Gesù dà rivelazioni dell’inferno? / Commento Klaus Hildebert 00, 30-12-200
Adorazione degli idoli e
culto dei morti.
I cristiani morti sono già in
cielo?
La comunità è la Sposa di
Cristo?
I 144000 segnati sono la
comunità cristiana?
Il rapimento della comunità
ha luogo con la Prima Risurrezione?
La Risurrezione
Universale alla Fine del Mondo: solo per gli atei?
Il destino dei dannati: eterno
tormento o dissoluzione?
L’esistenza eterna di ogni essere umano.
Il principio dell’esistenza eterna dello spirito dell’uomo.
La comunità verrà rapita
ancora prima della Grande Tribolazione?
Un "rinato" non potrà
più andare perduto?
Lo Spirito Santo è una presenza
duratura nel fedele? / Commento B. Bollmeyer 00, 12-07-2005
La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.
La dottrina della Riconciliazione Universale: Soluzione o inganno? – Discorso 11
Ho letto con grande interesse le sue argomentazioni sul sito
Immanuel.at. Mi congratulo con lei per il suo punto di vista eccezionale,
dettagliato e solido per quanto riguarda i contenuti degli scritti biblici.
Lei si è davvero dato molto da fare ed è raro trovare un simile impegno e
una simile fondatezza in materia biblica.
Le scrivo per la seguente ragione: in internet ho trovato una pagina, nella
quale i cristiani raccontano di esperienze divine a loro presumibilmente
accadute. I testi tedeschi sulla pagina si trovano al seguente indirizzo
web: www.spiritlessons.com/italian/index.html.
A tale proposito, la mia particolare attenzione è stata attratta dai
resoconti nei quali i suddetti cristiani affermano che Dio ha mostrato loro
l’inferno.
Alcuni esempi:
Qui sette giovani raccontano di come Gesù è andato con loro nelle
profondità dell’inferno e ha mostrato loro i dannati e le loro pene::
www.spiritlesson.com
– "Rivelazione dell’inferno data a sette Colombiani" (PDF)
Un resoconto similare si trova in questa donna, alla quale, allo stesso
modo, così dice lei, è stato mostrato l’inferno più volte, e di ciò
racconta qui:
www.spiritlesson.com
– "Una rivelazione divina dell’inferno" (Pdf)
Il seguente uomo, secondo quanto lui stesso sostiene, non fu soltanto un
visitatore dell’inferno, ma anche una vittima:
www.spiritlessons.com
– "Bill Wiese: 23 minuti all’inferno"
Ora, dunque, chiedo a lei, che è qualcuno che assai chiaramente si intende
di questa materia: come si devono considerare simili racconti? Sono
allucinazioni, menzogne o rivelazioni veritiere? Da che cosa si può capire
se questi resoconti sono reali o no? E se essi non sono reali, ma solo
inventati, perché i cristiani fanno una cosa simile, ben sapendo che Dio
odia le menzogne e le falsificazioni della sua dottrina?
Proverbi 6
16 Sei cose odia il SIGNORE, anzi sette gli sono in abominio:
17 gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue
innocente,
18 il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corrono frettolosi al
male,
19 il falso testimone che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra
fratelli.
Apocalisse 22
18 Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro:
se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli
descritti in questo libro.
Klaus Hildebert
Molte grazie per la sua visita del sito Immanuel.at e per le sue
parole cordiali. Il suo commento mostra un fenomeno che in realtà – in
particolar modo negli Stati Uniti e negli stati del Sudamerica – rappresenta
uno dei grossi problemi nelle comunità cristiane del nostro tempo. Si tratta
cioè del fatto che non si smette mai di raccontare di rivelazioni che
presumibilmente il Signore Gesù stesso avrebbe dato alla gente, incaricandola
poi di diffondere tali visioni tra gli esseri umani.
Poiché qui in molti casi si tratta anche di narratori con una conoscenza
abbastanza abile della Bibbia, è alquanto difficile soprattutto per dei
contemporanei dotati di una scarsa conoscenza biblica, esaminare un’argomentazione
apparentemente conforme alle Scritture e stabilire se qui si tratti di un’esegesi
fondata, o se nel cosiddetto "metodo della cava di pietra" siano stati
estratti singoli versetti e paragrafi e assemblati poi in una nuova
"storia".
E poiché ora la corretta verifica e valutazione di simili dichiarazioni
rappresenta un compito che richiede un tempo relativamente lungo di esecuzione,
alcuni commentatori si facilitano tale compito e affermano semplicemente che
tutto ciò è falso, senza però addurre una prova concreta tratta dalle
Scritture. Tuttavia, facendo così, essi non sono certo meglio di quei
"narratori" e in qualunque momento possono essere relativizzati con l’argomentazione
che essi non sono riusciti a confutare tali dichiarazioni.
Di conseguenza, vogliamo percorrere la strada giusta, anche se è più faticosa
e tentare di verificare queste persone in quei punti in cui esse sono
maggiormente confutabili. Questi punti sono da un lato le loro citazioni di
passi biblici, laddove essi li menzionano, e, dall’altro – i luoghi in cui
essi sostengono che il Signore Gesù in persona ha parlato con loro. Tutto ciò
è qualcosa che troviamo molto frequentemente nei resoconti di questo tipo, e
quasi sempre è un segno di una falsificazione. Conosciamo il ductus del Signore
- ossia il modo caratteristico in cui egli ha parlato – dalla Bibbia, e
possiamo riconoscere con sufficiente sicurezza se qualcuno, che non ha
padronanza con tale dizione, tenta di attribuirgli falsamente dei testi.
Nella primo sito web da lei citato, vi sono sette giovani
colombiani (simili ai tre bambini di Fatima?), ai quali Gesù Cristo avrebbe
mostrato tra le altre cose anche l’inferno; all’incirca all’inizio si
dice:
"In mezzo alla luce vedemmo una schiera di angeli
che erano vestiti di bianco. Questi angeli erano stupendi, alti e bellissimi. Al
centro del loro gruppo vedemmo qualcosa di straordinario – la figura di un
uomo. Il suo aspetto era particolare – un uomo che indossava un mantello
bianchissimo e vesti altrettanto bianche (…)". Egli ci parlava con parole
semplici, ma molto potenti. Ci disse le seguenti udibili parole: ‘Miei cari
figlioli, non abbiate paura, io sono Gesù di Nazaret; e sono quindi venuto a
voi per mostrarvi dei segreti che voi dovrete poi comunicare a nazioni, città,
comunità e ovunque in tutto il mondo. Là dove io vi dico che dovrete andare,
voi andrete – e là dove io vi dico che non dovrete andare, voi non andrete’
(…). Potemmo tuttavia vedere che Egli portava una fascia dorata sul petto,
sulla quale erano scritte le seguenti parole in caratteri d’oro: ‘Re dei
Re e Signore di tutti i Signori’".
Da un lato bisognerebbe osservare che la maggior parte dei
cristiani credenti, se avessero una simile apparizione, rimarrebbero così
colpiti e perplessi, che a malapena presterebbero attenzione al "bell’aspetto"
di questi angeli. Ma già solo il fatto che queste persone abbiano attribuito
così grande importanza all’aspetto degli angeli, permette di riconoscere che
essi sono a malapena credenti-spirituali, ma piuttosto mondani-ottici. Inoltre,
la figura dell’uomo al centro: se quest’uomo davvero portava un mantello,
sarebbe stato assai difficile distinguere i colori delle sue vesti – che
doveva sicuramente indossare sotto. E, infine, è alquanto evidente che qui si
devono riconoscere "prestiti" dall’Apocalisse.
In mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio d’uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi.
Apoc 1,12 Io mi voltai per vedere chi mi stava
parlando. Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d’oro 1,13 e, in
mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio d’uomo, vestito con una veste
lunga fino ai piedi e cinto di una cintura d’oro all’altezza del petto.
1,14 Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida, come
neve; i suoi occhi erano come fiamma di fuoco; Apoc 1,12-14;
Tuttavia, è anche alquanto raro che qui il Signore si presenti
con l’espressione "Io sono Gesù di Nazareth". Egli non ha mai chiamato se
stesso "Gesù di Nazareth", ma "Figlio d’uomo". E in particolare
nell’eternità – da dove avviene questo dialogo – è totalmente
irrilevante che egli venga da Nazareth. Dalla sua Risurrezione, egli è il
Figlio di Dio ed è così che è conosciuto a tutti i cristiani credenti.
E poi più avanti si legge:
"La Sacra Scrittura, la Parola di Dio, dice in
Gioele 2,28: ‘Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni
persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi
faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni’. Questi sono i
segni che Dio ha preparato per ciascuno".
E, chiaramente, questo verso, estratto dal suo contesto
scritturale, dovrebbe dimostrare che su queste persone è stato ora sparso lo
Spirito Santo e che adesso esse sono in grado di profetizzare. Da ciò è però
possibile riconoscere non soltanto il tentativo di abusare di questo passo
biblico per i loro scopi, ma anche ed in particolare il fatto che queste persone
non hanno alcuna idea del significato del testo che qui citano. Chi legge il
contesto, comprende che queste dichiarazioni del profeta Gioele non si
riferiscono a questi sette giovani colombiani né alla nostra epoca attuale, ma
al popolo di Israele, e che esse si realizzeranno solo nel tempo del Regno
Millenario sulla terra.
Conoscerete che io sono in mezzo a Israele, che io sono il SIGNORE, vostro Dio, e non ce n’è nessun altro.
Gioele 2,23 Voi, figli di Sion, gioite,
rallegratevi nel SIGNORE, vostro Dio, perché vi dà la pioggia d’autunno in
giusta misura, e fa scendere per voi la pioggia, quella d’autunno e quella di
primavera, come prima. 2,24 Le aie saranno piene di grano, i tini
traboccheranno di vino e d’olio. 2,25 «Vi compenserò delle annate
divorate dal grillo, dalla cavalletta, dalla locusta e dal bruco, il grande
esercito che avevo mandato contro di voi. 2,26 Mangerete a sazietà e
loderete il nome del SIGNORE, vostro Dio, che avrà operato per voi meraviglie,
e il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna. 2,27 Conoscerete
che io sono in mezzo a Israele, che io sono il SIGNORE, vostro Dio, e non ce
n’è nessun altro; e il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna.
Gioele 2,23-27;
E solo dopo Gioele pronuncia le promesse citate qui sopra:
Gioele 2,28 «Dopo questo, avverrà che io
spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie
profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno
delle visioni. Gioele 2,28;
Più avanti nel testo, questi giovani raccontano poi di un uomo
all’inferno, che implorava la pietà di Gesù:
"L’uomo tese la sua mano scarna al Signore e
iniziò a piangere, dicendo: "Signore, abbi pietà di me! Ti prego, abbi
pietà di me! Mi fa così male! Sto bruciando! Ti prego, abbi pietà di me e
portami via da qui!". Il Signore lo guardò con compassione – e
improvvisamente sentii qualcosa di caldo nella mia mano. Abbassai lo sguardo su
di essa e vidi il sangue di Gesù! Il sangue veniva dalla Sua mano, mentre egli
guardava l’uomo sofferente, che era avvolto dalle fiamme".
Ora, questa è una prova abbastanza evidente del fatto che qui
abbiamo a che fare con delle menzogne del tutto spudorate. Da 2000 anni, nostro
Signore Gesù Cristo è in cielo presso il Padre. Allora egli è risorto ed ha
un corpo di Risurrezione (corpo spirituale), che è fatto di Spirito e non di
carne e sangue (Giov 6:63; 1Cor 15:50).
Cristo, fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito.
1Pie 3,18 Anche Cristo ha sofferto una volta
per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a
morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. 3,19 E in
esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere. 1Pie 3,18-19;
Perciò non può sgorgare sangue dalla sua mano, perché Gesù
non è più carne e sangue, ma Spirito. Anche questo presunto uomo all’inferno
implora Gesù di avere pietà di lui, ma in tutto il testo non si parla né di
pentimento, né di espiazione né di conversione. Come potrebbe essere
possibile, visto che queste persone vogliono soltanto diventare famose con le
loro bugie e i loro inganni, ma di certo non vogliono convertirsi, né
convertire altre persone.
(Vedi anche Excursus 07: "Il corpo
della risurrezione."
La descrizione: "e improvvisamente sentii qualcosa di caldo
nella mia mano. Abbassai lo sguardo su di essa e vidi il sangue di Gesù! Il
sangue veniva dalla Sua mano" è altrettanto falsa, come tutte quelle
rappresentazioni di Gesù crocifisso, che mostrano le segni delle unghie sui
palmi delle sue mani. Così come dimostrano i reperti archeologici, durante la
Crocifissione praticata dai Romani, non furono i palmi delle mani ad essere
trafitti, ma i polsi. E allora questa stessa impostura deve essere attribuita
anche a tutti i "santi" cattolici che vogliono ricondurre la loro comparsa
delle stigmate ad un effetto dello Spirito Santo, che li avrebbe "benedetti"
riproducendo le piaghe di Gesù sui palmi delle loro mani. In realtà – circa
come Padre Pio di Pietrelcina in Italia – essi spalmano sui palmi delle loro
mani degli acidi, per poi simulare delle stigmate sanguinanti.
Padre Pio si era provocato le stimmate con l’acido.Secondo un nuovo libro, Padre Pio, il santo più amato d’Italia, avrebbe finto le sue
stimmate versandosi dell’acido carbolico sulle mani. ![]() Il libro "Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento", dello storico Sergio Luzzatto, si basa
su un documento trovato nell’archivio del Vaticano. Il documento rivela la testimonianza di un farmacista
che racconta che il giovane Padre Pio comprò quattro grammi di acido carbolico nel 1919. |
Nel secondo dei tre siti web da lei citati, l’autrice presenta
subito all’inizio la sua chiamata da parte di Gesù in modo del tutto
personale
"Per Kathryn da Gesù
Tu sei nata per questo compito, per prendere nota e
poi per dire agli altri ciò che io ti mostrerò e ti comunicherò. Perché
queste cose sono vere. La tua vocazione è di far sapere al mondo che c’è un
inferno e che io, Gesù Cristo, sono stato mandato da Dio per salvare gli esseri
umani da questo orrore".
Anche qui dal modo in cui il Signore presumibilmente si esprime
dicendo "Io, Gesù Cristo" comprendiamo che questa dichiarazione non può
venire dal Signore. Durante la sua vita egli non si è mai definito così ed ora
che regna in cielo alla destra del Padre, si definirà sempre meno in questi
termini. D’ora in poi egli è il Figlio di Dio in cielo e sulla terra. Qui una
rivelazione del Signore viene descritta come una conversazione da bar. Ma Dio
- ed anche il Figlio di Dio – è Spirito ed ogni essere umano al quale egli
si rivolge, sa immediatamente nello Spirito chi è e non c’è bisogno che gli
venga indicato prima chi sta parlando. Ed è anche dubbio se il Signore in una
rivelazione userebbe il termine "orrore", o se quest’ultimo non derivi
piuttosto dal lessico di un’"illusionista" fissata su simili immagini
linguistiche.
Nel suo libro "A Divine Revelation of Hell" (Una rivelazione divina dell’inferno)
- nel quale ella del resto riesce a cavarsela senza nemmeno un passo biblico
- l’autrice scrive poi che il Signore l’ha condotta con sé all’inferno
per 30 notti per mostrarle "la realtà dell’inferno". E successivamente l’autrice
descrive un’esperienza che in realtà è già nota, poiché in una forma
simile essa rimanda ai circoli occulti.
"Nel marzo del 1976, mentre mi trovavo a casa a
pregare, ricevetti la visita del SIGNORE Gesù Cristo. Per giorni e giorni avevo
pregato nello Spirito, quando improvvisamente avvertii la presenza di Dio. La
sua forza e la sua gloria riempirono la casa. Una splendida luce illuminava la
stanza nella quale ero raccolta in preghiera e una dolce e meravigliosa
sensazione scese su di me. Onde d’amore roteavano e si incrociavano l’una
nell’altra e roteavano ancora e poi si disfacevano per poi riavvolgersi di
nuovo. Era uno spettacolo straordinario! (…) La lode di Dio iniziò a
sgorgare fuori di me".
Queste dichiarazioni dell’autrice statunitense ricordano molto
l’esperienza di un’altra donna, una tedesca, che aveva partecipato ad un
carismatico battesimo nello Spirito a Gerusalemme e il cui racconto viene citato
qui, selezionandone alcuni estratti:
"A Lüdenscheid Elisabeth incontrò una donna, che
le raccontò con entusiasmo di quanto fantastico fosse stato un battesimo nello
Spirito avvenuto durante la Festa delle Capanne organizzato dall’Ambasciata
Cristiana Internazionale di Gerusalemme. In questo posto, raccontò la donna, si
incontrano ‘il cordone ombelicale del cielo e la totale pienezza delle
benedizione’. Elisabeth parte per Israele e vive realmente l’esperienza del
battesimo nello Spirito durante un servizio di guarigione con l’indiano Mahesh
Chavda: ‘Chavda gridò: ‘Chi non ha ancora avuto il battesimo nello spirito?’
Qualcuno da dietro mi diede una spinta. Ora o mai più! E così mi feci avanti
insieme a molte altre persone.
Ciascuno di noi ricevette un’imposizione delle mani e se non cadeva
inciampando, si soffiava ancora verso di lui. Ciò che poi esperii giacendo a
terra, superava di gran lunga tutto quello che sapevo fino a quel momento. Sentimenti
d’amore senza fine. Non volevo e non potevo più rialzarmi in piedi. Ero una
persona diversa. Ora conoscevo Gesù anche come amante. Da quel momento in
poi potevo anche parlare in altre lingue (glossolalia/il parlare estatico),
imporre le mie mani su altri o soffiare verso di loro, ed essi cadevano all’indietro.
E del resto guarire non era più una rarità. Ora io ero ‘qualcuno’, avevo
salito la scala della gerarchia".
(Vedi anche Immanuel.at – Informazioni per i
visitatori: "Resoconto sul campo
carismatico" [non ancora disponibile in Italiano,
leggi in tedesco /
leggi in inglese])
Alla fine risulta chiaro anche il motivo dell’autrice
statunitense alla base della redazione di questo libro:
"Vedi, figlia mia", disse Gesù, "Io ti
condurrò con il mio Spirito all’inferno. Dopo sarai in grado di fissare la
realtà dell’inferno in un libro, al fine di rendere chiaro ed evidente a
tutto il mondo che l’inferno esiste davvero. In tal modo, i dannati verranno
tratti fuori dal buio e portati nella luce del Vangelo di Gesù Cristo".
Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita.
Lk 16,27 Ed egli disse: "Ti prego,
dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 16,28 perché ho
cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro
in questo luogo di tormento". 16,29 Abraamo disse: "Hanno
Mosè e i profeti; ascoltino quelli". 16,30 Ed egli: "No, padre
Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno".
16,31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si
lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».
Luca 16:27-51;
Attraverso la loro visita all’inferno, dunque, "i dannati
verranno tratti fuori dal buio e portati nella luce del Vangelo di Gesù Cristo".
È una sorta di idea assurda che nostro Signore, che ci ha salvati dai nostri
peccati mediante la sua propria morte prima di questo inferno, conduca poi uno
di noi all’inferno per fargli esperire la "realtà dell’inferno", che
non può più provenire da un cervello umano – per quanto esso possa essere
guasto – ma è chiaramente il prodotto di uno spirito impuro.
Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete;
Mt 24,23 Allora, se qualcuno vi dice:
"Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete;
24,24 perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi
segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.
24,25 Ecco, ve l’ho predetto. Mat 24,23-25;
L’autore dell’ultimo dei tre resoconti da lei citati è -
esattamente come sua moglie – un agente immobiliare e perciò ha sicuramente
il sicuro talento di sapere convincere le altre persone del suo punto di vista
delle cose. Ad essere onesti, si deve tuttavia dire anche che il suo resoconto
è la storia meglio composta e dotata dei più numerosi riferimenti biblici.
Anche se non tutte le citazioni bibliche si adattano sempre al suo testo, si
deve però riconoscere che egli ha una conoscenza della Bibbia davvero profonda.
Egli afferma di avere abbandonato il suo corpo e di essere stato all’inferno
con Gesù. Sua moglie racconta di avere trovato una notte il marito sul
pavimento del soggiorno in preda a urla e grida e di avere pregato per lui 10-20
minuti, finché egli non si è calmato. E per dissipare fin dall’inizio tutti
i dubbi, questo agente immobiliare adduce come prova per la veridicità delle
sue argomentazioni quel passo di Paolo tratto da 2Cor 12,2, nel quale Paolo
racconta di essersi trovato fuori dal proprio corpo. La modestia di Paolo, che
qui non parla di se stesso, ma di "un uomo in Cristo", sarebbe stata molto
più adatta a questo agente immobiliare, ma ciò avrebbe poi sovraffaticato la
capacità di comprensione di molti americani ed essi avrebbero forse frainteso
questa storia.
Non accontentandosi di menzionare questo inopportuno confronto di se stesso con
Paolo, l’uomo cita anche Giona come testimone del suo "viaggio all’inferno":
"Giona 2,3 ‘Io ho gridato al Signore, dal
fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto. Dalla profondità del
soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce’. E, in
Giona 2,7, si legge: ‘Sono sprofondato fino alle radici dei monti; la
terra ha chiuso le sue sbarre su di me per sempre; ma tu mi hai fatto risalire
dalla fossa, o Signore, mio Dio!’. Ciò vuol dire che vi fu qualcuno che
visitò l’inferno – ossia GIONA".
Il testo del versetto precedente – Giona 2,2 – ed anche
di questo versetto parla del fatto che qui Giona pregò il Signore dal ventre
del pesce e in seguito descrive le sue esperienze e le sue paure nelle tenebre
di questo ventre del pesce, che egli paragonò a Sheol (il regno dei morti).
Ciò, tuttavia, sembra essere sfuggito all’agente immobiliare o forse egli ha
volutamente tralasciato questo passo, perché altrimenti la sua interpretazione
dell’"inferno" non sarebbe più stata plausibile.
Dal ventre del pesce Giona pregò il SIGNORE, il suo Dio.
Giona 2,1 Il SIGNORE fece venire un gran
pesce per inghiottire Giona: Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre
notti. 2,2 Dal ventre del pesce Giona pregò il SIGNORE, il suo Dio,
e disse: 2,3 «Io ho gridato al SIGNORE, dal fondo della mia angoscia,
ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e
tu hai udito la mia voce. Giona 2, 1- 3;
Qui si comprende giustamente con quale insolenza i testi biblici
vengono arbitrariamente strappati dal loro contesto, abbreviati e reinterpretati
per i propri scopi. Il fatto che qui non ci si sia fatti intimidire nemmeno di
fronte ad un tema così conosciuto come "Giona e il pesce", permette di
cogliere o la stupidità dell’autore o il grado di stupidità che egli presume
abbiano i suoi lettori.
Nel prosieguo del testo, come dimostrazione di prova dell’inferno, vengono
citati alcuni passi biblici dall’Antico Testamento che parlano del regno dei
morti, senza comprendere che il regno dei morti nell’Antico Testamento (Sheol:
tomba comune dell’umanità, soggiorno dei buoni [Salmi 30,4] e dei cattivi [Num
16,33]) e l’inferno nel Nuovo Testamento (Geenna: residenza dei cattivi [Mat
23,33]) sono due concetti completamente diversi.
Alla fine del suo racconto, l’autore pone proprio quella domanda che durante l’intera
lettura è sulla punta della lingua anche di un lettore critico:
"Quando realmente tornai in me stesso e fui più o
meno in grado di parlare, Gli domandai nei miei pensieri ‘Perché mi hai
condotto qui?’. Gesù lesse i miei pensieri e disse: ‘Perché gli esseri
umani non credono che questo luogo esista davvero. Persino alcuni cristiani non
ci credono’".
E la risposta che il Signore qui gli ha presumibilmente dato, si
pone in netto contrasto con le dichiarazioni di Gesù nella Bibbia. Agli Ebrei,
che erano conosciuti per la loro durezza di cuore, il Signore raccontò la
seguente storia, che qui deve essere citata nella sua interezza al fine di una
migliore comprensione:
Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita.
Luca 16,19 «C’era un uomo ricco, che si
vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente;
16,20 e c’era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui,
pieno di ulceri, 16,21 e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla
tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri.
16,22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di
Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 16,23 E nell’Ades, essendo nei
tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno;
16,24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro
a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché
sono tormentato in questa fiamma".
16,25 Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai
ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli
è consolato, e tu sei tormentato. 16,26 Oltre a tutto questo, fra noi e
voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a
voi non possano, né di là si passi da noi".
16,27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a
casa di mio padre, 16,28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro
queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento". 16,29Abraamo
disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli".
16,30 Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro,
si ravvedranno". 16,31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano
Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti
risuscita"». Luca 16,19-31;
Dopo queste parole del Signore non ha assolutamente alcun senso
che delle persone siano state all’inferno e da lì siano poi tornate per
raccontare tutto questo ad altri esseri umani. Non è così che gli esseri umani
verrebbero indotti a convertirsi. Alla luce di quanto dichiarato nel testo qui
sopra, è solo e soltanto lo studio della Scrittura, ossia dell’Antico
Testamento con Mosè e i Profeti – e come uomini di oggi abbiamo inoltre anche
il Nuovo Testamento -, che è in grado di condurre gli esseri umani a Dio.
Ciò ci viene detto da nostro Signore (Giov 5,46-47) e lo sa anche la maggior
parte dei lettori della Bibbia. Ma i tre autori dei libri da lei citati
apparentemente non l’hanno ancora mai letto o molto semplicemente non l’hanno
capito.
Tuttavia, la più evidente prova del contrario per queste fandonie sull’inferno
è il fatto che secondo la Bibbia ancora non esiste un inferno – lo "stagno
di fuoco"! Come è già stato dimostrato più sopra, Dio ha creato gli esseri
umani per un’esistenza eterna. Dopo la sentenza espressa nel Giudizio
Universale, sia i giusti che i dannati vivranno in eterno. Gli uni presso Dio,
gli altri nella dannazione dello stagno di fuoco dell’inferno. Ma questa vita
eterna non si svolgerà sulla nostra terra di oggi, sotto il nostro cielo di
oggi e nel nostro universo di oggi, ma su una terra nuova e sotto un nuovo
cielo, in una dimensione eterna e perciò inevitabilmente senza tempo (’21:1-5).
(Vedi anche Capitolo 14: "La
Nuova Creazione.")
Ciò significa, però, che fintanto che Dio non avrà creato
questo nuovo mondo eterno – e questo egli lo farà solo dopo il Giudizio
Universale – non vi sono né una Gerusalemme eterna, né un eterno stagno di
fuoco (paragona Apoc 21,8 e 22,15). I dannati, sino a quel momento, si trovano nella zona di attesa del Regno
dei Morti. E proprio per questa ragione non può nemmeno esservi un inferno,
perché il nostro universo presente è dominato dal tempo e dunque qui nulla e
nessuno possono esistere in eterno. Ma di questi retroscena questi narratori di
favole non hanno naturalmente la benché minima idea. E per di più, se si
leggono i loro fiumi di parole, si capisce che alcuni di loro non hanno nemmeno
letto la Bibbia correttamente.
Per riassumere, si può quanto meno constatare che tutte le storie di questo
genere, nelle quali le persone sono state "rapite" all’inferno, in cielo o
in qualunque altro posto, non sono conformi alla Bibbia e quindi sono inventate
e, sensatamente, dopo averne letto il titolo, ci si può risparmiare di
leggerle. È un peccato perdere tempo in questo modo.
Con la sua domanda finale:
"Perché i cristiani fanno una cosa simile, ben
sapendo che Dio odia le menzogne e le falsificazioni della sua dottrina?"
lei tocca in realtà un fenomeno nel Cristianesimo che possiamo
osservare in tutte le denominazioni.
Perché nella Chiesa cattolica l’idolo "Maria" e i "Santi"
morti vengono adorati, laddove la Scrittura dice invece che Dio odia l’idolatria
e considera il culto dei morti un orrore?
Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare.
Ger 10,2 Così parla il SIGNORE: «Non
imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura dei segni del
cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. 10,3 Infatti i
costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e
le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia; 10,4 lo si adorna d’argento e
d’oro, lo si fissa con chiodi e con i martelli perché non si muova. 10,5 Gli
idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna
portarli, perché non possono camminare. Non li temete! perché non possono
fare nessun male, e non è in loro potere di far del ben Ger 10 2- 6;
Un popolo non deve forse consultare il suo Dio? Si rivolgerà forse ai morti in favore dei vivi?
Isa 8,19 Se vi si dice: «Consultate quelli che
evocano gli spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano»,
rispondete: «Un popolo non deve forse consultare il suo Dio? Si rivolgerà
forse ai morti in favore dei vivi?» Isa 8,19;
Tuttavia, questa falsa dottrina – specialmente l’adorazione
di credenti morti come "Santi" – risulta da un’altra falsa
interpretazione. Non soltanto nella Chiesa cattolica, ma anche nelle comunità
cristiane è ampiamente diffusa la concezione secondo la quale i cristiani morti
sarebbero già in cielo. D’altro canto, però, la comunità di Cristo crede
fermamente anche nel fatto che secondo le promesse di Paolo, in
1Cor 15,51-53 e in 1Tess 4,15-17, con il Ritorno del Signore avrà
luogo il rapimento dei credenti morti e vivi.
I morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.
1Cor 15,51 Ecco, io vi dico un mistero: non
tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, 15,52 in un momento, in un
batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e
i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.
15,53 Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e
che questo mortale rivesta immortalità. 1Cor 15,51-53;
Il Signore stesso scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo.
1Tess 4,15 Poiché questo vi diciamo mediante
la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta
del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati;
4,16 perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con
la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in
Cristo; 4,17 poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti
insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così
saremo sempre con il Signore. 1Tess 4,15-17;
Se Paolo più sopra, in 1Cor 15,52 scrive "i morti
risusciteranno incorruttibili", allora i morti prima non erano incorruttibili.
Se però essi fossero in cielo, dovrebbero avere un corpo di Risurrezione e
perciò essere di per sé incorruttibili. Ed anche il Signore ci profetizza che
con il suo Ritorno chiamerà i suoi al rapimento nel regno dei morti e i morti
in Cristo, che in quel "momento" saranno i soli tra i morti ad udire questa
chiamata, verranno risvegliati e vivranno.
L’ora viene, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno.
Giov 5,In verità, in verità vi dico: l’ora
viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e
quelli che l’avranno udita, vivranno. Giov 5,25;
Se dunque i credenti morti in quel momento fossero davvero già
in cielo, il Signore qui cercherebbe invano tra i morti coloro che dovrebbero
essere rapiti. I credenti cristiani morti devono perciò – quanto meno fino al
rapimento – essere nel regno dei morti.
Qui come obiezione viene per lo più citato il fatto che il Signore in
Luca 23,39-43 al malfattore convertito sulla croce promette anche: oggi tu
sarai con me in Paradiso.
Uno dei malfattori appesi lo insultava, ma l’altro lo rimproverava.
Luca 23,39 Uno dei malfattori appesi lo
insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!»
23,40 Ma l’altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor
di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? 23,41 Per noi è giusto,
perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non
ha fatto nulla di male». 23,42 E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando
entrerai nel tuo regno!» 23,43 Ed egli gli disse: «Io ti dico in
verità, oggi tu sarai con me in paradiso». Luca 23,39-43;
Da qui si deduce rapidamente che il malfattore dopo la sua morte
sulla croce è salito al cielo insieme al Signore. Ma la Bibbia davvero dice
questo? Se cerchiamo nella Scrittura dove è andato il Signore dopo la sua
morte, apprendiamo qualcosa di completamente diverso. In Mat 12,40 si dice
che il Signore dopo la sua morte era "nel cuore della terra".
Il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.
Mt 12,40 Poiché, come Giona stette nel ventre del
pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore
della terra tre giorni e tre notti. Mt 12,40;
E nel "cuore della terra" non è certo il regno dei cieli. E
Pietro, nella sua prima lettera, non ci spiega soltanto dove è andato il
Signore dopo la sua morte, ma anche cosa ha fatto in quel luogo.
È stato annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti;
1Piet 4,6 Infatti per questo è stato annunciato
il vangelo anche a coloro che sono morti; affinché, seppur essendo stati
giudicati nella carne secondo gli uomini, potessero vivere nello Spirito secondo
Dio. 1Piet 4, 6;
Cristo fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito e in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere.
1Piet 3,18 Anche Cristo ha sofferto una
volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu
messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito.
3,19 E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in
carcere, 1Piet 3,18-19;
Cristo – come qualunque altro essere umano – dopo la sua
morte è giunto nel regno dei morti e là per 3 giorni e 3 notti ha annunciato
ai morti il Vangelo, affinché coloro che volevano crederci, fossero salvati.
(Vedi anche Capitolo 12: "Cristo
nel Regno dei Morti.")
E se dunque il malfattore è andato con Cristo, allora anch’egli
era proprio là: nel regno dei morti. Il fatto che il Signore abbia definito
quel luogo "Paradiso", dipende dal fatto che il Paradiso è una parte del
regno dei morti.
(Vedi anche Excursus 09: "Il
Paradiso")
Mentre il Signore dopo tre giorni e tre notti è risorto ed è
salito al cielo, il malfattore – così come anche tutti gli altri morti – si
è addormentato nel regno dei morti. Quelli tra i morti che si sono convertiti
con l’annuncio del Signore, attendono insieme ai credenti morti in Cristo già
da molto tempo nel Paradiso del regno dei morti di risvegliarsi con il Ritorno
del Signore per il Rapimento. Gli altri, però, che non sono giunti alla fede in
Cristo, insieme a tutti gli uomini morti fino a quel momento, che non hanno
accettato Cristo come loro Salvatore, attendono in un’altra parte del regno
dei morti la Risurrezione Universale e il Giudizio Universale, durante il quale
essi riceveranno il loro verdetto.
(Vedi anche Capitolo 13: "Il
Giudizio Universale.")
Se allora i cattolici vogliono pregare i loro "Santi" morti,
sono ancora un po’ in anticipo. Poiché essi ancora giacciono addormentati nel
regno dei morti con tutti gli altri morti e solo con la Risurrezione Universale
- la rinascita dallo Spirito – torneranno in vita. E le false preghiere che
ad essi vengono rivolte, probabilmente non saranno loro d’aiuto durante il
giudizio, ma anzi, li danneggeranno.
(Vedi anche Capitolo 12: "La
Risurrezione.")
Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio.
Giov 3,12 Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete,
come crederete se vi parlerò delle cose celesti? 3,13 Nessuno è salito in cielo, se non
colui che è disceso dal cielo: il Figlio. 3,14 «E, come Mosè innalzò il serpente nel
deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, 3,15 affinché chiunque crede
in lui abbia vita eterna.Giov 3,12-15;
Perché nelle comunità cristiane si predica che la comunità è
la Sposa di Cristo, sebbene Dio stesso per mezzo della bocca del profeta Osea
prometta ad Israele quanto segue:
Io ti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità e fedeltà.
Os 2,19 Io ti fidanzerò a me per l’eternità;
ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni.
2,20 Ti fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai il SIGNORE. Os 2,19-20;
Come argomento poi molti esegeti adducono sempre
Efe 5,31-33 e 2Cor 11,2:
Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa.
Efe 5,31 Perciò l’uomo lascerà suo padre
e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diverranno una carne sola.
5,32 Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla
chiesa. 5,33 Ma d’altronde, anche fra di voi, ciascuno individualmente
ami sua moglie, come ama se stesso; e altresì la moglie rispetti il marito.
Efe 5,31-33;
In Efe 5,31-33 si tralascia il fatto che Paolo qui dica che
sta scrivendo "dico" in riferimento a Cristo e alla Chiesa. Non si tratta
quindi di una rivelazione, ma di un tentativo di spiegazione che tuttavia viene
confutato dalla decisione esplicita di Dio in Os 2,19-20. Proprio Paolo, 4
capitoli prima, in Efe 1,22-23 (Rom 12:5; 1Cor 12:12), ci dice anche che la
comunità è il corpo di Cristo e Cristo il capo. Dunque, non possiamo essere
contemporaneamente sposo e sposa.
E lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui.
Efe 1,22 Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi
piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, 23 che è il
corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in
tutti. Efe 1,22-23;
E in 2Cor 11,2, Paolo cita ora quelle caratteristiche che
davvero appartengono ad una Sposa di Cristo, ma che, però, la comunità può
realisticamente solo sognare, di contro alle speranze di Paolo.
Perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo.
2Cor 11,2 Infatti sono geloso di voi della gelosia
di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una
casta vergine a Cristo. 2Cor 11,2;
Inoltre, in Apoc 14,1-5 troviamo altro su questa tematica;
ci viene cioè presentata la vera e impeccabile sposa di Cristo del popolo di
Dio degli Ultimi Tempi dotata di tutte le caratteristiche di una sposa,
proveniente da Israele:
Essi sono stati riscattati tra gli uomini per esser primizie a Dio e all’Agnello.
Apoc 14,1 Poi guardai e vidi l’Agnello che stava in
piedi sul monte Sion e con lui erano centoquarantaquattromila persone che
avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulla fronte. 14,2
Udii una voce dal cielo simile a un fragore di grandi acque e al rumore di un
forte tuono; e la voce che udii era come il suono prodotto da arpisti che
suonano le loro arpe. 14,3 Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono,
davanti alle quattro creature viventi e agli anziani. Nessuno poteva imparare
il cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati riscattati dalla
terra. 14,4 Essi sono quelli che non si sono contaminati con donne,
poiché sono vergini. Essi sono quelli che seguono l’Agnello dovunque
vada. Essi sono stati riscattati tra gli uomini per esser primizie a Dio
e all’Agnello. 14,5 Nella bocca loro non è stata trovata menzogna:
sono irreprensibili. Apoc 14, 1- 5;
Non possono dunque esservi due spose. Dio non è un bigamo e chi
pensa che qui si possa vedere una separazione tra Sposa di Dio e Sposa di
Cristo, deve aspettarsi che gli venga posta la domanda riguardo alla sua
comprensione della Trinità. Perciò: Cristo è il capo. La comunità
cristiane di tutti i tempi è il corpo. E i rappresentanti degli Ultimi
Tempi del popolo di Israele sono la Sposa.
(Vedi anche Discorso 15: ";Chi
è la "Sposa dell’Agnello"?")
Perché in molte comunità cristiane i 144.000 segnati in
Apoc 7,4-8 vengono visti come la comunità degli Ultimi Tempi, quando
invece nella Bibbia possiamo leggere precisamente che qui si tratta di
israeliti, citati per nome da tutte le 12 tribù di Israele? (Sempre che non si
voglia partire dal presupposto che l’interpretazione illustrata qui sopra
della comunità come Sposa di Cristo sia fondata su argomentazioni totalmente
inadeguate!).
Centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d’Israele.
Apoc 7,4 E udii il numero di coloro che furono
segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù
dei figli d’Israele: 7,5 della tribù di Giuda dodicimila segnati;
della tribù di Ruben dodicimila; della tribù di Gad dodicimila;
7,6 della tribù di Aser dodicimila; della tribù di Neftali
dodicimila; della tribù di Manasse dodicimila; 7,7 della tribù di Simeone
dodicimila; della tribù di Levi dodicimila; della tribù di Issacar
dodicimila; 7,8 della tribù di Zabulon dodicimila; della tribù di Giuseppe
dodicimila; della tribù di Beniamino dodicimila segnati.
7,9 Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva
contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava
in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con
delle palme in mano. Apoc 7, 4- 9;
Inoltre, più avanti, qui sopra, in Apoc 7,9, la reale
comunità degli Ultimi Tempi viene vista davanti al trono di Dio. Come si può
vedere, in questo momento, quando i 144.00 israeliti vengono segnati dal sigillo
sulla terra (Apoc 7,4-8), la comunità è già davanti al trono di Dio
(Apoc 7:9-10), è già stata rapita al sesto sigillo prima del giorno dell’ira di Dio con il Ritorno
del Signore (Apoc 7:13-17) ed è già in cielo.
(Vedi anche Tabella 14: "La Grande Tribolazione
- cronologia degli eventi.")
(Vedi anche Discorso 06: "I
144.000 sigillati: israeliti o la comunità cristiana degli Ultimi Tempi?"))
Molti predicatori cristiani vedono la Prima Risurrezione in
Apoc 20,4-6 ancora e sempre come il rapimento nel momento del Ritorno del
Signore e dunque come la Risurrezione dell’intera comunità per governare come
sacerdoti e re con Cristo nel Regno Millenario. Come per esempio David Pawson
nel Discorso 88): "Il popolo
di Dio, che tanto a lungo fu oppresso dai governi del mondo, assumerà poi il
governo del mondo!" o Heinz Weber della scuola biblica Brake
(Discorso 71): "perché noi governeremo come
sua comunità sulla terra -governeremo insieme, con lui per mille anni".
Le anime dei martiri tornarono in vita. Questa è la prima risurrezione.
Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi
si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano
stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e
di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano
ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi
tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. 20,5 Gli
altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa
è la prima risurrezione. 20,6 Beato e santo è colui che partecipa
alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte
seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei
mille anni. Apoc 20, 4- 6;
Viene però tralasciato il fatto che qui, in Apoc 20,4, si
parla esclusivamente dei decapitati – ossia dei martiri. L’idea
secondo la quale in Apoc 20,6 si intenda l’intera comunità – ovvero
anche tutti i fratelli e tutte le sorelle morti di morte naturale e senza essere
perseguitati per la loro fede -, che poi governeranno come re e sacerdoti
insieme al Signore, attribuisce di nuovo alla comunità un privilegio che
secondo la Scrittura essa non possiede. Nel Millennio non sarà la comunità a
regnare con il Signore, ma quei martiri dell’Antica e Nuova Alleanza, che
riconosciamo anche qui sotto in Apoc 6,9-11 "sotto l’altare", e che
- come si dice di loro anche più sopra in Apoc 20,4 – erano stati trucidati
per la parola di Dio e per la loro testimonianza.
Quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza.
Apoc 6,9 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo,
vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la
parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. 6,10 Essi
gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero,
per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la
terra?» 6,11 E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che
si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei
loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come
loro. Apoc 6, 9-11;
(Vedi anche Discorso 07: "Rapimento
e Prima Risurrezione: un unico evento?")
Tuttavia, questa falsa interpretazione della Prima Risurrezione
ci porta poi in seguito inevitabilmente ad un’ulteriore interpretazione
sbagliata. Poiché con la Prima Risurrezione si "fanno" resuscitare tutti i
credenti di tutti i tempi – per farli regnare come sacerdoti e re -, ai
sostenitori di questo punto di vista, per la seconda Risurrezione, ossia la
Risurrezione Universale non rimangono più esseri umani giusti, e dunque si
afferma che in quest’ultima Risurrezione, alla Fine del Mondo, resusciteranno
solo gli atei.
Da un lato, se questo punto di vista fosse preso seriamente, con la Prima
Risurrezione resusciterebbero tutti i credenti di tutto il mondo e di tutti i
tempi, affinché essi regnino insieme a Cristo "come sacerdoti e re". Ed
anche se ora in ogni generazione vive sempre un bassissimo tasso percentuale
nella popolazione mondiale di cristiani biblici, questo tasso percentuale si
accumula nel corso di migliaia di anni e di centinaia di generazioni, cosicché
forse nel Millennio, quando allora queste persone regneranno, vi saranno più
"re" che sudditi.
Dall’altro lato, però, questa dottrina in riferimento alla Risurrezione
Universale alla Fine del Mondo, non tiene conto di passi biblici essenziali.
Purtroppo non si è notato che nostro Signore stesso racconta della Risurrezione
Universale e di coloro che vi prendono parte. Prima di tutto nella parabola
della zizzania nel campo:
No, per timore che estirpando la zizzania, non sradichiate insieme ad essa anche il grano.
Mat 13,24 Egli propose loro un’altra parabola
dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo, che seminò buon seme nel suo
campo. 13,25 Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò
della zizzania in mezzo al grano, e se ne andò. 13,26 Quando poi il grano
germogliò e mise frutto, apparve anche la zizzania. 13,27 E i servi del padrone
di casa vennero a lui e gli dissero: "Signore, non hai seminato buon seme
nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?". 13,28 Ed egli disse
loro: "Un nemico ha fatto questo". Allora i servi gli dissero:
"Vuoi dunque che andiamo e la estirpiamo?".
13,29 Ma egli disse: "No, per timore che estirpando la zizzania, non
sradichiate insieme ad essa anche il grano.
13,30 Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; e al
tempo della mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e
legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece, riponetelo nel mio
granaio"». Mat 13,24-30;
(Vedi anche Capitolo 11: "La
fine del mondo – Il Giudizio Universale.")
Con questa parabola, il Signore rivela contemporaneamente anche
il principio del Giudizio alla Fine del Mondo: Dio lascia che tutto "proceda"
fino alla fine. Buoni o cattivi che siano, fino all’ultimo istante essi
possono agire come vogliono. Tutti hanno la totale libertà. Solo alla Fine del
Mondo, dopo la Risurrezione di tutti gli esseri umani, i mietitori raduneranno
la zizzania con il "raccolto" e la bruceranno nel fuoco.
La mietitura è la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.
Mat 13,36 Allora Gesù, licenziate le folle, se ne
ritornò a casa e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: «Spiegaci la
parabola della zizzania nel campo». 13,37 Ed egli, rispondendo disse loro:
«Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo.
13,38 Il campo è il mondo, il buon seme sono i figli del regno, e la zizzania
sono i figli del maligno, 13,39 e il nemico che l’ha seminata è il diavolo,
mentre la mietitura è la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.
13,40 Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà
alla fine del mondo.
13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno
dal suo regno tutti gli scandali e gli operatori d’iniquità, 13,42 e li
getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti.
13,43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Chi ha orecchi da udire, oda!». Mat 13,36-43;
Qualcosa di più concreto il Signore lo dirà poi qualche
versetto dopo, nei quali innanzitutto anche qui, nella parabola della rete da
pesca, verrà mostrato il principio del comune giudizio dei buoni e dei cattivi.
Nella rete da pesca vi sono sia i pesci buoni che i pesci cattivi e solo dopo che
la rete è stata riportata a riva, inizia la selezione, la separazione dei buoni
dai mali.
Così avverrà alla fine del mondo; gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti.
Mat 13,47 Il regno dei cieli è pure simile ad una
rete gettata in mare, che raccoglie ogni sorta di cose. 13,48 Quando è
piena, i pescatori la tirano a riva e, postisi a sedere, raccolgono ciò
che è buono nelle ceste, mentre gettano via quello non buono.
13,49 Così avverrà alla fine del mondo; gli angeli verranno e separeranno i
malvagi dai giusti; 13,50 e li getteranno nella fornace del fuoco.
Lì sarà pianto e stridor di denti». 13,51 Gesù disse loro: «Avete capito
tutte queste cose?». Essi gli dissero: «Sì, Signore». 13,52 Ed egli disse
loro: «Perciò ogni scriba ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un
padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie».
Mat 13,47-52;
(Vedi anche Capitolo 13: "Il
Giudizio Universale.")
E allora, del tutto apertamente e direttamente, il Signore
spiega come si svolgerà il processo durante il Giudizio alla Fine del Mondo:
"Così avverrà alla fine del mondo; gli angeli verranno e separeranno i
malvagi dai giusti". Ora, però, se gli angeli separeranno i cattivi dai
giusti, ciò implica che entrambi, ossia i cattivi e i giusti, sono presenti
contemporaneamente. E per essere presenti, questi esseri umani – dunque tutti
i morti – devono prima essere risorti.
L’ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno.
Giov 5,28 Non vi meravigliate di questo,
perché l’ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri
udranno la sua voce 5,29 e ne usciranno; quelli che hanno
fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il
male in risurrezione di condanna. Giov 5,28-29;
E questi andranno nelle pene eterne, e i giusti nella vita eterna
Mat 25,45 Allora egli risponderà loro dicendo:
"In verità vi dico: tutte le volte che non l’avete fatto a uno di
questi minimi, non l’avete fatto neppure a me". 25,46 E questi
andranno nelle pene eterne, e i giusti nella vita eterna».
Mat 25,45-46;
(Vedi anche Discorso 99: "Chi
sono "questi miei minimi fratelli.")
Se dunque alla Fine del Mondo i buoni e i cattivi verranno
giudicati insieme, allora essi devono anche essere presenti insieme nello stesso
momento. E se sono presenti contemporaneamente, prima essi devono essere risorti
insieme. Tuttavia, questa deduzione logica ha anche un’ulteriore conseguenza.
Attraverso la Risurrezione, entrambi, i buoni e i cattivi, sono giunti di nuovo
nella loro esistenza. Essi esistono di nuovo, altrimenti non potrebbero essere
giudicati e gli angeli non potrebbero separarli gli uni dagli altri.
(Vedi anche Discorso 10: "la
Risurrezione Universale alla Fine del Mondo: solo per gli atei?")
E qui arriviamo ora alla successiva falsa dottrina. In alcune
comunità cristiane, viene insegnato che la punizione per gli atei non è l’eterno
tormento, ma la "dissoluzione": in altre parole, dopo la condanna, molto
semplicemente essi cesseranno di esistere.
Ora, questa prospettiva per gli atei, in base alla quale in un colpo solo è
tutto finito, può essere giustamente allettante, e, per esperienza, questo è
quello che pensa la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Tuttavia,
in una comunità cristiana, nel caso di una questione così importante, si
dovrebbe consultare la Bibbia prima di lasciarsi indurre ad una conclusione
errata.
Ed è proprio quello che ora vogliamo fare, ossia verificare ciò che dice la
Bibbia a proposito di questa tematica. Nei passi biblici citati qui di seguito,
si parla del fuoco inestinguibile, del fuoco che non si spegne mai, della
punizione del fuoco eterno, della fornace del fuoco e del pianto e dello
stridore di denti di coloro che sono in preda ai tormenti.
Mat 3,11 Io vi battezzo in acqua, per il
ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono
degno neanche di portare i suoi sandali; egli vi battezzerà con lo
Spirito Santo e col fuoco. 3,12 Egli ha in mano il suo ventilabro e pulirà
interamente la sua aia; raccoglierà il suo grano nel granaio, ma arderà la
pula con fuoco inestinguibile». Mat 3,11-12;
Mar 9,47 E se l’occhio tuo ti è occasione di peccato, cavalo; è meglio
per te entrare con un occhio solo nella vita, che averne due ed essere gettato
nella Geenna del fuoco, 9,48 dove il loro verme non muore e il fuoco non si
spegne. Mar 9,47-48;
Mat 8,11 Or io vi dico, che molti verranno da levante e da ponente e
sederanno a tavola con Abrahamo, con Isacco e con Giacobbe, nel regno dei cieli.
8,12 Ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Lì sarà
il pianto e lo stridor di denti». Mat 8,11-12;
Mat 13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi
raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e gli operatori d’iniquità,
13,42 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor di
denti. 13,43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del
Padre loro. Chi ha orecchi da udire, oda!». Mat 13,41-43;
Mat 13,49 Così avverrà alla fine del mondo; gli angeli verranno
e separeranno i malvagi dai giusti; 13,50 e li getteranno nella fornace del
fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti». Mat 13,49-50;
Giuda 1,6 Egli ha pure rinchiuso nelle tenebre dell’inferno con catene
eterne, per il giudizio del gran giorno, gli angeli che non conservarono il loro
primiero stato ma che lasciarono la loro propria dimora. 1,7 Proprio come Sodoma
e Gomorra e le città vicine, che come loro si erano abbandonate alla
fornicazione e si erano date a perversioni sessuali contro natura, sono
state poste davanti come esempio, subendo la pena di un fuoco eterno; Giuda 1,
6- 7;
Ciò dovrebbe dare una risposta definitiva a questa domanda.
Tuttavia, nonostante tutte queste prove, talvolta ancora si argomenta che "eterno"
non significherebbe eterno, perché "se la condanna dei dannati durasse
ininterrottamente, sia la misericordia che anche l’amore di Dio potrebbero
proprio così essere messi in questione". E poi si conclude in modo tagliente
che il fuoco eterno non durerebbe in eterno, ma solo per un lunghissimo periodo
di tempo, che poi finisce, quando il materiale infiammabile (nello stagno di
fuoco) è bruciato.
Allora, alle domande se, dunque, l’aggettivo "eterno" del fuoco eterno non
significa eterno, ma solo un lunghissimo periodo di tempo, che un giorno poi
finisce, se poi allora nemmeno l’"eterno" in Sal 48,15 "Dio (è)
in eterno e per sempre" e l’"eterno" in 1Gio 5,13: "perché
sappiate che avete la vita eterna" non significa eterno, ma solo un
lunghissimo periodo di tempo, che un giorno poi finisce, essi non sono in grado
di dare alcuna risposta.
(Vedi anche Discorso 03: "Il destino
dei maledetti: pena eterna o annientamento?")
L’esistenza eterna di ogni essere umano.Ogni essere umano, che con la sua nascita corporale
abbandona, vivo, il sacco amniotico della madre, e che, dunque è "nato
d’acqua" (liquido amniotico, fluidità amniotica) (Giov 3:5), riceve da Dio
(Giov 4:24) uno spirito umano (1Cor 2:11) con l’esistenza eterna (Mat
25:46). Nella prima parte temporale e terrena di questa esistenza – nella
sua vita, l’essere umano ha la possibilità di scegliere in assoluta
libertà e senza alcuna costrizione con lo spirito datogli da Dio (Gen 2,7; 6,3) se donare
a questo Dio, il creatore di tutta la vita, la sua completa fiducia e
tutto il suo amore. Dio vivificherà i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Röm 8,11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato
Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti
vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che
abita in voi. Röm 8,11; Nel momento della Risurrezione
(Rom 6:4-5), la "rinascita dallo spirito" (Mat 19:28;
1Piet 1:18; Giov 3:7), l’essere umano riceve nuovamente un corpo
(1Cor 15:43-44; Mat 22:30; Giov 3:8; Rom 8:10-11), simile a quello del figlio di Dio dopo la sua
risurrezione (Giov 20:26-27). Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo
spirituale. 1Cor 15,42 Così è pure della risurrezione dei
morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 15,43
è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente;
15,44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c’è un
corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale. 15,45 Così anche sta
scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente» (Gen 2,7);
l’ultimo Adamo è spirito vivificante. 15,46 Però, ciò che è
spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che
è spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo
uomo è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e
quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato
l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste.
1Cor 15,42-49; Con questo corpo, l’essere
umano starà poi durante il Giudizio Universale
al cospetto del Figlio di Dio, che, per incarico di Dio (Giov 5:22,
26-27), giudicherà ciascun essere umano secondo le azioni terrene e in
base alla scelta da lui compiuta in vita a favore o contro Dio (Rom 2:16). "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il
Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della
verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché
dimora con voi, e sarà in voi." Giov 14,15-17; Da questo punto di vista si è già espresso il noto evangelista e predicatore
Wilhelm Busch con i suoi ascoltatori: "Non c’è
bisogno di accogliere il messaggio che le sto dicendo. Può lasciare perdere di
convertirsi a Gesù. Ma abbia ben chiaro che in tal modo lei sceglie l’inferno! Lei ha
la totale libertà!! (Vedi anche discorso 22: "Esiste
l’immortalità dell’anima?") Per tutti coloro che vorrebbero averlo breve e
moderno: |
Il principio dell’esistenza eterna dello spirito dell’uomo.Lo spirito dell’uomo dato da Dio – similmente all’energia
– può assumere forme diverse di esistenza, ma, tuttavia non può essere né
creato né annientato. (Vedi anche Discorso 22: "Esiste
l’immortalità dell’anima?")
|
Ma l’intera comunità non verrà falsamente nobilitata da
alcuni predicatori solo con il fatto di "regnare" nel Millennio – al posto
dei martiri di tutti i tempi -, ma anche con il fatto di essere risparmiata
dalla Grande Tribolazione/afflizione. Se si suppone che saremo già re nel
Millennio, è evidente che dovremo essere accolti in cielo possibilmente anche
con stile.
Secondo l’opinione di questi predicatori, non sarebbe affatto appropriato a
questi re se essi dovessero essere uccisi durante la Grande Tribolazione che
invaderà questo mondo e costerà la vita a miliardi di esseri umani. Così si
preferisce spostare il Ritorno del Signore e il rapimento dell’intera
comunità prima di questa grande afflizione e lasciare che la comunità venga
rapidamente rapita in cielo ancora prima. In quanto cristiani credenti nella
Bibbia, ci si chiede perché il Signore in ciascuna di quelle lettere nell’Apocalisse
abbia poi parlato del fatto che soltanto colui che trionferà erediterà il
regno dei cieli, e non colui che vorrà svignarsela prima della Grande
Tribolazione.
E ciò benché nella Scrittura si abbiano riferimenti chiarissimi riguardo al
momento del Ritorno e del rapimento, come spiega per esempio Paolo nella sua
seconda lettera ai Tessalonicesi:
Il giorno della venuta del Signore e del rapimento non verrà se prima non sia venuto l’anticristo.
2Tess 2,1 Ora, fratelli, circa la venuta
del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo
2,2 di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da
pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra,
come se il giorno del SIGNORE fosse già presente. 2,3 Nessuno vi inganni
in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta
l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della
perdizione, 2,4 l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che
è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio
di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. 2,5 Non vi ricordate che
quand’ero ancora con voi vi dicevo queste cose? 2Tess 2, 1- 5;
Il giorno della venuta del Signore – il suo Ritorno – e la
nostra unione con lui (1Tess 4,17) – il nostro rapimento – non verranno se
non prima che siano giunti l’apostasia e
il Figlio della perdizione – l’Anticristo. Il Ritorno e il rapimento,
dunque, hanno luogo dopo la Grande Tribolazione. Ciò non potrebbe essere
formulato più precisamente di così. Ma qui la strutturazione della frase
potrebbe confondere alcune persone.
Ma poi, ancora, abbiamo un’analoga concreta dichiarazione di nostro Signore
nel Vangelo di Matteo:
Una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà.
Mt 24,21 perché allora vi sarà una grande
tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai
più vi sarà. 24,22 Se quei giorni non fossero stati abbreviati,
nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno
abbreviati. 24,23 Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è
qui", oppure: "È là", non lo credete; Mt 24,21-23;
Questa è dunque la Tribolazione/afflizione, e se, per
amore degli eletti (credenti) può essere abbreviata, questi credenti devono
essere ancora sulla terra. Nello stesso modo, l’avvertimento di guardarsi dai
falsi cristi, avrebbe poco senso per i non credenti e gli atei – supponendo
che tutti i credenti siano stati rapiti già prima della Grande Tribolazione. E
in alcuni versetti più avanti, il Signore si riferisce poi proprio a questa
tribolazione, quando egli dice:
Dopo la tribolazione vedranno il Figlio dell’uomo venire per riunire i suoi eletti.
Mt 24,29 Subito dopo la tribolazione
di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo
splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate.
24,30 Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora
tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio
dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria.
24,31 E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i
suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli.
Mt 24,29-31;
Anche qui si deve dire che è estremamente sorprendente il fatto
che, in considerazione di una simile chiarezza delle dichiarazioni del Signore,
alcuni predicatori ripetutamente riescano a convincere i fratelli e le sorelle
più creduloni delle comunità annunciando con fantasiose reinterpretazioni un
Ritorno e un rapimento prima della Grande Tribolazione, benché il Signore qui
dica quanto segue:
o … Subito dopo la tribolazione di quei giorni
o … vedranno il Figlio dell’uomo
venire sulle nuvole del cielo
o … manderà i suoi angeli con gran
suono di tromba
o … per riunire i suoi eletti
dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli
L’Apocalisse ci fornisce infine la prova ineluttabile del
fatto che la comunità degli Ultimi Tempi deve passare attraverso la
"tribolazione di quei giorni" e che solo dopo, con il Ritorno del Signore e con il Risveglio dei
Morti in Cristo, essa verrà rapita in cielo. In Apoc 7,9-14, Giovanni vede
in cielo davanti al trono di Dio una folla immensa che nessuno poteva contare,
da tutte le nazioni. Queste persone hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello,
che mostra chiaramente che esse devono essere identificate con la comunità di
tutti i tempi e di tutte le nazioni. E l’anziano dice a Giovanni che essi "vengono
dalla Grande Tribolazione".
Una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni sono quelli che vengono dalla grande tribolazione.
Apoc 7,9 Dopo queste cose guardai e vidi una
folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni,
tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti
all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. 7,10 E
gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al nostro Dio che siede
sul trono, e all’Agnello». 7,11 E tutti gli angeli erano in piedi intorno
al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con
la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: 7,12 «Amen!
Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la
potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen». 7,13 Poi uno degli
anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di
bianco e da dove sono venute?» 7,14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo
sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande
tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel
sangue dell’Agnello. Apoc 7, 9-14;
Come vediamo, qui è difficilmente possibile che tutte queste
prove scritturali che parlano del Ritorno del Signore e del rapimento della
comunità solo dopo la Tribolazione, non possano essere
riconosciute e comprese. Qui possiamo solo arrivare alla conclusione che con l’anticipazione
del rapimento prima della Grande Tribolazione si sia confermata una determinata
falsa teoria.
E così non ci si deve nemmeno aspettare che "il prossimo più grande evento
nella storia del mondo per i credenti sarà il rapimento", né che il Ritorno
del Signore avvenga "oggi, adesso, domani", come insegna Heinz Weber della
Scuola Biblica Brake. Il prossimo più grande evento nella storia del mondo per
l’intera umanità sarà invece la più grande catastrofe di tutti i tempi: una
Grande Tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora,
né mai più vi sarà (Mat 24:21).
E solo dopo, quando questi giorni per amore degli eletti verranno
abbreviati (Mat 24:22), il sole e la luna si eclisseranno ed essi vedranno
venire il Signore così come lo hanno visto salire al cielo (Atti 1:11): sulle
nuvole del cielo (Mat 26:64). Ed egli poi manderà i suoi angeli ed essi
raduneranno i suoi eletti. Ed è così, allora, che si compiranno il Ritorno del
Signore e il rapimento dei morti e dei vivi in Cristo.
(Vedi anche Discorso 71: "Il
prossimo grande evento nella storia del mondo per i credenti sarà Il
Rapimento?")
Un ulteriore fenomeno è l’affermazione in quasi tutte le
comunità che gli esseri umani convertiti sarebbero "rinati". E questo,
benché il Signore in Giov 3,7-8 ci dica che qualunque essere umano rinato
(nato dallo Spirito) – come il Signore stesso dopo la morte e la Risurrezione
(Giov 20:19,26) – possa venire e andare attraverso porte chiuse senza essere
visto, mentre questi "rinati" in vita non poterono mai esibire simili
capacità.
Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va;
Giov 3,7 Non ti meravigliare se ti ho detto:
"Bisogna che nasciate di nuovo". 3,8 Il vento
soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove
va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». Giov 3, 7- 8;
La parola greca che qui sopra in Giov 3,7 (e anche prima in
Giov 3,3) sta per "di nuovo", ossia anothen, è un avverbio che
significa "dall’alto in basso" (così anche nella traduzione tedesca
interlineare Nestle-Aland di Dietzfelbinger) ed anche tutte le traduzioni
rendono questa parola in Giov 3,31 e 19,11 con "dall’alto". Poiché
tuttavia anche i traduttori non hanno compreso il vero significato di questa
frase, in Giov 3,3.7 non hanno scelto la variante spaziale, ma la variante
temporale, "di nuovo", e quindi hanno impedito per generazione la corretta
interpretazione di questa dichiarazione del Signore.
Una simile cosa è accaduta con la traduzione del participio greco
anagegennemenoi usato da Pietro in 1Piet 1,3.23 e da Giovanni in Giov 1,13;
1Gio 2,29; 3,9; 4,7; 5,1.4.18 reso con "nato di nuovo" e con l’infinito
gegennetai reso con "nato". Entrambi i verbi possono essere tradotti sia con
"(ri)generato" che con "(ri)nato". E poiché i traduttori non
conoscevano il profondo background della dichiarazione del Signore qui sopra in
Giov 3,7-8, hanno tradotto con il più comune "rinato" o "nato" (si
vedano Nestle-Aland e le note alla Bibbia di Elberfeld) invece che con "r
igenerato"
o "generato", dando dunque a questo testo un significato completamente
diverso.
Come possiamo comprendere anche dal passo biblico qui sotto, il Signore qui non
parla dunque di una "rinascita" di persone in vita, ma della situazione dopo
la morte e la Risurrezione dei morti e prima del giudizio sui popoli risorti. E
perciò è assolutamente chiaro che quelle persone che credono di essere rinate
mentre erano ancora in vita, non possono esibire capacità di questo genere -
cosicché nessuno sa da dove vengano né dove vadano. Stando alla Scrittura,
essi non sono affatto rinati, ma solo spiritualmente rigenerati (per mezzo della
Parola di Dio). E tutto ciò che, nel periodo della gravidanza, può accadere ad
una creatura umana biologicamente generata, in senso figurato, può capitare
anche ad una creatura umana rigenerata spiritualmente – fino ad arrivare all’"aborto".
Nella nuova nascita, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria.
Mt 19,28 E Gesù disse loro: «Io vi dico in
verità che nella nuova nascita, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul
trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici
troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Mt 19,28;
Il Figlio dell’uomo prenderà posto sul suo trono glorioso ed giudica i genti riunite.
Mt 25,31 «Quando il Figlio dell’uomo
verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono
glorioso. 25,32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed
egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri;
25,33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Mt 25,31-33;
La rinascita biblica.Giov 3,7 Non ti meravigliare se ti ho detto:
"Bisogna che nasciate di nuovo". 8 Il vento soffia dove
vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va;
così è di chiunque è nato dallo Spirito. Giov 3,7-8; La parola greca che nella maggior parte delle Bibbie viene
tradotta con "rinato" è anagegennemenoi (1Piet 1:3, 23) o gegennetai (Giov 1:13; 1Gio 2:29; 3:9; 4:7; 4:18;
5:1) per dire "nato da Dio". Ma, considerando che il greco antico
non fa distinzione tra "nato" e "generato", la
traduzione "rigenerato" o "generato da
Dio" è parimenti corretta. Infatti quelli che sono stati una volta illuminati
e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e poi sono caduti, è
impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento. Ebr 6,4 Infatti quelli che sono stati
una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono
stati fatti partecipi dello Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la
buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro, 6,6 e poi sono caduti,
è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento perché
crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono a
infamia. Ebr 6,4-6; (Vedi anche Discorso 85: "Vera e falsa Rinascita." |
(Vedi anche Capitolo 12: "La Risurrezione.".)
Da figlio umano a figlio di Dio.Lo sviluppo di un figlio di Dio è in tutto e per tutto
paragonabile a quello di un figlio umano: come l’uovo nel corpo femminile
è il punto di partenza del bambino umano, lo spirito nel cervello umano
è il punto di partenza del figlio di Dio (Giov 6:63). Il vento soffia dove vuole e tu ne odi il
rumore, ma non sai né da dove viene né da dove va. E questa è ora anche la forma di esistenza – cioè come
esseri spirituali – di cui il Signore ci promette in Giov 3,3 che possiamo
entrare nel regno di Dio (cielo) in questo modo. "Se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio". 1)
La parola greca anagegennēmenoi = generato di nuovo, come
1Piet 1,23 (non "nato di nuovo"!!) – spiritualmente
generato di nuovo dopo essere stato impregnato dalla Parola di Dio.
(Vedi anche Discorso 85: "Vera
e falsa rinascita.") |
Questa autoglorificazione culmina poi nell’affermazione
seguente: "un rinato non potrà più andare perduto". A prescindere dal
fatto che in realtà per ora nessun essere umano è rinato, ma srà nato dallo
Spirito soltanto con la Risurrezione, la Scrittura ci fornisce alcuni
riferimenti al fatto che i credenti e gli esseri umani benedetti dallo Spirito
Santo possono ancora rinnegare di nuovo la fede.
Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo
Ebr 6,4 Infatti quelli che sono stati una
volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi
dello Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le
potenze del mondo futuro, 6,6 e poi sono caduti, è impossibile
ricondurli di nuovo al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto
loro il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. Ebr 6, 4- 6;
Se infatti, si lasciano di nuovo avviluppare e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima.
2Pie 2,20 Se infatti, dopo aver fuggito le
corruzioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù
Cristo, si lasciano di nuovo avviluppare in quelle e vincere, la loro
condizione ultima diventa peggiore della prima. 2,21 Perché sarebbe
stato meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, che, dopo
averla conosciuta, voltare le spalle al santo comandamento che era stato dato
loro. 2Pie 2,20-21;
Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio.
Ebr 3,12 Badate, fratelli, che non ci sia
in nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo, che vi allontani dal Dio
vivente; 3,13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può
dire: «Oggi», perché nessuno di voi s’indurisca per la seduzione del
peccato. 3,14 Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a
condizione che manteniamo ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da
principio, Ebr 3,12-14;
Come obiezione a questi passi biblici viene poi citato per lo
più Giov 10:27-29, dove il Signore ci dice che nessuno può rapirci dai suoi e
dalla mano del Padre. Tuttavia, qui si tralascia il fatto che, anche se nessuno
può rapirci dalla mano di Dio – come dimostrano i succitati passi biblici -
noi possiamo lasciare la mano di Dio per nostra propria scelta. Dio non
costringe nessun essere umano! Così come la nostra decisione per Gesù Cristo e
dunque il nostro accesso alla fede fu totalmente volontaria, Dio ci lascia anche
liberi di decidere se in seguito vogliamo o meno continuare a perseverare in
essa.
Come dice più sopra l’autore della lettera agli Ebrei, dobbiamo saldamente
conservare la nostra iniziale fiducia sino alla fine. Anche il Signore
nell’Apocalisse (2,26) dice: "A chi vince e persevera nelle mie opere sino
alla fine, darò potere sulle nazioni" e indica che i Santi giudicheranno
durante il Giudizio (1Cor 6,2). Qui, dunque, il fatto di far derivare una
sorta di automatismo: "Chiunque si sia convertito, non potrà più andare
perduto" non solo è assolutamente falso, ma è anche una delle più grandi
tentazioni alle quali l’intera comunità è esposta.
Purtroppo, però, questa falsa concezione viene confermata e
sostenuta anche da molti predicatori ed evangelisti, che raccontano agli esseri
umani dell’amore "infinito" e "incondizionato" di Dio. La Bibbia ci
dice che Dio ci ama, altrimenti egli non avrebbe lasciato andare suo Figlio
sulla croce per i nostri peccati. Essa non parla però né di un amore "infinito"
né di un amore "incondizionato" di Dio. Chiunque padroneggi più o meno la
semantica della sua lingua, comprenderà subito che un amore di questo tipo non
conosce né confini temporali né condizioni morali, poiché, appunto, esso è
infinito e incondizionato.
Ciò vuol dire tuttavia che un amore di Dio di questo tipo dovrebbe accettare
tutti i delinquenti, i pluriomicidi, gli atei, i tiranni e qualunque altra
brutta gentaglia, dall’inizio del mondo fino alla sua fine (infinito!!) senza
pentimento e conversione (incondizionato!!) da parte loro nella vita eterna.
Questa naturalmente è un’assurdità, ma poiché molti predicatori ancora e
ancora continuano a ripetere tutto ciò, alla fine le persone ci credono e non
comprendono che nel caso di un amore infinito e incondizionato Dio dovrebbe
perdonare a tutti gli esseri umani tutti i loro peccati senza alcun
contraccambio da parte loro e allora non sarebbe più necessario alcun
sacrificio – e Gesù Cristo non avrebbe dovuto morire sulla croce.
Il fatto che questo sacrificio di Gesù Cristo sia stato tuttavia necessario, è
la prova che Dio è anzitutto un Dio della giustizia e che la sua giustizia ha
richiesto un sacrificio per tutti i nostri peccati. In realtà, questo
sacrificio avrebbe dovuto essere richiesto per ciascuno di noi, ma Dio, nel suo
amore per noi esseri umani, ha mandato suo Figlio, che da solo poté pagare per
tutti i nostri peccati con la sua morte sulla croce. Colui che non accetta in
fede questo sacrificio espiatorio per i suoi peccati, non può appellarsi né ad
un amore infinito né ad un amore incondizionato di Dio, ma egli verrà
condannato secondo la giustizia divina e non vedrà il regno di Dio.
Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio?
1Cor 6,9 Non sapete che gl’ingiusti non
erediteranno il regno di Dio? Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri,
né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, 6,10 né ladri, né avari, né
ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio.
1Cor 6, 9-10;
Possiamo perciò confidare con assoluta sicurezza nella grazia e
nella misericordia di Dio e di nostro Signore Gesù Cristo, ma abbiamo al tempo
stesso tutte le ragioni per diffidare della nostra propria fermezza di
perseverare nella fede (Mat 26,34-35.75). La massima deve quindi suonare
come segue: "Rimanere nella fede, costi quel che costi".
(Vedi anche Discorso 69: "La
predestinazione e gli eletti. – I credenti cristiani ("rinati") possono mai perdersi?")
La falsa dottrina di una rinascita mentre si è ancora in vita e
la postulata impossibilità che un simile "rinato" possa abbandonare la
fede, culla i fratelli e le sorelle in una falsa sicurezza e dunque è
estremamente pericoloso. Come si può vedere, nel Cristianesimo ci sforziamo
spesso di interpretare la Scrittura in modo tale che la comunità e i suoi
membri risultino il più possibile gloriosi e inappuntabili. Vogliamo essere i
primi e i migliori e magari, chissà, anche regnare nel Millennio. E questo è
quindi un fenomeno straordinario, perché il Signore ci profetizza che proprio
un atteggiamento di questo tipo è controproducente e ci toglie i frutti della
nostra fede:
Ecco, vi sono degli ultimi che saranno primi e dei primi che saranno ultimi».
Luc 13,30 Ecco, vi sono degli ultimi che saranno
primi e dei primi che saranno ultimi». Luc 13,30;
E qui troviamo anche una risposta alla domanda che lei ha posto
nella sua e-mail:
"Perché i cristiani fanno una cosa simile, ben
sapendo che Dio odia le menzogne e le falsificazioni della sua dottrina?"
Da un lato, in primo luogo, vi sono dei predicatori e degli
evangelisti che vogliono vendere libri e che esigono un onorario anche per le
loro conferenze e i loro seminari, che hanno interesse a lasciare negli
ascoltatori e nei lettori le impressioni il più possibile positive. I profeti
dell’Antico Testamento – e non da ultimo anche nostro Signore Gesù Cristo
- si sono resi impopolari in molte persone perché essi hanno detto loro la
pura verità. Dall’altro lato, vi è naturalmente anche un determinato
pubblico che preferisce ascoltare e credere a quelle cose che gli preannunciano
un futuro splendido, senza afflizione né pene, ma costellato da onori e potere,
e che perciò si sceglie da sé i propri maestri e in tal modo stabilisce così
cosa vuole ascoltare o leggere e cosa no.
Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina.
2Tim 4,3 Infatti verrà il tempo che non
sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si
cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, 4,4 e
distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.
2Tim 4, 3- 4;
L’amore infinito e incondizionato di Dio.Se l’amore di Dio fosse infinito e incondizionato,
questo Dio dovrebbe rimettere a tutti gli esseri umani di tutti i tempi
(all’infinito!!) tutti i loro peccati senza rimorso né conversione
(incondizionatamente!!). Allora, non sarebbe più necessario alcun
sacrificio espiatorio – e Gesù Cristo non avrebbe dovuto morire sulla
croce. (Vedi anche Discorso 30: "Perché Gesù dovette morire sulla croce?") |
Ma passiamo ora ai passi biblici. Efe 1,13-14: "In
lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della
vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello
Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra
eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a
lode della sua gloria". Efe 4,30: "Non rattristate lo Spirito Santo
di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione".
Io comprendo questi passi biblici nel senso che Dio nel giorno della
conversione ci ha dato un "marchio" (lo so, l’espressione non è
appropriata, ma non mi viene in mente niente di meglio) come caratteristica
che ci indica come sua proprietà, ossia lo Spirito Santo. Ora, so anche che
lo Spirito Santo ha anche altri compiti, ma uno di essi è appunto anche
quello di essere un pegno e un sigillo. Nel versetto 30, veniamo esortati a
non ingannare lo Spirito Santo. Lutero traduce 1Tess 5,19 nel modo
seguente: "Non spegnete lo Spirito". Siamo chiaramente nella condizione
(o abbiamo la responsabilità) di influenzare la sfera d’azione dello
Spirito Santo. Ma non conosco alcun passo biblico che ci dica che lo Spirito
Santo può abbandonarci di nuovo. Mi dica, per favore, se nella Scrittura
(ed in particolare nel Nuovo Testamento) vi sono dichiarazioni di questo
tipo, perché allora dovrei rivedere il mio punto di vista a tale proposito.
Questa la mia logica: se lo Spirito Santo è una presenza duratura in noi,
esso dovrebbe venire con noi all’inferno, se perdiamo la nostra salvezza,
e questo è assurdo!
Brunhilde Bollmeyer brunhilde.bollmeyer@gmx.de
La sua interpretazione di Efe 1,13-14 mi piace moltissimo e
la sua logica finale è affascinante. È anche proprio questa logica, tra l’altro,
che mi permette di giungere alla conclusione opposta: se lo Spirito Santo è in
noi, vista la cattiveria dell’essere umano (tutti in fondo sono cattivi, Rom
3:12), esso non può sostenere tutte le azioni compiute da quest’ultimo.
Così, per esempio, nella Scrittura il re Davide ci dice spesso che egli ha
parlato nello Spirito Santo e perciò egli doveva avere lo Spirito Santo insito
in sé. Tuttavia, quando Davide pose Uria in primissima linea al fronte durante
la battaglia (2Sam 11), affinché fosse ucciso ed egli potesse avere per
sé sua moglie Betsabea, con la quale aveva tradito Uria, è assolutamente
impossibile che lo Spirito Santo fosse in lui. Dunque, lo Spirito Santo doveva
averlo abbandonato. In seguito, ci viene poi raccontato che Davide riebbe lo
Spirito Santo e che nel Millennio Dio risveglierà David, cosicché egli sarà
nuovamente re d’Israele. Anche qui si vede che secondo la Scrittura lo Spirito
Santo non è una presenza duratura nell’essere umano, ma reagisce
adeguatamente al volere e alle azioni di ciascun credente.
Riguardo alla sua domanda finale:
"Ma non conosco alcun passo biblico che ci dica
che lo Spirito Santo può abbandonarci di nuovo. Mi dica, per favore, se nella
Scrittura (ed in particolare nel Nuovo Testamento) vi sono dichiarazioni di
questo tipo, perché allora dovrei rivedere il mio punto di vista a tale
proposito".
posso citarle un passo del Nuovo Testamento, da Ebr 6,4-6:
Infatti quelli che sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento
Ebr 6,4 Infatti quelli che sono stati una
volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti
partecipi dello Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la buona parola di
Dio e le potenze del mondo futuro, 6,6 e poi sono caduti, è impossibile
ricondurli di nuovo al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro
il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. Ebr 6, 4- 6;
Questi credenti, quindi, avevano lo Spirito Santo ma poi, però,
sono caduti nell’apostasia. Perciò, se lo Spirito Santo fosse una presenza
costante in loro, esso dovrebbe – come lei ha formulato più sopra in modo
completamente giusto – andare con loro all’inferno. E qui, naturalmente,
siamo assolutamente d’accordo che tutto questo sarebbe assurdo.
Di conseguenza, l’unica alternativa che rimane è che lo Spirito Santo abbia
abbandonato questi credenti.
(Vedi anche Discorso 51: "Il
ricevimento dello Spirito Santo – come si verifica?")
Grazie per il riferimento a Ebr 6,4ss. Ciò che viene
dichiarato qui è causa di alcune difficoltà nella mia argomentazione.
Attraverso questo passo biblico vengono sollevate molte domande, per esempio
come devo comprendere Giov 14,15-17: "Se voi mi amate, osserverete i
miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro
consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che
il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo
conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi"?
Brunhilde Bollmeyer brunhilde.bollmeyer@gmx.de
Queste dichiarazioni del Signore sono in realtà particolarmente
interessanti in relazione alla ricezione dello Spirito Santo e meritano di
essere analizzate in modo più approfondito. Poiché uno dei problemi dell’esegesi
biblica è la riproduzione abbreviata dei testi della Scrittura, attraverso la
quale, poi, vengono citate promesse, i cui presupposti, però, non vengono
tenuti in considerazione, qui nelle nostre riflessioni vogliamo includere anche
il contesto di questo passo biblico.
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.»
Giov 14,18 Non vi lascerò orfani; tornerò da
voi. 14,19 Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete,
perché io vivo e voi vivrete. 14,20 In quel giorno conoscerete che io
sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. 14,21 Chi ha i miei
comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre
mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui». 14,22 Giuda (non
l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al
mondo?» 14,23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia
parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di
lui. 14,24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola
che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato. Giov 14,18-24;
Nella continuazione del passo biblico citato dalla Signora
Bollmeyer, riconosciamo qui sopra le condizioni più dettagliate e i presupposti
in base ai quali viene dato questo "spirito della verità" – ossia lo
Spirito Santo. In Giov 14,23-24, il Signore dice: "Se uno mi ama,
osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e
dimoreremo presso di lui". Il presupposto è dunque che noi amiamo il Signore
Gesù e la sua Parola, e allora anche il Padre ci amerà. E poi più avanti si
dice che entrambi – Padre e Figlio – verranno presso di noi e presso di noi
dimoreranno. E questo "dimorare" non è altro se non l’essere insito in
noi del Padre e del Figlio attraverso lo Spirito Santo – ossia la Trinità.
Ciò vale quindi per tutti i credenti che amano il Signore e osservano la sua
Parola.
E poi in seguito si dice:
Chi non mi ama non osserva le mie parole
Questa è dunque la negazione della prima parte della
dichiarazione menzionata più sopra. E là dove questo presupposto viene a
mancare, naturalmente anche la conseguenza, ossia la promessa dell’essere
insito dello Spirito Santo risulta inconsistente. Ciò significa che i credenti
possono contare sulla manifestazione dello Spirito Santo in loro solo e a
condizione che essi amino il Signore e osservino la sua Parola.
In alcuni versetti precedenti troviamo però quel testo che anche la Signora
Bollmeyer cita nella sua replica e che a prima vista e considerato fuori dal suo
contesto potrebbe dare completamente l’impressione, così come lei indica, che
lo Spirito Santo dimori in noi costantemente ("per l’eternità").
Il Padre vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre
Giov 14,15 «Se voi mi amate, osserverete i
miei comandamenti; 14,16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un
altro consolatore, perché stia con voi per sempre, 14,17 lo Spirito
della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo
conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.
Giov 14,15-17;
Ma proprio se vogliamo osservare la Parola del Signore, dobbiamo
leggere il testo con attenzione al fine di comprendere correttamente il
significato di queste parole. E qui, sia in Giov 14,16 che in 14,17
riconosciamo che il Signore parla del fatto che lo Spirito Santo sarà o
rimarrà presso di noi. Anche il testo greco qui, con la parola
"para", vuole intendere qualcosa come "accanto" o "vicino
a" qualcuno. Da ciò ne deriva la spiegazione che il Signore non parla del
fatto che lo Spirito Santo è in noi in eterno – ossia come presenza duratura
-, ma piuttosto del fatto che esso sarà in eterno presso di noi, accanto a
noi, vicino a noi. E Giovanni parla proprio di questo rapporto anche nell’Apocalisse,
dove egli vede lo Spirito di Dio come i sette occhi dell’Agnello
I sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra.
Apoc 5,6 Poi vidi, in mezzo al trono e alle
quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che
sembrava essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che sono i
sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra. Apoc 5, 6;
Da ciò possiamo evincere che lo Spirito Santo di Dio viene
mandato per tutta la terra e dunque è vicino ad ogni essere umano. Tuttavia,
ciò non significa che esso dimori in tutti gli esseri umani. Questo ci viene
detto solo nel riferimento finale in Giov 14,17 "e sarà in voi",
sebbene qui il Signore si riferisca di nuovo a quei presupposti che egli
menziona in Giov 14,23 per la caratteristica dello Spirito Santo di essere
insito: "Chi mi ama e osserva la mia parola".
Da questo possiamo comprendere di nuovo che lo Spirito Santo è qui sulla terra
proprio per noi, però il suo dominio in noi dipende dal fatto se noi amiamo il
Signore e conserviamo la sua Parola. Se noi facciamo questo, allora il nostro
più grande desiderio sarà che il Signore sia in noi e noi in lui. E allora il
Padre invierà il suo Spirito su di noi e Padre, Figlio e Spirito Santo
dimoreranno in noi.
La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.A differenza di tutte le altre religioni di questo mondo, il cristianesimo
biblico non è una religione. È una relazione. Un rapporto o una connessione
con Dio, in quanto nostro Padre nei cieli. Ecco perché anche il nostro
Signore Gesù Cristo ci ha detto: Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Mat 23,9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro
padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.
Mat 23,9; Perciò, nel cristianesimo biblico non chiamiamo nessuno
sulla terra nostro Padre, ma l’unico e solo Onnipotente Dio nei
cieli è nostro Padre. Infatti, Dio non ha creato solo noi, ma con Adamo e
Eva, i nostri genitori arcaici, tutti gli esseri umani, ed è quindi il padre
di tutti noi. Eppure questo è ciò che pochissimi vogliono sapere. Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità. Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta,
che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità;
poiché il Padre cerca tali adoratori. 4,24 Dio è Spirito; e quelli
che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità».
Giov 4,23-24; E come ci conferma anche Paolo nella prima lettera ai
Corinzi, lo Spirito di Dio dimora in noi, se siamo figli di Dio. Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 1Cor 3,16 Non sapete che siete il
tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 3,17 Se uno
guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo;
e questo tempio siete voi. 1Cor 3,16-17; Così questa è una connessione molto simile a quella, che
anche il Figlio di Dio ebbe con il Padre durante la Sua missione sulla
terra: Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Giov 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre
e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio;
ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 14,11 Credetemi:
io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle
opere stesse. Giov 14,10-11; Infine il Signore Gesù stesso ci spiega anche, che chi Lo
ama si riconoscerà dal fatto, che osserverà la Parola del Suo Signore. E
perciò il Padre lo amerà ed entrambi, Padre e Figlio, verranno da lui e
dimoreranno presso di lui. Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Giov 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò:
«Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli
rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio
l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi
non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia,
ma è del Padre che mi ha mandato. Quindi riassumiamo: Paolo ci dice sopra in 1Cor 3,16, che lo
Spirito Santo dimora presso di noi, se siamo figli di Dio. Qui sopra in
Giov 14,23 il Signore Gesù ci dice, che Padre e Figlio verranno da noi e
dimoreranno presso di noi, se amiamo il Figlio. Così nel nostro spirito abbiamo unito
Padre, Figlio e Spirito Santo! È quindi evidente che è nella natura degli esseri spirituali incorporarsi sia
nello spirito di un essere umano che in altri esseri spirituali. Nella loro forma spirituale sono
immateriali e possono fondersi l’uno nell’altro, come quando si versa sul livello materiale
un bicchiere d’acqua in un altro e i due liquidi diventano un’unica cosa (Trinità). L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo. Atti 7,48 L’Altissimo però non abita in edifici
fatti da mano d’uomo, come dice il profeta(Isaia 66:1-2): 7,49 "Il
cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi
costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo?
7,50 Non ha la mia mano creato tutte queste cose?" Atti 7,48-50; Dunque, nella fede cristiana biblica non esistono riti, liturgie, "messe",
sacerdoti, vescovi, cardinali, papi, etc. I credenti cristiani biblici
stessi sono il tempio di Dio e nel loro spirito hanno una connessione
immediata e diretta con il loro Padre Celeste. Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: "Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo." 2Cor 6,14 Non lasciatevi legare al
giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la
giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 6,15 Quale
intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un
infedele? 6,16Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Ed è anche questo spirito dei figli di Dio che vivrà dopo la
risurrezione come un essere spirituale nella dimensione eterna con il nostro
Padre nei cieli, avendo percorso la strada che nostro Signore Gesù Cristo ha
già percorso prima di noi come primizia (1Cor 15,20-28). Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto. Mat 6,5 «Quando pregate, non siate come gli
ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli
angoli delle piazze (o al "Muro del pianto"!/FH) per essere visti
dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno.
6,6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta,
rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo,
che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. 6,7 Nel pregare non usate
troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per
il gran numero delle loro parole. 6,8 Non fate dunque come loro, poiché
il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele
chiediate. Mat 6,5-8; |
Chi non ama il Signore, abbandonerà la sua Parola e lo Spirito
non scenderà su di lui. E questo non vale solo per gli empi e i non credenti,
ma anche per coloro che un tempo avevano questo amore per il Signore e dunque
per lo Spirito Santo, e che poi in seguito lo hanno rinnegato. Ciò ci viene
detto una volta dall’autore della lettera agli Ebrei più sopra, in
Ebr 6,4-6 e ci viene confermato anche dal Signore stesso nell’Apocalisse
di Giovanni, nella lettera all’angelo della chiesa di Efeso:
Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore.
Apoc 2,1 «All’angelo della chiesa di Efeso
scrivi: Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e
cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro: 2,2 "Io conosco le tue
opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e
hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai
trovati bugiardi. 2,3 So che hai costanza, hai sopportato molte cose per
amor del mio nome e non ti sei stancato. 2,4 Ma ho questo contro di te:
che hai abbandonato il tuo primo amore. 2,5 Ricorda dunque da
dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò
presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi.
Apoc 2,1-5;
Come si vede, la formula a quanto pare molto allettante che
afferma: "Spirito Santo una volta, Spirito Santo per sempre", è quindi una
fantasticheria di alcuni fratelli e sorelle e non ha alcun fondamento biblico.
Purtroppo nella vita di fede non vi sono garanzie simili. Per tutta la nostra
vita, dobbiamo fare attenzione a non abbandonare questo amore per il Signore,
affinché quella minaccia che il Signore rivolge alla comunità di Efeso non
diventi realtà per noi.
La conversione e la fede in nostro Signore Gesù Cristo, così come l’accettazione
del suo sacrificio espiatorio per i nostri peccati, sono una decisione del tutto
personale di ciascun essere umano, che deve avvenire secondo un arbitrio
totalmente libero e senza alcuna costrizione. Una costrizione esercitata da Dio
sarebbe contraria alla giustizia, alla dignità e alla maestà dell’Onnipotente.
Guardiamo questo mondo: vi si vede forse da qualche parte una costrizione di
Dio? Anzi, è proprio il contrario. Proprio perché Dio non costringe nessuno a
percorrere una determinata via, ma lascia decidere liberamente all’essere
umano, il mondo sta andando incontro al caos. E poiché il Signore, il nostro
Dio non costringe a decidere per lui nessun essere umano, se quest’ultimo non
vuole, egli di certo non lo costringe a rimanere con lui contro la sua volontà.
Tuttavia, anche una conversione e una fede che siano estorte da qualche
"missionario" – come per esempio nel caso della cattolicizzazione
degli indios sudamericani da parte dei conquistadores spagnoli e portoghesi –
sono nulle davanti a Dio e non fanno altro che condurre gli esseri umani dalle
tenebre in altre tenebre ancora più profonde. È possibile dare alle persone
informazioni, ammonimenti e indicazioni, ma ogni individuo deve prendere la
propria decisione riguardo a tale questione da solo e per convinzione personale.
Se tu non avverti l’empio, quell’empio morirà per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano..
Ez 3,18 Quando io dirò all’empio:
"Certo morirai!" se tu non l’avverti, e non parli per avvertire
quell’empio di abbandonare la sua via malvagia, e salvargli così la vita,
quell’empio morirà per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue
alla tua mano. 3,19 Ma, se tu avverti l’empio, ed egli non si ritira
dalla sua empietà e dalla sua via malvagia, egli morirà per la sua iniquità,
ma tu avrai salvato te stesso.
3,20 Quando un giusto si allontana dalla sua giustizia e commette
l’iniquità, se io gli pongo davanti una qualche occasione di caduta, egli
morirà, perché tu non l’avrai avvertito; morirà per il suo peccato, e
le cose giuste che avrà fatte non saranno più ricordate; ma io domanderò
conto del suo sangue alla tua mano. 3,21 Però, se tu avverti quel
giusto perché non pecchi, e non pecca, egli certamente vivrà, perché è stato
avvertito, e tu avrai salvato te stesso». Ez 3,18-21;
Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.
Mar 16,15 E disse loro: «Andate per tutto
il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. 16,16 Chi avrà creduto
e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà
condannato. Mar 16,15-16;
E, ora, poiché è così, niente e nessuno può strapparci a
questa decisione e dunque alla mano del nostro Dio (Giov 10,28-29), se non,
di nuovo, soltanto noi stessi. Perciò, ciascun credente può revocare
volontariamente tale decisione, così come volontariamente l’aveva presa, e
abbandonare la fede. E quindi non dobbiamo temere qualche esercito di Satana,
oppure liberare da essi le nostre città mediante la glossolalia o la "battaglia
spirituale", così come essa viene praticata in alcune denominazioni, ma è
soltanto alla nostra propria volontà che dobbiamo prestare attenzione. Se però
amiamo il Signore e osserviamo la sua Parola, il Dio uno e trino dimorerà
personalmente in noi e rafforzerà il nostro amore con il suo, cosicché vorremo
rimanere nella sua mano per nostra volontà e con piena fiducia.
Se uno mi ama, osserverà la mia
parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di
lui
(Vedi anche Discorso 114: "La
battaglia contro un mondo invisibile per un’Europa su base cristiana?"
[non ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco
/ leggi in inglese]
(Vedi anche Discorso 11: "La
dottrina della riconciliazione universale: Soluzione o inganno?"