Discorso 106 – Le false dottrine nelle comunità cristiane.




Gesù dà rivelazioni dell’inferno? / Commento Klaus Hildebert 00, 30-12-200

Adorazione degli idoli e culto dei morti.

I cristiani morti sono già in cielo?

La comunità è la Sposa di Cristo?

I 144000 segnati sono la comunità cristiana?

Il rapimento della comunità ha luogo con la Prima Risurrezione?

La Risurrezione Universale alla Fine del Mondo: solo per gli atei?

Il destino dei dannati: eterno tormento o dissoluzione?

L’esistenza eterna di ogni essere umano.

Il principio dell’esistenza eterna dello spirito dell’uomo.

La comunità verrà rapita ancora prima della Grande Tribolazione?

Vi sono cristiani "rinati"?

La rinascita biblica.

Un "rinato" non potrà più andare perduto?

L’amore infinito di Dio.

Lo Spirito Santo è una presenza duratura nel fedele? / Commento B. Bollmeyer 00, 12-07-2005

La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.

La dottrina della Riconciliazione Universale: Soluzione o inganno?   –    Discorso 11


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(Gesù dà rivelazioni dell’inferno? / Commento Klaus Hildebert 00, 30-12-2008)

Ho letto con grande interesse le sue argomentazioni sul sito Immanuel.at. Mi congratulo con lei per il suo punto di vista eccezionale, dettagliato e solido per quanto riguarda i contenuti degli scritti biblici. Lei si è davvero dato molto da fare ed è raro trovare un simile impegno e una simile fondatezza in materia biblica.

Le scrivo per la seguente ragione: in internet ho trovato una pagina, nella quale i cristiani raccontano di esperienze divine a loro presumibilmente accadute. I testi tedeschi sulla pagina si trovano al seguente indirizzo web: www.spiritlessons.com/italian/index.html.

A tale proposito, la mia particolare attenzione è stata attratta dai resoconti nei quali i suddetti cristiani affermano che Dio ha mostrato loro l’inferno.


Alcuni esempi:
Qui sette giovani raccontano di come Gesù è andato con loro nelle profondità dell’inferno e ha mostrato loro i dannati e le loro pene::
www.spiritlesson.com – "Rivelazione dell’inferno data a sette Colombiani" (PDF)

Un resoconto similare si trova in questa donna, alla quale, allo stesso modo, così dice lei, è stato mostrato l’inferno più volte, e di ciò racconta qui:
www.spiritlesson.com – "Una rivelazione divina dell’inferno" (Pdf)

Il seguente uomo, secondo quanto lui stesso sostiene, non fu soltanto un visitatore dell’inferno, ma anche una vittima:
www.spiritlessons.com – "Bill Wiese: 23 minuti all’inferno"

Ora, dunque, chiedo a lei, che è qualcuno che assai chiaramente si intende di questa materia: come si devono considerare simili racconti? Sono allucinazioni, menzogne o rivelazioni veritiere? Da che cosa si può capire se questi resoconti sono reali o no? E se essi non sono reali, ma solo inventati, perché i cristiani fanno una cosa simile, ben sapendo che Dio odia le menzogne e le falsificazioni della sua dottrina?

Proverbi 6
16 Sei cose odia il SIGNORE, anzi sette gli sono in abominio:
17 gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente,
18 il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corrono frettolosi al male,
19 il falso testimone che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli.

Apocalisse 22
18 Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro.

Klaus Hildebert



Molte grazie per la sua visita del sito Immanuel.at e per le sue parole cordiali. Il suo commento mostra un fenomeno che in realtà – in particolar modo negli Stati Uniti e negli stati del Sudamerica – rappresenta uno dei grossi problemi nelle comunità cristiane del nostro tempo. Si tratta cioè del fatto che non si smette mai di raccontare di rivelazioni che presumibilmente il Signore Gesù stesso avrebbe dato alla gente, incaricandola poi di diffondere tali visioni tra gli esseri umani.

Poiché qui in molti casi si tratta anche di narratori con una conoscenza abbastanza abile della Bibbia, è alquanto difficile soprattutto per dei contemporanei dotati di una scarsa conoscenza biblica, esaminare un’argomentazione apparentemente conforme alle Scritture e stabilire se qui si tratti di un’esegesi fondata, o se nel cosiddetto "metodo della cava di pietra" siano stati estratti singoli versetti e paragrafi e assemblati poi in una nuova "storia".

E poiché ora la corretta verifica e valutazione di simili dichiarazioni rappresenta un compito che richiede un tempo relativamente lungo di esecuzione, alcuni commentatori si facilitano tale compito e affermano semplicemente che tutto ciò è falso, senza però addurre una prova concreta tratta dalle Scritture. Tuttavia, facendo così, essi non sono certo meglio di quei "narratori" e in qualunque momento possono essere relativizzati con l’argomentazione che essi non sono riusciti a confutare tali dichiarazioni.

Di conseguenza, vogliamo percorrere la strada giusta, anche se è più faticosa e tentare di verificare queste persone in quei punti in cui esse sono maggiormente confutabili. Questi punti sono da un lato le loro citazioni di passi biblici, laddove essi li menzionano, e, dall’altro – i luoghi in cui essi sostengono che il Signore Gesù in persona ha parlato con loro. Tutto ciò è qualcosa che troviamo molto frequentemente nei resoconti di questo tipo, e quasi sempre è un segno di una falsificazione. Conosciamo il ductus del Signore - ossia il modo caratteristico in cui egli ha parlato – dalla Bibbia, e possiamo riconoscere con sufficiente sicurezza se qualcuno, che non ha padronanza con tale dizione, tenta di attribuirgli falsamente dei testi.


"Rivelazioni sul cielo e sull’inferno" che furono date a sette giovani.

Nella primo sito web da lei citato, vi sono sette giovani colombiani (simili ai tre bambini di Fatima?), ai quali Gesù Cristo avrebbe mostrato tra le altre cose anche l’inferno; all’incirca all’inizio si dice:

"In mezzo alla luce vedemmo una schiera di angeli che erano vestiti di bianco. Questi angeli erano stupendi, alti e bellissimi. Al centro del loro gruppo vedemmo qualcosa di straordinario – la figura di un uomo. Il suo aspetto era particolare – un uomo che indossava un mantello bianchissimo e vesti altrettanto bianche (…)". Egli ci parlava con parole semplici, ma molto potenti. Ci disse le seguenti udibili parole: ‘Miei cari figlioli, non abbiate paura, io sono Gesù di Nazaret; e sono quindi venuto a voi per mostrarvi dei segreti che voi dovrete poi comunicare a nazioni, città, comunità e ovunque in tutto il mondo. Là dove io vi dico che dovrete andare, voi andrete – e là dove io vi dico che non dovrete andare, voi non andrete’ (…). Potemmo tuttavia vedere che Egli portava una fascia dorata sul petto, sulla quale erano scritte le seguenti parole in caratteri d’oro: ‘Re dei Re e Signore di tutti i Signori’".


Da un lato bisognerebbe osservare che la maggior parte dei cristiani credenti, se avessero una simile apparizione, rimarrebbero così colpiti e perplessi, che a malapena presterebbero attenzione al "bell’aspetto" di questi angeli. Ma già solo il fatto che queste persone abbiano attribuito così grande importanza all’aspetto degli angeli, permette di riconoscere che essi sono a malapena credenti-spirituali, ma piuttosto mondani-ottici. Inoltre, la figura dell’uomo al centro: se quest’uomo davvero portava un mantello, sarebbe stato assai difficile distinguere i colori delle sue vesti – che doveva sicuramente indossare sotto. E, infine, è alquanto evidente che qui si devono riconoscere "prestiti" dall’Apocalisse.

In mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio d’uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi.

Apoc 1,12 Io mi voltai per vedere chi mi stava parlando. Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d’oro 1,13 e, in mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio d’uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi e cinto di una cintura d’oro all’altezza del petto. 1,14 Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida, come neve; i suoi occhi erano come fiamma di fuoco; Apoc 1,12-14;


Tuttavia, è anche alquanto raro che qui il Signore si presenti con l’espressione "Io sono Gesù di Nazareth". Egli non ha mai chiamato se stesso "Gesù di Nazareth", ma "Figlio d’uomo". E in particolare nell’eternità – da dove avviene questo dialogo – è totalmente irrilevante che egli venga da Nazareth. Dalla sua Risurrezione, egli è il Figlio di Dio ed è così che è conosciuto a tutti i cristiani credenti.

E poi più avanti si legge:

"La Sacra Scrittura, la Parola di Dio, dice in Gioele 2,28: ‘Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni’. Questi sono i segni che Dio ha preparato per ciascuno".


E, chiaramente, questo verso, estratto dal suo contesto scritturale, dovrebbe dimostrare che su queste persone è stato ora sparso lo Spirito Santo e che adesso esse sono in grado di profetizzare. Da ciò è però possibile riconoscere non soltanto il tentativo di abusare di questo passo biblico per i loro scopi, ma anche ed in particolare il fatto che queste persone non hanno alcuna idea del significato del testo che qui citano. Chi legge il contesto, comprende che queste dichiarazioni del profeta Gioele non si riferiscono a questi sette giovani colombiani né alla nostra epoca attuale, ma al popolo di Israele, e che esse si realizzeranno solo nel tempo del Regno Millenario sulla terra.

Conoscerete che io sono in mezzo a Israele, che io sono il SIGNORE, vostro Dio, e non ce n’è nessun altro.

Gioele 2,23 Voi, figli di Sion, gioite, rallegratevi nel SIGNORE, vostro Dio, perché vi dà la pioggia d’autunno in giusta misura, e fa scendere per voi la pioggia, quella d’autunno e quella di primavera, come prima. 2,24 Le aie saranno piene di grano, i tini traboccheranno di vino e d’olio. 2,25 «Vi compenserò delle annate divorate dal grillo, dalla cavalletta, dalla locusta e dal bruco, il grande esercito che avevo mandato contro di voi. 2,26 Mangerete a sazietà e loderete il nome del SIGNORE, vostro Dio, che avrà operato per voi meraviglie, e il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna. 2,27 Conoscerete che io sono in mezzo a Israele, che io sono il SIGNORE, vostro Dio, e non ce n’è nessun altro; e il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna. Gioele 2,23-27;


E solo dopo Gioele pronuncia le promesse citate qui sopra:

Gioele 2,28 «Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni. Gioele 2,28;


Più avanti nel testo, questi giovani raccontano poi di un uomo all’inferno, che implorava la pietà di Gesù:

"L’uomo tese la sua mano scarna al Signore e iniziò a piangere, dicendo: "Signore, abbi pietà di me! Ti prego, abbi pietà di me! Mi fa così male! Sto bruciando! Ti prego, abbi pietà di me e portami via da qui!". Il Signore lo guardò con compassione – e improvvisamente sentii qualcosa di caldo nella mia mano. Abbassai lo sguardo su di essa e vidi il sangue di Gesù! Il sangue veniva dalla Sua mano, mentre egli guardava l’uomo sofferente, che era avvolto dalle fiamme".


Ora, questa è una prova abbastanza evidente del fatto che qui abbiamo a che fare con delle menzogne del tutto spudorate. Da 2000 anni, nostro Signore Gesù Cristo è in cielo presso il Padre. Allora egli è risorto ed ha un corpo di Risurrezione (corpo spirituale), che è fatto di Spirito e non di carne e sangue (Giov 6:63; 1Cor 15:50).

Cristo, fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito.

1Pie 3,18 Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. 3,19 E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere. 1Pie 3,18-19;


Perciò non può sgorgare sangue dalla sua mano, perché Gesù non è più carne e sangue, ma Spirito. Anche questo presunto uomo all’inferno implora Gesù di avere pietà di lui, ma in tutto il testo non si parla né di pentimento, né di espiazione né di conversione. Come potrebbe essere possibile, visto che queste persone vogliono soltanto diventare famose con le loro bugie e i loro inganni, ma di certo non vogliono convertirsi, né convertire altre persone.

(Vedi anche Excursus 07: "Il corpo della risurrezione."


La descrizione: "e improvvisamente sentii qualcosa di caldo nella mia mano. Abbassai lo sguardo su di essa e vidi il sangue di Gesù! Il sangue veniva dalla Sua mano" è altrettanto falsa, come tutte quelle rappresentazioni di Gesù crocifisso, che mostrano le segni delle unghie sui palmi delle sue mani. Così come dimostrano i reperti archeologici, durante la Crocifissione praticata dai Romani, non furono i palmi delle mani ad essere trafitti, ma i polsi. E allora questa stessa impostura deve essere attribuita anche a tutti i "santi" cattolici che vogliono ricondurre la loro comparsa delle stigmate ad un effetto dello Spirito Santo, che li avrebbe "benedetti" riproducendo le piaghe di Gesù sui palmi delle loro mani. In realtà – circa come Padre Pio di Pietrelcina in Italia – essi spalmano sui palmi delle loro mani degli acidi, per poi simulare delle stigmate sanguinanti.


Padre Pio si era provocato le stimmate con l’acido.

Secondo un nuovo libro, Padre Pio, il santo più amato d’Italia, avrebbe finto le sue stimmate versandosi dell’acido carbolico sulle mani.

Padre Pio

Il libro "Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento", dello storico Sergio Luzzatto, si basa su un documento trovato nell’archivio del Vaticano. Il documento rivela la testimonianza di un farmacista che racconta che il giovane Padre Pio comprò quattro grammi di acido carbolico nel 1919.

"Ero un’ammiratrice di Padre Pio e lo incontrai per la prima volta il 31 luglio 1919", scrive Maria De Vito. La donna afferma di aver trascorso un mese con il sacerdote nella città meridionale di San Giovanni Rotondo, vedendolo spesso. "Padre Pio mi chiamò da lui in gran segreto e dicendomi di non dirlo ai suoi confratelli, mi diede personalmente una bottiglia vuota e mi chiese se volevo fare da autista per trasportarla da Foggia a San Giovanni Rotondo con quattro grammi di acido carbolico puro.

"Mi spiegò che l’acido serviva per disinfettare le siringhe per le iniezioni. Chiese anche altre cose, come le pastiglie di Valda". La testimonianza era stata originariamente presentata al Vaticano dall’arcivescovo di Manfredonia, Pasquale Gagliardi, come prova che Padre Pio si era provocato le stimmate con l’acido. Fu esaminata dalla Santa Sede durante il processo di beatificazione di Padre Pio e apparentemente respinta.

Padre Pio, il cui vero nome era Francesco Forgione, morì nel 1968. è stato fatto santo nel 2002. Un recente sondaggio in Italia ha mostrato che più persone pregano lui che Gesù o la Vergine Maria. Ha mostrato le stimmate per tutta la vita, a partire dal 1911. Le nuove accuse sono state accolte con un immediato rifiuto da parte dei suoi sostenitori. La Catholic Anti-Defamation League ha dichiarato che Luzzatto era un bugiardo e "diffondeva calunnie anticattoliche". 

Pietro Siffi, presidente della Lega, ha dichiarato: "Vorremmo ricordare al signor Luzzatto che, secondo la dottrina cattolica, la canonizzazione comporta l’infallibilità papale". "Vorremmo suggerire all’onorevole Luzzatto di dedicare le sue energie allo studio corretto della religione".



Una "rivelazione divina dell’inferno""

Nel secondo dei tre siti web da lei citati, l’autrice presenta subito all’inizio la sua chiamata da parte di Gesù in modo del tutto personale

"Per Kathryn da Gesù

Tu sei nata per questo compito, per prendere nota e poi per dire agli altri ciò che io ti mostrerò e ti comunicherò. Perché queste cose sono vere. La tua vocazione è di far sapere al mondo che c’è un inferno e che io, Gesù Cristo, sono stato mandato da Dio per salvare gli esseri umani da questo orrore".


Anche qui dal modo in cui il Signore presumibilmente si esprime dicendo "Io, Gesù Cristo" comprendiamo che questa dichiarazione non può venire dal Signore. Durante la sua vita egli non si è mai definito così ed ora che regna in cielo alla destra del Padre, si definirà sempre meno in questi termini. D’ora in poi egli è il Figlio di Dio in cielo e sulla terra. Qui una rivelazione del Signore viene descritta come una conversazione da bar. Ma Dio - ed anche il Figlio di Dio – è Spirito ed ogni essere umano al quale egli si rivolge, sa immediatamente nello Spirito chi è e non c’è bisogno che gli venga indicato prima chi sta parlando. Ed è anche dubbio se il Signore in una rivelazione userebbe il termine "orrore", o se quest’ultimo non derivi piuttosto dal lessico di un’"illusionista" fissata su simili immagini linguistiche.

Nel suo libro "A Divine Revelation of Hell" (Una rivelazione divina dell’inferno) - nel quale ella del resto riesce a cavarsela senza nemmeno un passo biblico - l’autrice scrive poi che il Signore l’ha condotta con sé all’inferno per 30 notti per mostrarle "la realtà dell’inferno". E successivamente l’autrice descrive un’esperienza che in realtà è già nota, poiché in una forma simile essa rimanda ai circoli occulti.

"Nel marzo del 1976, mentre mi trovavo a casa a pregare, ricevetti la visita del SIGNORE Gesù Cristo. Per giorni e giorni avevo pregato nello Spirito, quando improvvisamente avvertii la presenza di Dio. La sua forza e la sua gloria riempirono la casa. Una splendida luce illuminava la stanza nella quale ero raccolta in preghiera e una dolce e meravigliosa sensazione scese su di me. Onde d’amore roteavano e si incrociavano l’una nell’altra e roteavano ancora e poi si disfacevano per poi riavvolgersi di nuovo. Era uno spettacolo straordinario! (…) La lode di Dio iniziò a sgorgare fuori di me".


Queste dichiarazioni dell’autrice statunitense ricordano molto l’esperienza di un’altra donna, una tedesca, che aveva partecipato ad un carismatico battesimo nello Spirito a Gerusalemme e il cui racconto viene citato qui, selezionandone alcuni estratti:

"A Lüdenscheid Elisabeth incontrò una donna, che le raccontò con entusiasmo di quanto fantastico fosse stato un battesimo nello Spirito avvenuto durante la Festa delle Capanne organizzato dall’Ambasciata Cristiana Internazionale di Gerusalemme. In questo posto, raccontò la donna, si incontrano ‘il cordone ombelicale del cielo e la totale pienezza delle benedizione’. Elisabeth parte per Israele e vive realmente l’esperienza del battesimo nello Spirito durante un servizio di guarigione con l’indiano Mahesh Chavda: ‘Chavda gridò: ‘Chi non ha ancora avuto il battesimo nello spirito?’ Qualcuno da dietro mi diede una spinta. Ora o mai più! E così mi feci avanti insieme a molte altre persone.

Ciascuno di noi ricevette un’imposizione delle mani e se non cadeva inciampando, si soffiava ancora verso di lui. Ciò che poi esperii giacendo a terra, superava di gran lunga tutto quello che sapevo fino a quel momento. Sentimenti d’amore senza fine. Non volevo e non potevo più rialzarmi in piedi. Ero una persona diversa. Ora conoscevo Gesù anche come amante. Da quel momento in poi potevo anche parlare in altre lingue (glossolalia/il parlare estatico), imporre le mie mani su altri o soffiare verso di loro, ed essi cadevano all’indietro. E del resto guarire non era più una rarità. Ora io ero ‘qualcuno’, avevo salito la scala della gerarchia".

(Vedi anche Immanuel.at – Informazioni per i visitatori: "Resoconto sul campo carismatico"  [non ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco / leggi in inglese])



Alla fine risulta chiaro anche il motivo dell’autrice statunitense alla base della redazione di questo libro:

"Vedi, figlia mia", disse Gesù, "Io ti condurrò con il mio Spirito all’inferno. Dopo sarai in grado di fissare la realtà dell’inferno in un libro, al fine di rendere chiaro ed evidente a tutto il mondo che l’inferno esiste davvero. In tal modo, i dannati verranno tratti fuori dal buio e portati nella luce del Vangelo di Gesù Cristo".

Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita.

Lk 16,27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 16,28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento". 16,29 Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". 16,30 Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno". 16,31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"». Luca 16:27-51;


Attraverso la loro visita all’inferno, dunque, "i dannati verranno tratti fuori dal buio e portati nella luce del Vangelo di Gesù Cristo". È una sorta di idea assurda che nostro Signore, che ci ha salvati dai nostri peccati mediante la sua propria morte prima di questo inferno, conduca poi uno di noi all’inferno per fargli esperire la "realtà dell’inferno", che non può più provenire da un cervello umano – per quanto esso possa essere guasto – ma è chiaramente il prodotto di uno spirito impuro.

Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete;

Mt 24,23 Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete; 24,24 perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. 24,25 Ecco, ve l’ho predetto. Mat 24,23-25;


23 minuti all’inferno.

L’autore dell’ultimo dei tre resoconti da lei citati è - esattamente come sua moglie – un agente immobiliare e perciò ha sicuramente il sicuro talento di sapere convincere le altre persone del suo punto di vista delle cose. Ad essere onesti, si deve tuttavia dire anche che il suo resoconto è la storia meglio composta e dotata dei più numerosi riferimenti biblici. Anche se non tutte le citazioni bibliche si adattano sempre al suo testo, si deve però riconoscere che egli ha una conoscenza della Bibbia davvero profonda.

Egli afferma di avere abbandonato il suo corpo e di essere stato all’inferno con Gesù. Sua moglie racconta di avere trovato una notte il marito sul pavimento del soggiorno in preda a urla e grida e di avere pregato per lui 10-20 minuti, finché egli non si è calmato. E per dissipare fin dall’inizio tutti i dubbi, questo agente immobiliare adduce come prova per la veridicità delle sue argomentazioni quel passo di Paolo tratto da 2Cor 12,2, nel quale Paolo racconta di essersi trovato fuori dal proprio corpo. La modestia di Paolo, che qui non parla di se stesso, ma di "un uomo in Cristo", sarebbe stata molto più adatta a questo agente immobiliare, ma ciò avrebbe poi sovraffaticato la capacità di comprensione di molti americani ed essi avrebbero forse frainteso questa storia.

Non accontentandosi di menzionare questo inopportuno confronto di se stesso con Paolo, l’uomo cita anche Giona come testimone del suo "viaggio all’inferno":

"Giona 2,3 ‘Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto. Dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce’. E, in Giona 2,7, si legge: ‘Sono sprofondato fino alle radici dei monti; la terra ha chiuso le sue sbarre su di me per sempre; ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa, o Signore, mio Dio!’. Ciò vuol dire che vi fu qualcuno che visitò l’inferno – ossia GIONA".


Il testo del versetto precedente – Giona 2,2 – ed anche di questo versetto parla del fatto che qui Giona pregò il Signore dal ventre del pesce e in seguito descrive le sue esperienze e le sue paure nelle tenebre di questo ventre del pesce, che egli paragonò a Sheol (il regno dei morti). Ciò, tuttavia, sembra essere sfuggito all’agente immobiliare o forse egli ha volutamente tralasciato questo passo, perché altrimenti la sua interpretazione dell’"inferno" non sarebbe più stata plausibile.

Dal ventre del pesce Giona pregò il SIGNORE, il suo Dio.

Giona 2,1 Il SIGNORE fece venire un gran pesce per inghiottire Giona: Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2,2 Dal ventre del pesce Giona pregò il SIGNORE, il suo Dio, e disse: 2,3 «Io ho gridato al SIGNORE, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce. Giona 2, 1- 3;


Qui si comprende giustamente con quale insolenza i testi biblici vengono arbitrariamente strappati dal loro contesto, abbreviati e reinterpretati per i propri scopi. Il fatto che qui non ci si sia fatti intimidire nemmeno di fronte ad un tema così conosciuto come "Giona e il pesce", permette di cogliere o la stupidità dell’autore o il grado di stupidità che egli presume abbiano i suoi lettori.

Nel prosieguo del testo, come dimostrazione di prova dell’inferno, vengono citati alcuni passi biblici dall’Antico Testamento che parlano del regno dei morti, senza comprendere che il regno dei morti nell’Antico Testamento (Sheol: tomba comune dell’umanità, soggiorno dei buoni [Salmi 30,4] e dei cattivi [Num 16,33]) e l’inferno nel Nuovo Testamento (Geenna: residenza dei cattivi [Mat 23,33]) sono due concetti completamente diversi.

Alla fine del suo racconto, l’autore pone proprio quella domanda che durante l’intera lettura è sulla punta della lingua anche di un lettore critico:

"Quando realmente tornai in me stesso e fui più o meno in grado di parlare, Gli domandai nei miei pensieri ‘Perché mi hai condotto qui?’. Gesù lesse i miei pensieri e disse: ‘Perché gli esseri umani non credono che questo luogo esista davvero. Persino alcuni cristiani non ci credono’".


E la risposta che il Signore qui gli ha presumibilmente dato, si pone in netto contrasto con le dichiarazioni di Gesù nella Bibbia. Agli Ebrei, che erano conosciuti per la loro durezza di cuore, il Signore raccontò la seguente storia, che qui deve essere citata nella sua interezza al fine di una migliore comprensione:

Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita.

Luca 16,19 «C’era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; 16,20 e c’era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, 16,21 e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri.

16,22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 16,23 E nell’Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; 16,24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma".

16,25 Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. 16,26 Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi".

16,27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 16,28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento". 16,29Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli".

16,30 Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno". 16,31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"». Luca 16,19-31;


Dopo queste parole del Signore non ha assolutamente alcun senso che delle persone siano state all’inferno e da lì siano poi tornate per raccontare tutto questo ad altri esseri umani. Non è così che gli esseri umani verrebbero indotti a convertirsi. Alla luce di quanto dichiarato nel testo qui sopra, è solo e soltanto lo studio della Scrittura, ossia dell’Antico Testamento con Mosè e i Profeti – e come uomini di oggi abbiamo inoltre anche il Nuovo Testamento -, che è in grado di condurre gli esseri umani a Dio. Ciò ci viene detto da nostro Signore (Giov 5,46-47) e lo sa anche la maggior parte dei lettori della Bibbia. Ma i tre autori dei libri da lei citati apparentemente non l’hanno ancora mai letto o molto semplicemente non l’hanno capito.

Tuttavia, la più evidente prova del contrario per queste fandonie sull’inferno è il fatto che secondo la Bibbia ancora non esiste un inferno – lo "stagno di fuoco"! Come è già stato dimostrato più sopra, Dio ha creato gli esseri umani per un’esistenza eterna. Dopo la sentenza espressa nel Giudizio Universale, sia i giusti che i dannati vivranno in eterno. Gli uni presso Dio, gli altri nella dannazione dello stagno di fuoco dell’inferno. Ma questa vita eterna non si svolgerà sulla nostra terra di oggi, sotto il nostro cielo di oggi e nel nostro universo di oggi, ma su una terra nuova e sotto un nuovo cielo, in una dimensione eterna e perciò inevitabilmente senza tempo (’21:1-5).

(Vedi anche Capitolo 14: "La Nuova Creazione.")


Ciò significa, però, che fintanto che Dio non avrà creato questo nuovo mondo eterno – e questo egli lo farà solo dopo il Giudizio Universale – non vi sono né una Gerusalemme eterna, né un eterno stagno di fuoco (paragona Apoc 21,8 e 22,15). I dannati, sino a quel momento, si trovano nella zona di attesa del Regno dei Morti. E proprio per questa ragione non può nemmeno esservi un inferno, perché il nostro universo presente è dominato dal tempo e dunque qui nulla e nessuno possono esistere in eterno. Ma di questi retroscena questi narratori di favole non hanno naturalmente la benché minima idea. E per di più, se si leggono i loro fiumi di parole, si capisce che alcuni di loro non hanno nemmeno letto la Bibbia correttamente.

Per riassumere, si può quanto meno constatare che tutte le storie di questo genere, nelle quali le persone sono state "rapite" all’inferno, in cielo o in qualunque altro posto, non sono conformi alla Bibbia e quindi sono inventate e, sensatamente, dopo averne letto il titolo, ci si può risparmiare di leggerle. È un peccato perdere tempo in questo modo.


Con la sua domanda finale:

"Perché i cristiani fanno una cosa simile, ben sapendo che Dio odia le menzogne e le falsificazioni della sua dottrina?"


lei tocca in realtà un fenomeno nel Cristianesimo che possiamo osservare in tutte le denominazioni.


Adorazione degli idoli e culto dei morti.

Perché nella Chiesa cattolica l’idolo "Maria" e i "Santi" morti vengono adorati, laddove la Scrittura dice invece che Dio odia l’idolatria e considera il culto dei morti un orrore?

Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare.

Ger 10,2 Così parla il SIGNORE: «Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. 10,3 Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia; 10,4 lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e con i martelli perché non si muova. 10,5 Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non li temete! perché non possono fare nessun male, e non è in loro potere di far del ben Ger 10 2- 6;

Un popolo non deve forse consultare il suo Dio? Si rivolgerà forse ai morti in favore dei vivi?

Isa 8,19 Se vi si dice: «Consultate quelli che evocano gli spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano», rispondete: «Un popolo non deve forse consultare il suo Dio? Si rivolgerà forse ai morti in favore dei vivi?» Isa 8,19;


I cristiani morti sono già in cielo?

Tuttavia, questa falsa dottrina – specialmente l’adorazione di credenti morti come "Santi" – risulta da un’altra falsa interpretazione. Non soltanto nella Chiesa cattolica, ma anche nelle comunità cristiane è ampiamente diffusa la concezione secondo la quale i cristiani morti sarebbero già in cielo. D’altro canto, però, la comunità di Cristo crede fermamente anche nel fatto che secondo le promesse di Paolo, in 1Cor 15,51-53 e in 1Tess 4,15-17, con il Ritorno del Signore avrà luogo il rapimento dei credenti morti e vivi.

I morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.

1Cor 15,51 Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, 15,52 in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati. 15,53 Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità. 1Cor 15,51-53;

Il Signore stesso scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo.

1Tess 4,15 Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; 4,16 perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; 4,17 poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore. 1Tess 4,15-17;


Se Paolo più sopra, in 1Cor 15,52 scrive "i morti risusciteranno incorruttibili", allora i morti prima non erano incorruttibili. Se però essi fossero in cielo, dovrebbero avere un corpo di Risurrezione e perciò essere di per sé incorruttibili. Ed anche il Signore ci profetizza che con il suo Ritorno chiamerà i suoi al rapimento nel regno dei morti e i morti in Cristo, che in quel "momento" saranno i soli tra i morti ad udire questa chiamata, verranno risvegliati e vivranno.

L’ora viene, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno.

Giov 5,In verità, in verità vi dico: l’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno. Giov 5,25;


Se dunque i credenti morti in quel momento fossero davvero già in cielo, il Signore qui cercherebbe invano tra i morti coloro che dovrebbero essere rapiti. I credenti cristiani morti devono perciò – quanto meno fino al rapimento – essere nel regno dei morti.

Qui come obiezione viene per lo più citato il fatto che il Signore in Luca 23,39-43 al malfattore convertito sulla croce promette anche: oggi tu sarai con me in Paradiso.

Uno dei malfattori appesi lo insultava, ma l’altro lo rimproverava.

Luca 23,39 Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» 23,40 Ma l’altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? 23,41 Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male». 23,42 E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!» 23,43 Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso». Luca 23,39-43;


Da qui si deduce rapidamente che il malfattore dopo la sua morte sulla croce è salito al cielo insieme al Signore. Ma la Bibbia davvero dice questo? Se cerchiamo nella Scrittura dove è andato il Signore dopo la sua morte, apprendiamo qualcosa di completamente diverso. In Mat 12,40 si dice che il Signore dopo la sua morte era "nel cuore della terra".

Il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.

Mt 12,40 Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti. Mt 12,40;


E nel "cuore della terra" non è certo il regno dei cieli. E Pietro, nella sua prima lettera, non ci spiega soltanto dove è andato il Signore dopo la sua morte, ma anche cosa ha fatto in quel luogo.

È stato annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti;

1Piet 4,6 Infatti per questo è stato annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti; affinché, seppur essendo stati giudicati nella carne secondo gli uomini, potessero vivere nello Spirito secondo Dio. 1Piet 4, 6;

Cristo fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito e in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere.

1Piet 3,18 Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. 3,19 E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere, 1Piet 3,18-19;


Cristo – come qualunque altro essere umano – dopo la sua morte è giunto nel regno dei morti e là per 3 giorni e 3 notti ha annunciato ai morti il Vangelo, affinché coloro che volevano crederci, fossero salvati.

(Vedi anche Capitolo 12: "Cristo nel Regno dei Morti.")


E se dunque il malfattore è andato con Cristo, allora anch’egli era proprio là: nel regno dei morti. Il fatto che il Signore abbia definito quel luogo "Paradiso", dipende dal fatto che il Paradiso è una parte del regno dei morti.

(Vedi anche Excursus 09: "Il Paradiso")


Mentre il Signore dopo tre giorni e tre notti è risorto ed è salito al cielo, il malfattore – così come anche tutti gli altri morti – si è addormentato nel regno dei morti. Quelli tra i morti che si sono convertiti con l’annuncio del Signore, attendono insieme ai credenti morti in Cristo già da molto tempo nel Paradiso del regno dei morti di risvegliarsi con il Ritorno del Signore per il Rapimento. Gli altri, però, che non sono giunti alla fede in Cristo, insieme a tutti gli uomini morti fino a quel momento, che non hanno accettato Cristo come loro Salvatore, attendono in un’altra parte del regno dei morti la Risurrezione Universale e il Giudizio Universale, durante il quale essi riceveranno il loro verdetto.

(Vedi anche Capitolo 13: "Il Giudizio Universale.")


Se allora i cattolici vogliono pregare i loro "Santi" morti, sono ancora un po’ in anticipo. Poiché essi ancora giacciono addormentati nel regno dei morti con tutti gli altri morti e solo con la Risurrezione Universale - la rinascita dallo Spirito – torneranno in vita. E le false preghiere che ad essi vengono rivolte, probabilmente non saranno loro d’aiuto durante il giudizio, ma anzi, li danneggeranno.

(Vedi anche Capitolo 12: "La Risurrezione.")


Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio.

Giov 3,12 Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? 3,13 Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio. 3,14 «E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, 3,15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.Giov 3,12-15;


La comunità è la Sposa di Cristo?

Perché nelle comunità cristiane si predica che la comunità è la Sposa di Cristo, sebbene Dio stesso per mezzo della bocca del profeta Osea prometta ad Israele quanto segue:

Io ti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità e fedeltà.

Os 2,19 Io ti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni. 2,20 Ti fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai il SIGNORE. Os 2,19-20;


Come argomento poi molti esegeti adducono sempre Efe 5,31-33 e 2Cor 11,2:

Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa.

Efe 5,31 Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diverranno una carne sola. 5,32 Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa. 5,33 Ma d’altronde, anche fra di voi, ciascuno individualmente ami sua moglie, come ama se stesso; e altresì la moglie rispetti il marito. Efe 5,31-33;


In Efe 5,31-33 si tralascia il fatto che Paolo qui dica che sta scrivendo "dico" in riferimento a Cristo e alla Chiesa. Non si tratta quindi di una rivelazione, ma di un tentativo di spiegazione che tuttavia viene confutato dalla decisione esplicita di Dio in Os 2,19-20. Proprio Paolo, 4 capitoli prima, in Efe 1,22-23 (Rom 12:5; 1Cor 12:12), ci dice anche che la comunità è il corpo di Cristo e Cristo il capo. Dunque, non possiamo essere contemporaneamente sposo e sposa.

E lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui.

Efe 1,22 Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, 23 che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti. Efe 1,22-23;


E in 2Cor 11,2, Paolo cita ora quelle caratteristiche che davvero appartengono ad una Sposa di Cristo, ma che, però, la comunità può realisticamente solo sognare, di contro alle speranze di Paolo.

Perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo.

2Cor 11,2 Infatti sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo. 2Cor 11,2;


Inoltre, in Apoc 14,1-5 troviamo altro su questa tematica; ci viene cioè presentata la vera e impeccabile sposa di Cristo del popolo di Dio degli Ultimi Tempi dotata di tutte le caratteristiche di una sposa, proveniente da Israele:

Essi sono stati riscattati tra gli uomini per esser primizie a Dio e all’Agnello.

Apoc 14,1 Poi guardai e vidi l’Agnello che stava in piedi sul monte Sion e con lui erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulla fronte. 14,2 Udii una voce dal cielo simile a un fragore di grandi acque e al rumore di un forte tuono; e la voce che udii era come il suono prodotto da arpisti che suonano le loro arpe. 14,3 Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono, davanti alle quattro creature viventi e agli anziani. Nessuno poteva imparare il cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati riscattati dalla terra. 14,4 Essi sono quelli che non si sono contaminati con donne, poiché sono vergini. Essi sono quelli che seguono l’Agnello dovunque vada. Essi sono stati riscattati tra gli uomini per esser primizie a Dio e all’Agnello. 14,5 Nella bocca loro non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili. Apoc 14, 1- 5;


Non possono dunque esservi due spose. Dio non è un bigamo e chi pensa che qui si possa vedere una separazione tra Sposa di Dio e Sposa di Cristo, deve aspettarsi che gli venga posta la domanda riguardo alla sua comprensione della Trinità. Perciò: Cristo è il capo. La comunità cristiane di tutti i tempi è il corpo. E i rappresentanti degli Ultimi Tempi del popolo di Israele sono la Sposa.

(Vedi anche Discorso 15: ";Chi è la "Sposa dell’Agnello"?")


I 144000 segnati sono la comunità cristiana?

Perché in molte comunità cristiane i 144.000 segnati in Apoc 7,4-8 vengono visti come la comunità degli Ultimi Tempi, quando invece nella Bibbia possiamo leggere precisamente che qui si tratta di israeliti, citati per nome da tutte le 12 tribù di Israele? (Sempre che non si voglia partire dal presupposto che l’interpretazione illustrata qui sopra della comunità come Sposa di Cristo sia fondata su argomentazioni totalmente inadeguate!).

Centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d’Israele.

Apoc 7,4 E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d’Israele: 7,5 della tribù di Giuda dodicimila segnati; della tribù di Ruben dodicimila; della tribù di Gad dodicimila; 7,6 della tribù di Aser dodicimila; della tribù di Neftali dodicimila; della tribù di Manasse dodicimila; 7,7 della tribù di Simeone dodicimila; della tribù di Levi dodicimila; della tribù di Issacar dodicimila; 7,8 della tribù di Zabulon dodicimila; della tribù di Giuseppe dodicimila; della tribù di Beniamino dodicimila segnati.

7,9 Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. Apoc 7, 4- 9;


Inoltre, più avanti, qui sopra, in Apoc 7,9, la reale comunità degli Ultimi Tempi viene vista davanti al trono di Dio. Come si può vedere, in questo momento, quando i 144.00 israeliti vengono segnati dal sigillo sulla terra (Apoc 7,4-8), la comunità è già davanti al trono di Dio (Apoc 7:9-10), è già stata rapita al sesto sigillo prima del giorno dell’ira di Dio con il Ritorno del Signore (Apoc 7:13-17) ed è già in cielo.

(Vedi anche Tabella 14: "La Grande Tribolazione - cronologia degli eventi.")

(Vedi anche Discorso 06: "I 144.000 sigillati: israeliti o la comunità cristiana degli Ultimi Tempi?"))


Il rapimento della comunità ha luogo con la Prima Risurrezione?

Molti predicatori cristiani vedono la Prima Risurrezione in Apoc 20,4-6 ancora e sempre come il rapimento nel momento del Ritorno del Signore e dunque come la Risurrezione dell’intera comunità per governare come sacerdoti e re con Cristo nel Regno Millenario. Come per esempio David Pawson nel Discorso 88): "Il popolo di Dio, che tanto a lungo fu oppresso dai governi del mondo, assumerà poi il governo del mondo!" o Heinz Weber della scuola biblica Brake (Discorso 71): "perché noi governeremo come sua comunità sulla terra -governeremo insieme, con lui per mille anni".

Le anime dei martiri tornarono in vita. Questa è la prima risurrezione.

Apoc 20,4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. 20,5 Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. 20,6 Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni. Apoc 20, 4- 6;


Viene però tralasciato il fatto che qui, in Apoc 20,4, si parla esclusivamente dei decapitati – ossia dei martiri. L’idea secondo la quale in Apoc 20,6 si intenda l’intera comunità – ovvero anche tutti i fratelli e tutte le sorelle morti di morte naturale e senza essere perseguitati per la loro fede -, che poi governeranno come re e sacerdoti insieme al Signore, attribuisce di nuovo alla comunità un privilegio che secondo la Scrittura essa non possiede. Nel Millennio non sarà la comunità a regnare con il Signore, ma quei martiri dell’Antica e Nuova Alleanza, che riconosciamo anche qui sotto in Apoc 6,9-11 "sotto l’altare", e che - come si dice di loro anche più sopra in Apoc 20,4 – erano stati trucidati per la parola di Dio e per la loro testimonianza.

Quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza.

Apoc 6,9 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. 6,10 Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?» 6,11 E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro. Apoc 6, 9-11;

(Vedi anche Discorso 07: "Rapimento e Prima Risurrezione: un unico evento?")


La Risurrezione Universale alla Fine del Mondo: solo per gli atei?

Tuttavia, questa falsa interpretazione della Prima Risurrezione ci porta poi in seguito inevitabilmente ad un’ulteriore interpretazione sbagliata. Poiché con la Prima Risurrezione si "fanno" resuscitare tutti i credenti di tutti i tempi – per farli regnare come sacerdoti e re -, ai sostenitori di questo punto di vista, per la seconda Risurrezione, ossia la Risurrezione Universale non rimangono più esseri umani giusti, e dunque si afferma che in quest’ultima Risurrezione, alla Fine del Mondo, resusciteranno solo gli atei.

Da un lato, se questo punto di vista fosse preso seriamente, con la Prima Risurrezione resusciterebbero tutti i credenti di tutto il mondo e di tutti i tempi, affinché essi regnino insieme a Cristo "come sacerdoti e re". Ed anche se ora in ogni generazione vive sempre un bassissimo tasso percentuale nella popolazione mondiale di cristiani biblici, questo tasso percentuale si accumula nel corso di migliaia di anni e di centinaia di generazioni, cosicché forse nel Millennio, quando allora queste persone regneranno, vi saranno più "re" che sudditi.

Dall’altro lato, però, questa dottrina in riferimento alla Risurrezione Universale alla Fine del Mondo, non tiene conto di passi biblici essenziali. Purtroppo non si è notato che nostro Signore stesso racconta della Risurrezione Universale e di coloro che vi prendono parte. Prima di tutto nella parabola della zizzania nel campo:

No, per timore che estirpando la zizzania, non sradichiate insieme ad essa anche il grano.

Mat 13,24 Egli propose loro un’altra parabola dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo, che seminò buon seme nel suo campo. 13,25 Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò della zizzania in mezzo al grano, e se ne andò. 13,26 Quando poi il grano germogliò e mise frutto, apparve anche la zizzania. 13,27 E i servi del padrone di casa vennero a lui e gli dissero: "Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?". 13,28 Ed egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". Allora i servi gli dissero: "Vuoi dunque che andiamo e la estirpiamo?".

13,29 Ma egli disse: "No, per timore che estirpando la zizzania, non sradichiate insieme ad essa anche il grano.

13,30 Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece, riponetelo nel mio granaio"». Mat 13,24-30;

(Vedi anche Capitolo 11: "La fine del mondo – Il Giudizio Universale.")


Con questa parabola, il Signore rivela contemporaneamente anche il principio del Giudizio alla Fine del Mondo: Dio lascia che tutto "proceda" fino alla fine. Buoni o cattivi che siano, fino all’ultimo istante essi possono agire come vogliono. Tutti hanno la totale libertà. Solo alla Fine del Mondo, dopo la Risurrezione di tutti gli esseri umani, i mietitori raduneranno la zizzania con il "raccolto" e la bruceranno nel fuoco.

La mietitura è la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.

Mat 13,36 Allora Gesù, licenziate le folle, se ne ritornò a casa e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 13,37 Ed egli, rispondendo disse loro: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo.

13,38 Il campo è il mondo, il buon seme sono i figli del regno, e la zizzania sono i figli del maligno, 13,39 e il nemico che l’ha seminata è il diavolo, mentre la mietitura è la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. 13,40 Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.

13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e gli operatori d’iniquità, 13,42 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti. 13,43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi da udire, oda!». Mat 13,36-43;


Qualcosa di più concreto il Signore lo dirà poi qualche versetto dopo, nei quali innanzitutto anche qui, nella parabola della rete da pesca, verrà mostrato il principio del comune giudizio dei buoni e dei cattivi. Nella rete da pesca vi sono sia i pesci buoni che i pesci cattivi e solo dopo che la rete è stata riportata a riva, inizia la selezione, la separazione dei buoni dai mali.

Così avverrà alla fine del mondo; gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti.

Mat 13,47 Il regno dei cieli è pure simile ad una rete gettata in mare, che raccoglie ogni sorta di cose. 13,48 Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e, postisi a sedere, raccolgono ciò che è buono nelle ceste, mentre gettano via quello non buono.

13,49 Così avverrà alla fine del mondo; gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti; 13,50 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti». 13,51 Gesù disse loro: «Avete capito tutte queste cose?». Essi gli dissero: «Sì, Signore». 13,52 Ed egli disse loro: «Perciò ogni scriba ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie». Mat 13,47-52;

(Vedi anche Capitolo 13: "Il Giudizio Universale.")


E allora, del tutto apertamente e direttamente, il Signore spiega come si svolgerà il processo durante il Giudizio alla Fine del Mondo: "Così avverrà alla fine del mondo; gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti". Ora, però, se gli angeli separeranno i cattivi dai giusti, ciò implica che entrambi, ossia i cattivi e i giusti, sono presenti contemporaneamente. E per essere presenti, questi esseri umani – dunque tutti i morti – devono prima essere risorti.

L’ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno.

Giov 5,28 Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 5,29 e ne usciranno; quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna. Giov 5,28-29;

E questi andranno nelle pene eterne, e i giusti nella vita eterna

Mat 25,45 Allora egli risponderà loro dicendo: "In verità vi dico: tutte le volte che non l’avete fatto a uno di questi minimi, non l’avete fatto neppure a me". 25,46 E questi andranno nelle pene eterne, e i giusti nella vita eterna». Mat 25,45-46;

(Vedi anche Discorso 99: "Chi sono "questi miei minimi fratelli.")


Se dunque alla Fine del Mondo i buoni e i cattivi verranno giudicati insieme, allora essi devono anche essere presenti insieme nello stesso momento. E se sono presenti contemporaneamente, prima essi devono essere risorti insieme. Tuttavia, questa deduzione logica ha anche un’ulteriore conseguenza. Attraverso la Risurrezione, entrambi, i buoni e i cattivi, sono giunti di nuovo nella loro esistenza. Essi esistono di nuovo, altrimenti non potrebbero essere giudicati e gli angeli non potrebbero separarli gli uni dagli altri.

(Vedi anche Discorso 10: "la Risurrezione Universale alla Fine del Mondo: solo per gli atei?")


Il destino dei dannati: eterno tormento o dissoluzione?

E qui arriviamo ora alla successiva falsa dottrina. In alcune comunità cristiane, viene insegnato che la punizione per gli atei non è l’eterno tormento, ma la "dissoluzione": in altre parole, dopo la condanna, molto semplicemente essi cesseranno di esistere.

Ora, questa prospettiva per gli atei, in base alla quale in un colpo solo è tutto finito, può essere giustamente allettante, e, per esperienza, questo è quello che pensa la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Tuttavia, in una comunità cristiana, nel caso di una questione così importante, si dovrebbe consultare la Bibbia prima di lasciarsi indurre ad una conclusione errata.

Ed è proprio quello che ora vogliamo fare, ossia verificare ciò che dice la Bibbia a proposito di questa tematica. Nei passi biblici citati qui di seguito, si parla del fuoco inestinguibile, del fuoco che non si spegne mai, della punizione del fuoco eterno, della fornace del fuoco e del pianto e dello stridore di denti di coloro che sono in preda ai tormenti.

Mat 3,11 Io vi battezzo in acqua, per il ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno neanche di portare i suoi sandali; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco. 3,12 Egli ha in mano il suo ventilabro e pulirà interamente la sua aia; raccoglierà il suo grano nel granaio, ma arderà la pula con fuoco inestinguibile». Mat 3,11-12;

Mar 9,47 E se l’occhio tuo ti è occasione di peccato, cavalo; è meglio per te entrare con un occhio solo nella vita, che averne due ed essere gettato nella Geenna del fuoco, 9,48 dove il loro verme non muore e il fuoco non si spegne. Mar 9,47-48;

Mat 8,11 Or io vi dico, che molti verranno da levante e da ponente e sederanno a tavola con Abrahamo, con Isacco e con Giacobbe, nel regno dei cieli. 8,12 Ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor di denti». Mat 8,11-12;

Mat 13,41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e gli operatori d’iniquità, 13,42 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti. 13,43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi da udire, oda!». Mat 13,41-43;

Mat 13,49 Così avverrà alla fine del mondo; gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti; 13,50 e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti». Mat 13,49-50;

Giuda 1,6 Egli ha pure rinchiuso nelle tenebre dell’inferno con catene eterne, per il giudizio del gran giorno, gli angeli che non conservarono il loro primiero stato ma che lasciarono la loro propria dimora. 1,7 Proprio come Sodoma e Gomorra e le città vicine, che come loro si erano abbandonate alla fornicazione e si erano date a perversioni sessuali contro natura, sono state poste davanti come esempio, subendo la pena di un fuoco eterno; Giuda 1, 6- 7;


Ciò dovrebbe dare una risposta definitiva a questa domanda. Tuttavia, nonostante tutte queste prove, talvolta ancora si argomenta che "eterno" non significherebbe eterno, perché "se la condanna dei dannati durasse ininterrottamente, sia la misericordia che anche l’amore di Dio potrebbero proprio così essere messi in questione". E poi si conclude in modo tagliente che il fuoco eterno non durerebbe in eterno, ma solo per un lunghissimo periodo di tempo, che poi finisce, quando il materiale infiammabile (nello stagno di fuoco) è bruciato.

Allora, alle domande se, dunque, l’aggettivo "eterno" del fuoco eterno non significa eterno, ma solo un lunghissimo periodo di tempo, che un giorno poi finisce, se poi allora nemmeno l’"eterno" in Sal 48,15 "Dio (è) in eterno e per sempre" e l’"eterno" in 1Gio 5,13: "perché sappiate che avete la vita eterna" non significa eterno, ma solo un lunghissimo periodo di tempo, che un giorno poi finisce, essi non sono in grado di dare alcuna risposta.

(Vedi anche Discorso 03: "Il destino dei maledetti: pena eterna o annientamento?")


L’esistenza eterna di ogni essere umano.


L’esistenza eterna di ogni essere umano.

Ogni essere umano, che con la sua nascita corporale abbandona, vivo, il sacco amniotico della madre, e che, dunque è "nato d’acqua" (liquido amniotico, fluidità amniotica) (Giov 3:5), riceve da Dio (Giov 4:24) uno spirito umano (1Cor 2:11) con l’esistenza eterna (Mat 25:46). Nella prima parte temporale e terrena di questa esistenza – nella sua vita, l’essere umano ha la possibilità di scegliere in assoluta libertà e senza alcuna costrizione con lo spirito datogli da Dio  (Gen 2,7; 6,3) se donare a questo Dio, il creatore di tutta la vita, la sua completa fiducia e tutto il suo amore.

Dopo la sua morte, il corpo dell’essere umano ridiventa polvere, dalla quale esso era stato creato (Gen 2:7), mentre il suo spirito si incamminerà verso il regno dei morti (Dan 12:2; 1Piet 3:18-19; 1Cor 15:23-24), dove esso trascorrerà il tempo fino alla sua risurrezione in uno stato simile al sonno (1Tess 4:15-16).

Dio vivificherà i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Röm 8,11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Röm 8,11;


Nel momento della Risurrezione (Rom 6:4-5), la "rinascita dallo spirito" (Mat 19:28; 1Piet 1:18; Giov 3:7), l’essere umano riceve nuovamente un corpo  (1Cor 15:43-44; Mat 22:30; Giov 3:8; Rom 8:10-11), simile a quello del figlio di Dio dopo la sua risurrezione (Giov 20:26-27).

Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale.

1Cor 15,42 Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 15,43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; 15,44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale. 15,45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente» (Gen 2,7); l’ultimo Adamo è spirito vivificante. 15,46 Però, ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. 15,47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 15,48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 15,49 E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste. 1Cor 15,42-49;


Con questo corpo, l’essere umano starà poi durante il Giudizio Universale al cospetto del Figlio di Dio, che, per incarico di Dio (Giov 5:22, 26-27), giudicherà ciascun essere umano secondo le azioni terrene e in base alla scelta da lui compiuta in vita a favore o contro Dio (Rom 2:16).

Ogni essere umano, che durante la sua vita ha scelto a favore di Dio e di abbracciare la fede in suo figlio Gesù Cristo (Giov 17:3), ha la possibilità, davanti a questo tribunale, di ricorrere alla morte espiante del Figlio di Dio, che rappresenta l’espiazione per i peccati di tutti gli uomini, anche per la cancellazione dei propri peccati – ossia le trasgressioni dei comandamenti di Dio (Giov 3:16) – ed egli così sarà salvato (Giov 5:24). A quegli esseri umani che non hanno accettato questa fede, non verrà concessa la remissione dei loro peccati ed essi saranno perciò condannati (Giov 3:36).

Dopo il Giudizio Universale, questi esseri umani condannato trascorreranno la loro esistenza eterna nelle tenebre (Mat 22:13) della dannazione del fuoco eterno (Mat 18:8), con pianti e stridore di denti (Mat 13:49-50), poiché essi in vita hanno rifiutato di accostarsi alla fede, e con la consapevolezza definitiva che non potranno mai più riparare e che la loro condizione non potrà mai più essere cambiata.

Coloro che sono stati salvati, al contrario, trascorreranno la loro vita eterna (Mat 25:46) nella Nuova Creazione alla luce di Dio su una terra nuova (Apoc 20:11) e sotto un nuovo cielo, che Dio ha creato (Apoc 21:1-3,5).

Il Figlio di Dio ha detto:

"Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi." Giov 14,15-17;

Gesù disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai.» Giov 11,25-26;


Da questo punto di vista si è già espresso il noto evangelista e predicatore Wilhelm Busch con i suoi ascoltatori: "Non c’è bisogno di accogliere il messaggio che le sto dicendo. Può lasciare perdere di convertirsi a Gesù. Ma abbia ben chiaro che in tal modo lei sceglie l’inferno! Lei ha la totale libertà!!
(Persone che non sono capaci di credere.)

(Vedi anche discorso 22: "Esiste l’immortalità dell’anima?")



Per tutti coloro che vorrebbero averlo breve e moderno:
Lo spirito dell’uomo è il "software" – il sistema operativo – che fa funzionare "l’hardware" – il corpo. Alla scadenza dell’hardware, il software viene archiviato nel cloud. Alla fine del mondo, il software ottiene un nuovo hardware con runtime illimitato.



Il principio dell’esistenza eterna dello spirito dell’uomo.


Il principio dell’esistenza eterna dello spirito dell’uomo.

Lo spirito dell’uomo dato da Dio – similmente all’energia – può assumere forme diverse di esistenza, ma, tuttavia non può essere né creato né annientato.

(Vedi anche Discorso 22: "Esiste l’immortalità dell’anima?")



La comunità verrà rapita ancora prima della Grande Tribolazione?

Ma l’intera comunità non verrà falsamente nobilitata da alcuni predicatori solo con il fatto di "regnare" nel Millennio – al posto dei martiri di tutti i tempi -, ma anche con il fatto di essere risparmiata dalla Grande Tribolazione/afflizione. Se si suppone che saremo già re nel Millennio, è evidente che dovremo essere accolti in cielo possibilmente anche con stile.

Secondo l’opinione di questi predicatori, non sarebbe affatto appropriato a questi re se essi dovessero essere uccisi durante la Grande Tribolazione che invaderà questo mondo e costerà la vita a miliardi di esseri umani. Così si preferisce spostare il Ritorno del Signore e il rapimento dell’intera comunità prima di questa grande afflizione e lasciare che la comunità venga rapidamente rapita in cielo ancora prima. In quanto cristiani credenti nella Bibbia, ci si chiede perché il Signore in ciascuna di quelle lettere nell’Apocalisse abbia poi parlato del fatto che soltanto colui che trionferà erediterà il regno dei cieli, e non colui che vorrà svignarsela prima della Grande Tribolazione.

E ciò benché nella Scrittura si abbiano riferimenti chiarissimi riguardo al momento del Ritorno e del rapimento, come spiega per esempio Paolo nella sua seconda lettera ai Tessalonicesi:

Il giorno della venuta del Signore e del rapimento non verrà se prima non sia venuto l’anticristo.

2Tess 2,1 Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo 2,2 di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del SIGNORE fosse già presente. 2,3 Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, 2,4 l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. 2,5 Non vi ricordate che quand’ero ancora con voi vi dicevo queste cose? 2Tess 2, 1- 5;


Il giorno della venuta del Signore – il suo Ritorno – e la nostra unione con lui (1Tess 4,17) – il nostro rapimento – non verranno se non prima che siano giunti l’apostasia e il Figlio della perdizione – l’Anticristo. Il Ritorno e il rapimento, dunque, hanno luogo dopo la Grande Tribolazione. Ciò non potrebbe essere formulato più precisamente di così. Ma qui la strutturazione della frase potrebbe confondere alcune persone.

Ma poi, ancora, abbiamo un’analoga concreta dichiarazione di nostro Signore nel Vangelo di Matteo:

Una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà.

Mt 24,21 perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. 24,22 Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati. 24,23 Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete; Mt 24,21-23;


Questa è dunque la Tribolazione/afflizione, e se, per amore degli eletti (credenti) può essere abbreviata, questi credenti devono essere ancora sulla terra. Nello stesso modo, l’avvertimento di guardarsi dai falsi cristi, avrebbe poco senso per i non credenti e gli atei – supponendo che tutti i credenti siano stati rapiti già prima della Grande Tribolazione. E in alcuni versetti più avanti, il Signore si riferisce poi proprio a questa tribolazione, quando egli dice:

Dopo la tribolazione vedranno il Figlio dell’uomo venire per riunire i suoi eletti.

Mt 24,29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. 24,30 Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. 24,31 E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli. Mt 24,29-31;


Anche qui si deve dire che è estremamente sorprendente il fatto che, in considerazione di una simile chiarezza delle dichiarazioni del Signore, alcuni predicatori ripetutamente riescano a convincere i fratelli e le sorelle più creduloni delle comunità annunciando con fantasiose reinterpretazioni un Ritorno e un rapimento prima della Grande Tribolazione, benché il Signore qui dica quanto segue:

o  … Subito dopo la tribolazione di quei giorni

o  … vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo

o  … manderà i suoi angeli con gran suono di tromba

o  … per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli


L’Apocalisse ci fornisce infine la prova ineluttabile del fatto che la comunità degli Ultimi Tempi deve passare attraverso la "tribolazione di quei giorni" e che solo dopo, con il Ritorno del Signore e con il Risveglio dei Morti in Cristo, essa verrà rapita in cielo. In Apoc 7,9-14, Giovanni vede in cielo davanti al trono di Dio una folla immensa che nessuno poteva contare, da tutte le nazioni. Queste persone hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello, che mostra chiaramente che esse devono essere identificate con la comunità di tutti i tempi e di tutte le nazioni. E l’anziano dice a Giovanni che essi "vengono dalla Grande Tribolazione".

Una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni sono quelli che vengono dalla grande tribolazione.

Apoc 7,9 Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. 7,10 E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello». 7,11 E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: 7,12 «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen». 7,13 Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?» 7,14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Apoc 7, 9-14;


Come vediamo, qui è difficilmente possibile che tutte queste prove scritturali che parlano del Ritorno del Signore e del rapimento della comunità solo dopo la Tribolazione, non possano essere riconosciute e comprese. Qui possiamo solo arrivare alla conclusione che con l’anticipazione del rapimento prima della Grande Tribolazione si sia confermata una determinata falsa teoria.

E così non ci si deve nemmeno aspettare che "il prossimo più grande evento nella storia del mondo per i credenti sarà il rapimento", né che il Ritorno del Signore avvenga "oggi, adesso, domani", come insegna Heinz Weber della Scuola Biblica Brake. Il prossimo più grande evento nella storia del mondo per l’intera umanità sarà invece la più grande catastrofe di tutti i tempi: una Grande Tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà (Mat 24:21).

E solo dopo, quando questi giorni per amore degli eletti verranno  abbreviati  (Mat 24:22), il sole e la luna si eclisseranno ed essi vedranno venire il Signore così come lo hanno visto salire al cielo (Atti 1:11): sulle nuvole del cielo (Mat 26:64). Ed egli poi manderà i suoi angeli ed essi raduneranno i suoi eletti. Ed è così, allora, che si compiranno il Ritorno del Signore e il rapimento dei morti e dei vivi in Cristo.

(Vedi anche Discorso 71: "Il prossimo grande evento nella storia del mondo per i credenti sarà Il Rapimento?")



Vi sono cristiani "rinati"?

Un ulteriore fenomeno è l’affermazione in quasi tutte le comunità che gli esseri umani convertiti sarebbero "rinati". E questo, benché il Signore in Giov 3,7-8 ci dica che qualunque essere umano rinato (nato dallo Spirito) – come il Signore stesso dopo la morte e la Risurrezione (Giov 20:19,26) – possa venire e andare attraverso porte chiuse senza essere visto, mentre questi "rinati" in vita non poterono mai esibire simili capacità.

Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va;

Giov 3,7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". 3,8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». Giov 3, 7- 8;


La parola greca che qui sopra in Giov 3,7 (e anche prima in Giov 3,3) sta per "di nuovo", ossia anothen, è un avverbio che significa "dall’alto in basso" (così anche nella traduzione tedesca interlineare Nestle-Aland di Dietzfelbinger) ed anche tutte le traduzioni rendono questa parola in Giov 3,31 e 19,11 con "dall’alto". Poiché tuttavia anche i traduttori non hanno compreso il vero significato di questa frase, in Giov 3,3.7 non hanno scelto la variante spaziale, ma la variante temporale, "di nuovo", e quindi hanno impedito per generazione la corretta interpretazione di questa dichiarazione del Signore.

Una simile cosa è accaduta con la traduzione del participio greco anagegennemenoi usato da Pietro in 1Piet 1,3.23 e da Giovanni in Giov 1,13; 1Gio 2,29; 3,9; 4,7; 5,1.4.18 reso con "nato di nuovo" e con l’infinito gegennetai reso con "nato". Entrambi i verbi possono essere tradotti sia con "(ri)generato" che con "(ri)nato". E poiché i traduttori non conoscevano il profondo background della dichiarazione del Signore qui sopra in Giov 3,7-8, hanno tradotto con il più comune "rinato" o "nato" (si vedano Nestle-Aland e le note alla Bibbia di Elberfeld) invece che con "r

igenerato" o "generato", dando dunque a questo testo un significato completamente diverso.

Come possiamo comprendere anche dal passo biblico qui sotto, il Signore qui non parla dunque di una "rinascita" di persone in vita, ma della situazione dopo la morte e la Risurrezione dei morti e prima del giudizio sui popoli risorti. E perciò è assolutamente chiaro che quelle persone che credono di essere rinate mentre erano ancora in vita, non possono esibire capacità di questo genere - cosicché nessuno sa da dove vengano né dove vadano. Stando alla Scrittura, essi non sono affatto rinati, ma solo spiritualmente rigenerati (per mezzo della Parola di Dio). E tutto ciò che, nel periodo della gravidanza, può accadere ad una creatura umana biologicamente generata, in senso figurato, può capitare anche ad una creatura umana rigenerata spiritualmente – fino ad arrivare all’"aborto".

Nella nuova nascita, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria.

Mt 19,28 E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità che nella nuova nascita, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Mt 19,28;

Il Figlio dell’uomo prenderà posto sul suo trono glorioso ed giudica i genti riunite.

Mt 25,31 «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. 25,32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; 25,33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Mt 25,31-33;


La rinascita biblica.


La rinascita biblica.

Giov 3,7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". 8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito. Giov 3,7-8;

La parola greca che nella maggior parte delle Bibbie viene tradotta con "rinato" è anagegennemenoi (1Piet 1:3, 23) o gegennetai (Giov 1:13;  1Gio 2:29; 3:9; 4:7; 4:18; 5:1) per dire "nato da Dio". Ma, considerando che il greco antico non fa distinzione tra "nato" e "generato", la traduzione "rigenerato" o "generato da Dio" è parimenti corretta.

Perciò talune Bibbie di fatto traducono con "rigenerato" o "generato da Dio" ("begotten" lo si incontra per esempio nelle versioni inglesi della Bibbia di King James e di Darby) o quanto meno fanno riferimento a questa lezione nelle note (Elberfelder). E qui vediamo già che alcuni traduttori erano effettivamente a conoscenza del giusto contesto e della traduzione corretta.

Abbiamo, infatti, affermazioni concrete del Signore che ci consentono di fare chiarezza. In Mat 19:28, il Signore parla della rinascita ("palingenesia", e non di nuova creazione Apoc 21:1!) e con ciò allude al momento in cui tale rinascita avrà luogo – ossia il momento in cui egli siederà sul trono della propria gloria. E in Mat 25:31-32 egli menziona ancora una volta questo evento ed asserisce che esso avverrà nel momento del giudizio di tutte le nazioni.

Tale giudizio, quindi, è il Giudizio Universale alla Fine del Mondo e queste nazioni sono gli esseri umani di tutti i tempi che sono risorti dai morti. Di conseguenza, è questa Risurrezione alla Fine del Mondo per il Giudizio Universale che il Signore in Mat 19,28 definisce la "Rinascita".

Il modo in cui questa rinascita avverrà nella risurrezione, il Signore li spiega a Nicodemo in Giov 3:3-6. Al versetto 5, egli fa riferimento a due nascite (e quindi anche a due morti!) dell’essere umano: la prima (carnale) nascita dall’acqua (liquido amniotico) e la seconda nascita dallo spirito nella risurrezione (1Piet 3:18-19).

La rinascita è dunque – tanto quanto la nascita carnale – un evento immanente al sistema nell’esistenza eterna dell’essere umano – di ogni essere umano. Come poi il Signore dice al versetto 6: "Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito"

Dunque, una "rinascita" quando l’essere umano è ancora in vita (nella carne), così come essa viene insegnata da alcuni predicatori, è assolutamente esclusa! Attraverso la Parola (Bibbia, predica), veniamo fecondati, spiritualmente rigenerati e approdiamo così alla fede. La rinascita spirituale, invece, avverrà solo nella Risurrezione. Ciò viene confermato anche dalla descrizione che il Signore, nel successivo versetto Giov 3:7-8, fa di un essere umano che è rinato.

E così come, purtroppo, possono sorgere alcuni problemi dalla procreazione biologica fino alla nascita del bambino, anche dalla procreazione spirituale fino alla nascita dallo spirito può accadere molto – e si può arrivare persino all’"aborto".

Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento.

Ebr 6,4 Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro, 6,6 e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. Ebr 6,4-6;

(Vedi anche Discorso 85: "Vera e falsa Rinascita."


(Vedi anche Capitolo 12: "La Risurrezione.".)


Da figlio umano a figlio di Dio.

Lo sviluppo di un figlio di Dio è in tutto e per tutto paragonabile a quello di un figlio umano: come l’uovo nel corpo femminile è il punto di partenza del bambino umano, lo spirito nel cervello umano è il punto di partenza del figlio di Dio (Giov 6:63).

Proprio come il corpo femminile – alcuni giorni ogni mese – è costantemente pronto per la fecondazione, anche lo spirito umano è solitamente pronto per essere fecondato. E poi, se la donna lo permette, l’uovo nell’utero viene fecondato dal seme maschile. E se l’uomo lo permette, il suo spirito è fecondato (1Piet 1:23) dal seme divino (Luca 8:11; 1Piet 1:3)1) la Parola di Dio (Giac 1:18).

Se la fecondazione fisica non avviene nell’essere umano, gli ovuli della donna vengono espulsi ogni mese fino a una certa età. Lo spirito dell’uomo, tuttavia, rimane ricettivo per tutta la vita. Se non è stato fecondato spiritualmente, sarà eliminato al Giudizio Universale (Mat 25:41).

Se dopo il concepimento nel bambino umano il tempo di gravidanza è di nove mesi, allora l’uomo come figlio di Dio rimane "incinto", per così dire, per tutta la sua vita.

L’ulteriore sviluppo del bambino umano nel grembo materno, durante la gravidanza, corrisponde quindi allo sviluppo spirituale del figlio di Dio durante la sua vita terrena. Nel bambino umano come nel figlio di Dio, tutte le complicazioni immaginabili sono ancora possibili durante questo tempo di crescita (Efes 4:14)!

Il bambino umano entra quindi alla nascita dall’acqua (liquido amniotico) in un mondo nuovo, a lui sconosciuto fino a quel momento, con condizioni di vita completamente diverse (respirazione, assunzione di cibo, movimento).

E anche il figlio di Dio, quando nasce di nuovo (Mat 19:28, 25:31 entrambi i passi biblici si riferiscono alla resurrezione e al Giudizio Universale!!), troverà nella risurrezione dallo Spirito (Giov 3:6-7), una dimensione diversa, eterna, con condizioni di esistenza completamente nuove (Giov 3:8).

Ma mentre il bambino umano di solito cresce con i suoi genitori e poi conduce una vita propria, il figlio di Dio – come essere umano – è stato la propria "madre", il cervello il "grembo" dello spirito e ora, dopo la sua rinascita, ha una vita eterna come essere spirituale e un Padre spirituale, celeste (Giov 4:24).

E allora – solo allora – i figli di Dio, nati di nuovo dallo Spirito alla risurrezione, avranno raggiunto quello stato d’essere che il Signore ci profetizza in Giov 3,8, e che è lo stato di Dio, degli angeli e dello stesso Figlio di Dio dopo la sua risurrezione (Giov 20:26):

Il vento soffia dove vuole e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né da dove va.

Così è di chiunque è nato dallo Spirito
"
(Giov 3,8)


E questa è ora anche la forma di esistenza – cioè come esseri spirituali – di cui il Signore ci promette in Giov 3,3 che possiamo entrare nel regno di Dio (cielo) in questo modo.

"Se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio".
(Giov 3,3)

1) La parola greca anagegennēmenoi = generato di nuovo, come 1Piet  1,23 (non "nato di nuovo"!!) – spiritualmente generato di nuovo dopo essere stato impregnato dalla Parola di Dio. (Vedi anche Discorso 85: "Vera e falsa rinascita.")



Un "rinato" non potrà più andare perduto?

Questa autoglorificazione culmina poi nell’affermazione seguente: "un rinato non potrà più andare perduto". A prescindere dal fatto che in realtà per ora nessun essere umano è rinato, ma srà nato dallo Spirito soltanto con la Risurrezione, la Scrittura ci fornisce alcuni riferimenti al fatto che i credenti e gli esseri umani benedetti dallo Spirito Santo possono ancora rinnegare di nuovo la fede.

Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo

Ebr 6,4 Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro, 6,6 e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. Ebr 6, 4- 6;

Se infatti, si lasciano di nuovo avviluppare e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima.

2Pie 2,20 Se infatti, dopo aver fuggito le corruzioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si lasciano di nuovo avviluppare in quelle e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima. 2,21 Perché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, che, dopo averla conosciuta, voltare le spalle al santo comandamento che era stato dato loro. 2Pie 2,20-21;

Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio.

Ebr 3,12 Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo, che vi allontani dal Dio vivente; 3,13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Oggi», perché nessuno di voi s’indurisca per la seduzione del peccato. 3,14 Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio, Ebr 3,12-14;


Come obiezione a questi passi biblici viene poi citato per lo più Giov 10:27-29, dove il Signore ci dice che nessuno può rapirci dai suoi e dalla mano del Padre. Tuttavia, qui si tralascia il fatto che, anche se nessuno può rapirci dalla mano di Dio – come dimostrano i succitati passi biblici - noi possiamo lasciare la mano di Dio per nostra propria scelta. Dio non costringe nessun essere umano! Così come la nostra decisione per Gesù Cristo e dunque il nostro accesso alla fede fu totalmente volontaria, Dio ci lascia anche liberi di decidere se in seguito vogliamo o meno continuare a perseverare in essa.

Come dice più sopra l’autore della lettera agli Ebrei, dobbiamo saldamente conservare la nostra iniziale fiducia sino alla fine. Anche il Signore nell’Apocalisse (2,26) dice: "A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine, darò potere sulle nazioni" e indica che i Santi giudicheranno durante il Giudizio (1Cor 6,2). Qui, dunque, il fatto di far derivare una sorta di automatismo: "Chiunque si sia convertito, non potrà più andare perduto" non solo è assolutamente falso, ma è anche una delle più grandi tentazioni alle quali l’intera comunità è esposta.


L’amore infinito di Dio.

Purtroppo, però, questa falsa concezione viene confermata e sostenuta anche da molti predicatori ed evangelisti, che raccontano agli esseri umani dell’amore "infinito" e "incondizionato" di Dio. La Bibbia ci dice che Dio ci ama, altrimenti egli non avrebbe lasciato andare suo Figlio sulla croce per i nostri peccati. Essa non parla però né di un amore "infinito" né di un amore "incondizionato" di Dio. Chiunque padroneggi più o meno la semantica della sua lingua, comprenderà subito che un amore di questo tipo non conosce né confini temporali né condizioni morali, poiché, appunto, esso è infinito e incondizionato.

Ciò vuol dire tuttavia che un amore di Dio di questo tipo dovrebbe accettare tutti i delinquenti, i pluriomicidi, gli atei, i tiranni e qualunque altra brutta gentaglia, dall’inizio del mondo fino alla sua fine (infinito!!) senza pentimento e conversione (incondizionato!!) da parte loro nella vita eterna. Questa naturalmente è un’assurdità, ma poiché molti predicatori ancora e ancora continuano a ripetere tutto ciò, alla fine le persone ci credono e non comprendono che nel caso di un amore infinito e incondizionato Dio dovrebbe perdonare a tutti gli esseri umani tutti i loro peccati senza alcun contraccambio da parte loro e allora non sarebbe più necessario alcun sacrificio – e Gesù Cristo non avrebbe dovuto morire sulla croce.

Il fatto che questo sacrificio di Gesù Cristo sia stato tuttavia necessario, è la prova che Dio è anzitutto un Dio della giustizia e che la sua giustizia ha richiesto un sacrificio per tutti i nostri peccati. In realtà, questo sacrificio avrebbe dovuto essere richiesto per ciascuno di noi, ma Dio, nel suo amore per noi esseri umani, ha mandato suo Figlio, che da solo poté pagare per tutti i nostri peccati con la sua morte sulla croce. Colui che non accetta in fede questo sacrificio espiatorio per i suoi peccati, non può appellarsi né ad un amore infinito né ad un amore incondizionato di Dio, ma egli verrà condannato secondo la giustizia divina e non vedrà il regno di Dio.

Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio?

1Cor 6,9 Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, 6,10 né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. 1Cor 6, 9-10;


Possiamo perciò confidare con assoluta sicurezza nella grazia e nella misericordia di Dio e di nostro Signore Gesù Cristo, ma abbiamo al tempo stesso tutte le ragioni per diffidare della nostra propria fermezza di perseverare nella fede (Mat 26,34-35.75). La massima deve quindi suonare come segue: "Rimanere nella fede, costi quel che costi".

(Vedi anche Discorso 69: "La predestinazione e gli eletti. – I credenti cristiani ("rinati") possono mai perdersi?")


La falsa dottrina di una rinascita mentre si è ancora in vita e la postulata impossibilità che un simile "rinato" possa abbandonare la fede, culla i fratelli e le sorelle in una falsa sicurezza e dunque è estremamente pericoloso. Come si può vedere, nel Cristianesimo ci sforziamo spesso di interpretare la Scrittura in modo tale che la comunità e i suoi membri risultino il più possibile gloriosi e inappuntabili. Vogliamo essere i primi e i migliori e magari, chissà, anche regnare nel Millennio. E questo è quindi un fenomeno straordinario, perché il Signore ci profetizza che proprio un atteggiamento di questo tipo è controproducente e ci toglie i frutti della nostra fede:

Ecco, vi sono degli ultimi che saranno primi e dei primi che saranno ultimi».

Luc 13,30 Ecco, vi sono degli ultimi che saranno primi e dei primi che saranno ultimi». Luc 13,30;


E qui troviamo anche una risposta alla domanda che lei ha posto nella sua e-mail:

"Perché i cristiani fanno una cosa simile, ben sapendo che Dio odia le menzogne e le falsificazioni della sua dottrina?"


Da un lato, in primo luogo, vi sono dei predicatori e degli evangelisti che vogliono vendere libri e che esigono un onorario anche per le loro conferenze e i loro seminari, che hanno interesse a lasciare negli ascoltatori e nei lettori le impressioni il più possibile positive. I profeti dell’Antico Testamento – e non da ultimo anche nostro Signore Gesù Cristo - si sono resi impopolari in molte persone perché essi hanno detto loro la pura verità. Dall’altro lato, vi è naturalmente anche un determinato pubblico che preferisce ascoltare e credere a quelle cose che gli preannunciano un futuro splendido, senza afflizione né pene, ma costellato da onori e potere, e che perciò si sceglie da sé i propri maestri e in tal modo stabilisce così cosa vuole ascoltare o leggere e cosa no.

Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina.

2Tim 4,3 Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, 4,4 e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole. 2Tim 4, 3- 4;


L’amore infinito e incondizionato di Dio.

Se l’amore di Dio fosse infinito e incondizionato, questo Dio dovrebbe rimettere a tutti gli esseri umani di tutti i tempi (all’infinito!!) tutti i loro peccati senza rimorso né conversione (incondizionatamente!!). Allora, non sarebbe più necessario alcun sacrificio espiatorio – e Gesù Cristo non avrebbe dovuto morire sulla croce.

Allora tutti i delinquenti, tutti i pluriomicidi, tutti gli atei, tutti i tiranni e tutto il resto della peggior feccia, dal principio del mondo fino alla sua fine (all’infinito!!), senza rimorso né conversione (incondizionatamente!!), entrerebbero nella vita eterna insieme a tutti i cristiani biblici.

Perciò, chi parla di un amore "infinito" e "incondizionato" di Dio, dimostra di non avere alcuna idea del perché Dio abbia lasciato morire suo Figlio sulla croce. Simili persone non hanno ancora assolutamente compreso il fondamento della fede cristiana e sono dunque totalmente inadatte ad esprimere dichiarazioni in merito ad una qualunque caratteristica di Dio.

(Vedi anche Discorso 30: "Perché Gesù dovette morire sulla croce?")



(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

Lo Spirito Santo è una presenza duratura nel fedele? / Commento B. Bollmeyer 00, 12-07-2005

Ma passiamo ora ai passi biblici. Efe 1,13-14: "In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria". Efe 4,30: "Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione".

Io comprendo questi passi biblici nel senso che Dio nel giorno della conversione ci ha dato un "marchio" (lo so, l’espressione non è appropriata, ma non mi viene in mente niente di meglio) come caratteristica che ci indica come sua proprietà, ossia lo Spirito Santo. Ora, so anche che lo Spirito Santo ha anche altri compiti, ma uno di essi è appunto anche quello di essere un pegno e un sigillo. Nel versetto 30, veniamo esortati a non ingannare lo Spirito Santo. Lutero traduce 1Tess 5,19 nel modo seguente: "Non spegnete lo Spirito". Siamo chiaramente nella condizione (o abbiamo la responsabilità) di influenzare la sfera d’azione dello Spirito Santo. Ma non conosco alcun passo biblico che ci dica che lo Spirito Santo può abbandonarci di nuovo. Mi dica, per favore, se nella Scrittura (ed in particolare nel Nuovo Testamento) vi sono dichiarazioni di questo tipo, perché allora dovrei rivedere il mio punto di vista a tale proposito.

Questa la mia logica: se lo Spirito Santo è una presenza duratura in noi, esso dovrebbe venire con noi all’inferno, se perdiamo la nostra salvezza, e questo è assurdo!

Brunhilde Bollmeyer brunhilde.bollmeyer@gmx.de



La sua interpretazione di Efe 1,13-14 mi piace moltissimo e la sua logica finale è affascinante. È anche proprio questa logica, tra l’altro, che mi permette di giungere alla conclusione opposta: se lo Spirito Santo è in noi, vista la cattiveria dell’essere umano (tutti in fondo sono cattivi, Rom 3:12), esso non può sostenere tutte le azioni compiute da quest’ultimo.

Così, per esempio, nella Scrittura il re Davide ci dice spesso che egli ha parlato nello Spirito Santo e perciò egli doveva avere lo Spirito Santo insito in sé. Tuttavia, quando Davide pose Uria in primissima linea al fronte durante la battaglia (2Sam 11), affinché fosse ucciso ed egli potesse avere per sé sua moglie Betsabea, con la quale aveva tradito Uria, è assolutamente impossibile che lo Spirito Santo fosse in lui. Dunque, lo Spirito Santo doveva averlo abbandonato. In seguito, ci viene poi raccontato che Davide riebbe lo Spirito Santo e che nel Millennio Dio risveglierà David, cosicché egli sarà nuovamente re d’Israele. Anche qui si vede che secondo la Scrittura lo Spirito Santo non è una presenza duratura nell’essere umano, ma reagisce adeguatamente al volere e alle azioni di ciascun credente.

Riguardo alla sua domanda finale:

"Ma non conosco alcun passo biblico che ci dica che lo Spirito Santo può abbandonarci di nuovo. Mi dica, per favore, se nella Scrittura (ed in particolare nel Nuovo Testamento) vi sono dichiarazioni di questo tipo, perché allora dovrei rivedere il mio punto di vista a tale proposito".


posso citarle un passo del Nuovo Testamento, da Ebr 6,4-6:

Infatti quelli che sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento

Ebr 6,4 Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 6,5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro, 6,6 e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. Ebr 6, 4- 6;


Questi credenti, quindi, avevano lo Spirito Santo ma poi, però, sono caduti nell’apostasia. Perciò, se lo Spirito Santo fosse una presenza costante in loro, esso dovrebbe – come lei ha formulato più sopra in modo completamente giusto – andare con loro all’inferno. E qui, naturalmente, siamo assolutamente d’accordo che tutto questo sarebbe assurdo.

Di conseguenza, l’unica alternativa che rimane è che lo Spirito Santo abbia abbandonato questi credenti.

(Vedi anche Discorso 51: "Il ricevimento dello Spirito Santo – come si verifica?")


(I testi nella cornice nera sono citazioni dei visitatori di questo sito o di altri autori!)

(Lo Spirito della verità sarà con voi in l’eternità. / Replica B. Bollmeyer 01, 25-07-2005)

Grazie per il riferimento a Ebr 6,4ss. Ciò che viene dichiarato qui è causa di alcune difficoltà nella mia argomentazione. Attraverso questo passo biblico vengono sollevate molte domande, per esempio come devo comprendere Giov 14,15-17: "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi"?

Brunhilde Bollmeyer brunhilde.bollmeyer@gmx.de



Queste dichiarazioni del Signore sono in realtà particolarmente interessanti in relazione alla ricezione dello Spirito Santo e meritano di essere analizzate in modo più approfondito. Poiché uno dei problemi dell’esegesi biblica è la riproduzione abbreviata dei testi della Scrittura, attraverso la quale, poi, vengono citate promesse, i cui presupposti, però, non vengono tenuti in considerazione, qui nelle nostre riflessioni vogliamo includere anche il contesto di questo passo biblico.

«Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.»

Giov 14,18 Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. 14,19 Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 14,20 In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. 14,21 Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui». 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato. Giov 14,18-24;


Nella continuazione del passo biblico citato dalla Signora Bollmeyer, riconosciamo qui sopra le condizioni più dettagliate e i presupposti in base ai quali viene dato questo "spirito della verità" – ossia lo Spirito Santo. In Giov 14,23-24, il Signore dice: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui". Il presupposto è dunque che noi amiamo il Signore Gesù e la sua Parola, e allora anche il Padre ci amerà. E poi più avanti si dice che entrambi – Padre e Figlio – verranno presso di noi e presso di noi dimoreranno. E questo "dimorare" non è altro se non l’essere insito in noi del Padre e del Figlio attraverso lo Spirito Santo – ossia la Trinità. Ciò vale quindi per tutti i credenti che amano il Signore e osservano la sua Parola.

E poi in seguito si dice:

Chi non mi ama non osserva le mie parole


Questa è dunque la negazione della prima parte della dichiarazione menzionata più sopra. E là dove questo presupposto viene a mancare, naturalmente anche la conseguenza, ossia la promessa dell’essere insito dello Spirito Santo risulta inconsistente. Ciò significa che i credenti possono contare sulla manifestazione dello Spirito Santo in loro solo e a condizione che essi amino il Signore e osservino la sua Parola.

In alcuni versetti precedenti troviamo però quel testo che anche la Signora Bollmeyer cita nella sua replica e che a prima vista e considerato fuori dal suo contesto potrebbe dare completamente l’impressione, così come lei indica, che lo Spirito Santo dimori in noi costantemente ("per l’eternità").

Il Padre vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre

Giov 14,15 «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; 14,16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, 14,17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Giov 14,15-17;


Ma proprio se vogliamo osservare la Parola del Signore, dobbiamo leggere il testo con attenzione al fine di comprendere correttamente il significato di queste parole. E qui, sia in Giov 14,16 che in 14,17 riconosciamo che il Signore parla del fatto che lo Spirito Santo sarà o rimarrà presso di noi. Anche il testo greco qui, con la parola "para", vuole intendere qualcosa come "accanto" o "vicino a" qualcuno. Da ciò ne deriva la spiegazione che il Signore non parla del fatto che lo Spirito Santo è in noi in eterno – ossia come presenza duratura -, ma piuttosto del fatto che esso sarà in eterno presso di noi, accanto a noi, vicino a noi. E Giovanni parla proprio di questo rapporto anche nell’Apocalisse, dove egli vede lo Spirito di Dio come i sette occhi dell’Agnello

I sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra.

Apoc 5,6 Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra. Apoc 5, 6;


Da ciò possiamo evincere che lo Spirito Santo di Dio viene mandato per tutta la terra e dunque è vicino ad ogni essere umano. Tuttavia, ciò non significa che esso dimori in tutti gli esseri umani. Questo ci viene detto solo nel riferimento finale in Giov 14,17 "e sarà in voi", sebbene qui il Signore si riferisca di nuovo a quei presupposti che egli menziona in Giov 14,23 per la caratteristica dello Spirito Santo di essere insito: "Chi mi ama e osserva la mia parola".

Da questo possiamo comprendere di nuovo che lo Spirito Santo è qui sulla terra proprio per noi, però il suo dominio in noi dipende dal fatto se noi amiamo il Signore e conserviamo la sua Parola. Se noi facciamo questo, allora il nostro più grande desiderio sarà che il Signore sia in noi e noi in lui. E allora il Padre invierà il suo Spirito su di noi e Padre, Figlio e Spirito Santo dimoreranno in noi.


La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.


La Trinità biblica e alcune altre specificità della fede cristiana biblica.


A differenza di tutte le altre religioni di questo mondo, il cristianesimo biblico non è una religione. È una relazione. Un rapporto o una connessione con Dio, in quanto nostro Padre nei cieli. Ecco perché anche il nostro Signore Gesù Cristo ci ha detto:

Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.

Mat 23,9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Mat 23,9;


Perciò, nel cristianesimo biblico non chiamiamo nessuno sulla terra nostro Padre, ma l’unico e solo Onnipotente Dio nei cieli è nostro Padre. Infatti, Dio non ha creato solo noi, ma con Adamo e Eva, i nostri genitori arcaici, tutti gli esseri umani, ed è quindi il padre di tutti noi. Eppure questo è ciò che pochissimi vogliono sapere.

Nel cristianesimo biblico la connessione con il nostro Padre nei cieli è completamente diversa rispetto all’adorazione di idoli nelle religioni secolari. Come ci dice il Figlio di Dio, la comunicazione tra Dio e i suoi figli è esclusivamente di natura spirituale:

Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.

Giov 4,23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. 4,24 Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità». Giov 4,23-24;

E come ci conferma anche Paolo nella prima lettera ai Corinzi, lo Spirito di Dio dimora in noi, se siamo figli di Dio.

Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?

1Cor 3,16 Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 3,17 Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi. 1Cor 3,16-17;


Così questa è una connessione molto simile a quella, che anche il Figlio di Dio ebbe con il Padre durante la Sua missione sulla terra:

Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me?

Giov 14,10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 14,11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse. Giov 14,10-11;


Infine il Signore Gesù stesso ci spiega anche, che chi Lo ama si riconoscerà dal fatto, che osserverà la Parola del Suo Signore. E perciò il Padre lo amerà ed entrambi, Padre e Figlio, verranno da lui e dimoreranno presso di lui.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.

Giov 14,22 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 14,23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 14,24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.
14,25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 14,26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Giov 14,22-26;

Quindi riassumiamo: Paolo ci dice sopra in 1Cor 3,16, che lo Spirito Santo dimora presso di noi, se siamo figli di Dio. Qui sopra in Giov 14,23 il Signore Gesù ci dice, che Padre e Figlio verranno da noi e dimoreranno presso di noi, se amiamo il Figlio.

Così nel nostro spirito abbiamo unito Padre, Figlio e Spirito Santo!
C’è ancora chi dubita, che questi tre esseri spirituali possano essere riuniti anche al di fuori dell’uomo in un uno Spirito, lo Spirito di Dio, come "Trinità"?


È quindi evidente che è nella natura degli esseri spirituali incorporarsi sia nello spirito di un essere umano che in altri esseri spirituali. Nella loro forma spirituale sono immateriali e possono fondersi l’uno nell’altro, come quando si versa sul livello materiale un bicchiere d’acqua in un altro e i due liquidi diventano un’unica cosa (Trinità).

E ora Paolo in 1Cor 3,16, di cui sopra ci scrive, non solo che lo Spirito Santo dimora presso i figli di Dio, ci dice anche, che noi siamo il tempio di Dio. Cioè, come Dio dimorava nel Santo dei Santi del tempio di Gerusalemme con gli israeliti, da allora Dio dimora di nuovo in un tempio.

Solo che questo nuovo tempio non è un edificio fatto con le mani. Piuttosto, ogni singolo credente cristiano, che ama il Suo Signore e osserva la Sua Parola è il tempio di Dio, nel cui "Santo dei Santi", vale a dire nello spirito di questa persona, prende dimora la Trinità.

L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo.

Atti 7,48 L’Altissimo però non abita in edifici fatti da mano d’uomo, come dice il profeta(Isaia 66:1-2): 7,49 "Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? 7,50 Non ha la mia mano creato tutte queste cose?" Atti 7,48-50;

Dunque, nella fede cristiana biblica non esistono riti, liturgie, "messe", sacerdoti, vescovi, cardinali, papi, etc. I credenti cristiani biblici stessi sono il tempio di Dio e nel loro spirito hanno una connessione immediata e diretta con il loro Padre Celeste.

Proprio per questa ragione il cristianesimo biblico non conosce neanche le "case di Dio", come le chiese, le cattedrali, i duomi, le moschee e i templi delle religioni di questo mondo. Perché l’unico e solo Dio non abita nelle case di culto, che sono fatte con le mani. Come figli di Dio, noi stessi siamo il tempio in cui Dio prende dimora nel "Santo dei Santi" – nel nostro spirito.

Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: "Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo."

2Cor 6,14 Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 6,15 Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? 6,16Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?

Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
"Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo." 6,17 Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. "E io vi accoglierò, 6,18 e sarò per voi come un padre, e voi mi sarete come figli e figlie", dice il Signore onnipotente. 2Cor 6,14-18;

Ed è anche questo spirito dei figli di Dio che vivrà dopo la risurrezione come un essere spirituale nella dimensione eterna con il nostro Padre nei cieli, avendo percorso la strada che nostro Signore Gesù Cristo ha già percorso prima di noi come primizia (1Cor 15,20-28).

Quando un figlio o una figlia di Dio vuole parlare con suo Padre nei cieli, entra nella sua cameretta, chiude
la porta e per prima cosa chiede il perdono dei suoi peccati nel nome del sacrificio di redenzione del suo Signore Gesù Cristo. E allora si libera la via per ogni ringraziamento e giubilo, petizione e pianto, e qualsiasi altra cosa che un figlio di Dio deve comunicare al suo Padre celeste.

Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto.

Mat 6,5 «Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze (o al "Muro del pianto"!/FH) per essere visti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. 6,6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. 6,7 Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. 6,8 Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate. Mat 6,5-8;




Chi non ama il Signore, abbandonerà la sua Parola e lo Spirito non scenderà su di lui. E questo non vale solo per gli empi e i non credenti, ma anche per coloro che un tempo avevano questo amore per il Signore e dunque per lo Spirito Santo, e che poi in seguito lo hanno rinnegato. Ciò ci viene detto una volta dall’autore della lettera agli Ebrei più sopra, in Ebr 6,4-6 e ci viene confermato anche dal Signore stesso nell’Apocalisse di Giovanni, nella lettera all’angelo della chiesa di Efeso:

Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore.

Apoc 2,1 «All’angelo della chiesa di Efeso scrivi: Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro: 2,2 "Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. 2,3 So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. 2,4 Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. 2,5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. Apoc 2,1-5;


Come si vede, la formula a quanto pare molto allettante che afferma: "Spirito Santo una volta, Spirito Santo per sempre", è quindi una fantasticheria di alcuni fratelli e sorelle e non ha alcun fondamento biblico. Purtroppo nella vita di fede non vi sono garanzie simili. Per tutta la nostra vita, dobbiamo fare attenzione a non abbandonare questo amore per il Signore, affinché quella minaccia che il Signore rivolge alla comunità di Efeso non diventi realtà per noi.

La conversione e la fede in nostro Signore Gesù Cristo, così come l’accettazione del suo sacrificio espiatorio per i nostri peccati, sono una decisione del tutto personale di ciascun essere umano, che deve avvenire secondo un arbitrio totalmente libero e senza alcuna costrizione. Una costrizione esercitata da Dio sarebbe contraria alla giustizia, alla dignità e alla maestà dell’Onnipotente. Guardiamo questo mondo: vi si vede forse da qualche parte una costrizione di Dio? Anzi, è proprio il contrario. Proprio perché Dio non costringe nessuno a percorrere una determinata via, ma lascia decidere liberamente all’essere umano, il mondo sta andando incontro al caos. E poiché il Signore, il nostro Dio non costringe a decidere per lui nessun essere umano, se quest’ultimo non vuole, egli di certo non lo costringe a rimanere con lui contro la sua volontà.

Tuttavia, anche una conversione e una fede che siano estorte da qualche "missionario" – come per esempio nel caso della cattolicizzazione degli indios sudamericani da parte dei conquistadores spagnoli e portoghesi – sono nulle davanti a Dio e non fanno altro che condurre gli esseri umani dalle tenebre in altre tenebre ancora più profonde. È possibile dare alle persone informazioni, ammonimenti e indicazioni, ma ogni individuo deve prendere la propria decisione riguardo a tale questione da solo e per convinzione personale.

Se tu non avverti l’empio, quell’empio morirà per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano..

Ez 3,18 Quando io dirò all’empio: "Certo morirai!" se tu non l’avverti, e non parli per avvertire quell’empio di abbandonare la sua via malvagia, e salvargli così la vita, quell’empio morirà per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. 3,19 Ma, se tu avverti l’empio, ed egli non si ritira dalla sua empietà e dalla sua via malvagia, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso.

3,20 Quando un giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l’iniquità, se io gli pongo davanti una qualche occasione di caduta, egli morirà, perché tu non l’avrai avvertito; morirà per il suo peccato, e le cose giuste che avrà fatte non saranno più ricordate; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. 3,21 Però, se tu avverti quel giusto perché non pecchi, e non pecca, egli certamente vivrà, perché è stato avvertito, e tu avrai salvato te stesso». Ez 3,18-21;

Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.

Mar 16,15 E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. 16,16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Mar 16,15-16;


E, ora, poiché è così, niente e nessuno può strapparci a questa decisione e dunque alla mano del nostro Dio (Giov 10,28-29), se non, di nuovo, soltanto noi stessi. Perciò, ciascun credente può revocare volontariamente tale decisione, così come volontariamente l’aveva presa, e abbandonare la fede. E quindi non dobbiamo temere qualche esercito di Satana, oppure liberare da essi le nostre città mediante la glossolalia o la "battaglia spirituale", così come essa viene praticata in alcune denominazioni, ma è soltanto alla nostra propria volontà che dobbiamo prestare attenzione. Se però amiamo il Signore e osserviamo la sua Parola, il Dio uno e trino dimorerà personalmente in noi e rafforzerà il nostro amore con il suo, cosicché vorremo rimanere nella sua mano per nostra volontà e con piena fiducia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui

(Vedi anche Discorso 114: "La battaglia contro un mondo invisibile per un’Europa su base cristiana?" [non ancora disponibile in Italiano, leggi in tedesco / leggi in inglese]

(Vedi anche Discorso 11: "La dottrina della riconciliazione universale: Soluzione o inganno?"