Il futuro della nostra esistenza.
La risurrezione – una nuova nascita.
Il corpo spirituale – immortale, invisibile.
Anche gli empi risusciteranno incorruttibili.
L’esistenza eterna di ogni essere umano.
Nei tempi odierni, anche fra i cristiani, la conoscenza sul
futuro della nostra esistenza, il nostro essere e quindi il futuro del nostro
corpo, è spesso offuscata e intervallata da ipotesi non bibliche.
Alcuni riferiscono la "vita eterna" ai loro corpi terrestri e pensano
che continueranno a esistere con il loro corpo attuale a tempo indeterminato
dopo la risurrezione. Altri sono del parere di vivere un’esistenza incorporea,
in modo "etereo" dopo la risurrezione.
Ma almeno questi due pensieri, hanno il merito di averne un’idea, forse anche
propensa a una correzione, a differenza di molti altri che a questo sforzo
mentale non si sottopongono.
La mancanza di una spinta interiore, il piacevole stato di soddisfazione con
ciò che si è già acquisito da "Parola e Sacramento", l’intero
carattere "conservativo" – anche evangelico – del cristianesimo non
deriva solo dalla mancanza di familiarità con l’escatologia biblica, ben si dai
gravi errori nella vita spirituale del cristiano, che non consente di accettare
la visione biblica del futuro.
Se proviamo tuttavia a esaminare la questione e a chiarirla
sulla base della Scrittura, ci rendiamo conto che non dobbiamo impegnarci in
congetture e ipotesi, ma che abbiamo prove concrete e dichiarazioni che
resistono appieno ad un esame logico e analitico.
La redenzione del nostro corpo per la libertà dei figli di Dio.
Rom 8,20 perché la creazione è stata
sottoposta alla vanità non di sua propria volontà, ma per colui che ve l’ha
sottoposta, 8,21 nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata
dalla servitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei
figli di Dio. 8,22 Infatti noi sappiamo che fino ad ora tutto il mondo creato
geme insieme ed è in travaglio.
8,23 E non solo esso, ma anche noi stessi, che abbiamo le primizie dello Spirito
noi stessi, dico, soffriamo in noi stessi, aspettando intensamente l’adozione,
la redenzione del nostro corpo. 8,24 Perché noi siamo stati salvati
in speranza; or la speranza che si vede non è speranza, poiché ciò che
uno vede come può sperarlo ancora? Rom 8,20-24;
Quando Paolo, in Romani 8,23, parla della "redenzione
del nostro corpo", non intende quindi una salvezza "dal nostro
corpo". Questa sarebbe la deduzione del pensiero greco, cosi profondamente
radicata nel nostro cristianesimo europeo, e tanto frequente ancora oggi .
Come notiamo qui sotto, in 2Cor 5,2, Paolo non presenta una "esistenza
incorporata" dopo la risurrezione, bensì desidera la nuova
"abitazione", il nuovo corpo, che è "dal cielo".
Noi saremo rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita.
2Cor 5,1 Sappiamo infatti che se questa tenda, che
è la nostra abitazione terrena, viene disfatta, noi abbiamo da parte di Dio un
edificio, un’abitazione non fatta da mano d’uomo eterna nei cieli. 5,2
Poiché in questa tenda noi gemiamo, desiderando di essere rivestiti della
nostra abitazione celeste 5,3 se pure saremo trovati vestiti e non nudi.
5,4 Noi infatti che siamo in questa tenda gemiamo, essendo aggravati, e perciò
non desideriamo già di essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è
mortale sia assorbito dalla vita. 2Cor 5, 1- 4;
E Paolo approfondisce il suo confronto. Egli paragona il nostro
corpo con un edificio. Il nostro corpo mortale è la nostra casa terrena, la
tenda, che è rimossa alla nostra morte. E coloro i quali hanno la speranza
della vita eterna, gemono in questa tenda e desiderano l’abitazione che viene
dal cielo, cioè il corpo celeste.
E poi Paolo ci dimostra che anche allora i cristiani nutrivano la speranza di
ricevere il corpo celeste, non dopo la morte e il Risveglio dai morti, ma – nel
rapimento degli eletti viventi – in modo da "essere
rivestiti", affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita.
Cosi come nella morte, noi saremo simili a lui anche nella risurrezione.
Rom 6,4 Noi dunque siamo stati sepolti con lui per
mezzo del battesimo nella morte affinché, come Cristo è risvegliato dai
morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in
novità di vita. 6,5 Poiché, se siamo stati uniti a Cristo per una morte
simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione. Rom 6,
4- 5;
E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, porteremo anche l’immagine del celeste.
1Cor 15,40 Vi sono anche dei corpi celesti, e dei
corpi terrestri, ma altra è la gloria dei celesti, altra quella dei terrestri.
15,41 Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna ed altro lo
splendore delle stelle, perché una stella differisce da un’altra stella in
splendore.
15,42 Così sarà pure la risurrezione dei morti; il corpo è seminato
corruttibile e risvegliato incorruttibile. 15,43 E’ seminato ignobile e
risvegliato glorioso; è seminato debole e risvegliato pieno di
forza. 15,44 E’ seminato corpo naturale, e risvegliato corpo
spirituale. Vi è corpo naturale, e vi è corpo spirituale. 15,45 Così sta
anche scritto: »Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente« (Gen 2,7) ma l’ultimo
Adamo è Spirito che dà la vita.
15,46 Ma lo spirituale non è prima bensì prima è il naturale, poi lo
spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo
uomo, che è il Signore, è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre tali sono
anche i terrestri; e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E
come abbiamo portato l’immagine del terrestre, porteremo anche l’immagine
del celeste. 1Cor 15,40-49;
Il nostro umile corpo sarà trasformato, affinché sia reso conforme al suo corpo glorioso.
Fil 3,20 La nostra cittadinanza infatti è nei
cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, il Signor Gesù Cristo, 3,21 il
quale trasformerà il nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al suo
corpo glorioso, secondo la sua potenza che lo mette in grado di sottoporre a
sé tutte le cose. Fil 3,20-21;
Ciò significa che possiamo ricevere questo "edificio costruito da Dio, una casa non fatta con le mani,
che è eterna nei cieli" in due modi. A tutte le persone morte prima dell’opera sulla terra del Figlio di Dio, nostro
Signore Gesù Cristo, il Signore stesso, dopo la sua morte, nel regno dei morti, ha predicato il Vangelo in modo
spirituale.
I morti che hanno deciso in quel momento, insieme a tutte le persone che hanno visto il Signore
durante la loro vita e sono venute alla fede, riceveranno questo corpo spirituale alla risurrezione generale alla fine
del mondo. Tutte le persone che da allora hanno creduto in Gesù Cristo – compresi noi oggi – e poi sono morte,
rinasceranno allo stesso modo alla Seconda Venuta del Signore, al Rapimento.
Ma i cristiani che allora saranno ancora vivi, come scrive Paolo, non saranno "svestiti" – cioè non moriranno
– ma saranno "rivestiti". Cioè, il loro corpo morirà, ma nello stesso momento – "in un
momento, in un batter d’occhio"
(1Cor 15:52), – saranno trasformati e riceveranno il nuovo corpo spirituale eterno.
Ma a prescindere da quale dei due modi si arrivi alla nostra "casa celeste", una cosa è certa: la
raggiungeremo. Come ci dicono i testi sopra citati, il nostro corpo sarà come quello del Signore Gesù nella
risurrezione. Questa visione di Paolo, che ci viene confermata anche da altri passi scritturali – ad esempio 1Gio 3:2 – è
ora il punto di partenza per le nostre ulteriori considerazioni.
Quindi assumiamo con Paolo che il nostro corpo dopo la nostra risurrezione sarà come il corpo di nostro Signore Gesù Cristo dopo la sua risurrezione.
Ma non solo. In coerenza con questo principio, assumiamo anche che i processi e gli eventi che circondano la nostra risurrezione saranno
gli stessi che si sono manifestati al momento del risveglio e della risurrezione del Signore.
Ma a prescindere da quale dei due modi riceveremo la nostra
"casa celeste", la cosa è certa: la otterremo. Come ci dicono i testi
di cui sopra, il nostro corpo nella risurrezione sarà uguale a quello del
Signor Gesù. E questo punto di vista di Paolo, confermato anche da altri passi
della Scrittura – ad esempio 1Gio 3:2 – è la base per le nostre seguenti
considerazioni.
In accordo con Paolo presumiamo quindi che il nostro corpo dopo la nostra
risurrezione, sarà uguale al corpo del Signore nostro Gesù Cristo dopo la sua
risurrezione. Ma non solo, in coerente perseguimento di questo principio,
dobbiamo supporre anche che gli avvenimenti intorno alla nostra risurrezione
saranno simili a quegli eventi che sono stati osservati alla risurrezione del
Signore.
Riguardo alla nuova nascita ci sono opinioni diverse in ambito
cristiano. Ciò non sorprende, dato che nella Scrittura abbiamo dichiarazioni
apparentemente diverse su questo tema.
L’interpretazione della "nuova nascita" dal punto di vista di alcuni
fratelli è in realtà l’atto della conversione di una persona al cristianesimo.
Solo quando ha "accettato" Gesù, un credente può – da questo punto
di vista – denominarsi "rinato" o "nato di nuovo". E come
vedremo in seguito, questo punto di vista non è genericamente sbagliato.
Perché quest’opinione è chiaramente biblica e ci viene letteralmente
tramandata nella prima Lettera di Pietro.
Noi siamo rigenerati a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù.
1Pie 1,3 Benedetto sia il Dio e Padre del Signore
nostro Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha rigenerati,
a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti,
1,4 per un’eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, conservata
nei cieli per voi 1,5 che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi,
per la salvezza che sarà prontamente rivelata negli ultimi tempi. 1Pie 1,
3- 5;
Ma sul fatto di essere "rinati" trapela spesso dai
nostri fratelli e sorelle – che ci piaccia o no ammetterlo – un tocco di
supremazia elitaria. È probabilmente non a colpa di questi stessi fratelli, ma
piuttosto degli altri credenti. Anche questi infatti credono di appartenere al
Signore. D’altro lato, non hanno però nessuna "esperienza" spirituale
da vantare – come altri – per sapere effettivamente che sono "nati di
nuovo", e poterlo in qualche modo anche credibilmente affermare.
Si pone pertanto la questione, che cosa è veramente questa nuova nascita. E se
la nuova nascita è davvero un evento alla conversione, e in caso affermativo,
se tale processo è associato ad alcuna esperienza spirituale o di altro tipo.
Il testo di cui sopra da 1Pie 1,3-5 può aiutarci a rispondere a questa domanda.
Pietro ci dice qui che noi siamo nati di nuovo. Egli dice: Dio ci ha fatto
nascere di nuovo. E cioè nati di nuovo a una viva speranza. Speranza di cosa?
La speranza di una eredità incorruttibile, immacolata ed immarcescibile. Come?
Mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
La nostra nuova nascita dice Pietro è quindi una speranza. Questa speranza ha
come base la risurrezione del Signore. Perché il nostro Signore è risuscitato
dai morti, anche noi abbiamo la speranza della risurrezione. L’obiettivo di
questa risurrezione e pertanto di questa speranza, è una eredità
incorruttibile, e quindi immortale, eterna; cioè la vita eterna. Questa vita
eterna è ora conservata per noi in cielo, come dice Pietro.
Proprio perché parliamo della nuova "nascita" – ma non solo – queste
deduzioni ci rammentano tanto i processi biologici della nascita fisica. Quello
è il traguardo per la vita terrena – mentre qui parliamo della vita eterna. Il
tempo della "buona speranza", nel senso biologico dura nove mesi. Poi
il bambino vede la luce del mondo. La speranza dei fedeli dura fino alla
risurrezione dai morti. Poi anche loro, vedono la luce di un mondo nuovo,
diverso. Cioè, la luce e il mondo di Dio e dell’Agnello. E questi sono poi -
dopo la (ri-)nascita "figli della risurrezione", come ci dice il
Signore
Sono figli di Dio e figli della risurrezione.
Luca 20,34 E Gesù, rispondendo, disse loro: »I
figli di questa età si sposano e si maritano 20,35 ma coloro che sono ritenuti
degni di ottenere l’altra età e la risurrezione dei morti, non si sposano né
si maritano; 20,36 essi infatti non possono più morire, perché sono come
gli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione.
Luca 20,34-36;
Questo confronto, tuttavia, pone un piccolo difetto. Pietro
sopra dice che Dio ci ha fatto "rinascere" all’inizio di questa
speranza. Più adatto sarebbe piuttosto il concetto di "rifecondare".
E se osserviamo attentamente il commento di Pietro, cresce la convinzione che
egli intende esattamente questo.
Ma guardiamo oggettivamente anche la seconda volta in questo
capitolo, dove Pietro usa il termine "nati di nuovo".
Voi siete nati di nuovo da seme incorruttibile, la Parola vivente di Dio.
1Pie 1,23 perché siete stati rigenerati non
da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della parola
di Dio vivente e che dura in eterno.
1,24 Poiché ogni carne è come l’erba ed ogni gloria d’uomo è come il
fiore dell’erba; l’erba si secca e il fiore cade, 1,25 ma la parola del
Signore rimane in eterno; (Isa 40,6-8) e questa è la parola che vi è stata
annunziata. 1Pie 1,23-25;
Questa nuova nascita cui Pietro pensa avviene quindi da seme
incorruttibile. Come vediamo, anche qui Pietro paragona la nascita biologica, o
perlomeno la riproduzione naturale, sottolineando però che questa – a
differenza della rinascita spirituale – proviene da un seme corruttibile. Con
ciò abbiamo ancora un indizio che in realtà Pietro qui intende la concezione e
la fecondazione. La fecondazione da un seme corruttibile o incorruttibile.
E ci dice anche come questo concepimento spirituale avviene: tramite la Parola
vivente di Dio. E’ quindi il nostro Signore Gesù Cristo; egli è la Parola
vivente di Dio (Giov 1,1; Apoc 19,13), che ha fecondato il nostro spirito.
Se rivediamo dunque il suddetto concetto della "rinascita" nella vita
del credente, cioè, alla sua conversione, ci rendiamo conto che il senso è
sostanzialmente corretto. Errato, è solo l’appellativo. Noi non siamo – già -
"nati di nuovo", ma siamo solo "ri-concepiti". La
fecondazione spirituale attraverso la Parola vivente di Dio, il ri-concepimento
è avvenuto. La nuova nascita non ancora.
Il nostro spirito, è quindi "fecondato", in "stato
interessante", siamo in "buona speranza" per una nuova
nascita. E se leggiamo il testo originale greco di 1Pie 1,3 e 1,23, – così come
in tutti i versi di riferimento nella Scrittura (con l’eccezione di
Matteo 19,28 e Tito 3,5) – non è scritto appunto "nati di
nuovo", ma "riconcepiti". E questo corrisponde esattamente
al concetto qui presentato.
Ora, se possiamo supporre che la nostra conversione a Cristo è
in realtà il (ri)concepimento, la fecondazione con il seme incorruttibile, che
attraverso la sua Parola – nelle sacre Scritture – avviene nel nostro spirito e
certamente anche nel nostro cuore, cos’è allora la rinascita?
Il Signore stesso lo fa riconoscere nella sua promessa ai discepoli:
Alla nuova nascita il Figlio dell’uomo siederà sul trono della sua gloria.
Mat 19,28 Gesù disse loro: »In verità vi dico
che nella nuova nascita, quando il Figlio dell’uomo sederà sul
trono della sua gloria, anche voi che mi avete seguito sederete su dodici
troni, per giudicare le dodici tribù d’Israele. Mat 19,28;
Questo testo di Matteo 19,28 è dunque – oltre a Tito 3,5,
che parla anch’esso della rifondazione, del rinnovamento per mezzo dello Spirito
– l’unico verso nel NT, che usa realmente il termine greco "rinascita"
(nell’Antico Testamento questa parola non è per niente citata). È il Signore
che qui parla della nuova nascita e dice – a differenza di 1Piet 1,3 e 1Piet 1,23 –
effettivamente anche nel testo originale greco "nuova nascita".
Tuttavia, una rinascita che avviene obiettivamente in futuro. E cioè al tempo
in cui il Signore seduto sul trono della sua gloria giudicherà il mondo. Anche
i discepoli sederanno sui troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Questo
è il tempo del giudizio universale e l’evento, che precede il Giudizio
Universale, è la Risurrezione Generale. Tutti i popoli quindi devono
risuscitare, per presentarsi in giudizio. E’ questo che il Signore chiama la
nuova nascita.
(Vedi anche il capitolo 13: "Il
Giudizio Universale")
Nel suo colloquio con Nicodemo in Giov 3,3-8, il Signore
sembrava avere difficoltà a illustrare chiaramente questa connessione tra la
risurrezione e la nuova nascita.
Voi dovete nascere di nuovo, solo allora potrete vedere il regno di Dio.
Giov 3,3 Gesù gli rispose e disse: »In verità,
in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno
di Dio«. 3,4 Nicodemo gli disse: »Come può un uomo nascere quando è
vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e
nascere?«. 3,5 Gesù rispose: »In verità, in verità ti dico che se uno
non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 3,6
Ciò che è nato dalla carne è carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è
spirito. 3,7 Non meravigliarti se ti ho detto: »Dovete nascere di nuovo«.
3,8 Il vento soffia dove vuole e tu ne odi il suono, ma non sai da dove viene
né dove va, così è per chiunque è nato dallo Spirito«. Giov 3, 3- 8;
Nicodemo conosceva solo la nascita fisica, quella biologica, e
pertanto chiese al Signore se si dovesse tornare nel grembo della propria madre
per rinascere. E il Signore gli disse che si ha bisogno di ambedue: della nostra
nascita biologica – da acqua (liquido amniotico) – e della nostra rinascita,
cioè quella tramite lo Spirito per entrare nel regno di Dio. Chi non è nato
biologicamente – d’acqua – è inesistente e, di conseguenza, non può nascere
dallo Spirito. Così dunque, la nostra conversione è la nostra fecondazione
spirituale a figlio di Dio, che porta poi alla nuova nascita e alla vita eterna
nella risurrezione, alla fine del mondo.
Come sopra nel suo Vangelo, Giovanni ha usato l’espressione "nato da
acqua" in riguardo alla nascita, anche nella sua prima lettera. In questo
caso, quella del Signore Gesù. Il suo intento è di dimostrare, che Gesù
Cristo, il Figlio di Dio, nacque come uomo (in carne).
Ogni spirito che riconosce Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio.
1Gio 4,2 Da questo potete conoscere lo Spirito di
Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da
Dio. 4,3 E ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella
carne, non è da Dio; e questo è lo spirito dell’Anticristo che, come avete
udito, deve venire; e ora è già nel mondo. 1Gio 4, 2- 3;
E nel prossimo capitolo, 1Gio 5,5, questo è riaffermato
con le parole "venuto… da acqua e da sangue", che si riferiscono
alla nascita e alla morte del Signore.
Questo è quello che è venuto da acqua e da sangue, Gesù Cristo.
1Gio 5,5 Chi è che vince il mondo, se non colui
che crede che Gesù è il Figlio di Dio? 5,6 Questi è colui che è venuto da
acqua e da sangue, cioè, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con acqua
e con sangue. E lo Spirito è colui che ne rende testimonianza, perché lo
Spirito è la verità. 5,7 Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel
cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno.
1Gio 5, 5- 7;
Anche qui, "venuto nella carne" in 1Gio 4,2, è
una parafrasi per la nascita, come "venuto da acqua" in 1Gio 5,6.
E come la prossima frase in questo versetto dimostra, in entrambi i testi, è lo
Spirito che testimonia che Gesù Cristo è nato come un uomo. Questo è il
messaggio centrale di questi due capitoli, che Gesù Cristo, anche se egli è il
Figlio di Dio è comunque nato come un uomo.
Alcuni commentatori ritengono, in entrambi i casi, nel Vangelo di Giovanni,
così come nella prima lettera di Giovanni, di dover interpretare
"l’acqua"- cioè il liquido amniotico, da cui ogni bambino deve
nascere, il ché dimostra la sua origine terrena – con il battesimo cristiano.
Oltre al fatto che Nicodemo non aveva alcuna idea del battesimo cristiano, e
quindi non avrebbe capito queste osservazioni, è l’affermazione del Signore in
Giov 3,6: "Quel ch’è nato dalla carne è carne" a confermare
chiaramente che si parla della nascita biologica. Cosi anche in 1Gio 4,2 e
5,6, dicendo "venuto nella carne" o "venuto da acqua" si
intende senza dubbio la nascita e non il battesimo.
Infine, per dare a Nicodemo un’altra indicazione delle caratteristiche di coloro
che sono davvero rinati – da acqua e da Spirito – il Signore in Giov 3,8
indica le seguenti facoltà: "Il vento soffia dove vuole e ne odi il suono,
ma non sai da dove viene né dove va. Così è per chiunque è nato dallo
Spirito ". Dopo la risurrezione, il rinato con il suo corpo spirituale,
è quindi invisibile come il vento, si sente forse un "soffio" ma non
lo si può localizzare. Questo ci riporta alla circostanza, quando il Signore
dopo la sua risurrezione, si ritrova improvvisamente nel mezzo dei discepoli,
nonostante le porte fossero chiuse. E noi, che non siamo ancora nati di nuovo,
non abbiamo modo di capire da dove viene e dove va.
E’ questo quindi il segno infallibile di chi è nato di nuovo, e probabilmente
non si troverà alcun credente cristiano che pretenda di possedere tali
capacità nella sua vita terrena per dimostrare in tal senso, di essere già
nato di nuovo. Tali nati di nuovo esisteranno effettivamente non prima del
millennio, dopo la Prima Risurrezione. Le persone che allora vivranno sulla
terra, potranno quindi fare questa esperienza con i martiri risuscitati, che
regneranno con il Signore come sacerdoti di Dio e di Cristo sulla terra.
Parleremo anche dei non credenti, nati di nuovo – che lo saranno solo alla
Risurrezione Generale – ma più avanti.
(Vedi anche il capitolo 10: "Il
Millennio")
Infine, riconosciamo il nesso tra la risurrezione e la nuova
nascita anche nell’Apocalisse di Giovanni, dove il Signore Gesù è chiamato
"il primogenito dai morti".
Gesù Cristo, il primogenito dai morti.
Apoc 1,4 Giovanni, alle sette chiese che sono nell’Asia:
grazia a voi e pace da colui che è, che era e che ha da venire, e dai sette
spiriti che sono davanti al suo trono, 1,5 e da Gesù Cristo, il
testimone fedele, il primogenito dai morti e il Principe dei re della
terra. A lui, che ci ha amati, ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue,
1,6 e ci ha fatti re e sacerdoti per Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e il
dominio nei secoli dei secoli. Amen. Apoc 1, 4- 6;
Più sotto considereremo più da vicino, la natura di questo
organismo spirituale dei rinati, cioè dei risuscitati, che sono effettivamente
nati di nuovo dello Spirito.
Con ciò troviamo quindi l’argomento mancante nel nostro confronto tra processo
biologico e spirituale della nascita. La nuova nascita è la risurrezione (nella
Prima Risurrezione, o nella Risurrezione Generale) e corrisponde alla nascita in
senso biologico. In entrambi i casi, veniamo dalle "tenebre" e vediamo
la luce di un mondo nuovo.
Si potrebbe avere l’impressione che quando un uomo è stato una
volta fecondato dalla Parola di Dio, avrebbe solo bisogno di aspettare e morire,
per poi, nella prima risurrezione o alla Risurrezione Generale, vedere da figlio
di Dio, il nuovo mondo spirituale.
Ma già la stessa citazione del Signore, in Luca 20,35, "ma coloro che sono
ritenuti degni di ottenere l’altra età…" dovrebbe renderci prudenti.
Dicendo chiaramente che non tutti sono "ritenuti degni".
Tuttavia, come abbiamo osservato sopra, da un’errata interpretazione della
nuova nascita, tra i fratelli, è spesso rilasciata l’impressione, che in base
alla loro definizione di "nascere di nuovo" – più correttamente, una
persona spiritualmente fecondata dalla Parola di Dio, un cristiano convertito
biblico dunque, che ha accettato la Parola di Dio – sia con ciò già salvato.
Queste persone non vogliamo privarle della speranza che hanno, così come tutti
noi, che crediamo nel Signore. Vogliamo solo invitarle ad osservare in
modo realistico la loro posizione. E questo non per invidia o pessimismo o
disfattismo, come alcuni pensano, ma a causa delle chiare e cautelative
affermazioni del Signore su questo tema.
Quello che riceve il seme nella buona terra, è colui che ode la parola, la comprende e porta frutto,
Mat 13,18 Voi dunque intendete la parabola del
seminatore. 13,19 Quando qualcuno ode la parola del regno e non la comprende,
il maligno viene e porta via ciò che era stato seminato nel suo cuore. Questi
è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada.
13,20 E quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode
la parola e subito la riceve con gioia 13,21 ma non ha radice in sé, ed è
di corta durata; e quando sopraggiunge la tribolazione o persecuzione, a causa
della parola, ne è subito scandalizzato.
13,22 E quello che ha ricevuto il seme fra le spine è colui che ode la
parola, ma le sollecitudini di questo mondo e l’inganno delle ricchezze
soffocano la parola; ed essa diviene infruttuosa. 13,23 Quello invece che
riceve il seme nella buona terra, è colui che ode la parola, la comprende e
porta frutto; e produce uno il cento, un altro il sessanta e un altro il
trenta per uno«. Mat 13,18-23;
Il Signore, nel testo qui sopra, in Mat 13,18-23, spiega la
parabola del seminatore. E ancora una volta si parla di semina. E’ il seme di
grano, che il seminatore semina nel campo. Nella spiegazione, vediamo che questo
seme – così come dice più sopra in 1Pie 1,23, del "seme
incorruttibile" -, è la parola di Dio.
Ci rendiamo conto inoltre che ognuna delle citate quattro "qualità di
terra" furono seminate con gli stessi semi. Ciò significa – e riconoscere
questo, è molto importante – che a tutti e quattro i gruppi di persone, fu
predicata la Parola di Dio. Addirittura, tranne che per la prima, il seme ha
anche germogliato. Tutti hanno accolto la Parola di Dio, hanno accettato il
Signore Gesù positivamente.
Ma come va a finire? Come dura è la strada su cui è stato seminato il seme,
così è anche il cuore della prima persona. Il seme, la Parola di Dio, non
trova presa per radicarsi. Per questa sua durezza di cuore l’uomo non è,
tuttavia innocente. Come dura era la strada a causa delle centinaia di persone
che ci hanno sopra camminato per renderla così, egli ha anche centinaia di
volte chiuso e indurito il suo cuore, rendendolo tale. Fino a ché non poteva
neanche più accettare la Parola di Dio.
Per il secondo, le cose sono diverse. Lui è quel tipo di persona che ci mostra
nel modo più chiaro, in quale pericolo incorriamo usando una superficialità
priva di senso critico. Ha un buon terreno, un cuore buono. Tuttavia, molto
superficiale. La superficie è terra buona ma sottile, sotto ha dura roccia. La
sua conversione e la sua fede non è mai penetrata in profondità. Egli ha
mostrato un certo interesse, ma poi ben presto si rivolge a cose più
divertenti.
La conseguenza è che il seme trova un terreno fertile e mette radici. A causa
della poca terra, la roccia sottostante riflette il calore che riscalda il suolo
molto più velocemente rispetto alla terra più profonda. Il seme si sviluppa
molto rapidamente e germoglia con tutta la forza. La parola è stata quindi
accettata con grande entusiasmo. E ’stata una vera e propria conversione. E
tutti i fratelli gioiscono e sono orgogliosi di questa prova della potenza della
Parola di Dio – così sembra.
Ma presto, – troppo presto – è raggiunto il terreno roccioso. Il chicco di
grano vuole mettere radici, ma le rocce invisibili sotto la terra lo
impediscono. All’esteriore per questa persona non è cambiato nulla. Lui è
ancora esattamente come lo era alla sua conversione. E proprio come allora,
quando pieno di entusiasmo si volse verso la Parola di Dio, si rivolge ora -
ancora una volta pieno di entusiasmo – a un altro obiettivo. Gli sembrava un po’
troppo faticoso, ciò che la gente si aspettava da lui. I suoi amici già lo
avevano deriso. E inoltre, stava diventando lentamente monotono. Egli è più
portato per la varietà.
Del terzo possiamo giustamente affermare, che era un uomo religioso. Egli ha
accettato la parola, e ha anche "terra" abbastanza fertile e profonda
nel suo cuore, dove la Parola può radicare. Tuttavia, ci sono le
"spine". O è povero e non sa dove prendere i soldi per il prossimo
pasto per sé e la sua famiglia. O è ricco, e non sa come investire alla meglio
il suo denaro, in modo che non si perda a causa di qualche crisi, inflazione o
svalutazione.
Entrambi sono quindi preoccupati. Anche se in modo fondamentalmente diverso, ma
sono preoccupazioni in entrambi i casi. E queste preoccupazioni nascondono loro
la luce. Senza luce il chicco di grano non riesce a crescere, neanche nel
terreno più fertile. E il più credente delle persone, a lungo termine, non
riesce a restare credente, senza le cure amorevoli del suo Dio. A questa terza
persona sono le sue preoccupazioni, che gli rubano sia il tempo come anche il
posto nel suo cuore per il suo Dio. Come il chicco di grano, così soffoca anche
la fede di quest’uomo e muore e non porta frutto. Similmente alla procreazione
naturale – sia essa vegetale o animale – dove non ogni fecondazione è di
successo, anche questi primi tre nella parabola della semina hanno resistito
alla inseminazione tramite lo Spirito di Dio.
Le cose cambiano per la quarta e ultima persona di questa serie. In realtà, non
è una, ma sono tre persone. Hanno tutte e tre le stesse condizioni. Terreno
morbido e profondo, senza cespugli spinosi, che nascondono la luce. La loro fede
cresce, Dio li benedice e tutti e tre portano frutto. La differenza non è nella
qualità, ma solo nella quantità della loro fertilità. Il primo porta cento,
il secondo porta sessanta, e il terzo porta trenta.
La ragione di questa differenza di fertilità non ci viene detta. Ma dovremmo
non chiederci perché l’uno porta meno in confronto agli altri, bensì,
perché l’uno porta più frutto degli altri.
Tra questi tre, possono esserci sia ricchi, che poveri come in quelli "tra
le spine". Non sono le circostanze esterne che impediscono la fede, ma è
l’importanza che noi attribuiamo a queste circostanze, che le fanno sembrare
spine che ricoprono tutto. Oppure problemi che abbiamo da risolvere ogni giorno,
ma che non sono a rischio di vita.
Paolo in 1Cor 7,29-31, ci invita a comportarci come se non avessimo bisogno
di questo mondo.
E quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero.
1Cor 7,29 Ma questo vi dico, fratelli, che il tempo
è ormai abbreviato; così d’ora in avanti anche quelli che hanno moglie,
siano come se non l’avessero; 7,30 e quelli che piangono, come se non
piangessero; e quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; e quelli
che comprano, come se non possedessero; 7,31 e quelli che usano di questo
mondo, come se non ne usassero, perché la forma attuale di questo mondo passa.
1Cor 7,29-31;
Ma ritornando al confronto di cui sopra, con la nascita
biologica: Noi siamo "in buona speranza". Il tempo fino alla nascita
però non è assolutamente senza rischi. Tutto ciò che può incidere
negativamente lo sviluppo del bambino o addirittura impedirlo nel tempo tra la
fecondazione biologica e la nascita umana, può così anche – in senso figurato
- ostacolare lo sviluppo del cristiano. Una allegoria descrittiva di questi
pericoli, la troviamo nel libro "Pilgrim’s Progress" (Il
pellegrinaggio) di John Bunyan.
Ma ora non siamo più lasciati soli. Non dobbiamo combattere la battaglia da
soli e affrontare da soli i pericoli. Abbiamo il nuovo spirito in noi, che ci
aiuta. Egli ci aiuta però, solo se lo lasciamo "sviluppare" in noi.
Egli vuole svilupparsi e ridarci forma. Vuole cambiare il nostro essere e
impiantare in noi l’amore di Dio.
Se poniamo resistenza a questo cambiamento, lo spirito in noi sarà rattristato
e impedito. E proprio come purtroppo avviene con la nascita biologica, che ci
sono spesso bambini con handicap, ci saranno anche alla rinascita spirituale,
alla risurrezione, nati di nuovo che non hanno raggiunto appieno la gloria a
loro destinata.
(Vedi anche discorso 85: "La
vera e la falsa Nuova Nascita")
In 1Cor 15,51-55, Paolo parla del rapimento alla venuta del
Signore (cfr. anche 1Tess 4,15-17) e la trasformazione del corpo dei morti e dei
vivi:
Non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento.
1Cor 15,51 Ecco, io vi dico un mistero: non
tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, 15,52 in un batter d’occhio,
al suono dell’ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risveglieranno
incorruttibili e noi saremo mutati, 15,53 poiché bisogna che questo
corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità.
15,54 Così quando questo corruttibile avrà rivestito l’incorruttibilità e
questo mortale avrà rivestito l’immortalità, allora sarà adempiuta la
parola che fu scritta: »La morte è stata inghiottita nella vittoria«. 15,55 O
morte, dov’è il tuo dardo? O inferno, dov’è la tua vittoria?
1Cor 15,51-55;
(Per quanto riguarda l’"ultima" tromba, vedi anche il Capitolo 062: "Il Ritorno del Signore – Parte 2: Il Rapimento.")
Quando Paolo qui dice: "i morti risveglieranno
incorruttibili e noi saremo mutati poiché bisogna che (…) questo mortale
rivesta l’immortalità", vediamo che il testo comprende in realtà tre
chiare affermazioni:
1. il ben noto fatto che il corpo biologico è mortale,
dunque transitorio;
2. se da una parte, il corpo biologico dopo la sua morte si
decompone e ha quindi cessato di esistere, dall’altra però, il morto
"corrispondente" verrà risvegliato, in qualche modo – tra la morte ed
il suo risveglio – deve pur essere esistito;
3. al loro risveglio i morti ricevono il loro nuovo corpo -
questa volta immortale, incorruttibile – un corpo spirituale.
Anche qui sotto la lettera ai Gal 6,7-8 afferma che
dallo spirito riceveremo la vita eterna, che quindi il nuovo corpo della
risurrezione sarà spirituale e immortale. Come vedremo in seguito, questo non
significa che il corpo prodotto dallo spirito, cioè il corpo spirituale sarà
"nebuloso".
Chi semina per lo Spirito raccoglierà vita eterna.
Gal 6,7 Non v’ingannate, Dio non si può beffare,
perché ciò che l’uomo semina quello pure raccoglierà. 6,8 Perché colui che
semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione, ma chi semina
per lo Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. Gal 6, 7- 8;
I ritenuti degni della risurrezione dai morti, non possono più morire.
Luca 20,34 E Gesù, rispondendo, disse loro: »I
figli di questa età si sposano e si maritano 20,35 ma coloro che sono ritenuti
degni di ottenere l’altra età e la risurrezione dei morti, non si sposano
né si maritano; 20,36 essi infatti non possono più morire, perché sono
come gli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione.
Luca 20,34-36;
Ma questo corpo di risurrezione non è solo immortale, è anche
invisibile. In Giov 3,8 possiamo vedere che tutti coloro che sono nati
dallo Spirito, sono appena visibili per l’uomo mortale. Come accennato in
precedenza, tale situazione avverrà solo nel millennio, dove i martiri, rinati
nella Prima Risurrezione, regneranno con Cristo. Essi sono tutti
rinati-da-spirito, mentre nessun’altra delle persone che in quel tempo vivono su
questa terra, è nata di nuovo.
Viene e va dove vuole, così è per chiunque è nato dallo Spirito.
Giov 3,8 Il vento soffia dove vuole e tu ne odi il
suono, ma non sai da dove viene né dove va, così è per chiunque è nato
dallo Spirito. Giov 3, 8;
Questo indica che il corpo spirituale si muove invisibile nello
spazio (e nel tempo?). Una conferma di questo, la troviamo anche nei seguenti
capitoli:
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero; ma egli scomparve dai loro occhi.
Luca 24,30 E, come si trovava a tavola con loro
prese il pane, lo benedisse e, dopo averlo spezzato, lo distribuì loro. 24,31
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero; ma egli scomparve dai
loro occhi. Luca 24,30-31;
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso si rese presente in mezzo a loro.
Luca 24,36 Ora, mentre essi parlavano di queste
cose, Gesù stesso si rese presente in mezzo a loro e disse loro: »Pace
a voi!«. 24,37 Ma essi, terrorizzati e pieni di paura, pensavano di vedere uno
spirito. Luca 24,36-37;
Gesù venne a porte serrate, si presentò in mezzo a loro.
Giov 20,26 Otto giorni dopo, i discepoli erano di
nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte serrate, si
presentò in mezzo a loro e disse: »Pace a voi!«. Giov 20,26;
Tuttavia, che il risuscitato può presentare questo suo corpo
spirituale anche in forma umano-corporea (carne e ossa), viene illustrato qui di
seguito, quando il Signore Gesù appare tra i suoi discepoli in Luca 24,39-43.
(Vedi anche discorso 97: "Il
Risveglio e la Risurrezione – la realtà di un’altra dimensione.")
Come accennato in precedenza, la dichiarazione in Giov 3,3:
"Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di
Dio", può indurre alcuni a credere che solo quelli risuscitati, che
entrano nel regno di Dio, quindi chi si trova scritto nel libro della vita,
ricevano un corpo spirituale immortale. Gli increduli, si sostiene, non
parteciperebbero a nessuna risurrezione e in ogni caso non riceveranno nessun
corpo spirituale immortale.
A questo proposito si deve tener conto del contesto in Giov 3,3, dove il
Signore Gesù ha voluto rendere chiaro a Nicodemo che ci sarà una rinascita -
appunto alla risurrezione – dopo la morte biologica. Tuttavia questa rinascita
non è una ricompensa per i credenti. Anche questa sarà data. Ma qui, la
risurrezione è una legge nella dimensione spirituale, ugualmente valida per
tutte le persone – siano credenti o non credenti. Lo conferma in modo
particolare Mat 19,28, dove il Signore parla della nuova nascita e del fatto che
egli e i suoi dodici apostoli saranno seduti a giudizio.
E gli apostoli giudicheranno le dodici tribù d’Israele, cioè tutti i discendenti dei figli di
Giacobbe, da allora fino ad oggi e da oggi fino alla nuova nascita nella
Risurrezione Generale. Tra di loro ci saranno senza dubbio, non solo molti
credenti e servi di Dio, ma anche molti empi e idolatri. Di conseguenza, la
nuova nascita è un avvenimento dovuto nel sistema nella creazione, e riguarda
ogni individuo.
Ipotizzando che tutte le persone arrivano alla risurrezione a una nuova nascita,
si pongono due legittime domande. Da una parte, la questione dello status degli
empi dopo la loro risurrezione, questa problematica sarà evidenziata più
sotto. D’altra parte – in senso opposto -, la questione che riguarda la coerenza
della logica conclusione: senza concepimento, niente nascita. Per poter gli empi
partecipare alla nuova nascita, deve anche per essi essere avvenuta come detto
sopra una fecondazione spirituale. Può un empio essere rifecondato dallo
Spirito di Dio? Naturalmente ciò è impossibile! Ma allora come si spiega?
La sequenza logica è la seguente: se avviene una rinascita, deve esserci stata
una rifecondazione. Questa rifecondazione deve essere avvenuta per mezzo dello
Spirito, perché tutti gli uomini devono rinascere tramite "l’acqua e lo
spirito". Il fattore distintivo è però lo spirito. Mentre i figli di Dio
sono rifecondati per mezzo dello Spirito di Dio, lo spirito che rifeconda gli
impenitenti e gli empi è lo spirito del maligno, lo spirito satanico
dell’Anticristo e dell’empietà.
Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?
Mat 13,24 Egli propose loro un’altra parabola
dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo, che seminò buon seme nel suo
campo. 13,25 Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò
della zizzania in mezzo al grano, e se ne andò. 13,26 Quando poi il grano
germogliò e mise frutto, apparve anche la zizzania. 13,27 E i servi del padrone
di casa vennero a lui e gli dissero: "Signore, non hai seminato buon
seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?". 13,28 Ed
egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". Allora i servi
gli dissero: "Vuoi dunque che andiamo e la estirpiamo?". 13,29 Ma egli
disse: "No, per timore che estirpando la zizzania, non sradichiate insieme
ad essa anche il grano. 13,30 Lasciate che crescano entrambi insieme fino
alla mietitura; e al tempo della mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete
prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece,
riponetelo nel mio granaio"». Mat 13,24-30;
La distinzione tra queste due linee di discendenza e la
separazione degli empi dai giusti avverrà nel Giudizio, quando i figli di Dio,
entreranno nel regno di Dio, nella vita eterna e i figli del maligno, gli empi
dovranno soffrire la seconda morte e saranno dati nella dannazione.
La parte per gli increduli sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda.
Apoc 21,8 Ma per i codardi, gli increduli,
gli immondi, gli omicidi, i fornicatori, i maghi, gli idolatri e tutti i
bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo,
che è la morte seconda«. Apoc 21, 8
L’affermazione che gli infedeli devono subire la seconda
morte, conferma che sono nati una seconda volta, altrimenti non potrebbero
morire una seconda volta.
Allo stesso modo, dice Paolo in 1Cor 15,50:
Carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio.
1Cor 15,50 Or questo dico, fratelli, che la
carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio; similmente la
corruzione non eredita l’incorruttibilità. 1Cor 15,50;
Anche egli si riferisce soprattutto ai credenti. Tuttavia, è
chiaro: anche carne e sangue non erediteranno la dannazione. E, infine,
riconosciamo questo nesso anche in Giovanni nell’Apocalisse.
Apoc 20,5 Ma il resto dei morti non tornò in
vita finché furono compiuti i mille anni. Questa è la prima risurrezione.
Apoc 20, 5;
Egli parla qui dei morti che rimangono nel regno dei morti, alla
Prima Risurrezione, quindi i credenti e i non credenti. E dice che tutti questi,
quindi anche i non credenti, dopo i mille anni ritorneranno in vita.
Anche gli empi quindi devono passare per la risurrezione. Devono rinascere,
tornare in vita, per essere subito dopo condannati e dannati in eterno.
È così che dobbiamo capire Giov 3,3: la premessa di base affinché una persona
possa entrare nel regno di Dio, è prima di tutto, che nella risurrezione, sia
"nato di nuovo", quindi, riceva un corpo spirituale. La seconda
condizione e ben più decisiva, è tuttavia, che sia scritto nel libro della
vita. E solo allora avviene la distinzione tra credenti e empi, e non prima.
Ciò è confermato dal fatto che il giusto e l’empio staranno
allo stesso tempo, davanti al Signore in giudizio.
Egli separerà gli uni dagli altri come il pastore separa le pecore dai capri.
Mat 25,31 »Ora, quando il Figlio dell’uomo
verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, allora si siederà sul trono della
sua gloria. 25,32 E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed
egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri.
25,33 E metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Mat 25,31-33;
Il seme buono sono i figli del regno, la zizzania sono i figli del maligno.
Mat 13,36 Allora Gesù, licenziate le folle, se ne
ritornò a casa e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: »Spiegaci la
parabola della zizzania nel campo«. 13,37 Ed egli, rispondendo disse loro:
»Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo.
13,38 Il campo è il mondo, il buon seme sono i figli del regno, e la zizzania
sono i figli del maligno, 13,39 e il nemico che l’ha seminata è il diavolo,
mentre la mietitura è la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.
13,40 Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così
avverrà alla fine del mondo.
13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi
raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e gli operatori d’iniquità,
13,42 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor
di denti. 13,43 Allora i giusti risplenderanno come Il sole nel regno del
Padre loro. Chi ha orecchi da udire, oda!«. Mat 13,36-43;
Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece, riponetelo nel mio granaio..
Mat 13,24 Egli propose loro un’altra parabola
dicendo: »Il regno dei cieli è simile a un uomo, che seminò buon seme nel suo
campo. 13,25 Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò
della zizzania in mezzo al grano, e se ne andò. 13,26 Quando poi il grano
germogliò e mise frutto, apparve anche la zizzania. 13,27 E i servi del padrone
di casa vennero a lui e gli dissero: »Signore, non hai seminato buon seme nel
tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?«. 13,28 Ed egli disse loro:
»un nemico ha fatto questo«. Allora i servi gli dissero: »Vuoi dunque che
andiamo e la estirpiamo?«
13,29 Ma egli disse: »No, per timore che estirpando la zizzania, non
sradichiate insieme ad essa anche il grano.
13,30 Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; e al tempo
della mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e
legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece, riponetelo nel mio
granaio«. Mat 13,24-30;
Come più sopra abbiamo individuato la parola di Dio come il
buon seme, impariamo in Mat 13,24-30 che anche il maligno ha seminato il
suo seme. Non si tratta di chicchi di grano più o meno soffocati o malandati,
di cui si parla. E ’chiaramente e senza dubbio zizzania. Ce ne accorgiamo già
quando cresce. Ma il Signore dice: "Lasciate che crescano insieme fino alla
mietitura". Così qui vediamo che la separazione dei giusti dagli empi
avviene dopo la risurrezione, durante la "raccolta", dopo che tutti
sono rinati.
Il fatto che gli increduli riceveranno un corpo immortale, è anche la logica
conseguenza della ben conosciuta affermazione, che gli empi saranno gettati
nella dannazione eterna. Se non avessero un corpo spirituale, non sarebbero
immortali, e non potrebbero quindi subire un’eterna punizione nel lago di
fuoco, come indica il testo che segue in 2Tes 1,6-10.
Coloro che non conoscono Dio saranno puniti con eterno marcire.
2Tess 1,6 poiché è cosa giusta, da parte di Dio
rendere afflizione a coloro che vi affliggono, 1,7 e a voi, che siete afflitti,
riposo con noi, quando il Signore Gesù Cristo apparirà dal cielo con gli
angeli della sua potenza, 1,8 in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di
coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all’evangelo del
Signor nostro Gesù Cristo. 1,9 Questi saranno puniti con eterno marcire,
lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, 1,10
quando egli verrà, in quel giorno, per essere glorificato nei suoi santi, per
essere ammirato in mezzo a quelli che hanno creduto, poiché la nostra
testimonianza presso di voi è stata creduta. 2Tess 1, 6-10;
Un altro dettaglio dalla dichiarazione in Giov 3,5 "Se un
uomo non è nato d’acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio"
è la meno conosciuta, perché troppo poco ripensata "reciprocità"
della conseguenza che le persone che non sono passate attraverso la prima
nascita, cioè la naturale, carnale ("da acqua"), non ricevono la
rinascita e quindi non possono entrare nel regno di Dio. La responsabilità di
chi acconsente all’aborto risalta qui molto chiara!
Le indicazioni più dettagliate circa la natura e le
caratteristiche del corpo della risurrezione, tuttavia, le otteniamo nelle
descrizioni sulla risurrezione del Signore. Non a caso, ma perché questo
evento, – contrariamente alla prima risurrezione – è già avvenuto, e tutte le
dichiarazioni ci pervengono da testimoni di quel tempo.
Non toccarmi! Io non sono ancora asceso al Padre.
Giov 20,11 Ma Maria era rimasta fuori del sepolcro
a piangere. E, mentre piangeva, si chinò dentro il sepolcro, 20,12 e vide due
angeli, vestiti di bianco, che sedevano l’uno al capo e l’altro ai piedi del
luogo, dove era stato posto il corpo di Gesù. 20,13 Essi le dissero: »Donna,
perché piangi?«. Ella rispose loro: »Perché hanno portato via il mio
Signore, e io non so dove l’abbiano posto«.
20,14 Detto questo, ella si volse indietro e vide Gesù, che stava lì in piedi,
ma ella non sapeva che fosse Gesù. 20,15 Gesù le disse: »Donna,
perché piangi? Chi cerchi?«. Lei, pensando che fosse l’ortolano, gli
disse »Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io lo
prenderò«. 20,16 Gesù le disse: »Maria!«. Ed ella allora, voltandosi, gli
disse: »Rabboni!« che significa: Maestro.
20,17 Gesù le disse: »Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre
mio; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro che io salgo al Padre mio e
Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro«. 20,18 Allora Maria Maddalena andò ad
annunziare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che lui le aveva detto
queste cose. Giov 20,11-18;
(Vedi anche discorso 87: "La
Sindone di Torino.")
Il perché, proprio questo avvenimento viene descritto nel
Vangelo di Giovanni, ha un motivo particolare. Questa è la descrizione del
primissimo incontro di una persona – di Maria di Magdala – con il Signore appena
risvegliato. E questa descrizione è accuratamente da distinguere dagli altri
racconti, quando il Signore in seguito, è apparso ad altre persone. Si può
notare che il Signore Gesù appena dopo il suo risveglio dai morti, era molto
attento a non entrare in contatto fisico con gli esseri umani.
A Maria disse: "Non mi toccare! Perché non sono ancora salito al Padre". Sembra come
se il corpo del Signore appena dopo il risveglio dai morti in quel momento non
fosse ancora attrezzato con le sue piene capacità. Se ipotizziamo che questa
necessità di ascendere al cielo subito dopo essere stato risvegliato dai morti,
abbia validità anche per altri risvegliati, troviamo una ragione per la quale,
i tanti santi che furono risvegliati alla morte del Signore (Mat 27,50-54), non
abbiamo lasciato alcuna impressione particolare nella popolazione di
Gerusalemme. Semplicemente perché la loro presenza è stata molto corta.
Sono potuti apparire solo brevemente e poi sono spariti.
E probabilmente la maggior parte di coloro che li avevano visti, hanno pensato di vedere dei fantasmi.
Saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria.
1Tess 4,16 perché il Signore stesso con un potente
comando, con voce di arcangelo con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e
quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi;
4,17 poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle
nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col
Signore. 1Tess 4,16-17;
Inoltre, anche questa profezia di Paolo in 1Tes 4,16-17,
che parla del rapimento, indica che sia i risvegliati, sia anche i "viventi
rivestiti", vengono subito rapiti verso il Signore nel cielo.
A differenza di Giov 20,17, dove il Signore mette in
guardia Maria: "Non mi toccare! Perché non sono ancora salito al
Padre", qui in Luca 24,36-43, – quando, dopo il suo risveglio dai
morti, era asceso al Padre nei cieli, e poi, nella sua risurrezione, ritornò
sulla terra per incontrare i discepoli -, non aveva più alcuna perplessità di
essere toccato dai discepoli. Al contrario, mostrò loro che il suo corpo era di
carne e ossa e ha anche mangiato pesce e bevuto qualcosa, per dissolvere la
paura dei discepoli che egli potesse essere uno spirito.
Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa.
Luca 24,36 Ora, mentre essi parlavano di queste
cose, Gesù stesso si rese presente in mezzo a loro e disse loro: »Pace a
voi!«. 24,37 Ma essi, terrorizzati e pieni di paura, pensavano di vedere uno
spirito. 24,38 Allora egli disse loro: »Perché siete turbati? E perché nei
vostri cuori sorgono dei dubbi?
24,39 Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono io. Toccatemi e
guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io«.
24,40 E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi.
24,41 Ma poiché essi non credevano ancora per la gioia ed erano pieni di
meraviglia, egli disse loro: »Avete qui qualcosa da mangiare?«. 24,42 Ed essi
gli diedero un pezzo di pesce arrostito e un favo di miele. 24,43 Ed egli li
prese e mangiò in loro presenza. Luca 24,36-43;
Stendi anche la mano e mettila nel mio costato.
Giov 20,26 Otto giorni dopo, i discepoli erano di
nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte serrate, si presentò
in mezzo a loro e disse: »Pace a voi!«. 20,27 Poi disse a Tommaso: »Metti
qua il dito e guarda le mie mani, stendi anche la mano e mettila nel mio costato;
e non essere incredulo, ma credente«. Giov 20,26-27;
Queste coincidenze ci suggeriscono che il corpo della
risurrezione di Cristo nella sua condizione fisica aveva avuto un certo grado di
versatilità e che poteva sia essere invisibile, come anche avere "carne e
ossa". Ma anche il cambiamento della forma di questo corpo spirituale del
Signore ci è trasmesso in Marco 16,9-12:
Dopo queste cose, apparve in altra forma a due di loro, che erano in cammino.
Mar 16,9 Ora Gesù, essendo risuscitato la mattina
del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla
quale aveva scacciato sette demoni. 16,10 Ed ella andò e l’annunciò a quelli
che erano stati con lui, i quali erano afflitti e piangevano. 16,11 Ma essi,
sentendo dire che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. 16,12
Dopo queste cose, apparve in altra forma a due di loro, che erano in
cammino verso la campagna. Mar 16, 9-12;
Luca 24,15 Or avvenne che, mentre parlavano e
discorrevano insieme, Gesù stesso si accostò e si mise a camminare con loro.
24,16 Ma i loro occhi erano impediti dal riconoscerlo.
Luca 24,15-16;
Se l’assunzione di cibo materiale in questo stato d’essere sia
necessario, è difficile dirlo. Ma noi sappiamo dalla testimonianza del Signore,
che mangiare e bere, fa’ parte della vita dei nati di nuovo nella Nuova Creatione.
Egli profetizzò che non avrebbe più bevuto "dal frutto della
vite", dalla sua risurrezione, fino alla consegna del regno a suo Padre (1Cor 15:24). Ma poi, nella Nuova Creatione,
mangerà e berrà nuovamente insieme ai suoi discepoli.
Dal frutto della vigna, ne berrò di nuovo nel regno del Padre mio.
Mat 26,29 Ed io vi dico, che da ora in poi io non
berrò più di questo frutto della vigna fino a quel giorno in cui io lo
berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio«. Mat 26,29;
Luca 22,17 Poi prese il calice, rese grazie e
disse: »Prendete questo e dividetelo fra di voi, 22,18 perché io vi dico che non
berrò più del frutto della vigna, finché il regno di Dio sia venuto«.
Luca 22,17-18;
Se poniamo come principio, che tutti i fenomeni che si sono
verificati alla risurrezione del Signore, non sono eventi isolati, bensì
procedure immanenti del sistema valido in quell’altra dimensione, e quindi
proprietà intrinseche e valide per qualsiasi risurrezione dai morti, si possono
trarre ulteriori conclusioni.
Considerando il fatto, che Paolo nel capitolo 15
della sua prima epistola ai Corinzi, dove si parla della risurrezione dei morti,
per ben 15 volte dice "risvegliato dai morti" e non
"risuscitato", (Lutero purtroppo, ha spesso tradotto
"risuscitare") e confrontiamo il testo di Apoc 20,4-6, dove si parla
espressamente dalla Prima Risurrezione, e che le anime lì, sono state
rivivificate, ci permette di concludere che si è trattato degli "risveglio"
dai morti – come avvenne per il Signore in Giov 20,17 -, nel secondo caso
però, si tratta della "risurrezione", come avvenne per Gesù
al suo ritorno dal Padre in Giov’20.27.
Di conseguenza, il processo a tutt’oggi
definito come "risurrezione", si suddivide in due fasi:
1. I morti sono risvegliati dal regno dei morti e il loro
rapimento nel cielo.
2. La risurrezione delle anime dal cielo e il loro
"ritornare in vita" con il corpo fisico-spirituale sulla Terra.
Dal racconto in Giov’20,26-27, o in Luca’24,36-43 quando il
Signore, ritornò dai discepoli, poteva muoversi sia attraversando la materia,
come anche mostrare un corpo completamente fisico (carne e ossa), si può
concludere che tutti i risuscitati, come coloro che regneranno con il Signore
nel millennio (Apoc 20,6), avranno tali organismi e potranno quindi essere in
cielo con il Padre, così come anche sulla terra fra gli uomini nel regno
millenario per adempiere i loro doveri.
Ma Dio lo ha risvegliato il terzo giorno.
Atti 10,40 Ma Dio lo ha risvegliato il terzo
giorno e ha fatto sì ch’egli si manifestasse, 10,41 non a tutto il
popolo, ma ai testimoni ch’erano prima
stati scelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e
bevuto con lui dopo che è risuscitato dai morti. Atti 10,40-41;
(Vedi anche capitolo 12: "La
Risurrezione".)
Noi siamo figli di Dio, quando egli sarà manifestato,
saremo simili a lui.
1Gio 3,2 Carissimi, ora siamo figli di Dio,
ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando
egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli
è. 1Gio 3, 2;
Quando Cristo apparirà, allora anche voi apparirete con lui.
Col 3,1 Se dunque siete risvegliati con Cristo,
cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. 3,2 Abbiate
in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra, 3,3 perché voi
siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.
3,4 Quando Cristo che è la nostra vita apparirà, allora anche
voi apparirete con lui in gloria. Col 3, 1- 4;
Infine, abbiamo anche la promessa del Signore, in
Luca 22,28-30:
Affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno.
Luca 22,28 Or voi siete quelli che siete rimasti
con me nelle mie prove. 22,29 Ed io vi assegno il regno, come il Padre mio lo ha
assegnato a me, 22,30 affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio
regno e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele.
Luca 22,28-30;
Qui il Signore promette ai discepoli che darà a loro, il regno.
Cioè, parla della vocazione dei discepoli dopo la loro risurrezione. E dice
loro che regneranno con lui nel suo regno di pace, ma anche che potranno sedersi
alla sua tavola e mangiare e bere.
Come vediamo, anche in questo il risuscitato nella nuova vita sarà uguale al suo Signore,
cioè che siederà al tavolo, dopo la sua risurrezione, nel regno millenario, con il suo
corpo spirituale, insieme al suo Signore, per mangiare e bere Ma anche qui – proprio come in
Luca 24,42-43 per il Signore -, è difficile dire se tale assunzione di cibo alla mensa del
Signore sia una necessità di vita per i discepoli, o se questo è solo un atto
di riverenza.
Quindi, riassumendo, possiamo individuare le seguenti caratteristiche del corpo
della risurrezione:
– Al suo risveglio dai morti l’uomo riceve un corpo spirituale immortale
– Appena dopo il risveglio dai morti, nessun mortale
deve toccare il corpo spirituale.
– Il risvegliato dai morti deve prima apparire con il
suo corpo spirituale davanti a Dio in cielo
– Là riceve il suo giudizio e la sua ricompensa.
– Quei risvegliati dai morti, cui è dato, saranno poi,
in una seconda fase risuscitati.
– In questa risurrezione ritornano "in vita".
– Il loro corpo spirituale è quindi invisibile ai
mortali, può però materializzarsi.
– Il risuscitato può muoversi attraverso la materia
solida.
– Egli è spirito, ma può apparire anche fisicamente,
in "carne e ossa".
– Nella condizione fisica può mangiare e bere e
cambiare la sua forma.
– Sarà asessuato e quindi uguale agli angeli.
L’esistenza eterna di ogni essere umano.Ogni essere umano, che con la sua nascita corporale
abbandona, vivo, il sacco amniotico della madre, e che, dunque è "nato
d’acqua" (liquido amniotico, fluidità amniotica) (Giov 3:5), riceve da
Dio (Giov 4:24) uno spirito umano (1Cor 2:11) con l’esistenza eterna (Mat 25:46).
Nella prima parte temporale e terrena di questa esistenza – nella sua vita, l’essere umano
ha la possibilità di scegliere in assoluta libertà e senza alcuna costrizione con lo spirito datogli da
Dio (Gen 2,7; 6,3) se donare a questo Dio, il creatore di tutta la vita, la sua completa fiducia
e tutto il suo amore. Dio vivificherà i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Röm 8,11 Se
lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui
che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i
vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Röm 8,11; Nel momento della
Risurrezione (Rom 6:4-5), la "rinascita dallo spirito"
(Mat 19:28; 1Piet 1:18; Giov 3:7), l’essere
umano riceve nuovamente un corpo (1Cor 15:43-44; Mat 22:30; Giov 3:8; Rom 8:10-11),
simile a quello del figlio di Dio dopo la sua risurrezione (Giov 20:26-27). Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo
spirituale. 1Cor 15,42 Così è pure della
risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita
incorruttibile; 15,43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è
seminato debole e risuscita potente; 15,44 è seminato corpo naturale e
risuscita corpo spirituale. Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo
spirituale. 15,45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo,
divenne anima vivente» (Gen 2,7); l’ultimo Adamo è spirito
vivificante. 15,46 Però, ciò che è spirituale non viene prima; ma prima,
ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. 15,47 Il primo uomo,
tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 15,48 Qual è
il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali
saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato l’immagine del
terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste. 1Cor 15,42-49; Con
questo corpo spirituale, l’essere umano starà poi durante il
Giudizio Universale
al cospetto del Figlio di Dio, che, per incarico di Dio (Giov 5:22, 26-27), giudicherà ciascun essere umano secondo le
azioni terrene e in base alla scelta da lui compiuta in vita a favore o
contro Dio (Rom 2:16). "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e
io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia
con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere
perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con
voi, e sarà in voi." Giov 14,15-17; Da questo punto di vista si è già espresso il noto
evangelista e predicatore Wilhelm Busch con i suoi ascoltatori: "Non c’è
bisogno di accogliere il messaggio che le sto dicendo. Può lasciare
perdere di convertirsi a Gesù. Ma abbia ben chiaro che in tal modo lei
sceglie l’inferno! Lei ha la totale libertà!! (Vedi anche discorso 22: "Esiste l’immortalità
dell’anima?") Per tutti coloro che vorrebbero averlo
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