. 3,19 E in esso andò
anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere, 3,20 che una
volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè,
mentre si preparava l’arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate
attraverso l’acqua. 1Piet 3,18-20;
L’interpretazione qui sopra di D. Pawson si basa incredibilmente
soltanto su 1Pietr 3,18-20. L’affermazione: "i suoi ascoltatori erano proprio la
generazione che al tempo di Noè era annegata nel diluvio" è pertanto in
contrasto con le affermazioni di Pietro alcuni versi dopo, dove specifica che il
Vangelo è stato annunciato a tutti i morti.È stato annunciato il vangelo
anche a coloro che sono morti.
1Piet 4,6 Infatti per questo è stato
annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti; affinché, seppur
essendo stati giudicati nella carne secondo gli uomini, potessero vivere nello
Spirito secondo Dio. 1Piet 4, 6;
Proseguendo l’argomentazione diventa anche chiaro perché D.
Pawson ha scelto proprio questo approccio: l’affermazione di Pietro in 1Piet
4,6, che il Vangelo è stato annunciato a tutti i morti, ha portato molti
predicatori e quindi anche molti famosi esegeti, come ad es. William Barclay, a
vedere qui una "seconda possibilità". Se ne conclude che le persone dopo la
morte avrebbero ancora una seconda possibilità di convertirsi.
Naturalmente questa è un’assurdità assoluta, ma come per molte interpretazioni
errate, questo può rappresentare un grave pericolo per le persone di valutare
erroneamente la propria situazione e l’assoluta necessità di convertirsi ancora
in vita. E per escludere questo a priori, nell’interpretazione di questo
passaggio si punta l’attenzione su 1Piet 3,19 e si interpreta questa
affermazione in 1Piet 4,6 come legata e riferita anch’essa alla generazione del
diluvio, anziché considerarle entrambe separatamente.
Ma se si osserva questo passaggio (1Piet 3,17-4,6) effettivamente "semplicemente
e così com’è", come suggerisce sopra D. Pawson, si vede che l’affermazione di
1Piet 3,19 non può riferirsi alle persone. Quando lì si parla di "spiriti
trattenuti in carcere" (non "Ades", cioè il Regno dei Morti, come ritiene
erroneamente Pawson, bensì "prigione", [greco: julakh / phylake]) in tutta la
Scrittura non c’è un solo passaggio in cui le persone vengano definite spiriti
(cattivi). Anche il "carcere" è a noi noto nella Scrittura come luogo di
custodia (abisso [ebraico:abbadon, greco: tartaros]) per angeli e demoni
peccatori. A parte questo, la Scrittura ci insegna che Regno dei Morti [ebraico:
scheol, greco: hades] e abisso sono due sfere completamente differenti
dell’aldilà (Pro 15,11; 27,20; Luca 8,31, Apoc 11,7; 17,8; 20,3).
Pietro stesso nella sua seconda lettera parla degli angeli "che avevano peccato"
e che Dio ha confinato nell’abisso.
Dio inabissò gli angeli confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio.
2Piet 2,4 Se Dio infatti non risparmiò gli angeli
che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi
custoditi per il giudizio; 2Piet 2,4;
Nella lettera di Giuda possiamo vedere anche il contesto
concreto dei peccati di cui si sono macchiati questi angeli:
Egli ha pure custodito nelle tenebre, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora.
Giuda 1,5 Ora voglio ricordare a voi che avete da
tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il
popolo dal paese d’Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero. 1,6
Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran
giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e
abbandonarono la loro dimora. Giuda 1,5-6;
Dunque questi angeli hanno abbandonato le loro dimore, il loro
dominio in cielo. Ma non è stato solo un abbandono fisico della sfera a loro
assegnata, bensì essi hanno anche superato i confini morali previsti per loro da
Dio, come veniamo a sapere da Gen 6,4.
Quando i figli di DIO si accostarono alle figlie degli uomini e queste partorirono loro dei figli.
Gen 6,4 Vi erano dei giganti sulla
terra a quei tempi, e anche dopo, quando i figli di DIO si accostarono alle
figlie degli uomini e queste partorirono loro dei figli. Essi sono gli
eroi che esistettero nei tempi antichi, sono gli uomini famosi di quei
tempi. Gen 6,4;
Se quindi guardiamo bene, questi sono gli "spiriti trattenuti in
carcere" di cui scrive Pietro in 1Piet 3,19, e ai quali il Signore ha predicato
dopo la sua morte e durante la sua permanenza nelle "parti più basse della
terra" (Efes 4,9).
Ora quindi è facile riconoscere che tra 1Pietr 3,19 ("spiriti trattenuti in
carcere", ovvero nell’abisso) e 1Pietr 4,6 ("i morti" ovvero nel Regno dei
Morti) non può esserci proprio alcuna correlazione. Sono due luoghi differenti
dell’aldilà (abisso e Regno dei Morti), hanno diversi detenuti (demoni e
persone) e le affermazioni di Pietro dicono molto semplicemente e chiaramente
che il Signore ha predicato il Vangelo sia presso gli uni che presso gli altri.
Di conseguenza però, questo significa che allora il Signore non ha annunciato la
salvezza nella grazia solo alla generazione del diluvio, ma a tutti
i morti. Ad un’osservazione più attenta ciò è anche perfettamente comprensibile.
Tutti coloro che sono morti prima di Gesù non potevano usufruire di questa
offerta di salvezza, perché al tempo in cui hanno vissuto questo sacrificio non
era ancora stato compiuto. Adesso, dopo il sacrificio del Figlio di Dio sulla
croce, secondo la giustizia di Dio non solo i viventi, bensì anche tutti coloro
che sono morti fino a quel momento devono avere la possibilità di usufruire
personalmente della morte vicaria del Signore per i loro peccati.
Da ciò dobbiamo quindi riconoscere che il vangelo della redenzione nella grazia
attraverso il sacrificio di riscatto del Figlio di Dio viene effettivamente
annunciato a tutti: a tutti coloro che sono morti prima della morte del Signore,
dal Signore stesso nel Regno dei Morti, a tutti coloro che da quel momento sono
venuti al mondo, attraverso la testimonianza dei successori cristiani. E da
questo possiamo vedere anche un’altra cosa: l’assoluta giustizia di Dio. Egli
non dimenticherà nessuno. Nessuno, non una sola persona che abbia mai vissuto e
che mai vivrà, può mai dire nel Giudizio di essere stata trattata in modo non
giusto.
Sebbene quindi D. Pawson tragga la giusta conclusione quando dice: "Perché una
generazione dovrebbe avere il privilegio di una seconda possibilità, a meno che
non abbia avuto nemmeno la prima?" (p. 193), egli trascura il fatto che qui non
si tratta solo della generazione del diluvio, bensì di tutti coloro che sono
morti prima del sacrificio del Signore, i quali non avevano ancora avuto questa
possibilità. Pertanto, la sua opinione per cui allora il Signore abbia predicato
il Vangelo solo ai morti della generazione del diluvio è di per sé illogica e
pone naturalmente subito la domanda perché Dio avrebbe fatto qui un’eccezione.
Per motivare questa "eccezione alla regola" serve di nuovo un’ultima e tuttavia
piuttosto inattendibile argomentazione, e resta inoltre da chiedersi se non
potrebbe esserci comunque una qualche "seconda possibilità".
Con l’analisi precedente tuttavia, si stabilisce chiaramente che non c’è e non
può esserci alcuna eccezione, bensì che i morti, allora, hanno avuto solo
l’offerta che, dalla morte del Signore, anche i vivi possono accettare: il
perdono dei propri peccati attraverso l’accettazione del sacrificio di riscatto
del Figlio di Dio sulla croce.